Furto di un'armilla d'oro nel museo antiquario
Il 20 febbraio in tarda mattinata una mano ignota ruba nel museo antiquario dell‘Università una preziosissima armilla o braccialetto d‘oro.
Fu trovata nel 1758 da un mendicante, mentre pescava in riva al Reno al Passo del Trebbo e venne acquistata per 40 zecchini - data anche la scarsa qualità dell’oro - dall‘allora Priore del Gabinetto di Antichità Giambattista Bianconi.
Nel 1810 venne descritta dal prof. Filippo Schiassi. Di fattura piuttosto rozza, vi erano scolpiti “bruttissimi ceffi”, esseri mostruosi, draghi e serpenti, che apparivano “avviticchiarsi insieme, e afferrarsi, e mordersi l'un l'altro".
Secondo l‘esperto antiquario forse era stata portata a Felsina da uno “di que‘ nostri antichi Etruschi”, forse era invece di epoca longobarda. Per altri era “indubitatamente gallica”. Purtoppo non ne rimarrà “più che un getto di gesso”.
- Patrizia Busi, Fondi che riemergono. Nuclei ricostituiti di antiche raccolte documentarie della Biblioteca comunale dell'Archiginnasio, in: "L'Archiginnasio", 103 (2008), pp. 74-203
- Luigi Calori, Della stirpe che ha popolata l'antica necropoli alla Certosa di Bologna e delle genti affini, in: “Memorie della Accademia delle Scienze dell'Istituto di Bologna“, serie 3., tomo 2., Bologna, Tipi Gamberini e Parmeggiani, 1872, p. 471
- Alfredo Comandini, L'Italia nei cento anni del secolo XIX, 1801-1900, giorno per giorno illustrata, continuata da Antonio Monti, Milano, Vallardi, 1900-1942, vol. 2: 1826-1849, p. 496
- Filippo Schiassi, Sopra un'armilla d'oro del museo antiquario della Regia Università di Bologna. Ragionamento, Bologna, Lucchesini, 1810