Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.
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1838Marciapiedi in macigno e alberi sui vialiIl Senatore Guidotti Magnani promuove la sistemazione delle strade comunali, con marciapiedi in macigno e la messa a dimora di “alberi da rezzo” (da ombra) nei viali di circonvallazione. Così essi diventeranno meta “di gradevole passeggiata ai cittadini”. In questo periodo riprende anche l'usanza di abbellire e restaurare gli edifici in occasione delle Decennali eucaristiche.dettagli
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1838Angelelli succede a Mezzofanti sulla cattedra di lingua grecaLa cattedra universitaria di lingue orientali e lingua greca, resa celebre dall'insegnamento di Giuseppe Mezzofanti, insigne poliglotta da poco creato cardinale e ora impegnato a Roma presso la Congregazione per la Propagazione della Fede, passa, ridotta alla sola lingua greca, a Massimiliano Angelelli, apprezzato grecista e traduttore di Sofocle. Con lui - e con il suo successore Gaetano Pelliccioni, grande erudito e proprietario di una bella biblioteca - il corso avrà, però, pochi allievi, ostacolato come altri dal clima culturale stagnante dell'ateneo bolognese negli anni gregoriani. La carenza degli studi filologici a Bologna era già stata rilevata da Giacomo Leopardi nel 1826. In una lettera ad un amico, il poeta osservava che in tutta la città era possibile trovare solo due o tre persone che sapevano il greco.dettagli
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1838Maria Luigia Pizzoli istituisce un premio per pianisti virtuosiPoco prima di morire, la giovane pianista e compositrice Maria Luigia Pizzoli (1817-1838), allieva dei maestri Giuseppe Pilotti e Gaetano Magazzari, istituisce un premio per lo studente autore della più bella fuga all'esame di contrappunto del Liceo musicale. Maria ha rivelato il suo grande talento l'anno precedente, in un concerto di pianoforte e arpa presso la Società del Casino. Da allora il suo nome è entrato a Bologna sulla bocca di tutti i cultori della musica. La grave malattia, che l‘ha condotta alla morte, ha interrotto una carriera brillante: a soli 19 anni Maria Luigia aveva già composto molte sonate e addirittura una sinfonia, eseguita nel teatro di Palazzo Loup dagli Accademici Filarmonici.dettagli
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1838Donato all'Università un busto di papa Gregorio XVIIl marchese Camillo Pizzardi dona alla biblioteca dell'Università Pontificia un busto di marmo del pontefice Gregorio XVI, opera di Adamo Tadolini (1788-1868). Il bellunese Bartolomeo Alberto Cappellari (1765-1846), vicario generale dei Camaldolesi, consigliere dell'Inquisizione e prefetto della Propaganda, è stato scelto inaspettatamente il 2 febbraio 1831, dopo sessantaquattro giorni di conclave, come successore di Pio VIII sul soglio pontificio con il nome di Gregorio XVI. Il 3 dicembre 1939, con l'enciclica In Supremo Apostolatus, il nuovo Papa condannerà la schiavitù, ancora ampiamente diffusa nelle Americhe, definendola un delitto. Un altro busto di papa Gregorio XVI fu donato nel 1835 all'Accademia di Belle Arti da Cincinnato Baruzzi (1796-1878), successore di Tadolini come insegnante di scultura in quell'istituto. Nell'opera l'artista imolese "descrive in modo accurato i lineamenti distesi del pontefice, soffermandosi sui capelli folti, ricoperti dalla papalina, e sulla stola finemente scolpita" (A. Mampieri).dettagli
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1838Le Scuole Notturne di don BedettiDon Giuseppe Bedetti (1799-1889), conosciuto come “il prete dei facchini” per il suo impegno di assistenza nei confronti della “classe popolana moralmente più abbandonata”, fonda nel 1838 l'opera delle Scuole notturne, che promuove l'attività spirituale e sociale di giovani artigiani di età compresa tra i 12 e 20 anni. La prima scuola è aperta nell'autunno del 1839. Nelle ore serali, dopo il lavoro, i "poveri ragazzetti" imparano a leggere e a far di conto, vengono istruiti nel canto e nel disegno, ricevono un'educazione morale e religiosa. Alla domenica sono condotti a passeggio e fatti divertire con tombole, spettacoli di marionette, partite a dama. La giornata si conclude con una cena a pane, salame e vino. Don "Jusfen" si impegna inoltre a cercare una occupazione per i monelli in ozio e ad avviarli ad un mestiere. Fanno parte del suo apostolato anche la Congregazione festiva di San Michelino e la Congregazione dei Giovani, che accoglie ragazzi molto poveri e abbandonati nella piccola chiesa di San Donato, messa a disposizione dai conti Malvasia. Qui il sacerdote procura loro "pane, vesti, denaro e buoni consigli" e li convince a tornare alle loro famiglie o li ricovera presso "onesti capi di botteghe". Durante la permanenza a Bologna nel 1857, Pio IX donerà 2000 scudi alle cosiddette Sale di Carità di Don Bedetti. La notorietà delle scuole notturne indurrà anche San Giovanni Bosco (1815-1888) a visitarle nel 1863.dettagli
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1838Trasferimento della Biblioteca Comunitativa nell'ArchiginnasioIl 21 dicembre 1835 il consiglio comunale delibera il trasferimento della biblioteca pubblica nel palazzo dell'Archiginnasio, antica sede dello Studio.Decretata il 2 gennaio 1799 dall'amministrazione del Dipartimento del Reno, e divenuta "comunitativa" nel 1806, essa è stata finora ospitata nel convento di San Domenico, nella sede dell'antica libreria dei Padri.Il barnabita padre Vogli è stato il primo bibliotecario, seguito da D. Landi, Canonico di San Petronio, che ha donato i suoi emolumenti per l'accrescimento della benefica istituzione.All'inizio ha ricevuto i fondi non utilizzati dalla Biblioteca Nazionale e i volumi della libreria dei padri Barnabiti (Libreria Zambeccari).Con la donazione della collezione dell'abate Magnani, appassionato bibliofilo, ha assunto le dimensioni di un importante istituto culturale e continuerà ad espandersi per tutto il periodo della restaurazione pontificia.Molti auspicano che, con la presenza della nuova biblioteca, il "grandioso e storico edificio dell'Archiginnasio" non sarà più deturpato da usi impropri e i negozi del Pavaglione potranno prosperare, "liberati dal frastuono dei ragazzi" delle Scuole Pie.Il trasloco dei libri nella nuova sede avviene nel corso del 1937: il 30 novembre il Comune può consegnare al Priore dei Domenicani i locali liberati nell'antico convento.L'organizzazione iniziale del materiale librario in Archiginnasio è approssimativo. Secondo la testimonianza di Luigi Frati, direttore della biblioteca dal 1858 al 1902,"i libri furono promiscuamente allogati, senza conformità di segnature, con solo riguardo alla diversità dei fondi, onde provenivano". Anche il restauro dell'edificio appare insoddisfacente:"le imprese gentilizie e le rispettive leggende che ornano le pareti di questo monumentale edifizio ... riuscirono scorrettamente restaurate, e solo in parte poterono in progresso di tempo essere emendate".dettagli
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1838Aleksandr Ivanov in visita a BolognaAleksandr A. Ivanov (1806-1858), massimo pittore romantico, visita Bologna nel 1838. Seguace di Michelangelo e di Raffaello, ammira nella quadreria dell'Accademia la celebre Santa Cecilia dell'Urbinate, ma anche le opere del Francia, di Guercino e di Guido.Il grande artista russo rimarrà in Italia dal 1830 al 1857. Nel 1858 tornerà in patria portando con sé il suo massimo capolavoro, L'apparizione del Messia al popolo.Dopo la mostra personale all'Accademia di San Pietroburgo sarà acclamato dagli intellettuali e dai nobili della capitale. Purtroppo morirà poco dopo durante un'epidemia di colera.dettagli
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12 febbraio 1838Feste popolari per Mezzofanti cardinaleNel concistoro del 12 febbraio Giuseppe Gasparo Mezzofanti (1774-1849), il “principe dei poliglotti”, è elevato alla porpora cardinalizia. Alle “dimostrazioni di pubblica gioia”, che si tengono a Bologna in suo onore, promosse dal Senatore Francesco Guidotti Magnani, partecipano anche gli abitanti dei borghi popolari, che si identificano in questo prete di umili origini, figlio di falegname ed ex alunno delle scuole pie. A Mezzofanti è dedicata la sala manoscritti della Pontificia Biblioteca dell'Ateneo, dove egli "ordinariamente sedeva", e qui è posto un busto in suo onore, ad opera del bibliotecario e presidente del Collegio dei filologi Liborio Veggetti.dettagli
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marzo 1838Tosse convulsiva e scarlattinaSul finire dell'inverno si manifesta a Bologna una epidemia di tosse convulsiva, che durerà fino all'autunno successivo. Si diffonde debolmente e in forma non grave, ma è comunque "ribelle a qualsiasi metodo di cura". Attacca prima di tutto i bambini, ma anche alcuni giovani. Quando ormai l'epidemia di tosse va declinando, sorge in forma molto acuta e pericolosa la scarlattina. Essa uccide rapidamente, assalendo la gola e appare anch'essa incurabile. Per fortuna questa forma gravissima, diffondendosi, va a poco a poco scemando. La scarlattina continua a serpeggiare meno temibile per tutto il resto dell'anno e fino al gennaio successivo. Essa porta febbre, mal di gola e edema in faccia. Dopo circa una settimana, nei casi meno gravi, la "cuticola" comincia a staccarsi, mentre nei soggetti più trascurati compaiono "idropi asciti, anasarchi e, tumori" soprattutto ai lati del collo.dettagli
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1 maggio 1838Il "Raccoglitore di cognizioni utili"Per i tipi dei Nobili (poi della Volpe) esce il 1° maggio il foglio settimanale “Ricoglitore di cognizioni utili ragguardanti alla generale ed alla privata economia, al commercio, alle arti meccaniche, all'agricoltura ed all'industria”, più avanti semplicemente “Raccoglitore di cognizioni utili”. Il nuovo periodico, stampato con il figurino originale di Parigi "Le petit Courier des Dames", si distinguerà per la bella veste tipografica. Durerà fino al 31 dicembre 1844.dettagli
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4 maggio 1838San Giovanni in Persiceto diventa a CittàIl 4 maggio 1838 un Breve di papa Gregorio XVI eleva il paese di San Giovanni in Persiceto, primo Castello della provincia di Bologna, al rango di Città. Il 3 agosto Vincenzo Sassoli, facente funzione di Gonfaloniere, rende pubblica questa deliberazione “fra la generale esultanza, palesata col suono de' sagri bronzi, collo sparo di mortari, coi concenti musicali della Banda, e colla generale illuminazione di tutta la Città”. Il 30 settembre, per celebrare “il fausto avvenimento” verrà apposta nel Palazzo del Comune una lapide in marmo con iscrizione latina dettata dal prof. Filippo Schiassi (1763-1844) “celeberrima penna“. Durante il periodo napoleonico San Giovanni in Persiceto fu capoluogo della Municipalità distrettuale del Samoggia. Nel 1802, con la costituzione della Repubblica italiana, tornò a dipendere da Cento (FE).dettagli
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30 maggio 1838Benedizione delle bandiere del battaglione KinskyIl 30 maggio, in occasione dell'onomastico di Ferdinando I d'Austria, con una cerimonia solenne e sfarzosa, vengono benedette e consegnate due nuove bandiere al reggimento Kinsky di stanza a Bologna. Nei pubblici giardini di Piazza delle Armi, il grande semicerchio è racchiuso con uno steccato, coperto di tele, “adorno di eleganti apparati” e presidiato dai carabinieri pontifici e dai granatieri austriaci. Completano la scena un arco di trionfo e due tribune stracolme di popolo. Il Papa, padrino di una delle bandiere, e la Duchessa Maria Luigia di Parma, madrina dell‘altra, sono rappresentati dal cardinal Legato Macchi e dalla contessa Marescalchi. Le bandiere vengono benedette dall‘Arcivescovo card. Oppizzoni e dal Vescovo di Forlì presso l'altare posto sotto la grande tenda, mentre all'esterno si tiene un'esercitazione militare. La cerimonia è conclusa da una parata della truppa.dettagli
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luglio 1838Un'opera buffa per marionetteAll'Arena del Pallone (o Sferisterio) si rappresenta un'operetta in due atti, La distruzione dei masnadieri, che, nonostante il titolo serio, che evoca Schiller, è un'opera buffa per marionette, lavoro molto comico e tutto in dialetto. Autore del testo e della musica è Paolo Diamanti, chiamato Narciso dei Marionetti, interprete di quelle tipiche canzoni bolognesi, dette "narcisate", che fungono da intermezzi delle commedie per marionette al Teatro della Nosadella. Egli stesso recita travestito da Susanna, una vecchia fattucchiera, che con un sonnifero mette i briganti fuori combattimento. Copista di musica prestato alle scene, Diamanti afferma che il suo lavoro non è una commedia, né una tragedia: "è un'insalata tutta imbrogliata, fatta da me, Matto si sa". Fatto sta che lo spettacolo ha un fantastico successo e moltissime repliche. E il trionfo sarà rinnovato nel 1843 al Teatro della Nosadella con la commedia La lit in piaza (La lite in piazza), alla quale assisterà anche Gioachino Rossini. Nell'occasione il maestro si divertirà "pazzamente" e consumerà in teatro, con la sua comitiva, una cena con "prosciutto, ali di gallinaccio, bocca di dama, sfrappole e vini eccellenti".dettagli
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4 luglio 1838"Il Solerte", foglio settimanale di scienze, lettere e artiEsce “Il Solerte, foglio settimanale di Scienze, Lettere, Arti, Teatri e Mode”. E' pubblicato ogni mercoledì presso la tipografia di Giovanni Bortolotti (poi delle Muse alla Capra) ed è diretto da Achille Castagnoli. Dal 4 maggio 1841 uscirà una Appendice amena del Solerte col figurino originale di Parigi "Le Petit Courier des Dames". In giornali come questi, che costituiscono canali di informazione meno soggetti alla censura, cominciano a circolare idee nuove, velati appelli all'unità dell'Italia, "veneranda nostra madre comune". Essi hanno anche il merito di riportare i lavori dei congressi degli scienziati italiani, espressione della coscienza nazionale, che viene formandosi tra gli uomini di scienza e di cultura.dettagli
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7 luglio 1838Gli studenti chiamati a diffondere la cospirazione mazzinianaSecondo un confidente della polizia, un gruppo di liberali, tra i quali Giuseppe Galletti, Pietro Pietramellara e Giovanni Righi, approfittano della fine dell'anno scolastico e del ritorno alle loro case degli studenti romagnoli, per riunirli in una setta e incaricarli di "adoperarsi per la unione della gioventù" nelle loro città. Si tratta in pratica di diffondere la cospirazione della Giovane Italia, la società mazziniana, che giorno dopo giorno "estende i suoi tentacoli" (Menghi Sartorio), divenentando sempre più capillare nelle Legazioni.dettagli
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22 luglio 1838Per Jules Janin il cimitero è più allegro della cittàLo scrittore e drammaturgo Jules Janin (1804-1874), esponente del Romanticismo francese, ingegno brillante e irriverente, viaggia nel 1838 in Italia e visita brevemente anche Bologna. Ha l'impressione di un luogo grottesco, di una città "silenziosa e trista" in cui "si respira non so quale odore confuso di teologia e di atticismo, di poesia e di fieno, di biblioteca e di museo, d'amore e di cimitero". Rimpiange i lontani tempi in cui l'Università era piena e un "esercito di professori e di scolari" dibatteva liberamente ogni giorno, suscitando tante idee e “paradossi“. Bologna era allora un "terreno neutro riservato alle scienze ed alle arti, lungi dai campi di battaglia". Durante la permanenza Janin visita il cimitero della Certosa e formula giudizi estremi: "Città e cimitero sono la medesima cosa; entrare in essa è porre il piede nelle sue tombe". Anzi "pur convien dire che il cimitero è più ridente della città". Le reazioni non si faranno attendere: i più benevoli considereranno l'ospite francese un ingenuo e superficiale che "trascorse (Bologna) colla rapidità del lampo, e ardì giudicarla secondo quel po' di spirito che ha e quella mal concepita idea che poteva farsene in quei rapidi momenti". Altri affermeranno senza mezzi termini che "o l'Autore non viaggiò per l'Italia, o viaggiava dormendo". Anche il giovane Marco Minghetti preparerà una lettera di risposta in francese per il "Journal des Débats", che ha pubblicato la relazione di Janin, difendendo Bologna e vantandone le tradizioni culturali. La lettera, però, non sarà mai spedita. Minghetti ricorderà più avanti di aver chiesto un parere a Gioachino Rossini, di cui lo scrittore millantava l'amicizia: "Egli mi fece comprendere che una risposta sì fatta al Janin sarebbe stata del tutto inopportuna e non avrebbe prodotto effetto alcuno, se non forse quello di far sorridere di noi, poveri provinciali, che prendevamo sul serio gli scherzi leggieri di un novellista, destinati ad aver la vita momentanea del giornale".dettagli
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ottobre 1838Limitazione degli spostamenti di manodoperaIn ottobre l'autorità pontificia tenta di limitare il numero dei facchini, ordinando a quanti risiedono in città da meno di cinque anni di tornare ai loro paesi d'origine. Le compagnie dei facchini, chiamate “balle grosse”, si dividono la città e la periferia per i vari servizi di trasporto. Operano soprattutto nei giorni di “sanmichele” (traslochi) o di “castellata” (trasporto di uva). L'ordinanza pontificia impedisce anche i trasferimenti di lavoratori nelle zone che tradizionalmente offrono impieghi stagionali.dettagli
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5 novembre 1838Muzio Muzzi e l' aereonave rettiremigaIl bolognese Muzio Muzzi porta a termine la costruzione della sua “aereonave rettiremiga“, una macchina volante costituita da un involucro lenticolare collegato a un sistema di eliche azionate a mano. E' un progetto a cui il giovane meccanico lavora da anni con il plauso e l'incoraggiamento di vari professori dell'Università. La forma di questo dirigibile - "un globo di tessuto gommato, molto schiacciato nel senso orizzontale ed emulante la forma di lenticchia" - è giudicata “più propria della sferica ordinaria per solcare l'aria nei due sensi”. Per il primo esperimento di volo, previsto per il 5 novembre, ma poi rimandato al giorno successivo per il maltempo, accorrono migliaia di persone nella Grande Arena del Prato della Cesura (o della Cesoia), fuori porta San Vitale. Il pallone comincia a gonfiarsi, ma all'improvviso si affloscia: "Al son dla banda l'arstò là a sbindlon" (al suono della banda il pallone rimase lì a penzoloni). Al popolo indignato e deluso non resterà che ironizzare sul povero Muzzi "dsquaionà" (scornato). L'ingegnoso meccanico può essere considerato un precursore dei costruttori delle rampe di lancio dei missili: per il suo esperimento ha fatto innalzare due torri in legno alte quasi come la Garisenda. Nel 1845 il nome di Muzzi apparirà sul primo numero della prestigiosa rivista “Scientific American” come inventore di un geniale aerostato, che può essere considerato tra i primi dirigibili o i primi alianti. Il lavoro del bolognese ispirerà le ricerche di due precursori dell‘aeronautica quali Joseph Pine e Solomon Andrews.dettagli
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23 novembre 1838La medaglia dei benedettiniPapa Gregorio XVI sancisce la collaborazione tra lo Stato Pontificio e l'Accademia delle Scienze di Bologna con il conio di una speciale medaglia, chiamata la medaglia dei benedettini o medaglia dei due papi. Vi compaiono su un lato le immagini sovrapposte di Benedetto XIV e di Gregorio XVI, sull'altro Palazzo Poggi, sede dell'Università e dell'Accademia. La medaglia costituirà un'onorificenza molto ambita, da portare nelle cerimonie con un nastro rosso. In futuro sarà assegnata a illustri personaggi, quali Vincenzo Gioberti, Vittorio Emanuele III, Guglielmo Marconi, Jacques Delors.dettagli
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30 novembre 1838Le truppe austriache se ne vannoIl 30 novembre le truppe austriache si ritirano da Bologna, dopo quasi sette anni di occupazione.Rimane un loro presidio nella cittadella di Ferrara e a Comacchio. Il comandante austriaco barone Puchner rassegna il comando nelle mani del Conte de Salis, generale della Terza Divisione pontificia. Per presidiare le Legazioni vengono assoldati due reggimenti di Svizzeri con batterie da campo e una guardia di volontari rurali detti Centurioni, oppure Becchi di Legno (bech ed legn), "gente della peggior feccia, corrotta o corrompitrice". Nei comuni romagnoli questi sono spesso guidati dai famigerati Sanfedisti, dediti a feroci repressioni e vendette contro gli oppositori politici. Gli ultimi “tedeschi” lasceranno Bologna nel febbraio-marzo 1839.dettagli
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29 dicembre 1838Franz Liszt suona a Palazzo SampieriIl 29 dicembre Franz Liszt (1811-1886), pianista di fama europea, si esibisce nella grande sala al piano terreno del palazzo del marchese Francesco Giovanni Sampieri, il quale, su sua esplicita richiesta, assume la direzione dell'accademia. Il musicista ungherese presenta tre pezzi di sua composizione, suscitando applausi convinti nel numeroso pubblico. La stampa parla di "talento plastico" e "ricchezza nella forma" della sua musica. Liszt è già passato da Bologna nell'ottobre precedente e l'ha brevemente visitata in forma strettamente privata con la sua compagna, la contessa Marie d’Agoult, come tappa del tradizionale “Viaggio in Italia”. E' ritornato da solo il 23 dicembre, dopo un faticoso viaggio in carrozza attraverso l'Appennino, trovando una pessima sistemazione alla Locanda dei Tre Mori in via dei Vetturini (poi via Ugo Bassi). Raggiunto dal marchese Sampieri, è stato quindi invitato a risiedere nel suo palazzo alla Mercanzia. Nei giorni successivi ha incontrato l'amato Rossini, da lui definito “homme prodigieux”, e altri esponenti della buona società, come Teresa Angelelli, figlia del letterato Massimiliano Angelelli e il principe Filippo Hercolani, entrambi dilettanti di musica e di recente accolti all'Accademia Filarmonica. La prima esibizione pubblica di Listz ha avuto luogo, con grande successo, la sera di Natale alla Società del Casino, nel palazzo Salina Amorini Bolognini in piazza Santo Stefano 11, di cui Sampieri è direttore musicale.dettagli