26 settembre 1820
Riapertura del Libro d'Oro
Con la riapertura, grazie a un breve di Pio VII del 26 settembre, del Libro d'Oro, i nobili di nomina napoleonica sono equiparati agli esponenti della nobiltà antica.
E' un tentativo estremo, da parte del governo pontificio, di coinvolgere in una ristretta corporazione i ranghi più alti della borghesia. Per esaminare le richieste di iscrizione viene formata un'apposita Commissione.
Approfondimenti
- Giuseppe Bosi, Archivio patrio di antiche e moderne rimembranze felsinee, rist. anast., Sala Bolognese, A.Forni, 1975, vol. 2., pp. 153-158
- Tommaso de' Buoi, Diario delle cose principali accadute nella città di Bologna dall'anno 1796 fino all'anno 1821, a cura di Silvia Benati, Mirtide Gavelli e Fiorenza Tarozzi, Bologna, Bononia University Press, 2005, p. 323
- Alfredo Comandini, L'Italia nei cento anni del secolo XIX, 1801-1900, giorno per giorno illustrata, continuata da Antonio Monti, Milano, Vallardi, 1900-1942, vol. 1: 1801-1825, p. 1088
- Angelo Varni, L'Emilia Romagna nell'Italia napoleonica, in: Storia della Emilia Romagna, a cura di Aldo Berselli, Imola, University Press Bologna, 1980, vol. 3., p. 58
- Palazzo Ranuzzi Baciocchi sede della Corte d'Appello e della Procura Generale della Repubblica, Bologna, Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, Nuova Alfa editoriale, 1994, p. 145
- Angelo Varni, Gli anni difficili della Restaurazione, in: Storia illustrata di Bologna, a cura di Walter Tega, Milano , Nuova editoriale AIEP, 1989, vol. 2., p. 365