L'Oratorio degli scolari
Il cardinale Spina, d'intesa con il cardinale Arcivescovo Oppizzoni, decide di destinare a Oratorio degli scolari l'ex chiesa gesuitica di Sant'Ignazio in via Borgo della Paglia (poi Via Belle Arti).
L'intero edificio conventuale è stato ridotto a caserma nel 1796, mentre la chiesa di S. Ignazio è stata usata come dormitorio per le truppe. Dal 1805, una volta atterrati il tamburo e la cupola, è diventata l'aula magna dell'Università.
Ripristinato l'edificio religioso, è previsto che un dotto “sermonicatore” tenga “discorsi sacri e morali, ad istruzione della gioventù studiosa”.
A dirigere questa prestigiosa “stazione pastorale” nel cuore della zona universitaria è chiamato don Luigi Morandi, che nel periodo napoleonico è stato uno dei preti conciliatori tra la dottrina cristiana e la rivoluzione giacobina, ma è ritornato poi a una più rigorosa ortodossia.
Come responsabile della Congregazione degli scolari, egli dovrà registrare la scarsa e svogliata partecipazione degli studenti e dei professori alle funzioni, fino alle vere e proprie contestazioni delle pratiche religiose, rese obbligatorie dalla riforma scolastica del 1824.
- Gherardo Forni, L'Università di Bologna da pontificia a nazionale, in: Il 1859-'60 a Bologna, Bologna, Calderini, 1961, pp. 360-361
- Luciano Gherardi, Bedetti giovane, in: Nuovi patti di pace. Saggi per Giovanni Catti nel settantesimo compleanno, a cura di Gian Domenico Cova, Bologna, Edizioni Dehoniane, 1994, pp. 120-122
- Francois Gasnault, Anticlericalismo e agitazioni studentesche a Bologna nell'Ottocento preunitario, in: Studenti e università degli studenti dal XII al XIX secolo, a cura di Gian Paolo Brizzi e Antonio Ivan Pini, Bologna, Istituto per la storia dell'Università, 1988, pp. 326-327