Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.
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1853Bologna è povera e immobileSecondo la statistica della popolazione per l'anno 1853, Bologna è la città dello Stato Pontificio con il maggior numero di “poveri questuanti e ricoverati”. Gli abitanti sono 74.421, con un aumento di sole 10.000 unità rispetto a quelli del 1801. La città sta vivendo “un lungo periodo di inerte provincialismo e declino economico” (Liguori).dettagli
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1853Un nuovo sipario al Teatro ComunaleDurante i restauri del 1852-53 Carlo Parmeggiani modifica il soffitto del Teatro Comunale con “mensoloni a volute e motivi a lacunari”. I dipinti prospettici del soffitto, affidati a Giuseppe Badiali e Antonio Muzzi, danno al teatro un aspetto romantico. La balconata ha un nuovo cornicione e nelle volte dei palchi vengono appese delle tende. I colori prevalenti sono il rosso e l'oro, tipici dei teatri di questo periodo. Viene inoltre commissionato un nuovo sipario, con la rappresentazione dell'Apoteosi di Felsina, capolavoro di Napoleone Angiolini (1797-1871), che qui dimentica gli sperimentalismi giovanili per ricollegarsi "allo spirito dell'Accademia Clementina e alla lezione dei Gandolfi" (Farioli). Purtroppo andrà distrutto durante un incendio nel 1931.dettagli
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1853Una galleria di papi a San Michele in BoscoIl Commissario mons. Gaspare Grassellini (1796-1875), in previsione di un soggiorno di Pio IX a Bologna, promuove l'abbellimento della Villa Legatizia di San Michele in Bosco con una galleria di ritratti dei papi, commissionati ai migliori artisti dell'epoca. Tra essi Adeodato Malatesta, Napoleone Angiolini, Antonio Malaspina, Alessandro Guardassoni, Antonio Muzzi, Clemente Alberi. I quadri, sistemati nel loggiato dell'ex monastero olivetano, raggiungeranno il ragguardevole numero di 87 (su 253 previsti), in parte regalati da privati cittadini. La galleria dei ritratti papali sarà smantellata pochi anni dopo. Nel 1859, con la fine del governo pontificio, le opere saranno rimosse e collocati in un magazzino. Alcune di esse finiranno nella sagrestia della chiesa di San Michele in Bosco e nella biblioteca dell'Istituto Rizzoli.dettagli
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1853L'ocarina di BudrioUn giovane artigiano e suonatore dilettante di Budrio, Giuseppe Donati (1836-1925), perfeziona la fabbricazione del flauto popolare di terracotta, dotandolo di più fori e rendendolo adatto a suonare ogni tipo di musica. Nasce così l'ocarina, che avrà subito un grande successo, tanto che Donati sarà indotto a produrne di varie misure. Essa farà fortuna anche all'estero, grazie ai fratelli Mezzetti, che nel 1870 si trasferiranno a Parigi. Nel 1878 il Vicinelli, successore di Donati a Budrio, inventerà gli stampi per la produzione in serie. La tradizione della fabbricazione rischierà di estinguersi nel '900. Sarà salvata da Arrigo Mignani, unico artigiano in grado di produrre un "concerto" completo.dettagli
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1853Il periodico "L'Arpa"Il giornale letterario “L'Arpa”, fondato da Carlo Gardini, si occupa di spettacoli musicali e teatrali in modo nuovo. Vi collaborano “tutti i più distinti letterati bolognesi” e esperti di teatro e musica quali Luigi Ploner, il marchese Giacchino Napoleone Pepoli e il maestro Gustavo Sangiorgi, che dal 1857 ne prenderà la direzione. “E' uno dei giornali più stimati e più letti perchè ha corrispondenti da tutti i principali centri artistici d'Europa e d'America, e perchè contiene articoli di critica assennata” (Bernardini) Si propone di "ricondurre le arti sulla via della filosofia da dove qualche poco avevano declinato" e fin dall’inizio si schiera a favore della musica di Verdi, “lira misteriosa che versa da tutte le corde un torrente di armonia”. Più avanti, però, mostrerà attenzione anche per la "musica dell'avvenire" impersonata da Richard Wagner. Dalle colonne dell' "Arpa", i Bolognesi saranno preparati con largo anticipo alla straordinaria prima del Lohengrin. Il marchese Pepoli non vorrà seguire l'indirizzo sempre più musicale del periodico dato da Sangiorgi e fonderà la rivista “L'incoraggiamento”, a difesa della nuova produzione drammatica italiana.dettagli
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1853L’Accademia Filarmonica ottiene la proprietà di Palazzo CarratiL’Accademia Filarmonica, sorta nel 1666 per iniziativa di Vincenzo Maria Carrati, ottiene nel 1853 la piena proprietà del palazzo che fu del suo fondatore, in via Guerrazzi. Nel 1748 papa Benedetto XIV conferì a questa istituzione musicale gli stessi privilegi dell’accademia romana di Santa Cecilia. Nel corso del XVIII secolo, con padre Giovan Battista Martini (1706-1784), compositore, musicista, erudito e valente insegnante di musica, essa acquisì un prestigio europeo. Lo stesso Mozart, a soli 14 anni, venne a sostenervi l’esame da compositore: il 9 ottobre 1770, nella sala grande di Palazzo Carrati, eseguì una Antifona a quattro voci, che entusiasmò gli accademici. Oltre al grande austriaco, tra i soci del sodalizio vi sono alcuni tra i migliori maestri compositori di musica dell’Ottocento, quali Rossini, Verdi, Listz, Wagner, Ravel. Nel 1804, grazie all’Accademia Filarmonica, fu avviato il Liceo musicale, poi Conservatorio statale. Dopo la creazione della scuola, la Filarmonica ha mantenuto soprattutto il compito di trasmettere la cultura musicale e di valorizzare il proprio imponente archivio. L’Accademia è posta sotto la protezione di Sant’Antonio da Padova: in occasione della festa del patrono i maestri accademici sono soliti eseguire la Messa e il Vespro in musica nella chiesa di San Giovanni in Monte.dettagli
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1853Un anno di carestiaNell'annata agricola 1853 la raccolta del grano nella provincia di Bologna è "scarsissima", di circa 250.000 corbe inferiore alla media degli anni precedenti. Il prezzo di questo cereale balza da 2,80 scudi a 5, 50 la corba. La carestia sofferta tra la fine del 1853 e il primo semestre del 1854 - da alcuni considerata solo "transitoria penuria di sofferenza, non di mortalità per fame" - contribuisce ad aumentare i casi di colera tra la popolazione povera. Per il giornale "Unità Cattolica" di Torino l'intervento di Pio IX renderà meno dura la "penuriosissima" stagione 1853-54. Egli decreterà lavori pubblici e aiuterà personalmente i poveri romani. A Bologna manderà 1.000 scudi tolti "dal suo scrigno privato". Alla "sviscerata carità" del Pontefice sarà dedicata anche una poesia: Quando la fame pallida e voraceDel bel paese sul confin si assise,E le genti sparute, in cor conquise, Al cielo ivan gridando: pace, pace; Qual madre spinta da pietà veraceChe solo all'altrui ben le luci ha fise,Tutti al paterno cor gli afflitti ammiseQuel sommo PIO, che al Ciel cotanto piace. Errabondi fanciulli, disperateSpose , e padri, per duol già resi muti,Tutti fur meta della Sua pietate. Parea del ciel la Carità sublime,Che stende il braccio ai miseri caduti,E forza all'alme trepidanti imprime.dettagli
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22 gennaio 1853Muore Agamennone ZappoliIl 22 gennaio muore a Nervi (GE) lo scrittore e commediografo Agamennone Zappoli (1811-1853). Partecipò ai moti risorgimentali e scrisse con passione della “gloriosa giornata” dell'8 agosto 1848. Attivista mazziniano, subì per molti anni il carcere e l'esilio. Fu tra i fondatori del Circolo Popolare, di cui ricoprì la carica di presidente. l'8 aprile 1851 il Supremo Tribunale della Sacra Consulta lo condannò a venti anni di galera "per divulgazione di stampe atte ad eccitare e a mantenere viva la ribellione negli Stati della Santa Sede". Fu liberato nel 1852, ormai in condizioni di salute disperate.dettagli
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febbraio 1853Con Paolo Ferrari trionfa il dramma storicoLa commedia Goldoni e le sue sedici commedie di Paolo Ferrari (1822-1889) viene rappresentata a Venezia dalla Compagnia Dondini ed ottiene un lusinghiero successo. Sarà giudicata “la più bella commedia scritta in italiano nella prima metà del secolo che corre”. A Bologna verrà inserita nel repertorio della Compagnia Robotti durante il carnevale al Teatro del Corso e avrà un immediato gradimento, tanto che il pubblico ne chiederà una replica a scapito del dramma francese scelto dalla prima attrice Antonietta Robotti per la sua serata d'onore. Un successo non inferiore otterrà un'altra commedia storica di Ferrari, La satira e il Parini, di cui i bolognesi coglieranno soprattutto l'aspetto patriottico, cioè la rievocazione delle glorie d'Italia fatta dal Parini nel quarto atto. Rimarrà a merito dell'autore l'aver introdotto sulle scene bolognesi un nuovo genere teatrale - il dramma storico appunto - finalmente slegato da modelli francesi. Di idee liberali, patriota e cospiratore politico, dopo l'Unità Ferrari sarà consigliere comunale a Milano e professore di storia e letteratura, con fama di uomo generoso e di gran cuore.dettagli
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5 febbraio 1853Saffi, Pigozzi e Franceschi a Bologna per un moto mazzinianoAurelio Saffi, Francesco Pigozzi e Adeodato Franceschi, emissari di Giuseppe Mazzini, giungono a Bologna in incognito la sera del 5 febbraio per far scoppiare in città un moto repubblicano, collegato a quello fissato per il 6 febbraio a Milano. Dopo una breve sosta nella locanda del Pellegrino, fuori porta Santo Stefano, i tre sono nascosti in casa del tipografo Taddeo Marti in via Arienti. Qui in un colloquio con Saffi e Pigozzi, Giovanni Righi de' Lambertini (1800-1870), detto “il duce”, autorevole leader del comitato bolognese, fa loro intendere che la situazione locale permette di assecondare un moto, ma non di iniziarlo e si dichiara poco fiducioso nella riuscita dell'insurrezione milanese. Un altro dei componenti il comitato, Vincenzo Minarelli, si dimostra invece più favorevole e organizza una riunione con ottanta capi centuria in una bottega di via Mascarella. Si decide di iniziare comunque la rivolta, solo che giungano buone notizie da Milano. Ma il 10 febbraio La “Gazzetta di Bologna” annuncia il fallimento del tentativo in quella città e Mazzini invia a Saffi un biglietto di questo tenore: “La vostra bimba sta male, partite!”. Saffi e Pigozzi lasciano subito Bologna con l'aiuto di Gregorio Gregorini e nei giorni successivi si scatena in città la repressione poliziesca contro i membri dei comitati mazziniani. Le carceri della Carità e di Sant'Agnese si riempiono di detenuti politici. Al processo che seguirà davanti al Consiglio di Guerra, Saffi e Pigozzi saranno condannati in contumacia, con l'accusa di alto tradimento, a “vent'anni d'arresto in fortezza coi ferri”. Tra i giudicati e i condannati saranno anche i principali esponenti mazziniani bolognesi, quali Marti, Gregorini, Minarelli, Cavazza, Farnè.dettagli
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15 marzo 1853Il processo di FerraraNell'estate del 1852 circa quaranta persone vengono arrestate "per titolo di cospirazione diretta a rovesciare il governo per via di scritti incendiari diffusi e di comitati rivoluzionari istituiti". Dei dodici accusati processati a Ferrara, dieci sono condannati a morte dopo una lunga istruttoria, perché rei confessi. Le confessioni sono estorte con torture fisiche e morali: fame, ferri, bastonate "sulla panca". I prigionieri sono costretti a firmare verbali in tedesco, con parole mai dette o di cui si è alterato "grandemente" il significato. La sentenza viene eseguita il 15 marzo per Giacomo Succi, Domenico Malagutti e Luigi Parmeggiani. Per gli altri sette la pena è commutata dal governatore Radetsky nei lavori forzati. Fino all'ultimo i condannati hanno chiesto aiuto al governo pontificio, al comandante francese a Roma, al console inglese a Ferrara, ma non hanno avuto alcuna risposta. Fra i documenti del processo sarà trovata una lettera del commissario straordinario pontificio di Bologna mons. Grassellini (1796-1875), con la pretesa di far pagare alle famiglie dei patrioti le spese della fucilazione e della sepoltura. Alcuni degli accusati prosciolti nel processo ferrarese, come Anna Grassetti Zanardi e Gaetano Gollinelli, saranno coinvolti nel processo istruito a Bologna dall'uditorato austriaco.dettagli
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22 aprile 1853I funerali di Gioacchino BarilliNella chiesa di San Giovanni in Monte si celebrano i solenni funerali del dott. Gioacchino Barilli (1788-1853) professore di Patologia e membro del Collegio Medico-Chirurgico dell’Università di Bologna. Nel 1829 sostituì il celebre prof. Giacomo Tommasini, divenuto medico di corte della duchessa di Parma, sulla cattedra di Medicina Teorico-pratica e Clinica medica. Nel 1832, alla morte del prof. Luigi Rodati, passò sulla cattedra di Patologia, lasciando l'altra al prof. Vincenzo Valorani. Fu in gioventù buon dilettante di canto. Per testamento ha lasciato il proprio palazzo di via Guerrazzi all'Accademia Filarmonica, che, con l'acquisizione dell’intero stabile, potrà allargare in modo significativo i propri spazi.dettagli
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23 aprile 1853La Compagnia equestre GuillaumeSi esibisce ancora una volta a Bologna la Compagnia equestre, mimica e ginnastica dei fratelli Luigi, Giovanni e David Guillame. Propone uno spettacolo "divertentissimo, decoroso e brillante" con artisti giovani e simpatici - tra i quali Pietro Miller, il famoso Moro - e “brave e leggiadre donnine“, che montano cavalli arabi e inglesi “ammaestrati all’alta scuola e in libertà“. Vi sono inoltre il giocoliere Giuseppe Bussi, due bravissimi clown, giochi con scimmie e un mandrillo ammaestrati. Vengono presentate diverse pantomime inedite tra le quali quella dei Falsi Monetarii. La Compagnia Guillaume si è già esibita più volte a Bologna. La serie di spettacoli dati all‘Arena del Sole nel 1847 ha ricevuto gli applausi concordi del pubblico e della critica.dettagli
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1 maggio 1853"Grandioso Hippodromo" alla MontagnolaIl 1° maggio, sull'anello maggiore dei giardini della Montagnola, ha luogo un “magnifico e grandioso Hippodromo ad uso di Parigi” a cura della compagnia equestre Ciniselli. Gli spettatori affollano a migliaia entrambe i lati del circuito. Precedute dalla grande entrata di tutta la compagnia a cavallo, si svolgono numerose corse: quella dei piccoli cavalli berberi, quella dei greci, la corsa dei fantini "jockettes" a cavallo, la corsa delle quattro dame e quella di due carri "velocipedi", la gran corsa "au cloche" inglese. Lo spettacolo termina con una grande competizione di bighe. A rendere l'evento più interessante sono i bei vestiti dei fantini e le sfarzose bardature dei cavalli. In chiusura, dopo la premiazione dei vincitori delle gare, al suono di due bande musicali, viene lanciato un pallone aerostatico. Un grande spettacolo di corse dei cavalli ha avuto luogo ai Giardini della Montagnola anche il 23 aprile da parte della compagnia equestre di monsieur Guillaume.dettagli
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15 maggio 1853Terza Festa FlorealeIl 15 e 16 maggio si tiene, nella Villa Legatizia di San Michele in Bosco, la terza Festa Floreale della Provincia di Bologna. Alla scarsa varietà di specie presenti fa da contraltare la buona disposizione dei fiori, “collocati con maggiore eleganza” rispetto alle edizioni precedenti. La sera del 16 mons. Grassellini offre un lauto rinfresco alla nobiltà, rallegrato dalle “musicali armonie” delle bande austriaca e pontificia.dettagli
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18 maggio 1853Giovanni Gozzadini e la scoperta della civiltà villanovianaNella tenuta del conte Giovanni Gozzadini (1810-1887) nei pressi di Villanova di Castenaso vengono alla luce alcuni reperti di un antico sepolcreto, risalente all'VIII-VII secolo a.C. E' la prima testimonianza di quella civiltà, che proprio da questa scoperta prenderà il nome di Villanoviana. Il Gozzadini, appassionato studioso di antichità locali, attribuirà queste sepolture agli etruschi, ma presto si scatenerà una dura polemica tra gli archeologi. Solo dopo molti anni verrà stabilito che la "cultura villanoviana" è in effetti una fase di formazione del popolo etrusco. La scoperta della necropoli di Villanova ha le caratteristiche di "un'avventura privata" (Sindaco), gestita direttamente dai coniugi Gozzadini. Il conte Giovanni è aiutato dalla moglie Maria Teresa Serego Alighieri (1812-1881), discendente del grande poeta, da tempo interessata alle antichità. Essa assiste costantemente i lavori di scavo e si occupa di disegnare e restaurare i materiali rinvenuti. Carducci la ricorda “seduta presso il rosaio, tutta seria, non però senza un sorriso, a ricucire e rammendare crani di chissà quali lucumoni”. Gli scavi riportano alla luce 179 sepolture a incinerazione e 14 a inumazione. In quelle a incinerazione è presente, oltre a un corredo a volte molto prezioso di suppellettili e ornamenti, un ossuario biconico collocato in una semplice buca oppure in una cassetta di lastre di pietra, in un pozzetto rivestito di ciottoli o in un grande vaso di ceramica (dolio). Dopo la morte del Gozzadini i materiali ritrovati saranno ceduti al museo archeologico bolognese.dettagli
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31 maggio 1853Muore Massimiliano AngelelliIl 31 maggio muore all'età di 77 anni Massimiliano Angelelli (1775-1853), uomo di lettere e professore dell'Università. Considerato "delle lettere italiane potentissimo restauratore", fu sostenitore del classicismo e del purismo. Fu inoltre "interpretatore acutissimo della greca sapienza". Si dedicò con passione alla traduzione dal greco di Plutarco, Demostene, Senofonte, Sofocle e di altri classici. Per questa attività - in particolare per il testo di Sofocle - fu apprezzato dai contemporanei. Nel 1832 fu sostituto di Mezzofanti sulla cattedra di lingua greca e ne divenne titolare nel 1838. Le sue lezioni furono seguite tra gli altri da Marco Minghetti e Luigi Frati. Sulla sua tomba alla Certosa verrà posto un monumento con Pallade che stringe a sé il genio della gloria, opera dello scultore toscano Lorenzo Bartolini (1777-1850). Destinata alla sepoltura di Elisa Bonaparte, sorella di Napoleone, la statua è stata scartata dalla famiglia Baciocchi a causa di una imperfezione nel marmo, che deforma il viso della dea.dettagli
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giugno 1853Grande frana nel territorio di CastiglioneStaccatasi dalla cresta dei monti a sinistra della valle del Setta, in uno dei punti più alti della provincia, una grande frana investe la parrocchia di Sparvo, nel comune di Castiglione dei Gatti (poi dei Pepoli). Vengono travolti il campanile, la canonica e quattro cascine, e minacciate da vicino la Borgata della Rocca, che viene evacuata. Decine di famiglie subiscono danni.dettagli
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9 giugno 1853La Società Anonima Officina Meccanica e Fonderia in BolognaA pochi chilometri da Bologna, in località Castel Maggiore, è impiantata, con macchine francesi, una “fonderia di ferro ed una fabbrica di macchine, di strumenti e di utensili” per l'industria e l'agricoltura. E' situata nei pressi del canale Navile e ne utilizza le acque come forza motrice. Tra i fondatori vi sono alcuni notabili bolognesi, tra i quali Carlo Marsili, Camillo Salina, Gaetano Zucchini, Gaetano e Camillo Pizzardi, Filippo Manservisi, Cesare Zanolini, sotto la presidenza di Luigi Pizzardi (1815-1871), futuro sindaco di Bologna. Gli operatori economici e i possidenti agrari del bolognese sono sempre più consapevoli della necessità di meccanizzare le loro aziende per reggere la competizione con le realtà italiane ed europee più avanzate. L'impianto dell'officina di Castel Maggiore nasce dalla constatazione che non sempre le macchine importate dall'estero rispondono ai bisogni locali e inoltre che le macchine devono essere mantenute e devono essere riparate “allorché si guastano”. La fabbrica, inaugurata il 9 giugno 1853 con l'approvazione dello statuto, ospita un certo numero di tecnici e operai stranieri, di montatori in grado di impiantare sistemi complessi e singole parti. L'impresa si propone di provvedere a tutte le emergenze in fatto di macchine del bolognese, ovviando alla necessità di rivolgersi ai fornitori esteri. Nella fonderia sarà realizzato nel 1857 un prototipo funzionante di locomotiva a vapore, che verrà donato a papa Pio IX durante la sua visita a Bologna. Nel 1861 saranno installati due forni della capacità di 8.000 kg. Nel 1869 la fabbrica verrà rilevata da Gaetano Barbieri, che le darà nuovo impulso. La presenza dell’Officina Maccanica farà di Castel Maggiore un polo produttivo d’avanguardia della Provincia di Bologna.dettagli
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luglio 1853La scomparsa di Alessandro AgucchiMuore il conte Alessandro Agucchi Legnani (1774-1853), uomo stimato ed amato negli ambienti liberali. Fu uditore del Consiglio di Stato e membro del Consiglio legislativo del Regno d'Italia. In questo periodo fu affiliato alla loggia "Amici dell'Onore" di Bologna. Alla caduta di Bonaparte andò a Vienna con Cesare Bianchetti per caldeggiare l'unione delle Romagne al Regno Lombardo-Veneto, anziché allo Stato Pontificio. Nel 1815 seguì Gioacchino Murat nel suo tentativo indipendentistico e fu nominato Prefetto di Bologna. Nel 1821 fu tra i sospettati delle cospirazioni carbonare e nel 1831, come membro del Governo Provvisorio delle Province Unite, fu tra i principali compromessi politici. Riparò a Lucca e in Corsica, poi rimase per alcuni anni in esilio in Francia. Durante i moti del 1848 fu comandante della Guardia civica di Bologna.dettagli
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21 luglio 1853Esecuzioni capitali per i disordini seguiti all'8 agosto 1848Nello spiazzo tra Porta Lame e Porta San Felice, da tempo utilizzato per le esecuzioni, vengono decapitati alcuni condannati dalla Sacra Consulta. La sentenza parla di omicidi, “per ispirito di parte”, di un gendarme e di un secondino delle carceri, avvenuti il 2 settembre 1848, all'epoca dell'anarchia popolare seguita alla “gloriosa giornata” dell'8 agosto. Dei quattro condannati solo uno accetta il conforto religioso. Altri cinque complici sono condannati all'ergastolo e uno a dieci anni di galera. Il 27 luglio sono eseguite altre pene capitali contro quattro uomini, “rei di omicidio di parte”. Le uccisioni, avvenute il 1° settembre 1848, riguardano un piantone notturno e un ispettore di polizia. Ad altre persone, per gli stessi omicidi, la pena è commutata nella galera a vita. Prima di salire sul patibolo, alcuni dei condannati gridano: “Viva la libertà, Viva l'Italia”.dettagli
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13 agosto 1853Arresto di Giuseppe PetroniIl bolognese Giuseppe Petroni (1812-1888) è arrestato il 13 agosto a Roma assieme ad altri ventidue cospiratori, tra i quali Napoleone Masina, Luigi Bertocchi, Cesare Guidicini. Corrispondente e rappresentante di Mazzini in Italia, risulta l'organizzatore di una sommossa nella capitale, destinata a suscitare un'insurrezione generale in tutta l'Italia. Condannato a morte, la pena sarà poi commutata in ergastolo. Petroni ha partecipato, ancora studente, ai moti del 1831 e in seguito ha aderito alla Giovine Italia e alla Società degli Apofasimeni o Setta Apotofimena. Arrestato, ma non condannato nel 1834, si è trasferito a Roma, dove è diventato un celebre avvocato, continuando a propagandare le idee repubblicane. Rimarrà in prigione nella capitale anche dopo l'Unità d'Italia, fino al 20 settembre 1870. Negli ultimi anni della sua vita ricoprirà la carica di Gran Maestro della massoneria italiana.dettagli
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settembre 1853Restauri in San MartinoIn settembre è completato, da parte dei pittori Girolamo Dal Pane (1822-1874) e Andrea Pesci (1816-1868), il restauro della Cappella della B.V. Del Carmine nella chiesa di San Martino. Nel 1753 Vittorio Maria Bigari (1692-1776) eseguì sulla cupola ben 70 figure, molte delle quali apparivano oramai rovinate.dettagli
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25 settembre 1853Primo collegamento telegraficoMonsignor Grassellini inaugura, con un dispaccio spedito alle 9 e mezza di sera, il collegamento telegrafico con Modena e le linee “con questa corrispondenti“ per Milano e Vienna. L'ufficio telegrafico è nel palazzo comunale. Il servizio può essere utilizzato anche dai privati, al prezzo di 3 lire austriache per un telegramma di venti parole.dettagli
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1 ottobre 1853"Il Trovatore" di Verdi al teatro del CorsoDebutta il 1° ottobre al Teatro del Corso l'opera di Giuseppe Verdi Il Trovatore, con il soprano Virginia Boccabadati nella parte di Leonora. Il pubblico tributa alla prima donna applausi “clamorosi e continui” dall'inizio alla fine del dramma. E' festeggiata soprattutto nella sua cavatina, nella grand'aria del 4° atto e nel Miserere, cantato con somma bravura. Molto apprezzati sono anche gli altri interpreti, il tenore Neri-Baraldi, il basso Angelini, la Secci-Corsi nella parte della Zingara e il direttore dell'orchestra Cesare Aria (1820-1894). Gli spettatori applaudono con entusiasmo ad ogni pezzo. In mancanza del Teatro Comunale, in corso di restauro, i bolognesi possono comunque godere di uno spettacolo di ottimo livello. Nelle cronache, l'apertura della stagione d'opera si conferma appuntamento mondano dell'anno: "Il teatro era brillante: eletta corona di gentili donzelle dai visi candidi e dagli occhi nerissimi, appariva dai parapetti delle molteplici logge, talché ne succedea una prospettiva di un bello, animato e affascinante. Erano codeste figlie di Felsina messe a lusso elegante e le piccole mani vestite de' guanti più nivei, stringevano le lunettes".dettagli
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ottobre 1853Esposizione all'Accademia di Belle ArtiAll'Accademia di Belle Arti si tiene l'esposizione annuale delle opere dipinte nel corso della stagione corrente. Vengono lodati dipinti di Giulio Ferrari (1818-1899) e Ottavio Campedelli (1792-1862), ma ad attrarre gli sguardi dei visitatori è soprattutto la Ruth di Francesco Hayez (1791-1882), rappresentata “quando povera e derelitta vedova” va a spigolare nel campo di Booz.dettagli
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8 ottobre 1853Decapitati per omicidio politicoPer sentenza della Sacra Consulta, nel “locale solito” tra Porta S. Felce e Porta delle Lame, vengono decapitati Pietro Stanzani, merciaio, detto Pinetto de‘ Tiranti, e Cesare Cavara, lavandaio, detenuti nel carcere dell’Abbadia. Entrambi erano imputati “per spirito di parte“ nei confronti del commesso di polizia Luigi Bianchi, avvenuto il 2 settembre 1848, nel “fatale“ periodo di grave anarchia successo alla giornata gloriosa dell’8 agosto. Altri sei uomini, ritenuti “non abbastanza colpevoli” dello stesso delitto, vengono trattenuti per sei mesi in prigione nell‘attesa che vengano acquisiti ulteriori atti. E‘ disposta infine la cattura di persone ancora in contumacia. Il 20 dicembre saranno decapitati altri due uomini: Guerrino Gamberini, detto Guerriero e Antonio Faenza, condannati per l‘omicidio di Evangelista Dalmastri nel settembre 1848.dettagli
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5 novembre 1853Apertura delle Università dello Stato PontificioIl 5 novembre apre la Pontificia Università di Bologna, dopo cerimonia religiosa e solenne professione di fede. Il giorno precedente è stata la volta di Roma, con discorso inaugurale del prof. Rudel. Il 30 settembre il cardinale arcivescovo di Ferrara Vannicelli ha ordinato l‘apertura dell‘Università di quella città, chiusa ormai da tanti anni, raccomandando i professori “d‘informare le menti dei loro allievi alle più sante dottrine e a non lasciarsi sfuggire veruna occasione d‘inspirar loro colla voce e coll‘esempio sentimenti di religione, di onestà e di fedele sommissione al legittimo Governo”.dettagli
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27 novembre 1853Finisce a Roma l'avventura di Luigi Piana, volatore aereobaticoTermina nei cieli di Roma l'avventurosa vicenda del bolognese Luigi Piana (1791-1853) inventore di una macchina aerostatica molto complicata, fatta da due globi sovrapposti, collegati ad una vela e a un “aerofreno” (congegno per moderare la velocità in ascensione). I suoi primi voli a Bologna nel 1847 (8 e 14 novembre) furono effettuati con successo e si conclusero tra gli applausi degli spettatori convenuti alla Montagnola. Nel 1848 i suoi tentativi furono meno fortunati: il 5 novembre, ad esempio, partì dal Prato di San Francesco e fu costretto ad un atterraggio di fortuna a Riolo di Romagna, con la perdita di due involucri. L'ultimo volo, nella Città Eterna, si svolge il 27 novembre 1853. Partendo dalle terme di Diocleziano, la sua macchina sale a quote elevatissime e l'anziano “volatore aereobatico” rimane assiderato, tornando al suolo ormai in fin di vita. Secondo altre fonti la causa della sua morte si deve allo scoppio del pallone superiore. Il tragico incidente di Piana rattrista e commuove anche papa Pio IX, che all'aviatore aveva dato la sua benedizione.dettagli
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dicembre 1853Lavori di pubblica beneficenzaIl Comune intraprende in dicembre alcuni lavori di pubblica beneficenza. Tra essi vi sono l'allargamento della strada rettilinea, che dalla barriera di Santo Stefano giunge all'altezza della Fossa Cavallina e la costruzione di un “largo stradone” tra il Foro Boario (poi Piazza Trento Trieste) e la via esterna di Santo Stefano.dettagli
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24 dicembre 1853Monsignor Bedini contestato a Cincinnati (USA)Una violenta dimostrazione è promossa a Cincinnati negli Stati Uniti dalla Società degli Uomini Liberi (Freemen) contro monsignor Gaetano Bedini (1806-1864), nunzio pontificio in visita all'arcivescovo di quella città. Circa duemila dimostranti percorrono le strade della città portando una forca e cartelli con lo slogan “No sacerdoti, no re, no papato“. Giunti fin sotto il palazzo apostolico, vengono violentemente dispersi dalla polizia Da tempo i Protestanti e i giornali tedeschi in America eccitano gli animi contro il prelato per la sua condotta repressiva come Commissario straordinario a Bologna nel 1849. Molti gli rimproverano di non aver fatto nulla per salvare la vita di Ugo Bassi e di non essersi opposto all’invadenza austriaca nella politica dello Stato Pontificio. Il giornale “Hochwachter” riporta una definizione del padre barnabita Alessandro Gavazzi - sodale di Ugo Bassi e anch’egli in quei giorni in America - che lo chiama “il macellaio sanguinario di Bologna” (The Bloody Butcher of Bologna).dettagli
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31 dicembre 1853Un inverno "rigidissimo"L'inverno 1853-54 risulta "rigidissimo" rispetto agli anni precedenti, sia per la precocità, che per la durata. Il 31 dicembre 1853 la temperatura registrata è di "nove gradi e otto decimi sotto lo zero al termometro Réaumur". Il freddo intenso proseguirà nei mesi di gennaio e febbraio del 1854, per attenuarsi in marzo. Ancora il 14 febbraio la temperatura sarà per tutta la giornata di 5 gradi sotto zero. Il gelo di questo inverno sarà per alcuni la causa "della distruzione dell'Oidio micidiale alla vite".dettagli