Una "splendidissima oscurità"
Nell'estate del 1851 il cardinale Lodovico Altieri (1805-1867) è in visita a Bologna. Già nunzio in Austria e assistente del Pontefice, nei due anni precedenti ha fatto parte - con i cardinali Luigi Vannicelli Casoni e Gabriele Sermattei della Genga - del triumvirato che ha governato l'Urbe dopo la caduta della Repubblica Romana.
La sua presenza in città è un segno del ritorno alla normalità in uno dei luoghi più riottosi del regno di Pio IX.
Per “onorare e spassare il porporato romano”, ospite della villa legatizia di San Michele in Bosco, il Commissario pontificio Bedini ha richiesto che le ville sui colli siano illuminate “con fuochi del Bengala”.
Il solo luogo a rimanere oscuro è l'eremo di Ronzano: il proprietario, conte Giovanni Gozzadini, ha risposto al reggente “con un asciutto e immutabile no”.
Maria Teresa Serego Alighieri (1812-1881), discendente del sommo poeta e moglie di Giovanni, è talmente ostile al regime papalino e imperiale da aver sostituito il suo nome - che sa troppo “d'Austriaco” - con il vezzeggiativo Nina.
Nelle sue case a Bologna ha nascosto esuli politici e rifugiati dopo i moti del '48, scortandoli poi in Toscana con la sua carrozza.
Il Commissario Bedini si legherà “maledettamente al dito” il rifiuto di Gozzadini e lo rimprovererà pubblicamente sulla “Gazzetta ufficiale” di Bologna.
Il buio di Ronzano, destinato forse all'oblio, diverrà così per lungo tempo “uno dei simboli della rivoluzione bolognese” (Musiani). Sarà infatti celebrato in versi, subito fatti stampare “in foglietti fregiati dé tre colori italiani”, dal poeta Giovanni Marchetti:
Quel no magnanimo
Prezzo non ha:
Oh splendidissima Oscurità!
- Giovanni Marchetti e Luigi Mercantini a Senigallia, documenti inediti illustrati da Giuseppe Castelli, Senigallia, Stab. tip. G. Puccini e Comp., 1890, p. 9
- Elena Musiani, Dal salon all'atelier: spazi delle donne bolognesi dal 1861 al 1911, in: ... E finalmente potremo dirci italiani. Bologna e le estinte Legazioni tra cultura e politica nazionale 1859-1911, a cura di Claudia Collina, Fiorenza Tarozzi, Bologna, Editrice Compositori - Istituto per i Beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna, 2011, pp. 210-211
- Giuseppe Carlo Rossi, I caffè bolognesi centri di cospirazione, in: Il 1859-'60 a Bologna, Bologna, Calderini, 1961, p. 116
- Carlo Tivaroni, Storia critica del Risorgimento italiano. L'Italia degli italiani, vol. 1.: 1849-1859, Torino, Roux Frassati & Co, 1895, p. 164