Ordine di cattura per il generale Zucchi
Un decreto del governo romano del 30 gennaio pone in stato di accusa il generale Carlo Zucchi (1777-1863), reo di tradimento verso la Patria e responsabile di attentato contro la pubblica sicurezza.
Con numerosi atti pubblici il militare ha tentato di provocare la diserzione e l'insubordinazione delle milizie e ha istigato alla guerra civile. E' quindi emanato l'ordine per il suo arresto e la sua traduzione a Roma davanti al tribunale competente.
Militare di lunga carriera, già distintosi durante le guerre napoleoniche, Zucchi fu protagonista durante i moti risorgimentali.
Nel 1831 fu prefetto militare nella Modena insorta contro il duca d'Este e a Bologna fu nominato comandante dell'esercito dal Governo Provvisorio. Dopo la resa d'Ancona fu fatto prigioniero e condannato al carcere a vita.
Nel 1848 è stato liberato dalla fortezza di Palmanova ed è andato esule in Svizzera. Oramai su posizioni più moderate ha seguito Pio IX a Gaeta.
Dopo la fine della repubblica si ritirerà a Reggio e a Torino. Ormai molto anziano, Vittorio Emanuele II gli riconoscerà il grado di Tenente Generale.
Nelle sue memorie cercherà di liberarsi della fama di "traditore e rinnegato della causa italiana", affermando di aver voluto porsi come "intermediario tra popolo e pontefice".
- Enrico Bottrigari, Cronaca di Bologna, a cura di Aldo Berselli, Bologna, Zanichelli, 1960-1962, vol. 2., p. 30
- Cospirazioni di Romagna e Bologna nelle memorie di Federico Comandini e di altri patrioti del tempo. 1831-1857, con documenti inediti, per cura di Alfredo Comandini, Bologna, Zanichelli, 1899, p. 25
- Torri e castelli. Bologna e la sua provincia. Storia, dizionario biografico, opere d'arte, notizie d'oggi, 2. ed. ampliata a cura di Luigi Arbizzani e Pietro Mondini, Bologna, Editrice Galileo, 1966, pp. 169-170