Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.
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1842L'opificio della Grada altera gli equilibri delle acque del Canale di RenoIl segretario del Consorzio della Chiusa di Casalecchio riferisce che un imprenditore con “possenti appoggi” intende avviare un'attività molitoria alla Grada, riprendendo un vecchio progetto risalente al XVII secolo. Questi ottiene per 27 anni l'affitto dell'opificio esistente nella zona, fa aumentare il diametro della ruota motrice e installa due macine da grano, senza tener conto delle riserve avanzate in proposito dall'amministrazione del canale di Reno. Grazie a un'altra concessione, l'affittuario realizza un ulteriore canalizzazione (tornacanale) con altre due ruote. La raccolta per le macine finirà per alterare la portata delle acque del canale sia a monte, dove sarà influenzato addirittura il funzionamento del paraporto della Canonica, sia a valle dell'opificio, danneggiando gli utenti del canale delle Moline.dettagli
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1842Gli Isolani acquistano Palazzo BologniniLodovico Isolani acquista Palazzo Bolognini in piazza Santo Stefano, adiacente all'antico Palazzo Isolani, e nel 1844 inizia una ristrutturazione che sarà conclusa nel 1854. A questo periodo risale la serie dei sei busti presenti sopra le bifore delle finestre del piano nobile. I Bolognini erano una famiglia di origine lucchese, che nel XIII secolo introdusse a Bologna l'arte della seta, impiantando il primo filatoio. In seguito, divenuti molto ricchi, furono protagonisti della vita politica e culturale della città. Il palazzo senatorio di fianco alle sette chiese fu costruito nel XV secolo dall'architetto e scultore fiesolano Pagno di Lapo Portigiani (1408-1487) e rappresenta, da un punto di vista stilistico, il tentativo di armonizzare la tradizione tardogotica emiliana con il rinascimento toscano.dettagli
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1842Restaurato il portico del Palazzo del PodestàTra il 1835 e il 1842 viene restaurato il portico del Palazzo del Podestà, fatto costruire nel 1484 da Giovanni II Bentivoglio su disegno di Aristotele Fioravanti (1415-1486). I lavori sono diretti dall'ing. Filippo Miserocchi e costano al Municipio quasi 7.000 scudi. Sono eliminati “tutti i macigni dei pilastroni e delle colonne” e sostituiti “quei mattoni, listelli, sfaccettature che sono rovinati e perduti”. Al posto di quelli bentivoleschi, gravemente danneggiati, sono collocati nuovi capitelli "in stile corinzio spiccatamente vignoleschi" (Vianelli). Nell'occasione vengono sagomate alcune formelle con testine o stemmi, che in seguito saranno erroneamente attribuite al periodo rinascimentale. Dopo numerosi e controversi calcoli, nel 1927 un articolo di Giulio Ricci stabilirà il numero definitivo delle formelle del portico, quasi tutte diverse l'una dall'altra: 7.476.dettagli
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1842Il bibliotecario di Versailles visita BolognaMonsieur Valery (Antoine-Claude Pasquin, 1789-1847), bibliotecario alla reggia di Versailles, bibliografo e viaggiatore, dal 1826 visita più volte l'Italia e pubblica diversi manuali. Nel 1842 esce a Bruxelles il volume dedicato alle città emiliane, dal titolo Bologne, Ferrare, Modène, Parme, Plaisance et leurs environs. Giunto a Bologna Valery rimane coinvolto nella festa di San Domenico: la reliquia con la testa del santo è portata in giro per la città tutta addobbata. E' una festa "senza ordine e senza magnificenza" alla quale partecipano tutti. Egli vi assite "jeté entre un moine et un ruffiano". La prima impressione della città non è molto positiva: l'accento del popolo gli sembra rude e urlante, le case sono grandi, uniformi, tutte imbiancate, senza carattere. Il frastuono delle officine, delle fabbriche e dei filatoi indicano una Bologna "tutta involta nei travagli", più che la "docte Bologne" dell'Università. E' comunque uno dei luoghi in Italia in cui si mangia di più e meglio. Vengono lodati i "saucissons gros et petits (mortadella e cotichini)", le minestre succulente - soprattutto i tortellini, o cappelletti - tra i dolci i zalettini, le frittelle, i castagnacci. I vari luoghi e monumenti sono delineati con cura: l'Università, con la sua grande biblioteca e il giardino botanico, la galleria dell'accademia "admirable monument national", con i capolavori della scuola bolognese, le chiese e i palazzi. Sono citati inoltre la casa di Rossini e la maison di Cornelia Martinetti, "sejour d'une femme supérieure". E ancora i teatri, le scuole, i collegi. Dei dintorni sono descritti l'Annunziata, la chiesa di Mezzaratta, San Michele in Bosco, San Luca e il "Campo-Santo", che, benchè costituito solo nel 1801, è già ricco di tanti mausolei sontuosi e ha "l'aspect et le caractère d'un monument plus ancien".dettagli
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9 gennaio 1842La morte di Anna Maria Dalle DonneLa mattina del 9 gennaio “un repentino malore” colpisce Anna Maria Dalle Donne, che muore dopo una breve agonia. La sua notizia della sua scomparsa coinvolge l'intera Bologna. Discepola di Sebastiano Canterzani (1734–1819) e di Tarsizio Riviera, nel 1800 venne insignita del titolo di Dottoressa e Collegiata, dopo aver sostenuto un impegnativo cimento prima in San Domenico e poi all'Archiginnasio. Fu protetta dal conte Prospero Ranuzzi Cospi, che sostenne i suoi studi e la sua carriera, assegnandole una pensione, confermata - anzi addirittura raddoppiata - alla sua morte, assieme all'eredità del Gabinetto di Fisica, da lui ordinato con notevole dispendio. Nel 1805 fu conosciuta di persona da Napoleone, nel corso della sua visita a Bologna. Ammirato dal suo ingegno, l'Imperatore istituì appositamente per lei la cattedra di Ostetricia "per le Mammane" e le concesse inoltre il privilegio di insegnare presso la propria abitazione. Cosa che Anna fece a lungo e con grande modestia, nonostante una salute malferma. Dalla sua scuola uscirono eccellenti ostetriche e levatrici. Con il ritorno del governo pontificio venne accolta nell'Accademia Benedettina delle Scienze, privilegio raro per una donna. La stima e il rispetto universale nei suoi confronti non vennero mai meno.dettagli
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29 gennaio 1842Nevicata incessanteDal 29 al 31 gennaio nevica incessantemente su Bologna e la coltre bianca raggiunge un metro di altezza. La neve tiene "si fattamente ingombrate le strade da rendere impossibile per vari giorni la circolazione delle diligenze e dei corrieri". A Faenza (RA) per il peso della neve crollano alcuni solai e vengono abbattuti alberi secolari. Nevica forte anche in Toscana. A Empoli “un braccio di neve” impedisce le comunicazioni stradali. “Gli alberi son carichi e si troncano perché non ci è vento che li scuota”.dettagli
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marzo 1842Nuovo gabinetto meccanicoNella Locanda del Leone d'Oro è aperto nelle ore pomeridiane un gabinetto meccanico di tipo nuovo, promosso dal signor Pier Blas Juanni. E' composto da una serie di automi movibili ai quali sono stati aggiunti di recente due straordinari lavori del meccanico modenese Lodovico Gavioli (1807-1875). Tra queste macchine merita una speciale menzione un automa musicale da lui fabbricato nel 1838, che rappresenta il Reale Salmista che suona l'arpa, dotato di "movenze assai difficoltose" e in apparenza molto simile al vero. Il Re "muove la testa, le palpebre, gli occhi, le braccia, le mani, le dita, il petto e le gambe". Gli occhi girano in tutti i sensi e il petto si solleva e si abbassa, simulando il respiro. "David prende la sua arpa in mano, chiude le ginocchia per meglio serrarla e passeggia le sue dita sulle corde, come un istrumentista facente il pizzicato. E qui, cosa difficile a concepire anche per un meccanico, le due mani fanno i movimenti usitati dal virtuoso, e le dita restano sempre increspate; sia che le braccia si pongano raccorciate, sia che si stendano in tutta la loro lunghezza". Originario di Cavezzo (MO), Il Gavioli ha imparato fin da piccolissimo dal padre Giacomo la meccanica di precisione e l'orologeria. A 14 anni si è trasferito a Modena e qui ha realizzato diversi grandi orologi. Il suo capolavoro è il Panarmonico, una macchina musicale grande un'intera parete capace di riprodurre i suoni di un'orchestra intera. Nel 1853 emigrerà in Francia e presto la sua arte si diffonderà in Europa.dettagli
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15 marzo 1842La Scuola "Valeriani" di DisegnoIn un locale dell'Archiginnasio inizia il corso della Scuola "Luigi Valeriani" di disegno tecnico. Nel 1828 il professore imolese ha lasciato le sue sostanze per una “scuola di disegno dedicata alle arti e mestieri meccanici” con premi di medaglie d’oro e d’argento per i più meritevoli. La scuola ha durata annuale e ha lo scopo di educare i giovani artigiani al gusto estetico e al disegno geometrico, con il fine di rappresentare semplici strumenti di lavoro, macchine e prodotti caratterizzati da simmetria ed eleganza. Le domande di iscrizione sono accolte fino al 15 marzo. Sono effettuate esercitazioni pratiche, usando anche strumenti del Gabinetto Aldini. Le lezioni sono di tre ore ciascuna e si svolgono tre volte alla settimana. L'insegnante è l'ingegnere Enrico Brunetti, che rimarrà alla guida del corso fino alla sua morte, nel 1859. Tra il 1861 e il 1877 il suo postò verrà preso dall’arch. Giuseppe Modonesi, già disegnatore per le Scuole Tecniche Bolognesi prima dell’Unità e coadiutore di Brunetti. Dal 1847 la Scuola di disegno sarà trasferita in via dei Poeti n. 512. Dal 1862 al 1870 sarà in via Foscherari e dal 1870 al 1877 occuperà locali delle scuole pubbliche in via Garibaldi.dettagli
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18 marzo 1842Lo "Stabat Mater" di Rossini all'ArchiginnasioNell'Aula dei Legisti dell'Archiginnasio si esegue il 18 marzo lo Stabat Mater di Gioachino Rossini, diretto da Gaetano Donizetti. L'opera ha avuto grande successo a Parigi nel gennaio 1842 e il maestro pesarese ha accettato di eseguire la prima italiana a Bologna, purché il ricavato servisse a fondare "almeno le prime basi" di una cassa di pensione per cantanti e musicisti bolognesi "specialmente bisognosi" (la futura Istituzione Rossini). Per l'occasione è raccolta un'orchestra di 63 elementi, in parte professionisti, in parte giovani studenti o aristocratici dilettanti. Stessa composizione ha il coro, di 87 elementi. Tra i solisti, vagliati da Rossini personalmente, spiccano i nomi del soprano Clara Novello (1818-1908), insuperabile interprete delle opere di Donizetti, e del famoso tenore Nicola Ivanoff (1810-1880). Vi sono anche dilettanti di talento, quali la contessa Clementina degli Antoni e il conte Pompeo Belgioioso. Per non creare disturbo durante le prove, circondate da grande riserbo, è deviato persino il traffico delle carrozze. La sera della prima, alla quale assistono anche il cardinale legato Spinola e l'Arcivescovo Oppizzoni, Rossini si assenta, dopo aver presentato il maestro Donizetti e i cantanti. Interverrà solo alla terza e ultima esecuzione, accolto da “festosissime acclamazioni”. Apparirà allora particolarmente emozionato: abbraccerà e bacerà il direttore e piangerà a dirotto, tra le grida assordanti del pubblico. Dopo questo importante evento musicale, l'aula dell'Archiginnasio sarà conosciuta per sempre come la Sala dello Stabat Mater. Una replica dell'opera si terrà a palazzo Hercolani, sede di un frequentato salotto letterario animato dalla principessa Maria Laura Malvezzi (Donna Marì). Il successo dello Stabat Mater accellererà le trattative di Rossini e del Comune di Bologna per avere Donizetti come direttore del Liceo musicale, avviate fin dal 1841. Al maestro bergamasco verrà offerta anche la direzione di tutte le manifestazioni cittadine e uno stipendio maggiore di quello in precedenza concordato con Mercadante. Il marchese Pizzardi gli offrirà un "delizioso appartamento" nel suo palazzo. Nonostante gli accorati appelli di Rossini - "Non m'abbandonare Donizetti! Attendo come una innamorata la tua decisione" - il tentativo non andrà a buon fine.dettagli
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1 maggio 1842L'Unione di sussidio dei Maestri di ScuolaL'Arcivescovo card. Oppizzoni approva gli statuti dell'Unione ausiliaria fra i maestri e sotto maestri delle Scuole elementari della città e della diocesi, che ha per scopo il soccorso dei soci "infermi, od altrimenti impotenti" o quelli che per circostanze straordinarie e indipendenti dalla loro volontà si trovassero senza studenti. Per essere ammessi bisogna essere maestri patentati o ricoprire la carica in una scuola pubblica o privata ed avere meno di quarant'anni di età. Il sussidio per malattia, fissato a 25 centesimi al giorno, decorre dopo due anni. Dopo quattro anni dall'ammissione potrà salire a 50-75 centesimi. Negli anni seguenti i contribuenti saranno circo 80 e 30 di essi riceveranno un sussidio. La società avrà sempre "vita assai meschina" e dopo l'Unità verrà abbandonata da molti soci.dettagli
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4 maggio 1842Progetti di strade ferrateNella seduta del 4 maggio della Società Agraria l'ing. Pietro Pancaldi legge un documento intitolato Idea di progetto di una supposta strada ferrata nella Provincia di Bologna. La ferrovia, lunga circa 50 chilometri, dovrebbe unire la via Flaminia al fiume Po nei pressi di Pontelagoscuro, congiungendosi a una linea proveniente dal Granducato di Toscana. Secondo il progettista la strada "a guida di ferro" potrà "elettrizzare il traffico dei prodotti dell'agricoltura", la maggiore ricchezza della provincia. Due anni dopo sarà presentato un disegno di ferrovia da Modena - Castelfranco Emilia al porto di Ancona. Per il momento entrambe i progetti rimarranno lettera morta. Solo nel 1852, dopo alterne vicende e vivaci dibattiti, sarà scelto un tracciato ferroviario attraverso le valli del Setta e del Bisenzio, al quale nel 1856 sarà preferito quello lungo la valle del Reno.dettagli
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17 maggio 1842Il primo corno da caccia fabbricato a BolognaGaetano Spada, suonatore di corno da caccia, che già da molti anni si è dedicato alla fabbricazione di strumenti di ottone, costruisce un corno da caccia senza macchina, col registro e tutti i suoi ritorti, presentato al pubblico il 17 maggio. E' il primo fabbricato a Bologna ed è risultato di ottima fattura, ottenendo l'approvazione dei "primi professori" della città. Da ora in poi i suonatori di "Cornette, Trombe, Tromboni, Corni da caccia" possono rifornirsi a Bologna, evitando di acquistare gli strumenti nei paesi stranieri, dai quali arrivano "talvolta imperfetti".dettagli
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giugno 1842Lo spaccio dell'Acqua del LeoneIn via Urbana n. 133, accanto al convento del Corpus Domini, è aperto uno spaccio per l'Acqua del Leone, che viene inviata dalle Terme della Porretta in fiaschi sigillati con apposito timbro. Grazie a frequenti spedizioni l'acqua è sempre disponibile, nonostante la domanda sia in costante crescita. Il prezzo è di 10 baiocchi per fiasco. E' offerto uno sconto del 20% per acquisti superiori ai cinquanta fiaschi. Intanto ai Bagni della Porretta è annunciata, per i mesi estivi, l'apertura di una trattoria nella palazzina Ranuzzi, vicina all'Azienda termale, "con servizio, tanto a tavola rotonda, quanto alle rispettive abitazioni".dettagli
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luglio 1842Verdi e Rossini: un'amicizia duratura in nome di IvanoffNell'estate del 1842 Giuseppe Verdi, reduce dal successo del Nabucco, fa visita a Bologna a Gioachino Rossini. Il compositore pesarese ha in mente di coinvolgerlo in un piano a favore del celebre tenore Nicola Ivanoff (1810-1880), suo protetto. L'incontro è cordiale e fa nascere una duratura amicizia. Verdi accetta di musicare per il tenore russo una nuova scena dell'Ernani, scritta dal librettista Francesco Maria Piave. Ivanoff canterà la nuova aria "Odi il voto o grande Iddio" alla prima di Parma del 1845, ottenendo un enorme successo. Il favore sarà ripetuto nel 1846, quando Verdi riceverà da Rossini la richiesta - che non oserà rifiutare - di una nuova romanza dell'Attila per Ivanoff. Dopo l'esito trionfale della prima a Trieste, il tenore russo continuerà anche negli anni seguenti a cantare la parte di Foresto nella variante voluta da Rossini, suscitando puntualmente le ovazioni del pubblico.dettagli
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8 luglio 1842Eclissi totale di soleL‘8 luglio vi è una eclissi totale di sole. Grazie alle buone condizioni metereologiche può essere osservata nella Spagna centrale, al sud della Francia e in tutta la valle del Po, tranne che nella provincia di Rovigo. Una testimonianza da Perpignan riferisce che alla scomparsa del sole cade ovunque “un silenzio mortale” tra gli uomini, nell‘aria. Anche gli uccelli smettono di cantare. Alle 6 e 24 l’eclisse è al culmine a Bologna, ma probabilmente non è veramente completa: Angelo Boriani, in una lettera da Malacappa, dirà che “i galli non hanno cantato, non si sono vedute stelle e non c'è stato bisogno di lume in casa. Neppure il canarino ha smesso di cantare e saltellare nella gabbia”.dettagli
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27 luglio 1842La scomparsa di Giacomo Savini LoianiMuore il pittore paesista Giacomo Savini Loiani (1768-1842). Fu allievo di Vincenzo Martinelli del quale frequentò la bottega. Spesso è citato come dottor Salvini. Molto religioso, vestì il saio cappuccino o fu forse terziario. La sua produzione fu molto feconda: ritrasse paesaggi, architetture e scene. Il suo impegno come decoratore è documentato dal 1816. Autore di tempere e acquerelli, conservò sempre un linguaggio pittorico settecentesco, "pacato e gentile" (Servolini). Tra i suoi lavori più cospicui vi sono decorazioni in San Paolo all'Osservanza, nel palazzo Salina in via Barberia e in molti altre dimore nobili di Bologna. Nel 1834 dipinse una stanza paese in palazzo Davia Garagnani, paragonabile a quella del Fantuzzi in palazzo Hercolani. La sua opera venne spesso citata nelle pubblicazioni e nei giornali della sua epoca e apprezzata dai visitatori stranieri. Fu attivo anche nella Certosa, dove collaborò con Flaminio Minozzi e Giovanni Putti per il monumento Ottani e con Angelo Venturoli per la tomba di Luigi Comi, cassiere del monte di pietà. Alcuni suoi dipinti, raccolti da Giuseppe Davia, saranno custoditi nella Galleria Davia Bargellini, mentre molti suoi disegni saranno conservati nelle collezioni della Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna.dettagli
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13 agosto 1842Crolla il pavimento della Casa di LavoroCrolla il pavimento in una stanza al terzo piano della Casa di lavoro dell‘Abbadia, mentre è in corso la distribuzione di sussidi straordinari per la festa dell’Assunzione. I piani sottostanti sprofondano fino al pianterreno. Nell’incidente si contano un morto e settantadue feriti.dettagli
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21 agosto 1842L'onomastico di Rossini festeggiato in musicaIl pomeriggio del 21 agosto, nella villa abitata da Gioachino Rossini fuori Porta Castiglione, un gruppo di amici e ammiratori organizzano "alcuni trattenimenti" per festeggiare il suo onomastico. Il maestro assiste all'ascensione di "un gigantesco e magnifico globo aerostatico" e a uno spettacolo di fuochi d'artificio. Un "eletto numero di professori" esegue per lui una riduzione per strumenti a fiato delle arie dello Stabat Mater, messa a punto dal celebre suonatore di fagotto Giovanni André, stimato insegnante di musica e Accademico Filarmonico. L'adattamento dell'opera, giudicato da Rossini "preciso e ingegnoso", è stato fatto senza la partitura originale, utilizzando una versione francese per solo canto e pianoforte e sfruttando il ricordo dell'esecuzione all'Archiginnasio, alla quale André ha partecipato.dettagli
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14 settembre 1842Alluvione nelle Legazioni. "Memoranda" piena del RenoPiogge a dirotto imperversano in Emilia dall‘11 al 14 settembre. Irrompendo dall‘alto degli Appennini le acque trascinano “derrate, bestiami, alberi, case, ponti”, formando estesi allagamenti in pianura. Tutti i fiumi, i torrenti e i canali delle Legazioni rompono gli argini e straripano inondando le campagne, lasciandole “coperte di sterili sabbie, o di melma”. La provincia di Bologna è quella che subisce i danni maggiori. Tra il 12 e il 14 settembre il Reno rompe gli argini in più punti nella bassa bolognese. Il 12 si apre una falla sull'argine sinistro alla chiavica di Buonacquisto. Il 13 giugno un fontanazzo provoca il cedimento dell'argine sinistro al Traghetto di fronte a Molinella. Intanto per sormonto si ha uno squarcio di 117 metri in sinistra Reno, al Gallo di Poggio Renatico. Il 14 settembre "per infradiciamento arginale" si apre un varco di 200 metri al Froldo Passerino, a valle di Argenta, con un allagamento di 23.000 ettari. Altre rotte avvengono in località Martelli e a Ponte Ceppi. Quella sull'argine sinistro, a monte della foce del Samoggia, provoca un ristagno che durerà molte settimane, con gravi danni a Bagno di Piano. Tra Malacappa e Trebbo si contano nove falle a sinistra e a destra del fiume. Tutta l'area tra Reno e Samoggia risulta allagata, con danni a Castelmaggiore e a Argelato. Due rotte notevoli si verificano nell‘argine destro del Panaro, una all'altezza di Castelfranco e una di Crevalcore. Le acque uscite dall'alveo inondano il territorio di Crevalcore e di Palata fino al Cavamento. Qui parecchie case sono rovinate e altre rimangono immerse nelle acque. Particolarmente danneggiate sono le risaie. Si contano diverse vittime. Il 17 settembre il cardinale legato Ugo Pietro Spinola si reca a Poggio Renatico, dove gran parte degli abitanti si sono rifugiati nel castello. Si ferma quindi a consolare gli abitanti di Galliera. Il paese è allagato per la rotta del canale Renello e il traboccamento dello scolo Riolo. Raggiunge quindi a piedi l‘argine destro del Reno per osservare la rotta dell'argine sinistro in località Passerini. Al Poggio è colpito “alla vista di tanti infelici senza ricovero“ e delle campagne diventate un lago di acque torbide. Il 14 settembre la bassa Romagna (o Romandiola) è quasi tutta allagata per la rottura del Santerno. A Conselice crollano alcune case. A Lugo il danno è immenso: l‘acqua è dappertutto, vi sono crolli e anche due vittime. I distretti di Imola e Faenza sono particolarmente colpiti. Nell'imolese il 14 settembre rompe il Sillaro, inondando le campagne circostanti e rendendo difficile il salvataggio delle persone rimaste imprigionate dalle acque. A Faenza la mattina del 14 il fiume travolge alcune case del Borgo d‘Urbecco e rovina il colossale ponte romano turrito, che lo collega alla città. La comunicazione con i paesi al di là del Lamone rimane interrotta e le diligenze devono deviare con grande difficoltà fino a Ravenna.dettagli
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3 ottobre 1842Il debutto di Marietta AlboniIl 3 ottobre va in scena con grande successo al Teatro comunale la tragedia lirica Saffo di Giovanni Pacini (1796-1867), su libretto di Salvatore Cammarano. Nei ruoli protagonisti si esibiscono Pietro Balzar (Alcandro) e Emilia Hallez (Saffo). L'opera segna il debutto, nella parte di Climene, di Marietta Alboni (1826-1894), cantante cesenate di soli sedici anni protetta da Gioachino Rossini. Il maestro, al quale la giovane è da sempre devota, l'ha ammessa al Liceo Musicale e l'ha aiutata accogliendola nel coro dello Stabat Mater, poi portandola in tournée in varie città italiane. La Alboni sarà da molti considerata il più grande contralto di tutti i tempi. Subito dopo l'esordio bolognese - è presente anche nella Sibilla di Pietro Torrigiani (1810-1885) nel ruolo di Ismalia - debutterà a Milano alla Scala, inaugurando una carriera di grande successo nei teatri d‘Europa e in America. Il legame con Rossini, sempre mantenuto, la porterà a cantare per i suoi funerali nel 1868.dettagli
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29 ottobre 1842Entusiasmo al Comunale per Maria TaglioniAl Teatro comunale il pubblico riserva un’accoglienza entusiastica alla danzatrice Maria Taglioni (Mariana Sophie Taglioni, Marie, 1804-1884), impegnata in un ballo “del tutto nuovo” scritto da suo padre Filippo, dal titolo Herta ossia Il lago delle fate. Con questo spettacolo farà furore per undici sere. “Il fanatismo per la Taglioni è tale e tanto - scriverà un giornalista - che ogni altro divertimento, per quanto grandioso e buono, riesce per quegli abitanti o indifferente o di poco momento”. Ormai al termine di una lunga carriera, Maria è considerata una delle migliori ballerine al mondo. Ha debuttato a Vienna nel 1822 e nel 1832 ha trionfato all‘Opera di Parigi, introducendo alcuni elementi tipici del balletto classico, quali la tecnica delle punte, il tutù e l'acconciatura à bandeaux. Tra il 1837 e il 1839 è stata l‘étoile del Teatro Imperiale di San Pietroburgo, da tutti osannata e oggetto di fanatismo.dettagli