Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.
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1839Un ponte sul canale NavileIl Municipio acquista alcuni terreni fuori dalle mura tra porta Galliera e porta delle Lame, fa allargare il ponte sul Navile e ne costruisce uno nuovo sul canale di Reno, che in uscita dalle Moline - e unito al torrente Aposa - scorre verso ovest. Questi lavori, effettuati sotto la direzione dell'ing. Pancaldi, consentono di completare la strada di circonvallazione attorno alla cerchia di mura del Trecento, superando un'interruzione "che rendeva lunghe e scomodissime le comunicazioni".dettagli
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1839Sistemazione di piazza San MartinoIn occasione dell'Apparato Decennale della Parrocchia di San Martino, durante la sistemazione del sagrato davanti alla chiesa, è ritrovata una grande quantità di ossa umane, a conferma della presenza in loco dell'antico cimitero. La piazza adiacente alla chiesa è rivestita con un selciato "quanto comodo altrettanto robusto e decoroso", appianando il suolo e abbattendo il muretto che lo divide dalle due strade vicine. Quest'ultimo è sostituito da colonnette di macigno. Nella piazzetta sorge la colonna fatta erigere nel 1705 da padre Elia Vaiani Borghi, su disegno di G. Andrea Conti, in memoria della coronazione dell'immagine della Madonna del Carmine, eseguita l'anno precedente in Piazza Maggiore dal cardinale Boncompagni. La bella statua della Vergine, in cima alla colonna, è opera del milanese Andrea Ferreri (1673-1744), che a Bologna ha lasciato varie sculture in macigno, tra le quali la gigantesca Madonna a tutto rilievo in via Saragozza, chiamata volgarmente “la Madonna grassa”.dettagli
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1839Le casseforti ToldiDopo aver rilevato una bottega di chincaglieria in via Spaderie, Vincenzo Toldi inizia la produzione di casseforti. Rilevate in seguito dai figli, le Officine Toldi fabbricheranno sistemi di sicurezza per banche, assicurazioni, uffici doganali. Nel 1886 la sede produttiva si trasferirà in via Mascarella, mantenendo quella centrale come magazzino. A fine secolo la ditta arriverà ad impiegare una sessantina fra impiegati e operai.dettagli
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1839Una salsa in eruzioneA poca distanza dalla chiesa parrocchiale di Sassuno, nel comune di Monterenzio, è testimoniata l'eruzione di una salsa - massa d'acqua salata e fangosa mista ad idrocarburi, a forma di cono in superficie - volgarmente chiamata “del Dragone”, oppure “Il Vulcano”. Il fango forma colonne, che sorpassano l'altezza del campanile di Sassuno. La salsa emette continuamente delle piccole bolle di gas idrogeno carbonato, "che resta per poco acceso dopo che vi si è avvicinato una fiamma". Il gas gorgoglia dalla melma, che riempie un cratere di dodici metri di diametro Per il Calindri il nome Dragone rimanda a una credenza popolare secondo la quale tanto tempo prima un soldato, che faceva strage di abitanti della zona, fu maledetto da un prete e confinato nella profonda voragine odorante di petrolio, dove ha sede la salsa. L'archivio parrocchiale di Sassuno non conserva notizie di eruzioni passate, ma pare che la salsa sia soggetta a "violenti parossismi periodici".dettagli
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1839Pozzi-deposito di epoca romanaPresso il Rio d'Orzo nel territorio di Castello di Serravalle viene scoperto un pozzo-deposito di epoca romana. Si tratta di un pozzo scavato in origine per l'approvvigionamento di acqua potabile e in seguito riutilizzato come nascondiglio di oggetti di uso quotidiano o più preziosi in occasione di eventi bellici. Nell'Emilia centrale, tra i fiumi Secchia e Samoggia, saranno trovati alla fine dell'800 vari pozzi di questo tipo, ricchi di reperti archeologici. I depositi risalgono al VII-VI secolo, epoca in cui il territorio fu conteso tra Longobardi e Bizantini. Il Pozzo Sgolfo è il primo rinvenuto nel territorio di Bazzano. L'avv. Carlo Pancaldi lascerà una sommaria relazione, raccogliendo la testimonianza del proprietario del fondo. Verrà scavato tra il 1840 e il 1841. Sotto uno strato di terriccio e uno di ghiaia verranno trovati oltre 120 vasi in ceramica e 15 in bronzo e rame. In fondo, sotto un altro strato di terriccio, saranno rinvenute tre brocche decorate in bronzo. Assieme ai vasi saranno presenti frammenti lignei di secchi e resti di cesti. Nel 1878 i proprietari del podere doneranno i materiali archeologici al museo di Bazzano fondato alcuni anni prima. Nel 1867, nel corso di lavori agricoli, un altro importante pozzo-deposito verrà rinvenuto in un fondo di proprietà di Pietro Casini. Lo scavo sistematico sarà condotto nel 1873 da Arsenio Crespellani assieme al giovane Tommaso Casini. Sotto un ruota di legno incassata a 9 metri di profondità saranno rinvenute suppellettili in ceramica simili a quelle di pozzo Sgolfo, oltre che attrezzi e oggetti d'uso di epoca tardo romana. Nello strato più profondo si troveranno preziose brocche da mensa e recipienti da cucina. I reperti vegetali e animali del pozzo Casini daranno importanti informazioni sulla fauna e la vegetazione presenti nella zona bazzanese in quel periodo (VI sec. a.C.).dettagli
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1839Pubblicate le opere di Giulio PerticariPresso la tipografia Guidi all'Ancora di Bologna vengono stampate le opere dello scrittore e poeta Giulio Perticari (1779-1822). I tre volumi contengono anche una parte del suo epistolario. Di nobile famiglia pesarese, Perticari nacque a Savignano di Romagna. Si laureò a Roma in giurisprudenza, applicandosi però soprattutto nelle lettere e nelle arti. Fu giudice a Pesaro e podestà a Savignano, dove fondò l'Accademia dei Filopatridi. Durante il Regno italico fu membro del Collegio elettorale. Nel 1807 pubblicò un Panegirico a Napoleone il Massimo in stile "pomposamente entusiastico". Nel 1812 sposò la bella figlia di Vincenzo Monti, Costanza e le nozze furono celebrate dai migliori letterati del tempo. Viaggiò col suocero e spesso lo ebbe ospite nella sua casa di Pesaro, chiamata per le buone frequentazioni - da Rossini a Leopardi, da Giordani a Stendhal - "l'Atene delle Marche". Nel 1814 fu accanto a Murat e divenne amico del generale Pepe, che iniziò alla poesia di Dante e al quale dedicò una Vita di Cola di Rienzo. Nel 1818 animò a Roma all'antiromantico "Giornale Arcadico". Fu poeta e prosatore. Tra le sue opere più note i due volumi de Gli scrittori del Trecento e i loro imitatori, che testimoniano la sua partecipazione alla importante discussione sulla lingua italiana, che animava in quel periodo i circoli letterari. Nel 1821, dopo un viaggio con Monti a Venezia e in Lombardia, fu costretto a rientrare nelle Marche per l'aggravarsi della malattia, che poco lo condusse alla morte.dettagli
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2 gennaio 1839"La Farfalla", foglio di amena letturaDal 2 gennaio esce il periodico “La Farfalla”, redatto da Raffaele Buriani e descritto come “foglio di amena lettura, bibliografia, belle arti, teatri e varietà”. E' pubblicato nella stessa tipografia della “Gazzetta privilegiata” e riporta resoconti di vita cittadina, cronache teatrali, notizie di costume soprattutto da Parigi. Carlo Monti, il discusso direttore della “Gazzetta”, vi pubblicherà a volte “articoletti pieni di sale”. Uscirà fino al 30 dicembre 1847. Un quindicinale con lo stesso nome, stampato dalla Società tipografica dei Compositori, uscirà a Bologna tra il 1874 e il 1875. Avrà tra i suoi collaboratori anche il giovane Alfredo Testoni.dettagli
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20 gennaio 1839Il "fiore della città" alla riapertura del CasinoChiuso in gran parte per tre anni - “ad operarvi grandiosi adattamenti e nuove decorazioni” - il Casino in palazzo Bolognini riapre il 20 gennaio con una grande festa da ballo, alla quale è invitato “il fiore della città”. L'appartamento della società si compone ora di quattordici sale, con “molteplici sfoghi” in modo da evitare ovunque la calca e l'affollamento. L'architetto Filippo Antolini (1787-1858) ha diretto la ristrutturazione e la decorazione del salone, uno dei più ampi in Italia. Esso è di forma rettangolare ad angoli tagliati, con un soffitto a volta poggiato su un cornicione corinzio. La volta, ricca d'oro come il cornicione, è stata dipinta dall'ornatista Giuseppe Badiali (1797-1859) con aiuti. Nella parete più lunga è stata ricavata una galleria per l'orchestra. Il pavimento di legno è ricoperto da un drappo che imita la pelle di leopardo. Sulle pareti sono appesi magnifici specchi prodotti a Parigi e ornati di cornici dorate sormontate da simboli musicali. Il locale è illuminato da cinque "elegantissimi" lampadari, provenienti anch'essi dalla Francia. Dal 1841 il grande salone da ballo sarà dotato di un funzionale teatrino.dettagli
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26 gennaio 1839Annuncio della dagherrotipiaMichelangelo Gualandi (1793-1887), scrittore di belle arti e socio di varie accademie, pubblica il 26 gennaio su "Il Solerte" un articolo sulla invenzione della dagherrotipia, a distanza di pochi giorni dall'annuncio ufficiale di Francois Arago a Parigi. Il procedimento per lo sviluppo di immagini di Daguerre e Niepce, capitolo iniziale della storia della fotografia, è diffuso a Bologna precocemente anche in ambito scientifico. Il 2 maggio 1839 il botanico Antonio Bertoloni (1775-1869) parlerà all'Accademia delle Scienze degli esperimenti calotipici di H.F. Talbot, con il quale è in contatto epistolare, mettendoli a confronto con la scoperta di Daguerre. Nella stessa sessione l'invenzione del francese è introdotta dall'accademico Quirico Barratta. In settembre sarà pubblicato, presso la tipografia Nobili e Comp. l'opuscolo di 8 pagine dal titolo Daguerrotipo scoperta ottico-pittorica per ottenere le immagini degli oggetti col mezzo della luce, metodo dei signori Daguerre e Niepce con note sul metodo di Talbot per preparare le carte fotogeniche. La diffusione della fotografia sarà in breve dilagante. Negli anni Quaranta anche a Bologna è segnalata la presenza di molti operatori itineranti della dagherrotipia.dettagli
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marzo 1839Il "togato" di MaccaretoloAi primi di marzo, in un terreno di proprietà Rusconi Berti a Maccaretolo, frazione di San Pietro in Casale, è scoperto un antico monumento funerario a cuspide piramidale. E' un tipo di manufatto di origine ellenistica, diffuso in Emilia e nella zona di Aquileia, con alcune parti lapidee e un basamento in pietra e laterizi. Viene fatto risalire alla prima età augustea. Nella nicchia della cella è recuperata la statua di un personaggio col braccio ripiegato. Assieme ad alcune mensole e a un capitello, che coronava la guglia, il "togato" di Maccaretolo entrerà a far parte delle collezioni archeologiche bolognesi e sarà esposto al Museo civico. Il ritrovamento del monumento - e di altri reperti rinvenuti nel corso dell'800, quali la stele dei Cornelii, la stele di Quinto Manilio Cordo, un puteale dedicato ad Apollo - farà ipotizzare la presenza di un centro abitato (vicus o pagus), fiorito nell'età di Augusto e situato lungo la strada per Este ed Aquileia, l'antica via Emilia Altinate.dettagli
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12 marzo 1839Il Gabinetto Pittorico-Meccanico di Enrico SeifardIn un locale al pianterreno di Casa Sampieri viene “ammirato e applaudito” ogni sera il Gabinetto Pittorico-Meccanico di Enrico Seifard. "Alto e biondo, pieno di espressione e intelligenza“, il giovane inventore mostra da tempo notevoli doti d’ingegno. Alla pubblica esposizione degli oggetti d'industria, che si è tenuta in Lombardia nel 1830, ha presentato "un orologio nascosto entro la sfera stessa che nota le ore, il quale può applicarsi ad uno specchio qualunque su cui è segnato il quadrante". Nel suo gabinetto si può ammirare “il vero in piccole dimensioni”, in ambienti ricchi di particolari. In una valle dei Pirenei le tenebre lasciano il posto all‘aurora: si vede un villaggio sulla sponda di un fiume animarsi a poco a poco di gente e animali. In una valle “amenissima” vicino a Praga carrozze, carri e cavalli passano di continuo sopra un lungo ponte. Questa volta il tempo si guasta, “romoreggia il tuono, guizza il lampo” e comincia a piovere a dirotto. La gente corre a cercare un rifugio. Ancor più meravigliosi sono alcuni automi: due di essi volteggiano su una corda senza far vedere fili o molle. Un pagliaccio invece trema, ride, si gira, mentre il pubblico applaude. Enrico Seifard, l‘inventore del Gabinetto Pittorico-Meccanico, morirà all‘improvviso pochi giorni dopo questi spettacoli in Casa Sampieri, all‘età di soli 39 anni.dettagli
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31 marzo 1839Popolazione di BolognaBologna conta 70.987 abitanti.dettagli
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27 aprile 1839"L'Aio nell'imbarazzo" di Donizetti al ComunaleLa sera del 27 aprile al Teatro Comunale (Gran Teatro della Comune) viene messa in scena con “esito felicissimo” l'opera L'Aio nell'imbarazzo di Gaetano Donizetti (1797-1848). Il critico della “Farfalla” testimonia di otto pezzi applauditissimi. Nelle variazioni finali la primadonna Manzocchi, nei panni di Gilda, "fa sfoggio di ogni suo musicale sapere". La massima lode va comunque al basso Cavalli, che interpreta l'Aio, "per aver adoperato con rara intelligenza nella parte del Protagonista" e per aver recitato con grande nobiltà. La musica di Donizetti è giudicata gaia, "sufficientemente ragionata" e bene eseguita.dettagli
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28 aprile 1839Rossini consulente onorario del Liceo MusicaleGioachino Rossini, il più grande operista italiano, tornato a vivere a Bologna dopo aver smesso di comporre per le scene, accetta "con vera esultanza" la carica di consulente onorario perpetuo del Liceo Musicale, proposta "in apposita sessione consigliare con pienezza ed unanimità di voci e di applausi solennemente acclamata". Il Maestro manterrà ufficialmente la carica fino al 1861, anche dopo il definitivo congedo dalla città delle due torri. Chiamerà ad insegnare il grande pianista Stefano Golinelli (1818-1891), considerato il Liszt italiano, e tenterà - purtroppo invano - di portare al Liceo bolognese Saverio Mercadante, Giovanni Pacini e Gaetano Donizetti. Con lui la musica moderna di Mandelssohn e Beethoven sarà inclusa nei programmi di studio e a Bologna si cominceranno a sentire spesso le “musiche tedesche” di Haydn e Mozart, finora relegate in secondo piano dal gusto per il melodramma.dettagli
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15 maggio 1839Esperimento di una carrozza a vaporeNei loggiati dell'ex convento di San Michele in Bosco il fisico-meccanico bolognese Luigi Pagani esegue con successo la “privata esperienza” di una carrozza a vapore da lui progettata assieme ad Angelo Diamanti. Il veicolo offre un “mirabile risultamento di forza e velocità”, nonostante il fondo stradale sconnesso e la resistenza e gli attriti dovuti alla fattura rudimentale del carro.dettagli
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22 luglio 1839Tentativi di volo di Francesco OrlandiIl bolognese Francesco Orlandi annuncia per il 22 luglio un'ascensione in mongolfiera dai pubblici giardini della Montagnola. L'ingresso al giardino è fissato in 10 baiocchi, mentre nei due steccati con sedie il costo è di 30 e 20 baiocchi. La macchina aerobatica è rimasta esposta per qualche tempo "nel locale così detto del Carrobbio presso il Foro dei Mercanti", ovvero in piazza della Mercanzia, visibile "dietro il pagamento di baiocchi 5". Allievo del conte Zambeccari, sfortunato pioniere dei voli in pallone, Orlandi ha già fatto esperimenti a Firenze il 6 agosto 1826 e a Milano il 5 aprile 1827, levandosi dall'anfiteatro di quella città, per atterrare felicemente, dopo un breve volo orizzontale, nel Borghetto di Porta Tomasina. Dalle disavventure del maestro ha tratto utili indicazioni per le sue esperienze di volo. Ha costruito un globo a figura sferica, fatto di quaranta strisce bianche e verdi “di serico drappo”. Esso porta notevoli modificazioni soprattutto nel bruciatore, diminuendo i rischi di versamento dell'alcool e di incendio conseguente della macchina volante. L'esito di questo esperimento bolognese non è dei più felici, tanto che il pilota prometterà, con un manifesto del 25 settembre, un nuovo viaggio aereo per il mese di ottobre, di cui, però, non rimarrà notizia.dettagli
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1 ottobre 1839Primo congresso degli scienziati italianiMarco Minghetti partecipa in privato a Pisa al primo congresso degli scienziati italiani. Promossa da Carlo Luciano Bonaparte, nipote di Napoleone e insigne zoologo, l'assise è stata concessa dal Granduca di Toscana, a patto che dalle discussioni siano escluse le scienze morali e la politica. Il congresso si svolge con successo e senza incidenti dal 1° al 15 ottobre, con grande dispiegamento di polizia e servizi segreti e nonostante la diffidenza dell'Austria e il divieto di alcuni regnanti italiani, tra i quali il Papa. Sono oltre 400 gli scienziati presenti: accanto ai toscani, come il direttore del Museo di Scienze naturali Vincenzo Antinori e il prof. Maurizio Bufalini dell'Arcispedale di Firenze, intervengono illustri scienziati stranieri, quali l'astronomo Joseph J. Littrow e lo statistico Adolphe Quételet. Nel cortile della Sapienza è collocata una statua del grande scienziato pisano Galileo Galilei. Dopo la prima esperienza in riva all'Arno, il congresso degli scienziati si terrà ogni anno in varie città italiane. A Bologna, a seguito dei moti politici del 1831, il governo pontificio, con un provvedimento di stampo reazionario, ha imposto alle accademie e alle università di sospendere le riunioni scientifiche. Ha proibito la stampa dei bollettini e di ogni altro giornale. Per anni la censura paralizzerà di fatto ogni attività di ricerca e dibattito culturale. Gli scienziati e gli studiosi dello Stato pontificio non potranno intervenire ai congressi in Italia e all'estero, fino alle caute aperture di Pio IX.dettagli
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17 ottobre 1839Muore Vincenzo BrunettiMuore a Bologna Vincenzo Brunetti (1761-1939). In origine notaio, laureato “in ambedue le leggi”, nel 1795 aveva ottenuto la lettura legale della Somma Rolandina.Fu deputato delle provincie cispadane al Congresso di Modena e poi a Reggio, quindi coprì diverse cariche nella Cisalpina: Presidente del Consiglio degli Juniori, Ministro di Polizia, membro del Direttorio.Nel 1800 fu chiamato dal generale Meunier a reggere il Municipio bolognese e contemporaneamente tenne la cattedra di Storia dei costumi e delle leggi all'Università. Fu ai Comizi di Lione nel 1802 e poi al Collegio dei Dotti e al Corpo legislativo.Più volte prefetto, seguì Napoleone a Parigi, dove ottenne il titolo di Commendatore dell'Ordine della Corona Ferrea e fu Capo Ufficio della Segreteria di Stato.Ritiratosi nel 1825 da impegni politici, il 20 giugno 1832 fu richiamato alla carica di Senatore dal Consiglio comunale di Bologna, nomina approvata da papa Gregorio XVI. Rimase in carica per quattro anni, fino alla scadenza del mandato.dettagli
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17 ottobre 1839Grande piena del PoAlla metà di ottobre una grande piena sconvolge l'alveo del Po, con numerose rotte degli argini e estesi allagamenti nella zona a destra del fiume tra il Secchia e il Panaro. Torino è allagata il 17 ottobre da una piena di 88 cm, la più grande mai raggiunta. La rottura degli argini al Bonizzo provoca l'inondazione del territorio di Mirandola, con la distruzione di diversi centri abitati, mentre il rigurgito nell'Oglio è all'origine dell'allagamento di Bozzolo, Sabbioneta, Viadana. Un intero paese del Lodigiano, Noceto, tra San Rocco al Porto e Caselle Landi, è completamente sepolto dalla piena. Nel mantovano l'alluvione distrugge oltre 5.000 case e più di 10.000 persone rimangono senza tetto. Si stima la perdita di oltre 15.000 capi di bestiame. Nella notte del 12 novembre l'argine del Po cede vicino a Borgoforte e in poche ore le acque inondano Bondeno e il suo territorio, con le frazioni di Stellata, Burana e Scortichino. Nel Ferrarese l'alluvione raggiunge i 9 matri di altezza e costringe migliaia di persone a lasciare le case e a rifugiarsi sugli argini. Molti vengono salvati con le barche. A Pontelagoscuro l'idrometro si manterrà per 75 giorni sopra al livello di guardia. Comacchio è colpita dallo straripamento del Reno e l'acqua alta coprirà il paese per alcuni mesi. Per l'aumento della salinità delle acque, gli allevamenti di anguille subiscono notevoli danni.dettagli
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22 ottobre 1839Aurora borealeLa sera del 22 ottobre nel cielo di Bologna compare una bellissima aurora boreale, l'unica nel trentennio 1814-1843. Verso nord-ovest si distinguono chiaramente "lampi o scintille auro-giallognole", che si dirigono dall'orizzonte allo zenit. Attraverso la luce rossastra che copre il cielo traspaiono stelle di 3a e 4a grandezza. Il fenomeno cessa intorno a mezzanotte.dettagli
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dicembre 1839Tentativo di sciopero dei "sartori"Alla fine dell'anno la categoria artigiana dei “sartori” tenta uno sciopero. Viene organizzato da Gaetano Pallotta, addetto nel laboratorio di Pietro Agostini, e da Giovanni Zini, lavorante nella sartoria di Tito Agostini. I sarti chiedono un miglioramento del salario a cottimo e dichiarano il fermo proposito di non riprendere il lavoro fino all'accoglimento delle loro rivendicazioni. Inoltre stipulano un accordo per il soccorso materiale agli scioperanti più indigenti. La polizia si attiva per tenere l'agitazione sotto controllo, incolpando dei disordini "le notizie provenienti da Parigi". Nella capitale francese la Société des saisons, una società segreta repubblicana di cui fanno parte Barbès e Blanqui, ha organizzato pochi mesi prima un tentativo di insurrezione. E Zini è appunto reduce da un viaggio a Parigi.dettagli
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8 dicembre 1839Piogge incessanti. Fiumi e canali in pienaDa cinquanta giorni cadono piogge pressoché incessanti in Emilia e nell’Italia centrale. Le speranze dei Bolognesi di essere preservati dalle calamità occorse nelle vicine provincie vanno in gran parte deluse. Da tempo la "copia immensa" delle acque accumulate nella parte più bassa della provincia bolognese ritarda il corso di tutti i canali di scolo e se il Reno non dà apprensione per i suoi argini ed è in grado di ricevere le acque dei suoi affluenti, danni gravissimi si hanno per le rotte - ben dodici - nei torrenti minori. Idice, Quaderna, Sillaro, Gaiana, Savena, Ghironda e Cavamento Palata allagano quasi tutta la Bassa bolognese. Una calamità così grande supera di gran lunga “quanto è a memoria dei viventi”. Secondo una relazione del tenente dei carabinieri pontifici Alessandro Freddi a Molinella allagata l’acqua raggiunge i m. 2,28 di altezza. Appena giunta la notizia della rotta più fatale dell'Idice e delle tante famiglie costrette ad abbandonare le loro case, il cardinale legato Vincenzo Macchi si reca a Budrio per controllare l'esecuzione "delle provvidenze opportune" e per portare soccorso "ai miserabili e raminghi abitatori delle inondate campagne". La popolazione bolognese indirizza "pubbliche preci" alla Madonna del Soccorso e alla Divina Misericordia, affinché preservi la provincia da ulteriori sciagure.dettagli