Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.
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1826Il Parco delle Fonti a CorticellaIl chimico bolognese Giovanni Minelli fa analizzare dalla Società Medico Chirurgica l’acqua che sgorga da una fonte situata in un podere di proprietà del padre nei pressi dell'antico ponte di Corticella e della vicina dogana, sulla riva destra del Canale Navile. L’esito delle analisi è molto promettente: l’acqua è giudicata utile per la terapia delle alterazioni del sistema arterioso, la cura di malattie quali la sclerosi e l’amenorrea, per i disturbi dell’apparato viscerale. Minelli si convince quindi a impiantare un vero e proprio edificio termale, nominando il dottor Giuseppe Banti quale direttore sanitario. Per rendere ancor più comodo e attraente il luogo, il proprietario fa costruire rustiche capanne, uno chalet con bar, giardinetti, pergolati, e mette a disposizione barchette per brevi escursioni fluviali sul canale Navile. Le terme di Corticella diverranno così ben presto, oltre che un luogo di cura, anche una meta gradita per escursioni fuori porta. La proprietà sarà rilevata all'inizio del '900 da Antonio Borghi, che impianterà uno stabilimento per l'imbottigliamento dell'acqua minerale e attrezzerà ancor meglio il parco per il turismo fuori porta.dettagli
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1826Gli ebrei tornano nel ghettoDopo il ritorno del potere pontificio peggiora la situazione della comunità ebraica, emancipata nel periodo napoleonico. Gli israeliti non vengono cacciati, ma sono considerati “schiavi civili tollerati”. Nel 1826 vengono rimessi i portoni nel ghetto e reso obbligatorio il pernottamento. Ai cristiani è proibito di accendere il fuoco nelle case degli ebrei il sabato. Nel 1827 sarà riconfermata la validità dell'Editto sopra gli Ebrei di papa Pio VI (1775). Nel 1836 alcuni ebrei coinvolti nei moti carbonari saranno espulsi da papa Gregorio XVI. Nel 1837 sarà ripristinata la “licenza viaria”, per limitare la circolazione dei mercanti ebrei. Nel 1840 la comunità israelitica bolognese conterà circa 90-100 persone, un numero molto esiguo, se confrontato con quella di Ferrara, che comprende circa 1.800 persone.dettagli
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gennaio 1826Contestato dagli studenti, il Rettore si dimettePer via dell'Epifania, la ripresa delle lezioni universitarie è anticipata, contrariamente alle usanze. Questo provoca vibrate proteste da parte degli studenti contro alcuni professori di Medicina. Il Rettore Camillo Ranzani (1775-1841), di carattere severo e inflessibile, reagisce duramente attirandosi l'odio degli studenti. Le reazioni non si fanno attendere: viene appiccato il fuoco a una cattedra e la città appare tappezzata di manifesti intimidatori e versetti osceni. Scosso dagli eventi, il prof. Ranzani si dimette e rinuncia anche a tenere il suo corso. La situazione è riportata sotto controllo grazie all'azione moderatrice dell'Arcivescovo card. Oppizzoni.dettagli
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1826L'affresco di Luigi Lolli all'Accademia e il ritratto di LeopardiIl pittore Luigi Lolli di Lugo è vincitore del concorso per un dipinto a fresco, da eseguire presso l'ingresso della Pinacoteca, dal lato dell'Accademia di Belle Arti. Il tema prescelto è Annibale Carracci che di memoria disegna il Laocoonte sul muro alla presenza di Agostino suo fratello. Nell'occasione il poeta Giacomo Leopardi, in soggiorno a Bologna, è convinto, dopo molte insistenze, dall'amico stampatore Brighenti a farsi fare dal Lolli un ritratto, da allegare alla sua raccolta di poesie. Sarà l'unico documento originale della fisionomia del poeta in vita e servirà da base per molti suoi ritratti postumi.dettagli
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1826Censimento degli opifici sul canale di Reno e il CavaticcioL'ingegnere Giuseppe Tubertini (1759-1831) compie un censimento degli opifici e degli “Usi d'Acque per ogni ramo d'industria” dal canale di Reno. Su di esso sono in funzione mulini da grano, mulini da rizza, macine da galla, frantoi, cartiere, magli per la carta, il ferro e il rame, “pille da riso, pistrini, cilindri o buratti per riso”, filatoi da seta, fabbriche di panni, “caldierini, caldiere, pilloni da droghe e da maiolica”, la manifattura dei tabacchi, lavanderie e bagni, pellacanerie, pelliccerie, tintorie, “incresperie, trafile, gualchiere” e mangani. A queste date non ci sono più le caratteristiche segherie sul canale del Cavaticcio, ma rimangono numerosi mulini, che utilizzano chiaviche superiori e inferiori al boccaccio sul Reno e poi scaricano le acque in questo canale, che percorre un antico alveo dei rio Vallescura. Gli opifici scompariranno poco alla volta nel corso del secolo e solo le lavandaie rimarranno a testimoniare le antiche lavorazioni.dettagli
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1 gennaio 1826I padri Domenicani hanno di nuovo la loro chiesaCon decreto papale del 21 dicembre 1825, effettivo il 15 gennaio seguente, la parrocchia di San Domenico è trasferita in San Procolo. Dal 1° gennaio i padri Domenicani, la cui comunità è rinata nel 1824 con nove religiosi, rientrano definitivamente in possesso della chiesa, che custodisce le reliquie del Fondatore dell'Ordine, e dei locali occupati dal parroco. Nel frattempo, però, hanno perduto la custodia, che durava da secoli, del Santuario di San Luca, affidato dal cardinale Oppizzoni al clero secolare.dettagli
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1826Esordio del pianista Stefano GolinelliIl pianista bolognese Stefano Golinelli (1818-1891) inizia la carriera concertistica e viene subito notato dalla critica: Quantunque assai giovane di età, è già maestro di musica ed è tanto innanzi nell'arte del suonare il piano-forte da venir subito dopo a qué sommi che empirono di lor fama il mondo. Secondo Robert Schumann la sua apparizione è "un segnale improvviso di vita per l'Italia". Nel 1836 diventerà Accademico Filarmonico e nel 1840 sarà chiamato da Rossini al Liceo musicale, dove rimarrà fino al 1871. Sarà considerato il "Liszt italiano", l'unico pianista nel paese di livello veramente internazionale.dettagli
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1826L'Accademia dei ConcordiCon il favore del cardinale Legato Albani, si costituisce la Società (o Accademia) dei Concordi, che raccoglie i migliori attori dilettanti di Bologna, dediti a un'attività drammaturgica con fini filantropici. La compagnia si stabilisce al Teatro Contavalli, dove è seguita da un numeroso pubblico pagante. La presidenza dei Concordi è di Carlo Savini, mentre la direzione artistica è di Giuseppe Torri. Antonio Zanolini (1791-1877) è nominato censore. Alcuni dei venti soci iniziali diverranno in seguito professionisti, come la migliore attrice Virginia Scevola. Saranno recitate molte commedie di Goldoni, ma anche novità francesi tradotte da Luigi Ploner (1801-1856), popolare attore dilettante e apprezzato commediografo. . Ben preparata e professionale, seguita da un pubblico fedele e sostenuta dalla critica, la Società o Accademia dei Concordi diventerà in breve la migliore società di attori dilettanti a Bologna. Avrà lunga vita e costituirà un serbatoio per le compagnie comiche. La funzione sociale del teatro terrà uniti questi giovani attori dilettanti. Alcuni di essi, come Agamennone Zappoli (1811-1853) o Augusto Aglebert (1810-1882), saranno coinvolti dalle idee liberali, parteciperanno agli eventi politici e pagheranno duramente per il loro impegno. La Società dei Concordi celerà tra l'altro l'attività di una Loggia massonica con sede in via Valdonica.dettagli
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1826La Stamperia delle Muse pubblica la seconda raccolta poetica di LeopardiLa Stamperia delle Muse pubblica la seconda raccolta di Giacomo Leopardi, intitolata Versi. Essa comprende tutta la sua produzione poetica fino a questo momento. Oltre alle Canzoni contenute nella prima raccolta stampata a Bologna presso Nobili nel 1824, vi sono sei Idilli del 1819 e due Elegie del 1817. Inoltre vengono presentati i cinque Sonetti in persona di ser Pecora fiorentino beccaio, sempre del 1817, l'Epistola al conte Carlo Pepoli e due riduzioni in volgare: la Batracomiomachia o Guerra dei topi e delle rane (1815), "piuttosto imitazione che traduzione dal greco", e la satira misogina di Simonide (1823) in prima traduzione italiana. Questi canti, con quelli della prima raccolta del 1824 e altri ancora - 23 in tutto - saranno nuovamente stampati a Firenze nel 1831.dettagli
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1 febbraio 1826La Facoltà FilologicaCreata nel 1826, la Facoltà Filologica non ha grandi possibilità di incidere nella cultura dell'epoca. Rimane una scuola “povera di cattedre e vuota di allievi” (Calcaterra). Assieme a docenti insignificanti, quali il Canali o il “distrattissimo” Golfieri, operano nomi più noti come Massimiliano Angelelli, che dapprima tiene, senza esserne specialista, l'insegnamento di storia antica e moderna, poi nel 1838 sale sulla cattedra di greco, del quale è uno dei più apprezzati traduttori. Qui però avrà allievi solo sporadicamente, come del resto avveniva al suo predecessore Giuseppe Gaspare Mezzofanti, più poliglotta che filologo. Secondo la testimonianza di Giacomo Leopardi, che il 1° febbraio 1926 ne scrive all'amico Bunsen, "in tutta Bologna, città di 70 mila anime, si contano tre persone che sanno il greco, e Dio sa come".dettagli
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27 marzo 1826Epistola di Giacomo Leopardi a Carlo PepoliIl 27 marzo, lunedì di Pasqua, Giacomo Leopardi (1798-1837) legge pubblicamente nella sede dell'Accademia dei Felsinei l' Epistola al conte Carlo Pepoli, dedicata al vice-presidente dell’Accademia e suo caro amico. Questo affannoso e travagliato sonnoche noi vita nominiam, come sopportiPepoli mio? Lo stesso Pepoli ricorderà l'argomento nel suo poemetto L'Eremo del 1828, scritto in morte di Livia Strocchi: “Si canta, come tornando oziose e vane tutte le cure poste dall’uomo a rinvenire la felicità, si può chiamare un vero ozio l’intera vita”. La voce fioca del poeta e la distrazione dell'uditorio non fanno apprezzare pienamente il contenuto della lettera. Leopardi appare “di tetro umore ... con anima oltre modo sensibile, e mancante di certi necessari doni naturali atti a chiamare la generale attenzione”. L'Accademia Felsinea è nata nel 1819 in seno alla Società del Casino, uno dei circoli più in voga della città, e ne gestisce gli incontri poetici con una certa autonomia, potendo aggregare anche persone non iscritte a quello.dettagli
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30 maggio 1826Incontro di Leopardi con Teresa Carniani MalvezziL'incontro con Teresa Carniani (1785-1859), moglie di Francesco Malvezzi, donna coltissima (Vincenzo Monti le riconosce “maschio senno in bianca fronte impresso”) e animatrice di uno dei più importanti salotti letterari della città, regala a Giacomo Leopardi inedite emozioni: “Ha risuscitato il mio cuore dopo un sonno, anzi una morte completa, durata per tanti anni”, scrive il 30 maggio al fratello Carlo. Una conoscenza che segna un nuovo periodo della sua vita: “Mi ha disingannato del disinganno, mi ha convinto che ci sono veramente al mondo dei piaceri che io credeva impossibili”. Di origine fiorentina, di famiglia non nobile e di idee liberali, Teresa – che Leopardi conosce non più giovanissima, sulla quarantina, ma che possiede una grazia e uno spirito “che supplisce alla gioventù” - ha fatto profondi studi classici e si è messa in luce grazie ad alcune brillanti volgarizzazioni di Cicerone, tanto da meritare l'accesso ad istituzioni solitamente precluse alle donne, come la Regia Accademia di Torino. Il suo salotto nel palazzo di via S. Donato è stato inaugurato dalla grecista Clotilde Tambroni e quindi frequentato dai migliori cultori di lettere, quali Filippo Schiassi, Dionigi Strocchi, Paolo Costa, Carlo Pepoli, Vincenzo Monti. Il rapporto con Leopardi, dapprima improntato a una tenera amicizia, “un abbandono che è come un amore senza inquietudine”, con pianti sinceri e lodi che “restano tutte nell'anima”, si muta in seguito in una freddezza inattesa, che provocherà proteste e biasimi da parte del giovane poeta. Teresa chiuderà il suo salotto nel 1840, afflitta da problemi di salute. Ormai però il suo cenacolo squisitamente letterario sarà fuori moda: in tutti gli ambienti conviviali bolognesi a queste date arderà il fuoco della passione civile e politica.dettagli
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3 luglio 1826Vietato sparare per le strade e contro le muraUn editto del cardinale Legato Albani vieta di sparare con armi da fuoco per le strade, nei dintorni della città e contro le mura di cinta. Solo i proprietari dei fondi a ridosso delle mura possono cacciare a meno di un miglio di distanza da esse. L'abitudine dei cacciatori di scaricare gli archibugi contro le mura è inveterata e il divieto è stato più volte ripetuto dalle autorità.dettagli
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11 agosto 1826Rifacimento della scalinata di San PetronioL'11 agosto è completato il rifacimento in marmo di Carrara della scalinata di San Petronio, affidato a Francesco Minarelli. Il capomastro è morto tragicamente alcuni giorni prima cadendo da un pontile, nel cantiere della biblioteca comunale in San Domenico.dettagli
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20 dicembre 1826Il Papa conferma il culto della Beata Imelda LambertiniIl 20 dicembre Papa Leone XII proclama beata la giovanissima Imelda Lambertini. Il processo di canonizzazione è stato avviato nel '700 sotto il pontificato del papa bolognese Benedetto XIV. Nel 1333 Imelda, al secolo Maria Maddalena Lambertini, era una educanda nel monastero domenicano di Santa Maria Maddalena in Val di Pietra, fuori porta Saragozza. Il suo grande desiderio era quello di ricevere la Comunione Eucaristica, ma non aveva ancora l'età richiesta dalla Chiesa. Secondo la tradizione il 12 maggio di quell'anno, mentre in chiesa pregava con grande intensità, prostrata a terra, un'ostia si staccò dalla pisside e volò fino a lei. Il sacerdote gliela mise fra le labbra e subito dopo la piccola morì in estasi. Il miracolo la rese un modello della devozione eucaristica e un raro esempio di santa bambina. Nel 1582 le suore Domenicane si trasferirono all'interno delle mura e le reliquie della Beata Imelde furono traslate prima nella nuova sede del convento in via Galliera, poi nella chiesa di San Sigismondo, di fianco alla Cà Granda dei Malvezzi.dettagli