Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.
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1823Sulla scena "Morte al tiranno!"Durante una recita della Merope di Alfieri all'Arena del Sole, l'attore Ignazio Pallica, che recita la parte del tiranno, vede arrivare ai suoi piedi, e conficcarsi sulle tavole del palcoscenico, un coltellaccio tirato da uno spettatore della platea, che si è troppo immedesimato nel racconto. Un episodio analogo si ripeterà nell'aprile 1848, quando, durante la rappresentazione de La cacciata dei tedeschi dall'Italia, un dramma ambientato a Siena nel Cinquecento, uno spettatore scaglierà contro il tiranno un "vetro da osteria" e poi fuggirà, gettandosi a nuoto nel canale Navile.dettagli
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1823Decorazioni nel Palazzo arcivescovileIl cardinale Arcivescovo Carlo Oppizzoni promuove la decorazione sistematica del palazzo arcivescovile, ristrutturato a partire dal 1819. Sono escluse le scelte stilistiche del periodo napoleonico: le grottesche, le pitture pompeiane, i colori squillanti, la maniera spigliata di pittori quali Antonio Basoli, Pelagio Palagi, Felice Giani, protagonisti della stagione neoclassica nei palazzi e nei teatri bolognesi. Vengono invece coinvolti "esponenti di spicco della scuola bolognese, formatisi nelle aule della locale Accademia Clementina", ma che ne rappresentano "la componente più tradizionale". Si tratta di Gaetano Caponeri (1763-1833) e Onofrio Zanotti (1787-1861), specializzati in quadrature, Filippo Pedrini (1763-1856), Gian Battista Frulli (1765-1837) e Pietro Fancelli (1764-1850), abili figurinisti, e Rodolfo Fantuzzi (1781-1832), paesaggista allievo del Martinelli. Tutti sono autori, in questi anni, di pregevoli monumenti funerari alla Certosa. I lavori iniziano nel 1822 da una stanza di collegamento al primo piano, detta Atrio della Galleria. Sulla volta vengono dipinti soggetti che alludono all'ingegno umano. La vicina galleria è completata nel 1823 da Gaetano Caponeri e Filippo Pedrini: l'elaborata architettura della volta contiene scene allegoriche, che alludono alle doti del buon vescovo: la Pazienza, l'Amore di Dio, le Tre Virtù Teologali, la Carità e la Castità, mentre sulle porte compaiono i medaglioni di Pio VII e dei papi bolognesi. Attraverso le allegorie si vuole forse delineare "il ritratto morale dell'Oppizzoni, nel duplice ruolo di uomo di cultura e di Pastore dell'Arcidiocesi" (Bergomi). Anche il grande ambiente della Biblioteca ospita complesse quadrature di Caponeri e al centro del soffitto un bel quadro di Gian Battista Frulli, che rappresenta la Divina Sapienza. Frulli e Onofrio Zanotti dipingono anche le stanze annesse. I lavori di abbellimento proseguiranno nell'altra ala dell'edificio, in cui si trovano le stanze di rappresentanza, l'alloggio e lo studio del cardinale. Nel 1828 il grande palazzo, architettato dal Tibaldi nel XVI secolo, apparirà "con ottimo gusto riccamente restaurato, ed ornato".dettagli
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1823Una città di giovani con molti poveriNel 1823 Bologna conta 66.084 abitanti. Di questi oltre il 60% sono bambini e giovani. Sotto il profilo sociale, di fronte a un 8% di nobili e benestanti vi sono il 29% di operai e il 44% di bisognosi.dettagli
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1823L'Agenzia dei Beni Nazionali trasferita ai CelestiniL'Agenzia dei Beni Nazionali, già nel collegio di Montalto, è trasferita nell'ex convento di San Giovanni Battista dei Celestini. Il centralissimo complesso ospiterà in seguito la Scuola di Applicazione per gli Ingegneri e l'Archivio di Stato. Durante l'epidemia di colera del 1855 sarà utilizzato come ospedale.dettagli
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1823La rivista musicale "Polinnia Europea"Presso la stamperia del Nobili è pubblicata, per conto della ditta Cipriani proprietaria d’un magazzino musicale, la rivista "Polinnia Europea ossia Biblioteca Universale di Musica". Considerata l'antesignana dei giornali musicali italiani, ha un taglio serio e rigoroso, tanto che sembra aleggiarvi "minaccioso eppure protettivo, lo spirito di Padre Martini". La parte storico-erudita contiene "estratti dalla storia, metafisica e morale dell'arte", articoli didascalici, biografie. La parte curioso-dilettevole riporta notizie musicali e aneddoti sui teatri, le opere e i virtuosi della musica. Tra i temi trattati vi sono l'acustica, il bello in musica, le istituzioni musicali. Il foglio avrà comunque vita effimera, cessando la pubblicazione dopo pochi numeri.dettagli
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1823L'Oratorio del Crocefisso del Cestello ai Padri OsservantiNel 1823 è assegnato ai Padri Osservanti di San Lazzaro l'oratorio che fu della Compagnia del Crocefisso del Cestello, soppressa il 27 luglio 1798. Con la chiesa annessa - risalente al 1785 e ricca delle quadrature di Flaminio Minozzi (1735-1817) - fu acquistato dal conte Francesco Ranuzzi il 20 gennaio 1806. Il nobiluomo si impegnò a sue spese affinché la chiesa "fosse decentemente officiata" e sistemò l'oratorio come abitazione del guardiano. Sotto al piazzale antistante scorre il torrente Aposa, che si dirige coperto in città, mentre ancora in gran parte scoperto è il tratto verso le mura, che il Senato aveva un tempo deciso di trasformare in discarica "per i rottami delle fabbriche".dettagli
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1823La Teriaca nella tariffa dei medicinalila Commissione provinciale di Sanità la inserisce a pieno titolo la Teriaca (o Triaca) nella Tariffa dei medicinali. Fino al 1796 aveva goduto "universale favore" l'usanza della fabbricazione in pubblico di questo medicinale antichissimo, considerato panacea di tutti i mali e composto di decine di ingredienti, compreso l'oppio e la carne di vipera. La prima Triaca "con pompa" fu fatta nel 1574 nella spezieria di S. Salvatore, presenti i protomedici Ulisse Aldrovandi e Antonio Maria Alberghini. Dopo la costruzione dell'Archiginnasio la preparazione solenne avveniva in agosto (o in primavera) nel cortile delle scuole coperto da un tendone e addobbato di damaschi. Qui "simetricamente erano collocate caldaie, mortai e altri arnesi di spezieria", mentre ai lati dell'ingresso della cappella dei Bulgari, sotto le statue di Galeno e di Ippocrate, erano allestite due "scanzie piramidali" con gli ingredienti. Le droghe rimanevano esposte per una giornata, poi iniziava la manipolazione da parte degli speziali, assistiti dal protomedico, che durava due giorni. "Dopo alquanto tempo riposata" la Triaca era distribuita alle spezierie della città e del territorio che ne facevano richiesta. Tornata con la Restaurazione sui banchi delle farmacie, la miracolosa medicina sarà prodotta fino all'inizio del '900.dettagli
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28 febbraio 1823Il Cumulo della MisericordiaUn decreto del cardinale Oppizzoni riunisce le eredità Cottogni e Mignani al Cumulo della Misericordia. Si tratta di un antico monte frumentario istituito dal conte Giovanni Pepoli nel 1561 e trasformato nel 1612 dal Papa in opera di sussidio ai poveri e ai monasteri a disposizione dell'Arcivescovo. Le sue sostanze aiutano in questo periodo famiglie povere e vedove; procurano inoltre la dote ad alcune fanciulle. Con testamento del 13 aprile 1855 lo stesso Oppizzoni destinerà a questa opera pia una parte dei suoi beni. Lasciata "in rilevante disordine" dagli amministratori nominati dal cardinale, nel 1859 essa passerà, assieme ad altri istituti, sotto il controllo della Congregazione di Carità.dettagli
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12 marzo 1823Neve rossa e neve luminosaSull’Appennino tosco-emiliano cade molto abbondante la neve. Il 12 marzo una colonna del reggimento di cavalleria austriaca Vincent, proveniente da Firenze e diretta a Bologna, è costretta a fermarsi a Barberino del Mugello. Il 13 e il 14 dicembre forti nevicate provocano crolli e valanghe - con numerose vittime - anche nell’Appennino centrale. Il 14 dicembre, tra la Calabria e l’Emilia, su tutta la catena appenninica, si osserva una neve di colore rosso, la più sorprendente che si sia mai vista. A Roma, dove la neve cade raramente, viene ordinato di ripulire il tetto della chiesa di S. Maria in Vallicella per timore di troppo sovraccarico. Il 19 marzo a Fiumalbo, sull’Appennino modenese, la nevicata è così copiosa che in alcune case gli abitanti sono costretti a uscire dalle finestre. In questo periodo una nevicata anomala non è un fenomeno limitato all’Italia. Un giornale di Edimburgo racconta in questi termini una precipitazione sorprendente e spaventosa: Tutto ciò che era all'intorno prese l'aspetto di una superficie luminosa, o d'uno strato immenso di fuoco. Benché in apparenza tutto ardesse, non si provava sensazione alcuna di calore. Appressando alla neve la mano, aderiva a questa la materia luminosa insieme coll'acqua risultata dalla fusione della neve. La neve poi conservò la proprietà luminosa per dodici o quindici minuti.dettagli
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1 aprile 1823L' "Annibale in Bitinia" di Nicolini al Teatro ComunaleLa stagione di primavera del Teatro Comunale si apre il 1° aprile con la rappresentazione di Annibale in Bitinia, dramma eroico in due atti di Giuseppe Nicolini (1762-1842) su libretto di Luigi Prividali. La storia racconta le vicende di Annibale, ormai sconfitto e in fuga dai Romani, che si rifugia presso re Prusia in Bitinia e alla fine si dà la morte col veleno. Tra gli interpreti vi è Carolina Passerini, Prima Donna Assoluta nel ruolo di Barsene. E' una cantante molto accreditata in questo periodo. La critica la giudica "ammirabile per l'agilità della voce e per la profonda scienza dell'arte sua". In scena vi sono anche il soprano Giuseppina Mariani nel ruolo di Licisca e il tenore Pietro Bolognesi in quello di Annibale, mentre il contralto Rosa Mariani veste i panni del proconsole Flamminino. Quest'ultima e la Passerini sono "straordinariamente applaudite". Segue l'opera il ballo tragico Elisabetta regina d'Inghilterra al castello di Kenilworth, composto e diretto da Giovanni Galzerani. E' descritto come "molto bene decorato", con ottime scene e magnifici costumi. Nel complesso uno spettacolo "che sarebbe degno d'una Capitale".dettagli
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3 aprile 1823L'Aero-Veliero di Vittorio SartiNella galleria di Palazzo Aldrovandi, alla presenza di professori e autorità, il bolognese Vittorio Sarti fa volare un modello del suo Aero-Veliero, una sorta di elicottero con due velature soprapposte, coassiali e controrotanti, che applica un principio di volo detto “del drago o del cervo volante”. In questa occasione il velivolo è dotato di involucro aggiuntivo gonfiato a gas, che lo rende simile a un dirigibile. Nella relazione redatta dagli scienziati presenti - e depositata presso un notaio il 28 aprile - è detto che il modello vola grazie a molle ed “Elastri” (elastici), che sostituiscono il motore a vapore previsto dall'inventore. L'esperimento in aria calma ha comunque successo. La macchina è ritenuta geniale: può essere considerata il primo mezzo al mondo più pesante dell'aria a sollevarsi con le sue sole forze. "Di gran lunga al di sopra" all'"eletta schiera" degli aviatori bolognesi, Sarti è il solo che "al principio statico sostituisce il dinamico". Tenterà in seguito di intraprendere la costruzione di un vascello più grande. Nel giugno 1824 un esemplare di Aereo-Veliero senza la macchina a vapore sarà esposto nel collegio Montalto. Tenterà poi di finanziare il progetto tramite una pubblica sottoscrizione, che risulterà insufficiente, nonostante la generosità di molti concittadini. Infine andrà a Roma, dove farà volare un altro modello nell'aula della Sapienza, ricevendo anche qui elogi e attestati. Morirà nel 1831 nella Città Eterna, senza però aver potuto realizzare il sogno di una vera macchina volante.dettagli
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3 aprile 1823Il periodico "Corriere degli Spettacoli italiani"Il foglio periodico "Corriere degli Spettacoli italiani" è pubblicato dal 3 aprile 1823 come supplemento della "Gazzetta di Bologna". Intende rendere conto delle compagnie musicali e teatrali operanti in Italia e dei loro componenti, descrivere le nuove produzioni e le reazioni dell'opinione pubblica, parlare dei "pubblici stabilimenti" eretti "a vantaggio degli spettacoli teatrali" e illustrare le più belle composizioni poetiche in onore dei virtuosi. Promette di utilizzare corrispondenze "tutte intelligenti dell'arte" e di trattare ognuno con "urbanità e rispetto". Dal 15 aprile 1824 verrà sostituito da "un più elegante giornaletto" intitolato "Cenni storici intorno alle Lettere, Invenzioni, Arti, Commercio e Spettacoli teatrali".dettagli
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7 maggio 1823Gli "Illinesi" di Sampieri al ComunalePer la prima volta il Teatro Comunale inserisce uno spartito di Francesco Sampieri, il melodramma serio Gl'Illinesi, con Giovanni Tadolini maestro al cembalo e direttore dei cori, Carolina Passerini primadonna assoluta e Pietro Bolognesi primo tenore. Per questo spettacolo vengono allestite grandiose scenografie, a cura di Gaetano Sandri e Domenico Ferri ed è abbinato un ballo eroico di grande effetto: Enrico IV al passo della Marna. Malgrado ciò lo spettacolo lascia freddo il pubblico. Musicista, accompagnatore al piano, compositore, Francesco Sampieri (1790-1863), figlio maggiore del marchese Luigi, è uno dei protagonisti della vita culturale e musicale di Bologna. Membro dell'Accademia Filarmonica dal 1807, la sua musica è suonata e apprezzata nei salotti della città e nel palazzo di famiglia. Qui egli è solito ricevere gli artisti di passaggio, per prestigiose serate musicali. Dal 1810 è direttore musicale della Società del Casino di palazzo Bolognini Amorini. Grazie a lui le mattinate domenicali del Casino saranno per oltre quarant'anni l'orgoglio della vita culturale bolognese. Assieme a dilettanti appartenenti alle famiglie nobili locali vi si esibiranno star internazionali, quali la Malibran, Liszt, Paganini. Le opere di Sampieri vengono messe in scena in varie città d'Italia, con alterna fortuna, ma sempre con ottimi cantanti e allestimenti: oltre agli Illinesi, sono Il Trionfo di Emilia, Valmiro e Zaida, Pompeo in Siria, rappresentato a Milano al Teatro alla Scala.dettagli
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21 maggio 1823La Società del Casino rinnova sede e statutiIl Casino Civico (o Società del Casino), che offre trattenimenti di musica e poesia “per appagare i desideri della nobiltà bolognese” e organizza serate di gala per ospiti illustri in transito in città, ottiene una nuova costituzione, stabilita dalla Segreteria di Stato pontificia. Dopo una provvisoria sospensione, nel 1823 avviene il trasferimento da Palazzo Vizzani Lambertini a Palazzo Bolognini-Amorini in via Santo Stefano. La nuova sede è inaugurata il 26 dicembre con un'accademia di musica diretta dal maestro Francesco Sampieri e una "brillantissima" festa da ballo. Il nuovo statuto, elaborato da Francesco Rangone, prevede accademie e concerti di musica, esercizi e feste di ballo, accademie di poesia, lettura di fogli non proibiti, giornali scientifici, letterari e di moda, conversazione, gioco del biliardo e altri giochi leciti. Il gabinetto di lettura, diretto da Carlo Pepoli, comprende 21 testate italiane e straniere, tra le quali il "Moniteur Universel" e il "Journal de Débats". Col tempo si formerà un nucleo librario consistente, che diventerà una biblioteca utilizzata dai soci e dagli ospiti di passaggio. Il circolo apre le porte due o tre ore dopo l'Ave Maria, al suono della campana maggiore della vicina basilica di Santo Stefano. Le sale allora si riempiono “di signori in marsina e di signore con l'ultimo abito consigliato dai figurini di Parigi” (Beseghi). Tra i gruppi sociali che possono far parte del sodalizio vi sono autorità, famiglie nobili, scienziati, legati, medici, "tutte le distinte persone del clero oltre agli ufficiali esteri e nazionali". Sono invece esclusi coloro che lavorano al banco: orologiai, fabbri, calzolai, falegnami, facchini. La direzione si riserva comunque di accettare solo coloro che "si distinguono per condizione e fama e che riuniscono requisiti superiori ad ogni eccezione".dettagli
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8 giugno 1823Speranze di rivoluzioneIn un rapporto al Governatore austriaco si dice che a Bologna domina lo spirito rivoluzionario, in particolare tra i giovani e gli studenti. Si fanno pubblicamente discorsi "in odio alla sacra alleanza" e contro tutti i governi legittimi. L'atteggiamento prudente e liberale del card. legato Spina consente, tuttavia, di mantenere la calma. Preoccupa in modo particolare la permanenza in città di Luciano Bonaparte, fratello di Napoleone, e del conte di Compignano Felice Baciocchi. Il suo palazzo è frequentato da letterati bolognesi "di sospetti principii politici". Tra gli ospiti è notato anche il marchese Francesco Nunez, direttore di polizia.dettagli
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1 luglio 1823Il gabinetto di lettura CiprianiIl tipografo fiorentino Gaspare Cipriani e il musicofilo Francesco Calegari aprono un negozio di musica, con annesso un gabinetto pubblico di lettura, accanto al teatro del Corso. Al gabinetto possono associarsi tutti coloro che sono disposti a spendere una “tangente di paoli 3 mensili”, con il pagamento anticipato di tre mesi di abbonamento. Il servizio offre la lettura di fogli politici e giornali scientifico-letterari. Tra i periodici disponibili vi sono i prestigiosi “Journal des Debats“, "Moniteur Universel" e "Gazette de Lausanne". Oltre a quelle scientifiche, non mancano riviste di moda e arredamento, particolarmente gradite dalle mogli dei soci. Per i giornali inglesi, come il “Sun” o il “Times”, è promessa la traduzione degli articoli più importanti, così come è prevista la lettura ad alta voce di alcune notizie “de' fogli politici ultimamente giunti” per coloro che non “vogliono perdere tempo aspettando che altri legga”. Il negozio di Cipriani ospiterà dal 1825 la redazione del periodico “Il Caffè di Petronio”, giornale di "notizie teatrali, bibliografiche e urbane", e sarà un frequentato ritrovo culturale. Nel clima repressivo della Restaurazione i gabinetti di lettura avranno vita assai grama. Nel 1825 ne aprirà un altro in via dei Libri, ma senza giornali politici. Quello forse più prestigioso avrà vita all'interno della Società del Casino: nel 1827 esso offrirà ai soci 37 testate di periodici italiani e stranieri e metterà a disposizione una ricca biblioteca con prestito librario.dettagli
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10 luglio 1823Rinasce la Società Medica ChirurgicaIl 10 luglio, nella Sala Anatomica dell'Istituto clinico dell'Università, situata nella soppressa chiesa di Sant'Ignazio (poi sede dell'Accademia di Belle Arti), si tiene la prima riunione della rinata Società Medico-Chirurgica di Bologna, promossa dal dott. Vincenzo Cavallini con l'assistenza del prof. Francesco Orioli (1785-1856). L'associazione, fondata nel 1802 da due giovani medici bolognesi, Gaetano Gandolfi e Matteo Venturoli, e approvata dal governo napoleonico nel 1805, ha sospeso la propria attività autonoma nel 1811, essendo confluita nell'Istituto Nazionale di Lettere Scienze ed Arti. Costituita per promuovere un confronto sulle conquiste della scienza medica, concentrerà la sua attenzione e la sua attività sulle sempre più precarie condizioni igienico-sanitarie della città. I soci italiani saranno tenuti a versare una quota sociale annuale, mentre i soci stranieri pagheranno la loro iscrizione in pubblicazioni e libri, al fine di promuovere l'aggiornamento scientifico e lo scambio internazionale. Nella seduta del 16 agosto 1824 sarà deciso che tutti i professori della Facoltà di Medicina diventino "censori", cioè garanti del lavoro scientifico della Società. Più avanti essa ammetterà, oltre ai medici, anche i farmacisti, i veterinari e i cultori delle scienze naturali e biologiche. Nel 1827 sarà aperto in via Veterinaria (poi via Acri) un gabinetto di lettura per la consultazione di periodici scientifici. Nel 1828 la Società si assumerà l'onere della vaccinazione contro il vaiolo in occasione di una grave epidemia, distrubuendo anche premi di incoraggiamento in denaro. Destinato a diventare uno degli istituti medici italiani più autorevoli, il sodalizio bolognese vedrà impegnati alcuni dei migliori professori dell'Università: oltre all'Orioli, Giacomo Tommasini, Antonio Alessandrini, Francesco Mondini e Luigi Rodati. Tommasini ed Orioli sono tra i più fervidi propugnatori della Nuova Dottrina Medica Italiana (N.D.M.I.), che contesta i metodi empirici adottati finora e propone un approccio più sperimentale. Il parmense Giacomo Tommasini (1768-1846), medico browniano e professore di clinica medica, è stato uno dei primi soci corrispondenti della Società Medica bolognese. Dal 1815 detiene la cattedra di Clinica Medica all'Università. Le sue lezioni sono particolarmente apprezzate dagli studenti. Pubblicherà soprattutto scritti sulla “flogosi” o infiammazione, esempi di prosa scientifica dotata di notevoli qualità letterarie. Secondo alcune spie del governo è in contatto con una società segreta di studenti, prima massonica poi carbonara, presente all'Università, e ha partecipato nel 1820-21 a un piano di rivolta in Romagna. Francesco Orioli (1785-1856) è uno scienziato dagli interessi multiformi: oltre che alla medicina e alla fisica, si dedica all'archeologia. E' un sostenitore della dottrina di Franz Anton Mesmer sull'esistenza di un fluido vitale, in grado di collegare, in forma non razionale, gli esseri viventi. Di idee liberali, avrà parte attiva nei moti del 1831.dettagli
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21 agosto 1823Riaperta la chiesa di San Giovanni BattistaRiapre la chiesa delle monache di San Giovanni Battista in via Sant'Isaia, restaurata "mercè le cure e la protezione" del cardinale arcivescovo Carlo Oppizzoni. Risalente al XIII secolo, venne fabbricata di nuovo nel '500 su disegno di Pietro Fiorini (1539-1629) e ancora rinnovata nel 1762. Sui cinque altari vi sono notevoli dipinti di Massari, Mastelletta, Calvaert, T. Passarotti. Il convento era un tempo abitato dalle suore di Ronzano, che seguivano la regola di San Domenico. Ad esse si aggiunsero nel 1468 le suore di Santa Caterina di Quarto, che erano prima in Santa Maria Maddalena. Nel 1798 alle suore di San Giovanni Battista furono unite le suore domenicane di San Pietro Martire. Le une e le altre vennero poi soppresse nel 1799. L'edificio conventuale venne quasi tutto trasformato in caserma, finché nel 1919 fu occupato da monache salesiane modenesi dedite all'educazione delle fanciulle. Dopo l'Unità vi troverà sede il Manicomio Provinciale, intitolato nel 1905 a Francesco Roncati.dettagli
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27 settembre 1823Elezione di papa Leone XIIDopo la morte, avvenuta il 28 agosto, di papa Pio VII, il 27 settembre il conclave innalza al soglio pontificio il cardinale Annibale Della Genga (1760-1829), del partito degli zelanti. Leone XII abrogherà numerose disposizioni “liberali” del cardinale Ercole Consalvi, contenute nel Motu proprio del 6 luglio 1816. Saranno inoltre ristabilite le vecchie procedure giudiziarie, le norme contro gli ebrei, il divieto della vaccinazione contro il vaiolo. Verranno promosse norme rigorose in materia di quaresima e di digiuno, estese le delazioni, avviata una sistematica repressione degli oppositori. Nell'ottobre 1823 il “famigerato” cardinale Agostino Rivarola (1758-1842) sarà inviato, con pieni poteri, a ristabilire l'ordine nei territori più turbolenti delle Legazioni. Lo farà servendosi di ogni mezzo, attivando la cultura del sospetto, seminando il terrore con centinaia di arresti e condanne severe, salvo poi mostrarsi in alcuni casi clemente, quando il pericolo carbonaro sembrerà scongiurato. Il suo lavoro sarà ripreso dal cardinale Invernizzi, ancor più intransigente di lui, e allora sugli oppositori e i carbonari superstiti si abbatterà una seconda, violenta, ondata repressiva.dettagli
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23 ottobre 1823Letizia Murat sposa a BolognaLa principessa Letizia Murat (1802-1859), una delle figlie dei reali di Napoli Carolina Bonaparte e Gioacchino Murat, sposa a ventun anni a Bologna il marchese Guido Taddeo Pepoli, Conte di Castigliano (1789-1852). E' accolta con grande calore nella città felsinea, facendo della sua casa un fulcro della buona società. Lei e il marito saranno sempre guardati dalla polizia pontificia come nemici del Governo e depositari di “estese relazioni con dei rivoluzionari stranieri”. Letizia sarà soprannominata “la Regina di Bologna”. Legata alla memoria del padre, “sopra a tutti amato”, lo vorrà effigiato in una statua a grandezza naturale nel cimitero della Certosa, opera di Vincenzo Vela (1820-1891). La figlia Carolina (1824-1892), che andrà in sposa al conte Angelo Tattini, promuoverà, nella sua casa di via Santo Stefano, un salotto di chiaro indirizzo politico, molto simile a quello animato dalla madre nel palazzo di via Castiglione.dettagli
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23 novembre 1823La "Cenerentola" di Rossini al ComunaleIl 23 novembre va in scena al Teatro Comunale La Cenerentola, melodramma giocoso di Gioachino Rossini, su libretto di Giacomo (o Jacopo) Ferretti. Nel 1823 verranno pubblicati i ricordi della soprano Geltrude Righetti Giorgi (1789-1862), primadonna rossiniana per eccellenza, protagonista, nel ruolo di Rosina, della travagliata prima del Barbiere di Siviglia nel 1817. Nel suo Cenni di una donna già cantante sopra il maestro Rossini sostiene che "Cenerentola non può essere cantata con pieno successo che da una persona che possieda un'estensione tutta uguale, agile e pieghevole di 18 corde. Chi non ebbe dalla natura questo dono non avvisi di cantare la parte di Cenerentola giusta la mente di Rossini". Una buona edizione della Cenerentola era già stata allestita al Comunale nell'ottobre del 1821, con il soprano bolognese Caterina Lipparini, "dalla voce limpida e ben modulata", e con il tenore Amerigo Sbigoli, destinato poco dopo a una tragica morte sulla scena.dettagli
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4 dicembre 1823Muore lo scultore Luigi AcquistiIl 4 dicembre muore lo scultore Luigi Acquisti (1747-1823). Pur essendo nato a Forlì, si considerava bolognese. A Bologna infatti visse fin da ragazzo, completò la sua formazione e realizzò le sue opere più importanti. Studiò all'Accademia Clementina, dove fu allievo di Filippo Balugani e Carlo Bianconi. I suoi primi lavori furono decorazioni in casa Berti, nella sagrestia di San Michele dei Leprosetti, in palazzo Merendoni, in palazzo Zambeccari (poi Banca popolare di credito), nella chiesa del Crocefisso del Cestello. Particolare è il suo monumento al cane Tago (1777), nella corte della casa Bersani in via Oberdan, che commemora l'affetto dell'animale al suo padrone, talmente grande da condurlo alla morte. Capolavori del periodo bolognese sono le sculture nei pennacchi della cupola del Santuario di S. Maria della Vita (1787) con le quattro sibille: Cumana, Frisia, Eritrea e Persica. All'inizio del XIX si trasferì a Roma, dove nel 1803 venne ammesso all'Accademia di San Luca. Qui eseguì la decorazione dello scalone monumentale di palazzo Braschi. A contatto con artisti quali Valadier e Canova cambiò il suo stile, avvicinandosi ai modi neoclassici del danese Thorvaldsen. In seguito venne chiamato a Milano nel cantiere del duomo. Qui eseguì anche alcuni bassorilievi dell'Arco Sempione, detto poi della Pace. Negli ultimi anni di attività realizzò alcune tombe alla Certosa di Bologna (famiglie Monti-Bendini, Spada, ecc.), ma i suoi monumenti sono, secondo il Galeazzi, "di fatto modesti per la scarsità dei dettagli e per le posture poco plastiche". Anche sulla sua tomba, disegnata dall'architetto Vincenzo Vannini e decorata con gli strumenti che alludono alla attività di scultore, volle posta un'opera di sua mano: un busto con autoritratto in veste da antico romano.dettagli
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16 dicembre 1823Donizetti debutta al Comunale con "Il falegname di Livonia"Il cartellone autunnale del Teatro comunale prevede, dopo La Cenerentola di Rossini, un “melodramma burlesco” di Gaetano Donizetti (1797-1848). Si tratta del debutto a Bologna del giovane compositore bergamasco, già allievo di padre Stanislao Mattei nel Liceo musicale. L’opera, Pietro il grande kzar delle Russie, ossia Il falegname di Livonia, su libretto del bolognese Gherardo Bevilacqua Aldrobandini, è in programma il 16 dicembre, con Raffaele Carcano nel ruolo di Pietro il Grande e la direzione di Giovanni Tadolini e Ignazio Parisini. Le scene sono di Domenico Ferri. Commissionata dal Teatro San Samuele di Venezia, nella prima del dicembre 1819 ha avuto solo un tiepido successo. Secondo C. Ricci anche a Bologna l’esito non è straordinario. Passeranno infatti otto anni prima di una nuova rappresentazione di Donizetti al Comunale. Ma dopo l'Anna Bolena del 1832 la sua musica sarà eseguita quasi ogni anno, fino alla sua scomparsa: Fausta (1834), Elisir d’amore (1835), Parisina e il Belisario (1836), Marin Faliero e Gemma di Vergy (1837), Roberto Devereux (1838), Lucia (1839), Eustorgia da Romano (1841), Lucrezia Borgia (1842), Le convenienze teatrali (1843), Maria di Rohan e Linda di Chamounix (1844), Maria Padilla (1847), La figlia del Reggimento e Don Pasquale (1848). Le opere di maggior successo, come l’Anna Bolena e l’Elisir d’amore saranno ripetute più volte a distanza di anni.dettagli