Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.
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gennaio 1854Concentramento delle truppe imperialiAi 6.000 soldati imperiali presenti a Bologna se ne aggiungono 5.000 provenienti da altre città, dove il governo pontificio insedia proprie truppe. L'accordo con l'Austria prevede, infatti, che la Corte romana riprenda a poco a poco il controllo militare del proprio territorio. A governare Bologna rimane un semplice Monsignore come Pro-legato, mentre a Forlì risiede un cardinale con il ruolo di Commissario Straordinario delle Legazioni.dettagli
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1854Si scioglie la Società del CasinoDopo che un provvedimento governativo ha stabilito che le accademie letterarie, musicali e teatrali devono tenersi alla presenza di ufficiali austriaci, la Società del Casino, con sede dal 1823 a Palazzo Bolognini-Amorini in via Santo Stefano, sospende la propria attività e nel 1854 decreta il proprio scioglimento. Nata nel 1766 come circolo aristocratico, in epoca napoleonica ha aperto le porte al ceto borghese emergente, arrivando ad accogliere fino a 400 soci. Dopo aver inglobato la Società delle Signore, alla quale aderivano alcune delle dame bolognesi più in vista, quali Cornelia Rossi Martinetti e Teresa Carniani Malvezzi, i soci del Casino hanno dato vita a un'Accademia di Poesia, più tardi divenuta “Accademia Felsinea”, alla quale hanno aderito personaggi del calibro di Vincenzo Monti, Pietro Giordani, Dionigi Strocchi, Massimiliano Angelelli, Carlo Pepoli. Nella prima metà del secolo la Società del Casino ha svolto una parte importante nella vita culturale e politica della città, accogliendo i membri della classe dirigente. Tra gli intrattenimenti offerti c'erano, oltre alle accademie di poesia, la lettura dei più importanti giornali e periodici italiani e stranieri, il gioco del lotto, le carte, il biliardo, i concerti e le feste da ballo. La domenica dopo mezzogiorno si teneva un concerto di pianoforte con brani d'opera in voga e si esibivano cantanti e strumentisti di fama. La direzione musicale del Casino è stata per molti anni appannaggio di Francesco Giovanni Sampieri (1790-1863), musicista e mecenate, amico di Rossini. Dopo il 1848 la politica è entrata con forza nel circolo e le feste hanno assunto un carattere patriottico, che non poteva rimanere esente dal controllo poliziesco.dettagli
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1854Ha successo la commedia "Morte del Conte di Montecristo"Due giovani autori bolognesi, Giuseppe Costetti e Luigi Gualtieri, tentano il grande colpo: scrivere un testo che richiami a teatro tutti gli appassionati della città. Nel 1854 scrivono - e fanno rappresentare dalla compagnia di Cesare Asti - il dramma Morte del Conte di Montecristo, in un momento di grande favore per i romanzi di Dumas e di Sue. Il successo arride effettivamente alla commedia, ma non certo per la sua qualità: viene apprezzata forse perché è opera di bolognesi, oppure per la bravura dell'anziano capocomico Asti, specialista delle scene di follia e delle morti violente. Sta di fatto che poco dopo, a Firenze, gli studenti la stroncano clamorosamente, costringendo la compagnia allo scioglimento. Il lavoro viene bollato come "aborto scenico d'ispirazione francese", che "fa disonore al nostro teatro". I due amici riproveranno l'anno successivo di nuovo a Bologna, con il dramma Nerone, rappresentato con buon successo, pur con qualche problema di censura e nonostante l'infuriare in città del colera, che mieterà centinaia di vittime, compreso il capocomico Astolfi. Giuseppe Costetti (1834-1928) ha cominciato la carriera con commedie d'imitazione francese, per proseguire con fortunate produzioni, come Lilia, Silvio Pellico, Il duello, La forza della coscienza. Nel 1881 darà alla luce Libertas, commedia storica ispirata ai lavori di Paolo Ferrari, che vincerà il Premio Città di Torino e sarà interpretata con successo da Ernerso Rossi. Sarà direttore generale delle Belle Arti e autore di apprezzati ricordi teatrali. Il lavoro lo porterà in giro per l'Italia, ma continuerà a scrivere drammi e a partecipare con successo a "vari regi concorsi". Scriverà una autobiografia teatrale dal titolo Confessioni di un attore drammatico, pubblicata nel 1883 con prefazione di Carducci. Luigi Gualtieri (1825-1901), originario di Saludecio, ha dovuto abbandonare gli studi universitari a Bologna e si è dato alla scrittura. Anch'egli scrive romanzi e drammi di argomento storico o di attualità, ispirati ai francesi, quali Misteri d'Italia (1849) e Bologna sotterranea (1853). Su invito del marchese Pepoli sarà redattore del giornale teatrale "L'incoraggiamento", uscito tra il 1855 e il 1856. Nell'ultima parte della sua vita sarà professore di letteratura italiana a Sanremo.dettagli
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1854La commedia "I Facchein ed Bulogna"Il giovane studente Giuseppe Muzzioli mette in scena al Teatro Contavalli la commedia in dialetto bolognese I Facchein ed Bulogna. Mentre si recita un tradizionale “drammone”, nel teatro si leva un finto battibecco tra attori e pubblico. Si chiede di proseguire lo spettacolo con una storia di facchini e allora gli attori propongono la triste vicenda di Baffiett, facchino dal cuore d'oro. E' un "successo strepitoso": verrà replicato per ben 24 sere e la storia sarà proseguita da Luigi Brighenti con Il ritorno di Giovanni detto Baffiett. Gli “ultimi” di Bologna diventano protagonisti di un teatro - per la prima volta - veramente popolare. Antonio Fiacchi, grande autore dialettale, giudicherà la commedia "un lavurir fatt pulid dimondi", un lavoro davvero ben fatto. Negli anni precedenti alla guerra mondiale Raffaele Fabbri, detto Stufifi, la reciterà a Porta Castiglione, come serata d'onore delle “balle” dei facchini di Mirasole. Le prime file saranno tenute sgombre per i facchini, "in ghingheri e totalmente sgurati" (ben vestiti e ripuliti), e sul palco suonerà la Banda della Società Operaia.dettagli
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1854L'Istituto Sorbi per povere fanciulleLa benemerita signora Angiola Sorbi fonda in forma privata un istituto per la protezione delle giovani, con il nome di Ritiro del Carmine. Ha come scopo "il raccogliere e l'educare povere fanciulle abbandonate, o per mancanza di genitori, o perchè esposte a gravi pericoli presso i genitori stessi". Vengono accolte in età puerile, entro i dodici anni, e custodite nel ritiro fino ai vent'anni. Qui ricevono "civile e morale educazione" e vengono addestrate a lavori femminili, che potranno garantire loro la sussistenza una volta uscite. L'istituto si manterrà con le offerte dei benefattori. Alcune ospiti saranno collocate dal Municipio e dalla Provincia di Bologna, altre dalla Conferenza di San Vincenzo di Paola. Un contributo verrà anche dalla vendita dei lavori delle fanciulle. Più avanti sarà unito al Conservatorio della B.V. della Croce di don Sebastiano Capelli e prenderà il nome di Ritiro della B.V. della Croce e Carmine.dettagli
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5 gennaio 1854La fabbrica di tessuti ManservisiIn via Capo di Lucca, lungo un tratto ripido del canale di Reno nei pressi della Montagnola, sorgono i “vasti fabbricati” della laneria di Filippo Manservisi (1806-1886), fondata il 5 gennaio 1854 con un capitale di 100.000 scudi. In pochi anni diventerà una delle maggiori manifatture tessili dello Stato Pontificio, giungendo ad impiegare fino a 800 operai, di cui almeno 400 donne. Nel 1857 riceverà la visita di Pio IX. Nello stabilimento sono in funzione macchinari “sorprendenti”: oltre 2.000 fusi, motori idraulici e a vapore "coi più recenti perfezionamenti", due ruote a pale inclinate. Vi lavorano anche tecnici belgi. Nativo di Malalbergo, Manservisi è un imprenditore che si è fatto da sé, adoperandosi con tenacia a trovare denaro e soci per la sua attività. Nel 1859 sarà eletto in consiglio comunale e sarà tra i promotori della Società Operaia. La sua fabbrica, però, dovrà chiudere dopo pochi anni di attività, a seguito di un allagamento durante una piena dell'Aposa.dettagli
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febbraio 1854La strada "Panoramica" per San Michele in BoscoIncaricato dal Legato pontificio mons. Grassellini, l'ing. Enrico Brunetti Rodati (1813-1859), professore di disegno applicato alle arti presso l'Istituto Aldini Valeriani, elabora, in collaborazione con il Ministero dei Lavori pubblici, il progetto di una strada “panoramica”, che dalla Palazzina fuori Porta San Mamolo, giunge alla Villa Legatizia di San Michele in Bosco. Per studiarne la fattibilità il Legato nomina poi una commissione, presieduta dal Senatore Guidotti. La strada deve rendere più comodo l'accesso alla sua residenza estiva. In previsione di una prossima visita a Bologna di Pio IX, sono anche avviati l'allargamento della via dei Cappuccini da Porta Castiglione - volgarmente conosciuto come lo "stradello dei morosi" - e il restauro delle porte di accesso a San Michele in Bosco, Porta Castiglione e Porta San Mamolo. Quest'ultima sarà poi abbattuta nel 1902, assieme alle mura cittadine. La costruzione della strada panoramica, chiamata in un primo tempo la "Ratta di San Michele", è criticata da molti come spesa pubblica non necessaria, ad esclusivo comodo dell'autorità ecclesiastica.dettagli
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25 febbraio 1854Lavori di pubblica utilitàLa “Gazzetta di Bologna” annuncia che in città e in provincia sono in corso numerosi lavori stradali e “di abbellimento”. Sono stati avviati anche per alleviare la condizione dei disoccupati in un‘epoca di grande penuria. Il Municipio ha disposto lavori pubblici anche l’anno precedente per dare un impiego a circa 400 braccianti “in spaventose condizioni di miseria“.dettagli
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maggio 1854L'Unione ausiliaria dei Muratori e Artieri unitiNel maggio del 1854 viene istituita l'Unione ausiliaria dei Muratori e Artieri uniti. E' finalizzata a fornire soccorso "ai soci gravati da malattia, dagli anni e da straordinarie sventure". Il contributo per gli aggregati è di 50 centesimi al mese e il sussidio di malattia di una lira al giorno, ridotto in caso di infermità non gravi. I lavoratori possono iscriversi fino ai 35 anni, prolungati fino ai 45 con il pagamento di rate supplementari. Sono accettati anche coloro che dimorano negli appodiati, con un contributo mensile maggiorato. L'Unione dei Muratori è destinata a svilupparsi rapidamente. Alla fine del 1870 conterà più di 500 soci. Sarà guidata fin dall'inizio dal conte Angelo Tattini (1823-1878) e si distinguerà tra gli altri sodalizi simili per l'esattezza della contabilità e la compilazione di dettagliate tavole statistiche. Non si discosterà mai dal mutuo soccorso e non si occuperà "del miglioramento morale e intellettuale dei propri soci, attendendo solo alla parte materiale, e limitandola anzi ai sussidi per malattia" (Ravà).dettagli
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23 maggio 1854Lotteria per gli Asili infantiliIn una sala di Palazzo Loup (ex Ghisilieri) sono esposti i premi della Lotteria a favore degli Asili infantili. Essi assommano al valore di circa 2.000 scudi e sono stati offerti da persone benemerite della città. I 9.000 biglietti della Lotteria costano 20 baiocchi l'uno. Il 23 maggio i bambini degli Asili, accompagnati dalle signore patronesse, vanno in processione a visitare la Madonna di San Luca nella cattedrale di San Pietro. Ognuno di essi porta alla Vergine un mazzolino di fiori.dettagli
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13 giugno 1854L'attività fotografica di Camillo CasanovaIl litografo Camillo Casanova è il primo ad avviare a Bologna una attività fotografica che utilizza il procedimento al collodio, messo a punto dall'inglese Frederick Scott Archer nel 1851. Al contrario della dagherrotipia in unico esemplare, esso consente la produzione di copie in grande numero. In un annuncio pubblicato il 13 giugno sulla "Gazzetta di Bologna" Casanova si dichiara in grado di eseguire fotografie per spille e anelli, vedute, riproduzioni di stampe e di quadri, immagini stereoscopiche. Nel suo negozio, inoltre, vende stereoscopi a "dieci duplici disegni". Nel 1856 la fotografia sarà elencata tra i prodotti dell'Esposizione Agricola manifatturiera e Industriale. Quell'anno sorgeranno a Bologna alcuni nuovi studi fotografici - ad esempio la Società Felsinea in via San Mamolo - e la libreria Marsigli e Rocchi al Pavaglione comincerà ad esporre manuali francesi di chimica fotografica. Dal 1861 Achille Casanova sarà il primo fotografo registrato tra i contribuenti della Camera di Commercio, assieme al francese Anriot.dettagli
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16 giugno 1854Sciame sismico a ImolaIl 16 giugno una scossa di terremoto della durata di otto secondi mette "in somma paura e costernazione" la Romagna e soprattutto Imola, dove si verificano danni nei fabbricati e nelle chiese cittadine. La terra continuera a tremare nei giorni successivi con un "perenne vacillamento ed ondeggiar leggiero". Scosse più forti si avranno il 18 giugno e soprattutto il 4 luglio. In questa ultima occasione il moto ondulatorio sarà avvertito decisamente anche a Bologna. "Per impetrare la liberazione dal terremoto", ancora attivo verso la fine del mese, si svolgono funzioni religiose, penitenze e digiuni. Il 20 luglio viene effettuato un trasporto straordinario a Imola della Madonna del Piratello.dettagli
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luglio 1854Le bevande "gazose"Già diffuse in diversi paesi europei, le bevande “gazose” stanno diventando di moda anche a Bologna. Alcuni dicono che sono bevande anti-ipocondriache, mettono il buonumore, allietano il palato, sono digestive. Le preferite tra tutte sono le acque minerali di Selz e di Sedliz, che a Bologna sono prodotte dalle ditte Collina, Botteri e Bourgé. Tra i primi fabbricanti c'è anche Giuseppe Majani (1823-1898), noto per il suo bel negozio di confetture e dolciumi nel Trebbo dei Carbonesi.dettagli
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8 luglio 1854Il Caffè dei GrigioniUn gruppo di “azionisti”, esponenti della nobiltà e dell'alta borghesia cittadina, promuovono, nei locali occupati dal vecchio Caffè dei Grigioni, la nascita di un “caffè ristoratore”, una delle prime tavole calde a Bologna. Viene nominata una commissione “onde garantire i sottoscrittori che i fondi versati siano convenientemente impiegati allo scopo prefisso”. I Grigioni sono una delle più antiche botteghe del caffè a Bologna, situata nel primo tratto di via dei Vetturini (poi via Ugo Bassi), sotto il Portico dei Pollaroli (o della Gabella), in angolo con vicolo Ghirlanda e con accesso anche da esso. A metà del Settecento il Caffè era gestito da Angiolo Domenichini ed aveva la licenza di organizzare una lotteria con premi in natura in occasione delle feste di fine anno. Nel periodo della Restaurazione è frequentato da ufficiali austriaci e dopo l'Unità sarà tra i primi a locali in città a sperimentare lo spettacolo. Per alcuni anni Giosue Carducci sarà tra i suoi clienti più assidui. Da qui, tra “il cozzo delle stecche da biliardo”, sbrigherà la sua corrispondenza sentimentale: Il caffè dei Grigioni, del resto, dolce amica, accolse a’ suoi bei tempi Foscolo capitano cisalpino, e il Monti, aspettante migliori cose nel 1796, e il Rossini; e, paullo minora canamus, il Costa, l’Orioli etc; e vide l’Orioli, archeologo, fisico, epigrafista, poeta, un po’ di tutto insomma, il 4 febbraio 1831, salito sur un tavolino, non so se questo da cui ti scrivo, proclamare la decadenza del potere temporale dei papi e la rivoluzione.dettagli
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10 luglio 1854I coniugi Poitevin, ovvero il volo come spettacolo da circoI coniugi francesi Poitevin propongono il volo come evento spettacolare. Il 30 maggio il signor Poitevin tenta di decollare dal prato di San Francesco assieme ad un asino, poi lasciato al suolo per la scarsa forza ascensionale del pallone. L'esperimento riesce invece il 10 luglio: il pallone Zodiac, ben gonfiato, si alza dall'Officina del gas, sollevando Poitevin in piedi su un cavallo, con un atterraggio morbido sul greto dell'Idice. Il pilota francese sarà aiutato dalla moglie e dagli aeronauti bolognesi Mingardi e Guizzardi. Il 31 luglio madame Poitevin si leverà fino a grande altezza, staccandosi poi dal pallone e scendendo con un paracadute, mentre il velivolo, condotto dal marito e dal signor Levi, proseguirà il suo viaggio fino a una località fuori Porta San Donato. Si tratta probabilmente della prima discesa con il paracadute documentata a Bologna (anticipata, secondo alcuni, nel 1820 da una prova analoga di Elisa Garnerin). Un ultimo volo dei Poitevin, previsto per l'8 agosto, nell'anniversario dell'insurrezione del 1848, verrà annullato dalle autorità militari austriache, per timore di disordini. Alle imprese bolognesi dei coniugi Poitevin sarà anche dedicato un sonetto: Il francese volatorePien d'ardire e di gran core,Nel piazzale di San FrancescoVerso sera, ergo, pel frescoFece a stento il primo volo,E dovette partir da soloMentre l'asino promesso Di portar non fu concesso Non avendo il suo Pallone Tanta forza d'ascensioneFuori porta San DonatoFè il secondo vol bramatoSopra il dorso d'un cavallo,Come in cime a un piedistalloE compagno di piacereGli fu intrepido pompiere Volò pur la terza voltaColla sposa, che ravvoltaIn un lingo abito nero,Cavalcò meschin destrieroE compì l'aereo viaggioCon mirabile coraggioDiscendendo verso seraFuor la Porta di Galliera.dettagli
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16 luglio 1854L'Istituto del Buon PastoreDon Giuseppe Pini fonda, nell'ex convento delle Convertite, un istituto che ne rinnova la tradizione, ospitando ragazze traviate, ex prostitute, donne moralmente in pericolo. La Congregazione delle Convertite ebbe infatti origine nel 1559, quando, a seguito della predicazione quaresimale di padre Giacomo Formenti, una trentina di prostitute lasciarono il "mestiere" e vestirono l’abito carmelitano. Esse abitarono per un certo periodo il convento di Santa Tecla, che poi divenne ospedale degli Incurabili. Il 12 settembre 1568, accompagnate dal card. Arcivescovo Paleotti, presero possesso della loro sede definitiva in via delle Lame. Il Ritiro del Buon Pastore si dedicherà nel tempo all'assistenza di donne afflitte da gravi problemi personali, insegnando loro a leggere e avviandole a qualche mestiere manuale. Le prime educatrici saranno monache dell'ordine del Buon Pastore, istituite in Francia e in parte emigrate in Italia. Nel 1855 riceverà da papa Pio IX una elargizione di 2.000 scudi e nel 1885 un Regio Decreto riconoscerà la Fondazione come Opera Pia. La chiesa del Buon Pastore, mirabile opera postuma di Domenico Tibaldi (1541-1583), sarà l'unica struttura che rimarrà in piedi dopo i devastanti bombardamenti che colpiranno la zona durante la seconda guerra mondiale. In seguito sarà trasformata in Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno.dettagli
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3 agosto 1854Apparizione del colera e prime misure sanitarieIl 3 agosto la Commissione Provinciale di Sanità informa le Commissioni sanitarie comunali e le autorità civili e militari della comparsa del colera nei porti di Genova e Livorno. E' fatto obbligo di disinfettare le corrispondenze provenienti dal Regno di Sardegna e dal Granducato di Toscana. Le persone provenienti da questi due stati devono provare la loro sosta, per almeno dieci giorni, in luoghi immuni. A Bologna, come misura preventiva, viene requisito il convento dei SS. Lodovico e Alessio in via del Pratello, in funzione di lazzaretto. Si formano inoltre Deputazioni di Sanità in ogni parrocchia e uffici sanitari in ogni quartiere e nei principali comuni del contado. E' vietata l'esportazione dei cereali e la vendita di bevande “spiritose” di scarsa qualità. Per reazione al decreto sulla distruzione delle melonaie, la povera gente fa razzia di frutti dai campi. Si dispone una stretta sorveglianza delle carceri e una pulizia più accurata delle strade, delle latrine e degli scoli, cercando di farvi scorrere “abbondante e limpida acqua”. Il 12 settembre è bloccato a tempo indeterminato il commercio degli stracci, che ha come destinazione soprattutto il Ducato di Modena. Le misure adottate rischiano, però, di essere vanificate dal libero transito concesso alle truppe austriache tra la Toscana e lo Stato Pontificio. Il primo caso di colera a Bologna si avrà il 2 dicembre: il morbo colpirà un facchino di via del Pratello. Il 23 dicembre sarà segnalata la morte di un abitante di via San Carlo. Saranno considerati comunque episodi isolati.dettagli
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7 agosto 1854Riaperta al culto la chiesa della Confraternita di S. PellegrinoDon Camillo Breventani, che nel 1840 ha fondato presso Porta S. Isaia un collegio per povere zitelle grazie alle donazioni di privati cittadini, promuove la riapertura al culto dell'antica chiesa della Confraternita di S. Pellegrino, da molti anni sconsacrata. L'edificio religioso è di forma pressoché quadrata, con al centro l'altare maggiore e ai lati, entro piccole cappelle, due altari secondari. L'altare maggiore è illuminato, attraverso un lucernaio, dall'oratorio superiore. La mensa è impreziosita da marmi e porfidi disposti da Evangelista Laffi (1811-1865), mentre le decorazioni dell'interno sono di Onofrio Zanotti (1787-1861).dettagli
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13 settembre 1854Grande incendio in Palazzo AldrovandiNella notte del 13 settembre scoppia un enorme incendio in un magazzino di legname a tre piani di proprietà della famiglia Aldrovandi. Il fuoco fa crollare tutta la fabbrica, dopo aver liquefatto le chiavi di ferro che legano le volte a crociera e si estende alle case vicine. Per un caso fortuito non ci sono vittime e non è danneggiata la preziosa galleria di Palazzo Aldrovandi.dettagli
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ottobre 1854Febbri tifoideeFebbri tifoidee a carattere epidemico seminano morti a Bologna e provincia. In questo territorio esse si presentano quasi ogni anno - in estate e in autunno - "mietendo vittime tanto più degne di compassione perchè nel vigore dell'età e delle forze".dettagli
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19 ottobre 1854Prima Esposizione della Società Protettrice di Belle ArtiDal 19 ottobre al 12 novembre, nelle sale dell'Accademia, si svolge la prima Esposizione della Società Protettrice di Belle Arti, che raccoglie “gli artisti frequentatori della città e gli amatori del Bello”. La Società è aperta, oltre che agli aristocratici e agli uomini di cultura, anche ad esponenti dell'alta borghesia cittadina. La sua nascita è stata confermata il 30 marzo 1853 dal Ministero dei Lavori pubblici. Secondo il suo lo statuto, in occasione della mostra annuale prevista, artisti nazionali e locali possono esporre le proprie opere e il pubblico può acquistarle. Un espediente messo in campo fin dalla prima edizione - mutuato dalla Società degli Amatori e Cultori di Belle Arti di Roma - è la possibilità per i soci di vincere le opere degli artisti mediante estrazione a sorte. Nella prima settimana d'apertura l'ingresso è riservato ai soci e il 5 novembre avverrà il primo sorteggio. Nel discorso della premiazione, tenuto da Marco Minghetti, sarà messo in evidenza il binomio arte-industria.dettagli
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5 novembre 1854Teatro Meccanico al PavaglioneNella Piazza del Pavaglione è installato un elegante Teatro Meccanico, illuminato da più di cento fiammelle a gaz. All'inaugurazione, la sera del 5 novembre, accorre una gran folla. Le tante figure, che compongono lo scenario storico, sono mosse dal vapore. La parte finale dello spettacolo è la più sorprendente e coinvolgente: si tratta di una parata di “figure fantasmagoriche”, ricche di effetti di luce e colori.dettagli
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8 dicembre 1854Il dogma dell'Immacolata ConcezioneSalve dell'artiglieria austriaca annunziano alla città l'8 dicembre l'avvenuta proclamazione a Roma, da parte di Papa Pio IX, del Dogma della religione cattolica sull' Immacolato Concepimento della Vergine Maria. L'avvenimento sarà festeggiato a Bologna in pompa magna il 17 dicembre, con una funzione nella basilica di San Petronio alla presenza delle autorità e con evoluzioni militari da parte dell'esercito imperiale in Piazza Maggiore, mentre i cannoni tuonano dalle colline. Analoghe feste celebrative si tengono in San Francesco e all'Annunziata. Nel frattempo si sparge in città la notizia di un sospetto caso di colera. Per commemorare il dogma dell'Immacolata Concezione, ogni anno l'Arcivescovo assisterà alla deposizione di una corona di fiori presso la colonna che si trova posta nella Seliciata di S. Francesco (poi piazza Malpighi). Essa è sormontata da una statua della Vergine in rame, opera del 1638 di Giovanni Tedeschi su disegno di Guido Reni..dettagli
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19 dicembre 1854La fabbrica di passamanerie SabatiniIl 19 dicembre presso la Camera di Commercio viene registrata la ditta di Giulio Sabatini, “negoziante e fabbricatore in ogni genere di Passamaneria”, specializzata nella produzione di decorazioni da tappezziere, come una precedente attività del padre Alessandro (ditta Sabatini e Bernaroli, 1829). L’apparato produttivo dà lavoro a oltre 250 persone e comprende un grande filatoio con 2.600 fusi in via Riva di Reno e un opificio in via Fontanina, con motore idraulico azionato da una ruota a cassette, “per la fabbrica di cordoni e passamani di diverse foggie”. Nel filatoio sono in funzione molte macchine per cordoni e passamani, le prime importate dalla Francia, in seguito costruite in loco dallo stesso imprenditore. All’interno vi sono inoltre telai “da lavoranti a mano”, mentre “sparsi pel paese” lavorano molti telai a domicilio. Come materie prime vengono utilizzati “il cotone e la lana dall'Inghilterra, la seta nostrana, il filato d'oro e d'argento dalla Francia e dalla Prussia”. Divenuta Reale Fabbrica, nel 1869 la ditta Sabatini riceverà per i suoi passamani una medaglia d'argento all'Esposizione agraria ed industriale della provincia di Bologna.dettagli