Cessa il Commissariato straordinario
E' abolita la carica di Commissario straordinario e ritorna il sistema dei legati ecclesiastici in ogni provincia, in vigore prima del 1831.
La ferrea autorità dei cardinali Albani, Brignole, Spinola, Lucciardi e Macchi, che si sono succeduti nella carica, è valsa a imporre nuovamente il rispetto della legalità del turbolento territorio delle Legazioni.
Qui si è intrapresa un'azione capillare di controllo sociale, affidata anche ai reparti speciali dei Volontari e dei Centurioni, formati da fanatici Sanfedisti.
Bologna, in particolare, è tornata - almeno apparentemente - tranquilla e ligia al governo e per quasi dieci anni sembrerà dimenticare le sue apirazioni di progresso e libertà.
- Bologna nell'Ottocento, a cura di Giancarlo Roversi, Roma, Editalia, 1992, p.14
- Giulio Cavazza, Bologna dall'età napoleonica al primo Novecento, in: Storia di Bologna, a cura di Antonio Ferri, Giancarlo Roversi, Bologna, Bononia University Press, 2005, p. 295
- Luciano Gherardi, Bedetti giovane, in: Nuovi patti di pace. Saggi per Giovanni Catti nel settantesimo compleanno, a cura di Gian Domenico Cova, Bologna, Edizioni Dehoniane, 1994, p. 131
- Umberto Marcelli, Le vicende politiche, in: Negli anni della Restaurazione, a cura di Mirtide Gavelli e Fiorenza Tarozzi, Bologna, Museo del Risorgimento, 2000, p. 19
- Umberto Marcelli, Le vicende politiche dalla Restaurazione alle annessioni, in: Storia della Emilia Romagna, a cura di Aldo Berselli, Imola, University Press Bologna, 1980, vol. 3., p. 81
- Giovanni Natali, La rivoluzione del 1831 a Bologna e nelle Legazioni, in: Il 1859-60 a Bologna, Bologna, Edizioni Calderini, 1961, p. 34
- Angelo Varni, Gli anni difficili della Restaurazione, in: Storia illustrata di Bologna, a cura di Walter Tega, Milano, Nuova ed. AIEP, 1989, vol. 2., p. 374