La Società Cattolico-Italiana
Giambattista Casoni, Giuseppe e Giovanni Bastia, Raffaele Rasori, Marcellino Venturoli e Luigi Maccaferri fondano a Bologna la Società Cattolico-Italiana, associazione di laici che ha come motto "Chiesa e Patria".
Tramite conferenze, dibattiti e scritti i soci intendono "illustrare le glorie patrie, celebrare i sommi uomini, che sono le glorie della nazione, difendere la chiesa nelle sue lotte durante le grandi epoche storiche, che sconvolsero l'Europa".
Come le altre associazioni del laicato cattolico, essa sarà temuta dai liberali, considerata una sorta di "massoneria felice" dipendente dal "grande Oriente cattolico, che è il Sovrano di Roma, in abiti da gran sacerdote".
Ma benché incoraggiata e benedetta da Pio IX, la Società Cattolico-Italiana avrà breve durata, per il distacco o la scomparsa di alcuni dei suoi componenti.
- Lorenzo Bedeschi, Le origini della gioventù cattolica. Dalla caduta del governo pontificio al primo congresso cattolico di Venezia su documenti inediti d'archivio, Bologna, L. Cappelli, 1959, p. 11
- L'Ospedalino. Il primo ospedale pediatrico di Bologna, a cura di Stefano Arieti, Bologna, Pendragon, 2007, p. 92
- Antonio Scottà, Papa Benedetto XV. La Chiesa, la grande guerra, la pace (1914-1922), Roma, Edizioni di storia e letteratura, 2009
- Specchietto politico-religioso. Mese di aprile, in: "Il Mediatore", 5 (1868), pp. 637-638