"Arriva Garibaldi!"
Il governo toscano dà a Garibaldi il permesso di passare il confine con i suoi uomini, che il ministro dell'Interno Guerrazzi ha descritto come “un diluvio di cavallette, una piaga d'Egitto”.
Il governo pontificio manda a Firenzuola quattrocento svizzeri e un contingente di dragoni per fermare quei "mantovani" scalcinati, "vestiti di tela e stracci", decisi a liberare l'Italia.
Una manifestazione popolare, guidata dal padre barnabita Gavazzi, convince il Legato a concedere il passaggio al generale, che può raggiungere da solo Bologna il 10 novembre, passando per Monghidoro e Loiano, mentre le sue truppe rimangono accampate a Pianoro. La città riceve con entusiasmo
l'eroe dei Due Mondi e di Montevideo, desideratissimo fra noi, accompagnato dall'aureola de' generosi, che non curando fatiche e pericoli, volle correre alle native contrade per soccorrere, se non con la mente, certo col braccio la causa d'Italia.
Una gran folla va ad accoglierlo fuori porta Santo Stefano e accompagna la sua carrozza fino alla barriera della città.
Il generale prosegue quindi fino al palazzo pubblico assieme al comandante delle truppe pontificie Dufour (o Latour), minacciato dalla folla mentre è al balcone del suo palazzo (“O i nostri fratelli qui, o voi giù da quel balcone”).
Dopo l'incontro con il cardinale Amat, Garibaldi prende alloggio alla "locanda svizzera" (poi Albergo Brun) e dal balcone ringrazia la cittadinanza per l'accoglienza affettuosa.
Nelle sue memorie ricorderà: “Io giungevo a Bologna tra le acclamazioni di quel generoso popolo, ch'ero obbligato a calmare perché deciso a disfarsi da stranieri e retrogadi”.
Il 14 novembre la colonna dei volontari si dirige in Romagna e ad essa si uniscono centinaia di giovani bolognesi. Garibaldi va prima a Ravenna, dove incontra Nino Bixio e Goffredo Mameli, poi muove verso Venezia.
Il generale Zucchi manovra per costringerlo a imbarcarsi, liberando in questo modo dalla sua “ciurma” i territori pontifici.
- Enrico Bottrigari, Cronaca di Bologna, a cura di Aldo Berselli, Bologna, Zanichelli, 1960-1962, v. 1., pp. 480-481, 483
- Alfredo Comandini, L'Italia nei cento anni del secolo XIX, 1801-1900, giorno per giorno illustrata, continuata da Antonio Monti, Milano, Vallardi, 1900-1942, vol. 2: 1826-1849, pp. 1536-1537
- Cospirazioni di Romagna e Bologna nelle memorie di Federico Comandini e di altri patrioti del tempo. 1831-1857, con documenti inediti, per cura di Alfredo Comandini, Bologna, Zanichelli, 1899, p. 109
- Dal Santerno al Panaro. Bologna e i comuni della provincia nella storia, nell'arte e nella tradizione, a cura e coordinamento di Cesare Bianchi, Bologna, Proposta, 1987, vol. 2: La collina e la montagna. Dall'Idice al Samoggia, p. 44
- Umberto Marcelli, Incontri e scontri di Giuseppe Garibaldi a Bologna nel 1848, in: "Strenna storica bolognese", 32 (1982), pp. 251-260
- Umberto Marcelli, Le vicende politiche dalla Restaurazione alle annessioni, in: Storia della Emilia Romagna, a cura di Aldo Berselli, Imola, University Press Bologna, 1980, vol. 3., p. 92
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- Gida Rossi, Bologna nella storia nell'arte e nel costume, Sala Bolognese, Forni, 1980, p. 615-616
- Torri e castelli. Bologna e la sua provincia. Storia, dizionario biografico, opere d'arte, notizie d'oggi, 2. ed. ampliata a cura di Luigi Arbizzani e Pietro Mondini, Bologna, Editrice Galileo, 1966, pp. 122-123
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