Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.
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1856La Società Operaia di Mutuo Soccorso di ImolaNasce a Imola la Società Operaia di Mutuo Soccorso. Opera “per l'assistenza morale e finanziaria degli aderenti in caso di malattia e per il miglior collocamento della manodopera”, ma si propone anche - in forma più clandestina - fini politici, cioè favorire la libertà e l'indipendenza nazionale. Essa trae origine da una società segreta patriottica sorta nel 1856, quando il diritto di associazione era proibito. Nel 1859 i suoi capi saranno arrestati e i documenti sociali distrutti. Il sodalizio sarà ricostituito nel 1860 e nel 1865 Giuseppe Garibaldi verrà eletto presidente onorario. Ne faranno parte, tra gli altri, il tipografo Paolo Galeati, l'archeologo Giuseppe Scarabelli, i ceramisti Angelo e Giuseppe Bucci, il dott. Luigi Lolli, dottore del manicomio, il conte Anton Domenico Gamberini. Nel 1870, con il concorso del Ministero dell'istruzione pubblica e della Cassa di risparmio di Imola, aprirà una biblioteca circolante, che rimarrà attiva fino al 1897. Nel 1871 aprirà un magazzino cooperativo e nel 1871 costituirà una Cassa depositi e prestiti. L'anno seguente sarà avviata la sezione femminile. Alla fine del 1886 i soci saranno già 951, di cui 184 donne.dettagli
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1856La Società degli operai addetti alla fabbrica ManservisiE' fondata la Congregazione sussidiaria dei Tessitori e Lavoranti dello stabilimento Manservisi, moderna fabbrica tessile situata sulle rive del torrente Aposa, nei pressi della Montagnola. Ha come scopo dare sussidi agli addetti ammalati o inabili al lavoro. Sono inoltre sostenute le spese per i funerali dei soci defunti, mentre alle loro famiglie è devoluto un sussidio di 15 lire. Il contributo più elevato è concesso per le malattie acute, quello minimo "ai cronici non obbligati al letto". Esso non viene comunque assegnato per "malattie causate da abusi di ogni genere". Tutti i lavoranti che percepiscono più di lire 1,06 al giorno sono tenuti a iscriversi. Il servizio di leva non provoca la cancellazione dalla Società. I soci passeranno in poco tempo da 150 a circa 400. Purtroppo la Congregazione sarà presto costretta a sciogliersi "in seguito alla deplorata chiusura dello Stabilimento", danneggiato da una piena.dettagli
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gennaio 1856La commedia "Lo zio propone e il nipote dispone" di Gaetano PigozziNel privato teatro Hercolani viene rappresentata per la prima volta la commedia in due atti Lo zio propone e il nipote dispone di Gaetano P. Pigozzi di Crevalcore. E' dedicata all'avv. Luigi Rusconi, direttore delle poste di Ancona e zio dell'autore. Le parole del titolo sono quelle pronunciate dal protagonista Gaspare a conclusione del "debole lavoro". Pigozzi ha esordito il 23 gennaio 1855 al Teatro Nuovo di Firenze con lo scherzo comico in due atti Un sospetto non funesto, scritto ad appena 21 anni e andato in scena all'inizio con il titolo Che Paura! Un "ottimo successo" otterrà la sua farsa in un atto La tentazione di Sant'Antonio, rappresentata il 20 agosto 1864 all'arena Goldoni di Firenze. Il merito sarà riconosciuto a Leonardo Olivery, "distinto attore brillante", al quale l'opera verrà dedicata.dettagli
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10 gennaio 1856La prima Conferenza femminile di S. Vincenzo de' PaoliNella canonica di San Martino si riunisce la Conferenza di San Bartolomeo, dalla quale uscirà in seguito la Società femminile di S. Vincenzo de' Paoli. E' composta da undici signore della borghesia medio-alta, che l'anno precedente, durante l'epidemia di colera, hanno svolto opera di assistenza alle vedove e alle orfane, compito non consentito ai confratelli laici. La Società, ispirata agli insegnamenti di Frédéric Ozanan, avrà come primo presidente Celestina Scarabelli, "rara donna di molte lettere e singolari virtù", e don Antonio Costa come assistente spirituale. Avrà come finalità soprattutto l'esercizio della carità cristiana esercitata con visite alle case dei poveri e con la pratica delle elemosine. Più avanti la Società femminile sarà riconosciuta da papa Pio IX, che con il breve del 25 febbraio 1875 concederà "nella diocesi di Bologna e in qualsiasi altra diocesi ... la stesse indulgenze già concesse alle conferenze maschili, affinché il loro lavoro produca frutti abbondanti e degni".dettagli
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17 gennaio 1856La commedia "L'Ustari dal Pgnatt"Luigi Brighenti, a capo della compagnia dialettale dei Filodrammatici Felsinei, mette in scena la commedia L'Ustari dal Pgnatt (L'osteria delle pentole). Attraverso "una condotta abile, un dialogo mirabilmente spigliato, una sceneggiatura verista e un pò arrischiata" l'autore conduce il pubblico a "una catastrofe finale di indescrivibile comicità" (Sarti) In questo "scherzo comico in due atti" Brighenti recita “in persona” uno dei personaggi più amati del teatro delle marionette, Persuttein, inaugurando il filone del teatro dialettale bolognese. Il titolo sarà censurato - ai censori risulterà troppo simile a una volgarità bolognese - e diventerà L'Ustarì d'la Conca oppure d'la Olla.dettagli
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21 gennaio 1856Le Legazioni "cavallo di battaglia" di CavourDopo aver strappato a Napoleone III il suo appoggio per la partecipazione del Piemonte al congresso tra le potenze dopo la guerra di Crimea, Camillo Benso conte di Cavour (1810-1861), presidente del Consiglio dei ministri del Regno di Sardegna, scrive un memoriale in forma di lettera al ministro degli Esteri francese Walewski, nel quale sottolinea le tristi condizioni delle Legazioni. Da allora esse diventano, secondo la testimonianza di Marco Minghetti, il suo “cavallo di battaglia” diplomatico, l'aspetto principale del movimento politico nazionale italiano. Per lo statista l'occupazione militare austriaca è in contrasto con i trattati stabiliti a Vienna nel 1815 e deve cessare al più presto. I territori delle Romagne vanno assegnati ad un sovrano laico, sotto l'alto dominio del Papa.dettagli
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febbraio 1856Dopo il colera il carnevaleFinito il pericolo di contagio, dopo che il colera ha imperversato nell'estate precedente in tutta la provincia bolognese, ritornano le maschere a carnevale. In questo periodo i teatri sono tutti aperti ed ospitano veglioni di beneficenza, il cui ricavato va alle famiglie delle vittime del terribile morbo. Il corso delle maschere, con carri e carrozze, parte da Porta Santo Stefano e va fino a San Francesco, attraversando il centro della città come un fiume in piena. Di sera tutti si trasferiscono nei veglioni e nelle feste private. Gli assembramenti che si creano a carnevale, e le occasioni di satira irriverente contro il governo, hanno indotto il Legato e gli Austriaci a impedire per lungo tempo l'uso delle maschere.dettagli
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6 febbraio 1856Muore l'attore e commediografo Luigi PlonerLuigi Ploner (1801-1856), attore e direttore della Compagnia dei Concordi, muore di "mal di petto" il 6 febbraio. Scrittore di drammi storici e patriota, ha preso parte alla rivoluzione del 1831.In molti dei suoi lavori dimostra "di aver assai bene compresa la missione verace di un comico autore, d'istruire, cioè, dilettando e di ferir dritto al vizio, alla colpa, agli abusi, che possono di qualunque modo deturpare il bello del vivere sociale".Nel 1854 sono state raccolte in un volume le sue Opere Drammatiche. Le commedie brevi tratteggiano scene realistiche, di vita piccolo borghese, come La polizza dell'opera o Gran serata di beneficio, mentre i drammi sono spesso appesantiti da un eccessivo moralismo.Ploner può essere comunque considerato “il maggior commediografo bolognese della prima metà del secolo” (Calore).dettagli
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28 febbraio 1856"Il nuovo Mosè" di Rossini al Teatro ComunaleIl 28 febbraio debutta al Teatro comunale il Nuovo Mosè, melodramma sacro il quattro atti di Gioachino Rossini. Si tratta del rifacimento francese (1827) del Mosé in Egitto dato a Napoli nel 1818. La grande aspettativa del pubblico rimane in parte delusa. Nonostante l'allestimento sontuoso - con bellissime scene e costumi "sfarzosi" - l'opera non ottiene il trionfo previsto. Molti applausi hanno la prima donna Amalia Corbari nel ruolo di Sinaide e Raffaele Laterza, che interpreta Mosè. Tra i pezzi accolti con favore vi è la celebre aria Mi manca la voce, che viene fatta ripetere. "Severo oltre il bisogno" è invece il giudizio sul baritono Rossi-Corsi, che ha sostituito Pietro Garin, indisposto, nel ruolo del faraone. Lo spettacolo è replicato il 1° marzo e questa volta, con nuovi cantanti, è un "trionfo clamoroso, completo". Vincenzo Massini e Francesco Steller, già sulla scena il giorno dopo il loro arrivo, ricevono moltissimi applausi. E' apprezzato anche il duetto tra tenore e baritono tanto criticato all'esordio. Replicata in vari teatri italiani, la nuova versione del Mosè sarà considerata più completa di quella originaria e finirà per soppiantarla, diventando una delle opere simbolo del periodo risorgimentale.dettagli
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14 marzo 1856Nuova convenzione per la ferrovia da Piacenza a PistoiaIl Governo Austriaco, i ducati di Parma e Modena, il Granducato di Toscana e lo Stato Pontificio firmano con la Società delle Strade Ferrate del Lombardo-Veneto e dell'Italia centrale (LVCI), una convenzione per il completamento della Ferrovia dell'Appennino centrale (o Ferrovia Centrale Italiana), tra Piacenza e Pistoia. I collegamenti previsti per Mantova e il Quadrilatero manifestano l'interesse strategico-militare dell'Austria. La nuova società concessionaria, controllata dalla casa bancaria Rotschild, dal Credito mobiliare viennese, dal conte Pietro Bastogi e dal Duca di Galliera Raffaele De Ferrari, affida i lavori di costruzione all'ingegnere francese Jean-Louis Protche (1818-1886) di Metz, professore di ponti e strade al Politecnico di Parigi. Questi risolverà il problema del valico appenninico nei pressi di Pracchia (PT), progettando lunghe gallerie e adottando soluzioni tecniche all'avanguardia. Nell'agosto 1857 Pio IX porrà la prima pietra del grande ponte ferroviario sul Reno a Borgo Panigale. La linea sarà attivata dopo la caduta del potere papale. Nel 1862 sarà aperto il tronco da Bologna a Vergato, nel 1863 Il re Vittorio Emanuele II inaugurerà la tratta fino a Pracchia, nel 1864 finalmente i treni raggiungeranno Pistoia.dettagli
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15 marzo 1856Concerto del pianista FumagalliIl 15 marzo il celebre pianista Adolfo Fumagalli (1828-1856), “prodigio dell'arte”, reduce da una trionfale tournée in Europa, tiene un grande concerto nel teatro privato della Principessa Maria Hercolani, suscitando entusiasmo.Il 24 marzo lo spettacolo è replicato al Teatro Comunale “accalcato di numeroso e scelto uditorio”. La “splendida fama” di Fumagalli, considerato da Franz Lizst musicista di prim'ordine, è confermata nel terzo concerto, dato il 30 marzo. Il 5 maggio l'artista morirà improvvisamente a Firenze, a soli 25 anni.dettagli
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17 marzo 1856Spettacoli benefici per gli orfani del coleraCirca 120 bambini orfani del colera sono stati accolti nei primi mesi dell'anno nello Spedale del SS. Salvatore, detto degli Abbandonati. La sera del 17 marzo si tiene nella grande sala dell'Accademia di Belle Arti, a cura di alcune “benemerite signore”, un grande concerto a loro favore. Vengono eseguite musiche di Haydn e Pergolesi, con la direzione del maestro Domenico Liverani. L'illuminazione è offerta dalla principessa Letizia Murat. Carolina e Paolina Pepoli cantano con buon gusto le voci del contralto e del soprano. Altre iniziative si susseguiranno nei mesi seguenti con lo stesso scopo: ad esempio i Pompieri Civici, nel loro piccolo teatro al Palazzo del Podestà, daranno spettacolo, rappresentando alcune pose plastiche.dettagli
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8 aprile 1856Memoriale dei liberali bolognesi sulle condizioni delle LegazioniIn vista del Congresso di Parigi, convocato dopo la fine della guerra in Crimea, Cavour chiede in segreto a Marco Minghetti e a Luigi Carlo Farini, convertito alla causa moderata e emigrato in Piemonte, un memoriale sulle misere condizioni delle Legazioni pontificie. Esso viene sottoscritto da vari esponenti liberali bolognesi, quali Luigi Tanari, Annibale Ranuzzi, Rinaldo Simonetti. Vi si denuncia il “deplorevole stato di cose” delle Legazioni, per le quali vengono richieste riforme. La necessità e l'urgenza di esse è stata da tempo riconosciuta dalle potenze europee. Si auspica che i territori pontifici a nord degli Appennini diventino un principato autonomo sotto l'alta dominazione del Papa e che abbia a cessare la lunga occupazione austriaca. Il cosiddetto "memoriale delle doglianze" è presentato l'8 aprile, nella penultima seduta del Congresso, senza troppa fortuna.dettagli
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14 maggio 1856L'opera "Elisir d'amore" e il ballo "Il Trionfo dell'Innocenza" al Teatro del CorsoLa sera del 14 maggio si tiene al Teatro del Corso la prima di Elisir d'amore di Donizetti, con l'intermezzo del grandioso ballo Il Fallo o il Trionfo dell'Innocenza di Giuseppe Rota (1822-1865), “genio e riformatore della coreografia”, messo in scena e diretto dal mimo Giuseppe Bini. E' un ballo “non mitologico, non fantastico, ma storico, che interessa” anche grazie alla bella esibizione dei primi ballerini Luigia Gaia e Francesco Baratti. Il successo di Giuseppe Rota è testimoniato dalla messa in scena dei suoi balli in diversi teatri italiani in contemporanea: a Modena si rappresenta Il Giocatore, forse ancor più valido del Trionfo dell'Innocenza, con la compagnia del Teatro del Corso, mentre a Genova debutta con grandi accoglienze Bianchi e Neri, una riduzione del grande romanzo americano La Capanna dello Zio Tom. L'opera di Donizetti, pur allestita in breve tempo, ha una “grata accoglienza”. L'avvenente primadonna Virginia Pozzi, al debutto a Bologna, è molto applaudita nella parte di Adina per tutto lo spettacolo. Replicherà il suo successo personale poche settimane dopo, cantando nella Sonnambula di Bellini.dettagli
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21 maggio 1856Concessione per la costruzione della ferrovia da Roma a Bologna attraverso AnconaUn decreto pontificio del 21 maggio concede a una società spagnola - promossa da alcuni grandi signori di Spagna e rappresentata da Felice Valdés de Los Rios, marchese di Casalvadés, e da Luigi Maria Manzi - la costruzione delle linee ferroviarie da Roma a Terracina e da Roma ad Ancona e Bologna. La società concessionaria si costuisce legalmente il 5 agosto successivo a Parigi, davanti al nunzio mons. Sacconi. La Roma-Ancona-Bologna, lunga circa 500 chilometri, deve essere realizzata entro dieci anni, in cambio dell'esercizio per 95 anni. I lavori, non supportati da sufficienti studi preliminari, procederanno molto lentamente. Vi saranno notevoli difficoltà tecniche impreviste in vari passaggi dell'Appennino, soprattutto nell'alta valle del fiume Esino. Anche nella parte più facile della linea, quella tra Bologna e Ancona, non si andrà molto avanti. Nell'estate del 1857 Pio IX, durante il suo viaggio in Romagna, vedrà i cantieri semideserti e ne sarà molto dispiaciuto. Al ritorno a Roma darà ordini per l'incremento dei lavori, sia nel tratto da Roma a Terni e Foligno, che in quello che da Ancona, attraverso Pesaro, Forlì e Bologna, avrebbe dovuto innestarsi al confine modenese con la linea internazionale dell'Italia Centrale. Problemi finanziari, discordie tra i tecnici, l' incompetenza degli amministratori renderanno vane le sollecitazioni del Pontefice: al 1859 della grande linea “diretta alla congiunzione dei due mari” e di Bologna con Roma non sarà completato nemmeno un chilometro. La ferrovia sarà aperta, per la parte emiliana, nel 1861, dopo l'annessione al Regno d'Italia: il 1° settembre il tronco Bologna-Forlì, il 5 ottobre quello Forlì-Rimini e il 17 novembre l'ultimo tratto, fino ad Ancona. Rimarrà proprietà privata fino alla nazionalizzazione voluta da Giolitti nel 1905.dettagli
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23 maggio 1856L'ingiustizia del giudizio statarioDal 23 maggio i comandanti austriaci cessano di intervenire come giudici nei processi contro i cittadini dello stato pontificio. Termina l'applicazione del giudizio statario, introdotto dopo l'occupazione militare delle Legazioni. Questa forma di giudizio, estremamente severo, derivava da processi sommari e senza appello, che contemplavano solo la pena di morte o l'assoluzione. Era in vigore dal giugno 1849. Da allora, nella sola Bologna, furono emesse 186 condanne a morte, con un massimo di 42 nel 1851. Il 6 settembre 1850 vennero giustiziate dieci persone condannate per furto o detenzione illecita di armi. Quasi tutti gli imputati erano giovani incensurati di età tra 18 e 25 anni. La "carneficina" turbò probabilmente lo stesso comandante militare, che fece affiggere la sentenza senza firmarla, come era d'uso. Hanno impressionato in particolare le sentenze di processi politici, come quella del 16 marzo 1853, in cui furono fucilati tre patrioti che stavano per costituire a Ferrara una società segreta. La statistica dei condannati a morte non comprende comunque le decine di persone giudicate e condannate segretamente, dopo lunghe detenzioni nelle carceri militari austriache.dettagli
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25 giugno 1856Arrivo in sordina del nuovo Commissario pontificioA fine giugno giunge a Bologna in sordina e “in perfetto incognito” il nuovo pro-legato e commissario pontificio per la legazione delle Romagne mons. Camillo Amici (1802-1877), che sostituisce mons. Grassellini, divenuto cardinale. Si dice che abbia fatto rinchiudere i domestici a Castel San Pietro, perché non trapelasse alcuna notizia del suo arrivo. Il giorno seguente esce da solo dal palazzo apostolico e gira per due ore in città con il cappello borghese in capo. Alcuni lo descrivono come un eccentrico, un “originale di primo rango”. Nello svolgimento del suo incarico a Bologna sarà "men triste degli antecessori". Riuscirà ad ottenere il rispetto e la stima degli avversari politici per la sua indole mite e il suo spirito di conciliazione, oltre che per la sua capacità di affrontare con dignità le autorità austriache (Trebiliani). Il suo commissariato sarà il più longevo. Verrà soppresso nel 1858.dettagli
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luglio 1856Lo studio fotografico di Dioneo TadoliniDioneo Tadolini apre uno studio fotografico in via Mercato di Mezzo 56, nello stesso stabile in cui opera il francese Anriot. E' un "giovine pittor di genere", allievo di Adeodato Malatesta all'Accademia di Modena. Terminati con profitto gli studi artistici, è andato a Parigi, dove ha seguito un corso teorico pratico di fotografia, “meditandola nei suoi quattro sistemi di Daguerre, di Talbot, di Niepce e di Archer”. Si è poi perfezionato presso Auguste Belloc, autore nel 1855 di un importante trattato di teoria e tecnica fotografica. E' diventato così uno dei pionieri delle nuove tecniche in Italia e uno dei primissimi dagherrotipisti ambulanti. Prima di inaugurare la sua "officina di Fotografia", a Bologna, Dioneo ha dato "lezioni di Fotogenia e Chimica fotogenica", lavorando in via San Mamolo con la Società Felsinea. Sarà autore nel 1857 dell'album Vecchia Bologna. Figure di cose scomparse o modificate e, nel 1858, delle più antiche fotografie realizzate a Modena in esterno, commissionate probabilmente dall'ultimo duca di Modena Francesco V.dettagli
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18 luglio 1856La Pia Opera della Santa InfanziaIl 18 luglio papa Pio IX eleva la Pia Opera della Santa Infanzia - fondata nel 1843 dal vescovo di Nancy in aiuto alle missioni in Cina e "in altre contrade idolatre" - al rango di istituzione canonica e la raccomanda ai vescovi. Poco dopo è introdotta anche nella Diocesi di Bologna e la sua diffusione nelle parrocchie, nelle scuole e nelle congregazioni di fanciulli è vivamente sostenuta dal cardinale arcivescovo Michele Viale Prelà. Lo scopo principale dell'Opera è di riscattare il maggior numero possibile di poveri bambini "infedeli", che rischiano di restare "privi per sempre della vista di Dio", raccoglierli dalle vie, battezzarli e allevarli alla religione cattolica. Secondo il regolamento i "figliuoli cristiani" ne fanno parte dalla tenera età ai 21 anni. Le loro famiglie sono tenute a versare un baiocco al mese come contributo associativo.dettagli
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agosto 1856La Banda della Guardia Urbana, poi Banda MunicipaleLa Banda musicale della Guardia Urbana inizia in agosto la sua attività pubblica. La prima esibizione prevede La marcia di Radetzki di Strauss, la sinfonia dell’Opera Fiorina di Pedrotti, un pout-pourri sulla Norma di Bellini, brani dal Mosè e dal Guglielmo Tell di Rossini. Per finire una polka ungherese. Formata di 45 elementi, la formazione musicale, erede dei “pifferi e trobetti di palazzo”, è aggregata alle compagnie urbane della Guardia e dipende dal suo comando militare. Cesare Aria ottiene il grado di Capitano, il maestro Alessandro Antonelli il ruolo di Capo-musica. Ben presto si afferma come “una delle più belle e simpatiche Istituzioni cittadine, della quale il popolo bolognese maggiormente si compiace”, in grado di competere con le bande musicali austriache, che in questo periodo sono di stanza in città. Si esibirà spesso in occasione di feste e solennità pubbliche. I tradizionali concerti del venerdì in piazza Galvani, chiamati “i venerdì dell’Antonelli”, saranno una memorabile occasione di intrattenimento e di incontro per i cittadini bolognesi. Dal 1872 il consiglio comunale confermerà l’esistenza della banda, ponendola sotto l’Ufficio Istruzione assieme al Liceo Musicale. Con il nuovo regolamento assumerà il nome di Banda musicale di Bologna o Banda Municipale.dettagli
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5 agosto 1856La chiesa e l'oratorio di Santa Maria della NeveLa chiesa di Santa Maria della Neve, in fondo a via Senzanome, è riaperta al culto a cura dell'Opera di Assistenza dei Preti Invalidi. Al tempo di Napoleone l'antica immagine della Madonna della Neve fu tradotta alla Certosa nel Chiostrino delle Madonne, mentre nelle cappelle della chiesa di San Girolamo furono appese le catene dei prigionieri riscattati ai Turchi dalla Arciconfraternita del Gonfalone, che qui aveva sede. La chiesa fu ridotta a magazzino "del tutto smantellata, senza altari e senza arredi, al pubblico culto". Conteneva dipinti di Lodovico Aureli, sculture del Franceschini e del Piò, affreschi di Gaetano Gandolfi e Antonio Raimondi, che in parte sono stati recuperati. L'oratorio soprastante, destinato ai facchini delle parrocchie vicine, è stato riaperto il 9 ottobre 1853, dopo l'acquisto fatto grazie alle offerte raccolte tra i sacerdoti della città e della diocesi. La chiesina della Neve sarà nuovamente chiusa alla fine del secolo e le opere d'arte contenute saranno portate alla vicina Casa del Clero in via Barberia n. 24.dettagli
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25 agosto 1856Il teatro di Pieve di CentoIl 25 agosto riapre dopo un accurato restauro il teatro comunale di Pieve di Cento. Si rappresentano Il Trovatore e Viscardello ( o Il Rigoletto), due drammi seri in musica di Giuseppe Verdi. La sala del Palazzo Apostolico, residenza della municipalità, fu “ridotta ad uso di teatro” fin dalla fine del '700 “per fornire unicamente li Dilettanti di Commedie di un mezzo atto ad esercitare li loro talenti”. Nel 1847 la comunità di Pieve pensò di edificare un teatro in un edificio autonomo, ma il progetto dell'ing. Antonio Giordani (1813-1897) di Cento risultò troppo oneroso. Si optò allora per una soluzione più semplice: la risistemazione della sala esistente nel municipio con lavori “in via economica” e con il finanziamento degli aspiranti proprietari dei palchetti. Nel 1853 il progetto fu assegnato sempre a Giordani e ottenne l'approvazione del delegato pontificio. Tra le novità della sala ammodernata vi è il sipario dipinto dal modenese Adeodato Malatesta (1806-1891) - qui forse aiutato dal fratello Massimiliano - con la scena centrale di Esopo che parla ai pastori. Dopo l'inaugurazione, le rappresentazioni si susseguiranno regolarmente fino al 1911. In seguito il teatro andrà poco a poco in disuso, fino alla chiusura definitiva nel 1929 in base alla legge di pubblica sicurezza.dettagli
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10 settembre 1856Brucia la Badia delle AcqueUn tremendo incendio si sviluppa il 10 settembre nella grande chiesa delle Acque fuori Porta San Mamolo, usata dal 1849 come magazzino di foraggi per l'esercito austriaco. Era accaduto lo stesso alcuni anni prima. Sul proprietario della chiesa e fornitore dei foraggi cade il sospetto di un'azione dolosa. Pochi giorni avanti, infatti, è bruciato un altro magazzino militare di sua proprietà in via Borgo della Paglia (poi Via Belle Arti). L'incendio divampa per tre giorni e tre notti, con una colonna di fumo che si alza al cielo ed è visibile da molto lontano. La grande chiesa dei Santi Girolamo ed Eustachio, situata subito fuori porta San Mamolo, fu costruita nel '600 da Girolamo Rainaldi. Era conosciuta anche come Badia delle Acque, perchè i monaci Gesuati dell'annesso monastero, oltre che essere periti orologiai, distillavano e vendevano una famosa acqua profumata. Dopo la soppressione dell'ordine nel 1668, la cura della Badia fu affidata ai monaci Olivetani di San Michele in Bosco, fino all'epoca napoleonica, quando fu sconsacrata come molte altre chiese bolognesi. Un nuovo, grande incendio si svilupperà all'interno della chiesa, ancora utilizzata come magazzino di fieno, nel giugno del 1867, facendo crollare il tetto per intero e lasciando in piedi solo le volte. Nonostante l'indubbio pregio, l'edificio della Badia sarà inopinatamente abbattuto all'inizio del '900.dettagli
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2 ottobre 1856"I Vespri siciliani" di Giuseppe Verdi al Teatro comunaleLa stagione autunnale del Teatro comunale inizia con l'opera I Vespri siciliani di Giuseppe Verdi, scritta per il Gran Teatro dell'Opera di Parigi. Il titolo è stato cambiato, per volere della censura, in Giovanna de Guzman. Lo spettacolo dura oltre cinque ore e il pubblico esce “annojato” dal teatro.dettagli
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6 ottobre 1856Corse al galoppo ai Prati di CapraraNei giorni 6 e 8 ottobre ai Prati di Caprara, una vasta area umida e semideserta fuori porta San Felice, si svolgono per la prima volta delle corse di “cavalli a fantini”, cioè al galoppo. Lungo la via interna ed esterna di San Felice vi è un grande concorso di carrozze e di persone a piedi, favorito dalla bella stagione. L'inedito "divertimento" è destinato a sostituire la tradizionale Corsa del Palio (Pallio), che si teneva il 4 ottobre per la festa di San Petronio.dettagli
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24 ottobre 1856L'Industriale Esposizione BologneseDal 24 al 28 ottobre si svolge, nella sede dell'Università, l'Esposizione dei prodotti Agricola Manifatturiera e Industriale, ordinata da una commissione speciale presieduta da Marco Minghetti. E' divisa in quattro grandi sezioni: industria agricola, industria manifatturiera, industria delle macchine e strumenti e industria “sussidiaria alle arti e alle scienze”. Nonostante sia una città “non marittima non manifatturiera” e situata in una regione “totalmente agricola”, a detta degli osservatori Bologna può gareggiare nell'industria con le grandi città europee. Nella sezione manifatturiera sono presenti alcune note fabbriche tessili, come la fabbrica di panni Pasquini, lo stabilimento Manservisi, le seterie di Ulisse Melloni e Giulio Sabbatini. Assieme ad altre fabbriche di stoffe e tappeti, espone i propri prodotti la grande Filanda della Canonica di Casalecchio, che lavora canape e “stoppe”. Nella sezione macchine e strumenti spiccano una grande macchina, “composta dagli enormi pezzi di un ciclindro massiccio”, prodotta nell'Officina meccanica e Fonderia di Castel Maggiore e un tornio parallelo di ferro fuso in funzione alla Canonica. La mostra della ditta Alessandro Calzoni comprende un grande “ornato” di ferro per la villa del conte Malvasia, parapetti per ringhiere, rampanti da scala, una cucina economica e altri lavori. Si vedono, inoltre, “molte e ingegnose macchine” di vari produttori, come un “rastrello piantatore da frumento”, un “trebbiatore sollecito”, una macchina “per pelare i pomi”, uno strumento per “grammolare e scotolare” la canapa del dottor Sebastiano Zavaglia. Nell'ultima sezione si notano “belle svariatissime e ingegnose opere”: dai frutti in cera della Società Agraria a diversi saggi di Fotografia, dalle dentiere agli arti artificiali, fino ai lavori di intarsio di Innocenzo Bolognesi, artista senza braccia. Chiudono l'esposizione due grandi collezioni scientifiche: una della Società Mineralogica con saggi delle miniere di Bisano e Sassonero e un'altra del prof. Sant'Agata con minerali della provincia di Bologna. Alla rassegna sono presenti alcuni modelli che andranno a far parte della collezione scientifica dell'Istituzione Aldini Valeriani: un modello di pila da riso realizzato da Luigi Poluzzi e alcuni planetari costruiti dal medico e meccanico autodidatta Sebastiano Zavaglia (1824-1876), insegnante delle Scuole Tecniche.dettagli
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24 ottobre 1856I cappelli di paglia di BaricellaNella tenuta della contessa La Rochejaquelein, la signora Sidonie Bergasse, sua rappresentante per la conduzione di quelle terre, fa venire dalla Toscana una maestra per insegnare alle ragazze povere della scuola di beneficenza di Baricella l'arte di confezionare cappelli di paglia. Fino a cinquanta allieve vengono addestrate a fare la treccia e avviate alla coltivazione e all' "imbianchitura" della paglia. All'Esposizione Industriale tenuta a Bologna nel 1856 i cappelli di Baricella ottengono una medaglia di prima classe per "la finezza ed eguaglianza delle paglie" e per il "perfetto intrecciamento e cucitura dei cappelli". I "cappelli in fina treccia di paglia, ad uso di Firenze" saranno esposti anche alla mostra allestita in occasione della visita di papa Pio IX a Bologna nel 1857.dettagli
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30 ottobre 1856Il cardinale Viale Prelà è il nuovo ArcivescovoDopo la scomparsa di Carlo Oppizzoni, per cinquant'anni sulla cattedra cittadina, mons. Michele Viale Prelà (1799-1860) è nominato Arcivescovo di Bologna. Di nazionalità francese - è nato a Bastia in Corsica - già Nunzio apostolico in Baviera e in Austria, è molto apprezzato a Roma per come ha contribuito alla stipula del concordato tra l'Impero asburgico e la Santa Sede (18 agosto 1855). Da poco creato cardinale, il 30 ottobre prende possesso della sua nuova diocesi e nel giorno di Ognissanti fa il suo ingresso solenne nella cattedrale. Mentre in tutta la città suonano le campane a distesa e si odono salve di artiglieria, il nuovo Arcivescovo raggiunge il baldacchino di San Pietro, con al seguito sacerdoti, autorità e corpo accademico. Alla messa, celebrata “con grande musica”, si accompagna - secondo il cronista Bottrigari - una lunga e noiosa omelia. Alla fine della cerimonia, Viale Prelà si reca a piedi alla sua residenza. Affacciatosi alla finestra dell'Arcivescovado riceve un timido applauso di circostanza. L'opinione pubblica di parte liberale lo accoglie come “troppo zelante prete”. E' considerato più conservatore dell'Oppizzoni, giudizio che sarà di lì a poco confermato per il suo appoggio a ecclesiastici di orientamento retrogrado. La sua intenzione è di organizzare un partito pontificio da contrapporre a quello liberale e fondare un giornale battagliero - sarà “L'Osservatore Bolognese” - espressione di un pensiero cattolico intransigente. Dello scarso apprezzamento dei bolognesi sarà testimonianza l'epigramma affisso un giorno sul portale della Metropolitana: "Predica la sera, e predica mattina. Ma cala il pane e cresce la farina". Anche il burattinaio Filippo Cuccoli indirizzerà contro "al Viel al Prelà" (in dialetto: Il Viale Per di Là) le battute satiriche dei suoi burattini. Pur in un crescendo di contrasti con la società civile, il cardinale deciderà di portare avanti la sua “Divina Missione” e reggerà la cattedra arcivescovile fino alla morte, il 15 maggio 1860.dettagli
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novembre 1856Gli Austriaci "si restringono" a Bologna e AnconaContinua la presenza austriaca nelle Legazioni. Nel novembre del 1856 gli Imperiali “si restringono” a Bologna e ad Ancona. In questo periodo il Comando austriaco manda a morte 157 persone. A Bologna gli Austriaci, al servizio del Legato pontificio, sono acquartierati in varie caserme ricavate da conventi soppressi in epoca napoleonica. La più importante è situata tra Porta San Mamolo e Porta Castiglione, nell’ex convento dell’Annunziata, eretto nel 1475 dai Frati Minori Osservanti di San Paolo in Monte. E’ dotata di ampie stalle per la cavalleria e di un arsenale di artiglieria. L’occupazione di Ancona, in vigore dal 1849, è considerata “uno dei periodi più duri e amari della sua millenaria storia”.dettagli