Un covo mazziniano nei bagni pubblici
Antonio Manelli riceve in affido dalla famiglia Borghi la gestione dei Bagni della Carità, sul canale di Reno.
Nello stabilimento farà trovare “tutto ciò che può essere opportuno a rendere utili e dilettevoli le bagnature”: da un deposito di bottiglie di Acqua di Felsina - venduta a prezzo di negozio - “per correggere il debilitamento dell'acqua”, a un capiente serbatoio che consente di supplire la mancanza di acqua nel canale in estate, stagione in cui i bagni sono più richiesti.
Singolare figura di patriota, Manelli ha partecipato alla difesa di Roma nel 1849 e ha poi subito la repressione condotta dal Legato Bedini. Tornato a Bologna, per campare ha preso la direzione del complesso di via della Grada, senza rinunciare alla sua vocazione cospirativa.
I bagni, anzi, serviranno egregiamente a camuffare riunioni sovversive di repubblicani mazziniani e ospiteranno un rifornito deposito di armi e munizioni. Saranno perciò spesso oggetto di incursioni e perquisizioni da parte della polizia austriaca.
- Anna Maria Capoferro Cencetti, Bologna: via San Felice-via della Grada. Dai Bagni della Carità ai Bagni del Reno, in: “Il carrobbio”, 33 (2003), p. 147
- “Teatri, Arti e Letteratura”, 26 giugno 1854, pp. 153-154