Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.
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1828Nuovo lampadario nel Teatro ComunaleLa sala del Teatro Comunale è arricchita da un lampadario centrale a due giri di fiamme - alimentate “all'Argand”, cioè con lucignolo di cotone - definito “grandioso” dalla stampa dell'epoca. Sulla volta è praticata un'apertura circolare di tre metri di diametro, in modo che esso possa essere alzato, abbassato ed eventualmente chiuso con una saracinesca. Al primi due giri, di 40 e 20 lumi, se ne aggiungerà un terzo, sempre di 20 lumi, nel 1853, quando la sala sarà anche tappezzata di velluti rossi e ricami dorati.dettagli
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1828Il campanile di BertaliaUno snello campanile si affianca all'antica chiesa di S. Martino di Tours nella località di Bertalia, sulla sponda destra del Reno. Il 22 settembre 1711 era stato "percosso dal fulmine" ed era ormai talmente in rovina che si è dovuto "rifarlo dai fondamenti" (Guidicini). Ricostruita nel XVII secolo, la chiesa di Bertalia era già parrocchia nel medioevo. A metà del Settecento nella elegante cantoria è stato collocato un pregevole organo di Angelo Gatti Amore, che sarà trasferito nel 1883 nel presbiterio e ampliato da Abele Marenzi nel 1915. Da alcuni anni dietro alla chiesa è presente un altorilievo policromo di Luigi Roncagli (1821), che rappresenta il famoso episodio del santo che divide il suo mantello con un povero incontrato per strada.dettagli
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1828Chiusura del Teatro MarsigliViene chiuso definitivamente il Teatro Marsigli-Rossi, situato in Strada Maggiore nei pressi della chiesa dei Servi. L'edificio, più che centenario, oramai "cadeva a pezzi. Il coperto poteva sembrare un grande ombrellaccio sbertucciato, attraverso il quale per molte fenditure trasparivan lembi di cielo. Nella platea cresceva l'erba, e le galline dei pigionali avevano libero l'ingresso senza pericolo di contestazioni". Inaugurato nel 1701, con l'opera Partenope di Luca Antonio Predieri (1688-1767), il Marsigli era dedicato soprattutto all'opera buffa. Godette di una qualche fama nel periodo napoleonico, quando mise in scena importanti lavori di Paisiello e Cimarosa (1798) e ospitò solisti del calibro di Niccolò Paganini (1801). In quegli anni fu ribattezzato Teatro Civico e accolse in primo luogo compagnie di dilettanti. Le intemperie compieranno col tempo l’opera di demolizione e l’antica sala diventerà un cortile adibito a deposito all’aperto di cemento (Verti).dettagli
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1828Il "Fattore di campagna" e la "Rivista delle arti agrarie"Cessa le pubblicazioni “Il Fattore di Campagna”, giornale d'agricoltura, pastorizia e arti agrarie, redatto negli anni 1826-1827 dal. prof. Francesco Orioli (1783-1856) e dall'ing. Giuseppe Astolfi, autore delle Memorie di Agricoltura (1826). Ad esso fa seguito la “Rivista trimestrale delle Arti agrarie”, stampata presso la Tipografia del Nobili e Compagni. Nel Discorso preliminare sul primo numero il prof. Orioli propone diversi mezzi per il miglioramento della cultura agraria (cattedre di agricoltura, sezioni accademiche, conferenze pubbliche, riviste, rassegne statistiche, fattorie sperimentali, ecc.) e conclude così: Possa essere nostro premio il pensare un giorno che nella nostra insufficienza pur valemmo a recare qualche vantaggio al nostro paese, promuovendo per quanto il potevamo una delle più belle e ubertose fonti della pubblica ricchezza, l'agricoltura! Giornaletto pubblicato "con approvazione" e all'apparenza innocente, la Rivista mostrerà tracce di moderato liberalismo in anni di ostinata chiusura reazionaria.dettagli
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1828Il periodico "L'Agricoltore Italiano"Il periodico mensile "L'Agricoltore Italiano", uscito a Forlì nel 1826, continua dal 1828 le sue pubblicazioni a Bologna, presso la Tipografia Dall'Olmo e Tiocchi. Compilato dal dottore ingegnere Giuseppe Bosi, socio di varie accademie scientifiche, tratta di agricoltura, veterinaria, giardinaggio, metereologia. Ha come supplemento "Il Portafoglio Campestre" dedicato ai periti agrari, ai fattori e ai proprietari di fondi rustici e contenente "quesiti e e notizie pratiche su tutto ciò ch’è relativo alle stime, alle misure, alle mercedi, ai lavori rurali, ai letami, alle servitù fondiarie, alle perizie giudiziali, alli confini, ai contratti, alle competenze peritali, alli danni, ecc.".dettagli
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16 aprile 1828"Matilde di Shabran" per la Granduchessa vedova di Toscana e il Principe di SassoniaIl 16 aprile la granduchessa vedova di Toscana Maria Ferdinanda di Sassonia giunge a Bologna per incontrare il fratello, principe Federico Augusto di Sassonia, in viaggio dal 1° aprile attraverso varie città italiane. Il giorno seguente i nobili ospiti vengono accompagnati alla Certosa, “cimitero che si può chiamare museo”, dal cardinal legato in persona. La sera al Teatro comunale si tiene in loro onore una speciale replica del melodramma giocoso in due atti Matilde di Shabran, composto dal maestro Rossini su libretto di Jacopo Ferretti. L‘opera era in programma dal 9 aprile al Teatro Contavalli, con la prima donna Getrude Berti, il tenore Paolo Ziglioli e il buffo Rota, “reduce dalle Russie“. Al debutto l‘esecuzione era stata buona, ma il teatro era deserto: “Non par veramente che di questo secondo avvenimento - si era affrettato ad aggiungere il cronista - addovesse aver molta colpa lo spartito”. Ben diversa è la situazione il 17 aprile, con lo spettacolo trasferito “per Superiore volere” al Gran Teatro: “Gli applausi condotti fino all'entusiasmo compartiti ai Primari Attori, dall'immenso popolo ivi accorso, fecero conoscere, che potevano essi gareggiare con chiunque, ed in qualunque vasto Teatro, cosicché comune è il voto de' Bolognesi di nuovamente udirli in detto primario Teatro”.dettagli
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28 aprile 1828San Lazzaro di Savena comune autonomo“Le maggiori sue proprietà erano nel bolognese, a San Lazzaro di Savena. Tante cure vi ha speso, e tanti miglioramenti ha introdotto, che poté ottenere a quel paesello, nel 1828, la Patente di Comune autonomo; ed egli alla prima ne venne eletto Priore, che oggi diciamo Sindaco”. La magistratura comunale di San Lazzaro si riunisce il 28 aprile e nomina Priore Carlo Berti Pichat (1799-1878). Il paese è nuovamente comune autonomo in virtù del Motu Proprio 21 dicembre 1827 di papa Leone XII. Lo era già stato nel 1810, in piena epoca napoleonica, accorpando anche le località di Castel de' Britti, Croara, Miserazzano e Pizzocalvo. Nel 1817, però, era tornato ad essere solo un appodiato di Bologna. Secondo A. Aglebert, Berti Pichat ha fortemente voluto l'autonomia amministrativa di San Lazzaro per migliorare le condizioni economiche della popolazione residente "aggravata da enormi tasse e balzelli, imposti dalla partecipazione alle spese della città di Bologna". Egli ha comunque anche un forte interesse personale, avendo in loco vaste proprietà. Sarà Priore, poi Sindaco di San Lazzaro dal 1828 al 1831. La sede del municipio verrà portata nell'antico ospedale dei lebbrosi, situato sulla via Emilia. Il 16 ottobre 1862, in virtù di un Regio Decreto, il Comune di San Lazzaro cambierà la propria denominazione in "San Lazzaro di Savena". L’aggiunta servirà a distinguere la cittadina a est di Bologna da altre località omonime.dettagli
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giugno 1828Il vaiolo miete vittime. Riprendono le vaccinazioniTrovando terreno propizio nelle condizioni di denutrizione della popolazione, stremata dalle carestie del decennio precedente, il vaiolo è diventato endemico nella provincia bolognese e ha mietuto oltre cento vittime tra il 1823 e il 1827. Nel 1828 si riaccende l'epidemia in tutta Italia, con 553 decessi a Bologna. Dopo i primi casi di militari ammalati, ricoverati in gennaio all'Ospedale Maggiore e al S. Orsola, il morbo si manifesta "in tutta la sua forza" e si diffonde rapidamente nella stagione primaverile, colpendo soprattutto i bambini. La città ricorderà a lungo "dolente le perdite sofferte". La ripresa delle vaccinazioni da parte della rinata Società Medica chirurgica bolognese non darà i frutti sperati: tra giugno e ottobre, nonostante l'infierire dell'epidemia e i frequenti appelli della Commissione provinciale di Sanità, solo poche decine di persone si presenteranno a fruire "del benefico preservativo".dettagli
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21 giugno 1828Una dimostrazione per il professor Tommasini allarma il governoLa sera del 21 giugno, alla fine delle lezioni universitarie, un gruppo di studenti accompagnano il professor Giacomo Tommasini dall'ospedale alla sua abitazione in via S. Vitale, per offrirgli un busto di marmo, opera di Cincinnato Baruzzi. Lungo la strada gli studenti gridano frasi in sua lode, appellandolo “onore d'Italia” e “restauratore dell'italica medicina”. Il celebre professore, che in passato ha avuto in cura Paganini e Leopardi, è in sospetto di liberalismo e sorvegliato dalla polizia, alla quale l'Arcivescovo Oppizzoni chiede un rapporto sull'insolita manifestazione. L'Arcicancelliere e il Legato temono che l'omaggio a Tommasini sia un pretesto per una manifestazione politica. Rinunciano tuttavia a vietarne lo svolgimento - per non provocare la reazione studentesca - e si limitano a impedire alla banda dei carabinieri di partecipare alla festa, per non dare l’impressione di approvarla. Insoddisfatto del clima ostile nei suoi confronti, Tommasini risponderà l'anno seguente all'offerta di un incarico presso la corte di Parma e nel novembre 1829 lascerà Bologna.dettagli
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1 luglio 1828L'Albergo BrunLo svizzero Giacomo Melchiorre Brun acquista Palazzo Ghisilieri, eretto nel 1493 sulle case dei Romanzi all'angolo con la Seliciata di San Francesco (poi Piazza Malpighi) e passato nel 1796 ai Malvasia. Lo trasforma quindi in locanda, con il nome di "Pensione Svizzera". Considerato il migliore albergo di Bologna, nel corso dell'800 ospiterà un gran numero di illustri personaggi e famosi musicisti, quali Chopin, Wagner, Puccini, Verdi. Garibaldi vi soggiornerà il 10 e 11 novembre 1848 e nel febbraio del 1860. Gabriele D'Annunzio, che a Bologna svolgerà il servizio militare, prenderà i pasti "in quest'albergo signorile, celebre per la cucina". Al termine della gestione della famiglia Brun, il nuovo proprietario J.F. Frank, produttore ed esportatore di vini, cambierà l'insegna in "Grand Hotel Brun". Lo stabile sarà quasi completamente distrutto da un bombardamento aereo nel 1943 e non più ricostruito.dettagli
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13 luglio 1828Ricostruita la chiesa di San Paolo in Monte sul colle dell'OsservanzaNel 1826, per iniziativa di padre Leopoldo Bassi e con l'aiuto di molti benefattori, i frati dell'Osservanza riacquistano quello che rimane del loro convento, risalente al XV secolo, dopo le demolizioni effettuate nel 1813 da Antonio Aldini, che lo ha in parte adattato a villeggiatura.Il 13 luglio 1828 è inaugurata la nuova chiesa di San Paolo in Monte, costruita ex novo su progetto dell'architetto Vincenzo Vannini (1791-1873) e ornata di lampade fabbricate da Filippo Pedrini.Il 4 agosto i frati tornano in processione ad abitare l'Osservanza, lasciando la casa occupata dal 1818 a San Lazzaro di Savena.Il convento sul colle divenne celebre in passato per aver ospitato tutti i principali esponenti della Riforma Osservante, quali S. Bernardino da Siena, S. Giovanni da Capestrano e il Beato Michele Carcano, fondatore nel 1473 del Monte di Pietà.La crescente connessione dell'Osservanza con lo Studio portò all'acquisto, nel 1465, del convento dei Monaci Armeni fuori Porta San Mamolo, che divenne poi convento della SS. Annunziata.Nel 1867 i frati dovranno abbandonare di nuovo l'Osservanza a seguito delle soppressioni decretate dallo Stato italiano. Vi ritorneranno nel 1880 e allora dovranno constatare un grave degrado. Nel 1884 la chiesa sarà dotata di un nuovo soffitto con copertura a volta.dettagli
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agosto 1828Rifacimento del selciato di Piazza MaggioreNell'agosto 1828 inizia il rifacimento della “seliciata” di Piazza Maggiore. Nell'occasione sono regolate diversamente le pendenze per lo scolo dell'acqua piovana, incanalata finora in canalette a cielo aperto. Ora le acque sono immesse in un chiavicotto, che ha l'imbocco vicino ad un pilastro del portico del Podestà, “dalla parte del Palazzo del Legato”. Da questo punto parte una nuova condotta, che confluisce nell'antica chiavica. E' inoltre eliminato un ponticello aperto sotto il marciapiede di macigno presente accanto al portone del Palazzo Pubblico, sotto cui scorrevano le acque piovane.dettagli
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19 agosto 1828Il borgo scomparso di DurazzoNel 1823 il borgo di Durazzo, a poca distanza da Molinella e da San Martino in Argine, è andato sott’acqua a causa di una disastrosa rotta dell’Idice. Il cimitero ha subito danni irrimediabili ed è stato chiuso. L’anno seguente il territorio è stato devastato da una nuova alluvione. Il parroco don Francesco Way ha cessato di dire messa nella chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, benchè posta in posizione rialzata. Fino a pochi anni prima Durazzo era un piccolo paese agricolo, dominato dal palazzo del conte Pepoli. Aveva una forma a ferro di cavallo, simile a quella della vicina Selva Malvezzi. Nel medioevo aveva acquisito una certa importanza e agiatezza, nonostante fosse situato in una zona malsana e sottoposta a frequenti allagamenti. Il 19 agosto 1828 la chiesa dei Santi Filippo e Giacomo viene ufficialmente ritenuta inadatta ai riti religiosi e quindi abbandonata. Nel corso del secolo andrà definitivamente in rovina. Nel 1851 il parroco di Quaderna don Filippo Landi prenderà atto della imminente scomparsa del borgo. Dopo averne dato la distanza da Bologna e il numero degli abitanti, concluderà così le sue memorie: “Forse verrà un dì in cui si dovrà dire: qui era Durazzo”. Nel Novecento ogni traccia del paese sarà spazzata via da nuove alluvioni e non sarà più possibile riconoscere i confini. A ricordare l’antico insediamento, più antico della stessa Molinella, e la sua comunità rimarrà, isolato e interrato per oltre tre metri, il campanile della chiesa, oggetto nel 1992 di un accurato restauro.dettagli
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25 agosto 1828Buon successo della "Properzia dé Rossi" di CostaLa tragedia Properzia dé Rossi di Paolo Costa (1771-1836), presentata dalla compagnia drammatica Mascherpa, ottiene un lusinghiero successo all'Arena del Sole. Secondo le cronache "applaudì il popolo e si commosse dei casi dolorosi della protagonista". L'autore è chiamato due volte sul palco “dalle vive, unanime ed iterate acclamazioni degli spettatori”. Ambientata a Bologna nel '500, all'epoca delle feste per l'incoronazione di Carlo V, la tragedia è stata rappresentata in un primo tempo dagli Accademici Filodrammatici, ottenendo le lodi - molto incoraggianti per l'autore - del cardinale legato Albani. Il "meraviglioso applauso" di Bologna non si ripeterà a Firenze, dove, al contrario, la pièce sarà “severamente giudicata dagli spettatori”, benché la parte della protagonista sia recitata dalla stessa attrice, la signora Pelzett. Il testo della "rappresentazione tragica" è pubblicato nel 1828 dalla Tip. Cardinali e Frulli. Nello stesso anno Costa pubblica anche la commedia La donna ingegnosa.dettagli
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27 settembre 1828Il testamento di Luigi ValerianiNella sua casa di via Castiglione muore il prof. Luigi Valeriani Molinari (1758-1828), considerato il maggiore economista del suo tempo. Di origine imolese, si laureò all'Università di Bologna in diritto civile e dal 1802 fu professore di Economia pubblica in questo ateneo. Nello stesso anno fu deputato ai comizi cisalpini di Lione. Continuò a insegnare fino alla fine, nonostante dopo il 1824 la sua cattedra fosse stata abolita. Profondamente influenzato dalle idee illuministiche, fu protagonista della vita politica del primo periodo francese. Partecipò ai comizi di Lione come rappresentante dell'Università bolognese. Il suo impegno si volse soprattutto alla formazione dei giovani: contrario a ogni assistenzialismo, era convinto che essi dovessero avere una formazione qualificata. Assieme a Giovanni Aldini eleborò un progetto innovativo di pubblica istruzione. Prima di morire dispose che i suoi beni fossero destinati, oltre che al completamento e al mantenimento del portico alla Certosa, all'erezione di una scuola appositamente dedicata al disegno tecnico, con premi per gli allievi più meritevoli. L'Amministrazione comunale nominerà una commissione mista di tre amministratori, tre professori e tre imprenditori per la progettazione e la gestione dell'Istituzione Aldini Valeriani, destinata ad avere un peso notevole sul destino industriale della città.dettagli
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24 ottobre 1828Riaperta la chiesa dei SS. Cosma e DamianoE' riaperta al culto la chiesetta dei SS. Cosma e Damiano in via Begatto. Fu costruita nel 1641-44 per la Compagnia del Suffragio Sacerdotale, fondata nel 1614 e formata da preti secolari. La congregazione venne soppressa nel 1798 e la chiesa fu acquistata da privati. Fu tra i tanti luoghi religiosi bolognesi chiusi nell'estate del 1808, ma non fu mai destianata ad altro uso. Dal 1851 l'antico oratorio sarà sede della congregazione dei Barbieri e Parrucchieri. Nel secondo dopoguerra verrà utilizzato per concerti e conferenze.dettagli
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29 ottobre 1828Neve e gelo precociIl 29 ottobre cade la prima neve. Non sarà mai così precoce nel trentennio 1814-1843. Il 2 novembre si colloca anche "il limite estremo dell'epoca del primo gelo".dettagli
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novembre 1828Si tenta di contrastare la criminalitàA Bologna le strade sono invase di vagabondi e questuanti. La città è famosa in Europa per il suo alto tasso di criminalità. Il governo pontificio appare incapace di “garantire una vita normale, viaggi senza briganti, norme senza eccessi discrezionali, uffici pubblici senza mance” (Balzani, Mazzuca) Vi sono note organizzazioni criminali di antica tradizione, come i biricchini (o birichini), organizzati in bande che hanno il nome delle strade da cui provengono; i ritirati, che traggono il nome dal fatto di approfittare dell'immunità che copre le soglie delle chiese e dei palazzi patrizi; i precettati, posti sotto stretta sorveglianza della polizia. Le associazioni criminali svolgono attività illecite, come il contrabbando e l'estorsione di pagamenti esosi per i loro servigi, con l'uso di minacce e violenze. Di fronte a una crescita del crimine a livelli drammatici il governo è costretto a ripristinare le pattuglie cittadine, disattivate pochi mesi prima. Si tratta di gruppi di cittadini armati, che perlustrano la città nelle ore notturne, in appoggio alle forze di pubblica sicurezza. Costituiranno in seguito il modello della Guardia Civica. Per arginare l'invasione di vagabondi senza fissa dimora, il legato cardinal Albani dispone in novembre che i contadini non possano lasciare i loro paesi senza permesso.dettagli
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1 novembre 1828Giulia Grisi debutta a BolognaGiulia Grisi (1811-1869) debutta a Bologna al Teatro Comunale, interpretando il ruolo di Emma nella Zelmira di Rossini. Quest'anno è anche Emilia nell'Otello e Dorliska in Torvaldo e Dorliska, entrambe opere del maestro di Pesaro. Soprano drammatico dalla voce affascinante, sobria nell'agire, la Grisi sarà notata da Vincenzo Bellini, che le affiderà il ruolo di Adalgisa nella prima rappresentazione della Norma a Milano il 26 dicembre 1831. In seguito sarà anche Elvira nei Puritani, Dorina nel Don Pasquale e canterà nello Stabat Mater di Rossini. Una sua biografia, sulla rivista “Teatri, arti e letteratura”, parlerà di lei come “la prima cantatrice che vanti di presente l'Europa” e addirittura “il più strano e meraviglioso fenomeno dello sviluppo delle facoltà organiche ed intellettuali dell'uomo”. Una rapida e brillante carriera la porterà a primeggiare in tutti i più importanti teatri europei.dettagli
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6 novembre 1828"Elevazione aereobatica" di Francesco Orlandi dalla MontagnolaIl 6 novembre, all'una del pomeriggio, l'aeronauta Francesco Orlandi effettua una “elevazione aereobatica” dai pubblici giardini della Montagnola. Il pallone, provvisto di paracadute e di propulsori in entrambi i lati della cabina di volo, si dirige verso sud-ovest e atterra nei pressi di Prunarolo, sull'Appennino, a una ventina di miglia dalla città. Alla sera Orlandi è accolto trionfalmente al Teatro del Corso.dettagli