Fucilati cinque "malandrini"
Cinque persone vengono fucilate a Bologna ai Prati di Caprara a seguito di sentenze del tribunale austriaco.
Secondo l'accusa si tratta di accoltellatori e "malandrini", che nell'ultimo periodo della Repubblica hanno assassinato o si sono resi complici di assassini.
Il 1° febbraio 1851 una notificazione del Comando militare in Bologna prometterà la fucilazione immediata per coloro che sono arrestati per rapina e per i loro favoreggiatori.
L‘11 e il 18 febbraio, sempre ai Prati di Caprara, saranno fucilati quindici uomini considerati grassatori.
Benchè le vittime siano sudditi pontifici, i delegati del Papa lasciano fare, rendendosi complici dei militari stranieri.
Tra coloro che vengono imputati della repressione, estesa alle città della Romagna e delle Marche, c'è il commissario straordinario mons. Gaetano Bedini (1806-1864), che non ha voluto (o potuto?) opporsi alla condanna a morte di patrioti come Ugo Bassi.
- Alfredo Comandini, L'Italia nei cento anni del secolo XIX, 1801-1900, giorno per giorno illustrata, continuata da Antonio Monti, Milano, Vallardi, 1900-1942, vol. 3: 1850-1860, pp. 22, 53-54, 74, 81, 87, 90, 95, 108, 110-111
- Raffaele De Cesare, Roma e lo Stato del Papa. Dal ritorno di Pio IX al 20 settembre, Roma, Forzani, 1907, vol. 1., 1850-1860, p. 173