Proposto lo stato d'accusa per il generale Zucchi
Nella stessa direzione del disarmo dei popolani, avvenuto nella notte del 13 novembre, quella cioè di far cessare gli “infami maneggi” dei repubblicani contro il Governo, vanno altri provvedimenti del generale Zucchi nei giorni successivi.
Ad esempio l'arresto di padre Gavazzi, avvenuto il 17 novembre, l'espulsione di Nicola Fabrizi, inviato della Repubblica di Venezia, le manovre contro Angelo Masini.
Un distaccamento di Svizzeri e Dragoni pontifici viene mobilitato, con l'ordine di far fuoco, per impedire a Masini e ai suoi cinquanta lancieri di congiungersi a Garibaldi.
Contro queste iniziative insorge il Circolo Popolare da poco costituito. L'avvocato Federico Venturini propone che il Commissario pontificio venga posto in stato d'accusa per comportamento incostituzionale e arbitrario.
Il Circolo lo incarica di redigere un indirizzo da presentare al Parlamento, ma i gravi avvenimenti romani dei giorni seguenti impediranno la realizzazione del proposito.
- Alfredo Comandini, L'Italia nei cento anni del secolo XIX, 1801-1900, giorno per giorno illustrata, continuata da Antonio Monti, Milano, Vallardi, 1900-1942, vol. 2: 1826-1849, p. 1538
- Cospirazioni di Romagna e Bologna nelle memorie di Federico Comandini e di altri patrioti del tempo. 1831-1857, con documenti inediti, per cura di Alfredo Comandini, Bologna, Zanichelli, 1899, p. 25
- Giovanni Natali, I circoli politici bolognesi nel 1848-49, in: "Rassegna storica del Risorgimento", (1938), p. 199