Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.
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1820Manutenzione del condotto della fontana del NettunoL'architetto Filippo Miserocchi è incaricato di “spurgare” la conduttura di Valverde fino alla base del colle di Ronzano. Il lavoro ha come scopo di arricchire d'acqua la fontana del Nettuno. Vengono riattivati lunghi tratti interrati dell'acquedotto e raccolta tutta l'acqua possibile dalle colline di San Michele in Bosco, Ronzano e Madonna del Monte. I lavori saranno “lunghi e penosi” (Guidicini).dettagli
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gennaio 1820"L'Illuminatore" e i giornali carbonari romagnoliNel primo semestre dell'anno è distribuito a Bologna il foglio clandestino carbonaro “L'Illuminatore” con l'epigrafe Fiat Lux. Esce ogni quindici giorni ed è fautore di un liberalismo costituzionale. Si accompagna ad altri numerosi giornali manoscritti pubblicati in Romagna, quali il “Quadragesimale italiano”, compilato a Forlì da Gian Battista Masotti e Piero Maroncelli e lì diffuso durante la Quaresima del 1819, “Il Raccoglitore Romagnolo”, “Bertinoro” e “Notizie dal Mondo”. Il “Quadragesimale” fa capo alla corrente carbonara di ispirazione neo-guelfa, favorevole ad una forma di governo monarchico-costituzionale, mentre “Il Raccoglitore”, periodico delle “vendite” di Forlì, è più radicale e decisamente contrario al potere temporale del Papa. Le vendite carbonare romagnole fanno parte di "una sorta di società parallela invisibile" e derivano dalla massoneria di epoca napoleonica. Più che rovesciare il potere papale, il loro obiettivo è la conservazione di una certa autonomia delle Legazioni. Il dissenso si manifesta attraverso azioni a volte clamorose: gazzarre a teatro, affissioni abusive, bastonature e persino omicidi, come quello del conte Manzoni a Forlì nel 1817. La repressione poliziesca si scatenerà soprattutto dopo l'esaurimento dei moti meridionali.dettagli
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1820Felice Giani dipinge in casa MartinettiPer la terza volta il pittore Felice Giani (1758-1823), “dalla grafia appassionata e focosa”, dipinge in casa Martinetti. Dal 1805, quando è intervenuto in palazzo Aldini, l'artista faentino, che il critico Roberto Longhi definirà come “caporale di una napoleonica scapigliatura”, ha decorato numerosi palazzi appartenenti alle famiglie più in vista: Martinetti e Marescotti nel 1807, Marescalchi nel 1810, Bianchetti nel 1810-16. Nel 1822 dipingerà nei palazzi Ranuzzi e Baciocchi. La sua incessante e problematica ricerca stilistica, la sua tendenza all'ironia e al grottesco, costituiscono spesso una "deliberata insubordinazione alla normalità neoclassica" (Grandi). A Bologna e in Romagna si svolge in questi anni, sul versante artistico e letterario, la tarda stagione neoclassica. Le pareti dei palazzi si riempiono di episodi omerici e virgiliani o di memorie della storia greca e romana. Il vocabolario artistico è essenziale nella forma (le figure sono ridotte a puro contorno), nella scelta di soggetti forti, emblematici, e nelle tecniche pittoriche, con la messa a punto di procedimenti arcaici e non illusori (Caprioli). In letteratura si moltiplicano le traduzioni dei tragici, Teresa Carniani Malvezzi volgarizza i Frammenti della Repubblica di Cicerone e i neoclassici sono impegnati nella traduzione italiana dei poemi di Omero e di tutta la poesia greca.dettagli
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1820Villa SpadaLa marchesa Beaufort, sposata con il principe romano Clemente Spada Veralli (1778-1866), acquista il Palazzo Zambeccari di Ravone, edificato alla fine del Settecento come villeggiatura suburbana fuori porta Saragozza. Alla committenza del marchese Giacomo Zambeccari (1733-1795) si deve l'ampliamento del precedente casino di delizia e l'edificazione di un bel giardino all'italiana su più piani, ornato di statue di Giacomo De Maria (1760-1838). Il progetto dell'architetto ticinese Giovanni Battista Martinetti (1764-1830) comprendeva un singolare corpo di fabbrica, di collegamento tra la villa e il giardino, formato da una Conserva da neve a pianta ovale al pianterreno e un camerone quadrangolare absidato ad uso di “Caffeaus”, cioè spazio per l'intrattenimento e la degustazione di caffè e cioccolato. Nel 1820 gli Spada completano il complesso annettendo una vasta area verde che costeggia via Saragozza e sistemandola come parco romantico. Nel 1849 Villa Spada diventerà sede del comando austriaco. Nella torre neogotica ai confini del parco sarà tenuto prigioniero, nelle ore prima della sua fucilazione, il martire risorgimentale Ugo Bassi. Nel 1912 la villa sarà acquistata dal principe turco Omar Sharif per poi passare alla famiglia Pisa nel 1920. Saranno i Pisa ad aprire l'accesso principale su via Saragozza. Negli anni Sessanta il Comune di Bologna destinerà la proprietà all'uso pubblico. L'edificio principale ospiterà il museo della tappezzeria, le scuderie diventeranno biblioteca di quartiere, con entrata da via di Casaglia.dettagli
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1820L'Anfiteatro del Gabinetto di ChimicaSono compiuti i lavori per il nuovo Anfiteatro destinato a ospitare le lezioni di Chimica generale e Chimica Farmaceutica dell'Università. E' collocato in via San Donato (poi Zamboni), in un edificio separato da Palazzo Poggi e acquistato dall'Ateneo nel 1773. E' stato finanziato con fondi derivati dalla tenuta di Cocceno, donata da Napoleone nel 1805. Il Gabinetto e il laboratorio di Chimica generale sono stati istituiti nel 1712 dopo il lascito di Luigi Ferdinando Marsili. Il primo venne molto accresciuto con i doni della contessa Vittoria Caprara. A servizio del Gabinetto, del Laboratorio e dell'Anfiteatro sono assegnati due operatori e un inserviente.dettagli
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1820La distilleria ButonJean Bouton (1801-1869), reduce napoleonico ed erede di distillatori della Charente, fonda a Bologna un liquorificio sperimentale. Nel 1830, con l‘aiuto di Giacomo Rovinazzi (1834-1912), pasticcere sotto il portico del Pavaglione, apre fuori Porta Galliera mura Lame la distilleria a vapore “Gio Buton & C.”, la prima del genere in Italia. Tra i liquori prodotti vi sono il Cognac Buton - noto più avanti come brandy Vecchia Romagna - l’Amaro di Felsina e l‘Elixir Coca Buton, fabbricato “con la vera foglia di coca boliviana”. Nel 1886 la Buton impiegnerà 12 operai, utilizzando un motore a vapore di 5 cavalli. All’inizio del ‘900 la ditta verrà rilevata dal marchese Filippo Sassoli de’ Bianchi, che farà conoscere il marchio tramite moderne campagne pubblicitarie, servendosi dell’opera grafica di Marcello Dudovich.dettagli
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5 febbraio 1820Restauri al Teatro Comunale. Una dote pubblica contro i dissesti degli impresariSotto la direzione di Giuseppe Tubertini (1759-1831), tra il 1818 e il 1820 il Teatro Comunale subisce radicali restauri: viene ricostruita la volta - ormai pericolante - con le allegorie della Musica, Storia, Poesia e Pittura, opera di Mauro Berti (1772-1842) e Pietro Fancelli (1764-1850). Quest'ultimo dipinge anche il sipario con la raffigurazione di Timoteo che suona la lira davanti ad Alessandro. E' eliminata la trabeazione del boccascena, sono modificati i parapetti dei palchi e sostituite le colonne e le statue della sala con pilastri corinzi. E' inoltre alzato il tetto del palcoscenico e rifatto quello della platea. Sopra l'imboccatura del palcoscenico è posto “un nuovo e d ingegnoso orologio”, opera di Pietro Toldi. Il macchinista Ferrari realizza un meccanismo per il sollevamento della platea all'altezza del palcoscenico, che sarà utilizzato fino al secolo successivo, durante i tradizionali veglioni danzanti. Alla prova di illuminazione, il 5 febbraio, partecipano il cardinale Legato, l'Arcivescovo Oppizzoni e tanti sacerdoti e teologi. Il problema delle luci è sempre in primo piano al Comunale. Secondo una denuncia coeva, il cattivo odore dell'olio contenuto nelle lampade “porta fastidio e molestia agli spettatori” e produce un fumo "che non può a meno di pregiudicare alle tinte e alle dorature che adornano l'interno del teatro”. Dal 1820 la programmazione delle stagioni musicali del teatro non sarà affidata solo ai privati. Il Comunale disporrà, infatti, di una sovvenzione di 5.000 scudi da parte della Deputazione teatrale, che lo metterà al riparo dai frequenti dissesti degli impresari.dettagli
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25 marzo 1820Bologna è piena di rifugiatiIn una lettera ad Adolphe de Mareste, Stendhal riporta le impressioni avute in un suo recente soggiorno a Bologna. La città, secondo lo scrittore grenoblese, fa paura al Papa: vi è un clima ostile ai preti e anche la libertà di stampa è giudicata eccessiva. In giro si vedono parecchi rifugiati dalle Romagne, da Ferrara, dalle Marche, frutto della persecuzione “exercée par les bigots et les nobles” in quelle regioni. La situazione nel capoluogo è più tranquilla. Il cardinale legato Giuseppe Spina (1756-1828) è un uomo raffinato e attivo, che vuole restare a Bologna senza “lasciarci la pelle”.dettagli
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1 aprile 1820La Casa Provinciale di LavoroIl cardinale Legato Giuseppe Spina istituisce, presso la soppressa Badia dei SS. Naborre e Felice, la Casa Provinciale di Lavoro, che eredita le funzioni della Casa d'Industria per Mendicanti fondata nel 1809 dal Governo napoleonico per impedire l'accattonaggio e dare un impiego ai disoccupati “senza colpa“. Il servizio, parzialmente privatizzato, offre anche lavoro a domicilio, in gran parte a donne, che in questo modo possono dedicarsi alla famiglia. Esso consiste soprattutto nella filatura di lana, lino e canapa e nella produzione di manufatti che utilizzano queste fibre. Le persone sono ammesse alla casa presentando un certificato di miserabilità rilasciato dal parroco e dietro il versamento di una "sigurtà", o cauzione, proporzionata al valore della materia prima loro consegnata. La Casa di Lavoro è affiancata da una Casa di correzione e un Casa di beneficenza. Tutte sono gestite dalla “Illustrissima Magistratura Provinciale” e le spese sostenute dalla Provincia e dal Governo. La Casa di Lavoro verrà chiusa nel 1857 per ragioni economiche.dettagli
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7 aprile 1820L'Editto Pacca sugli antichi monumentiIl cardinale camerlengo Bartolomeo Pacca emana il 7 aprile un editto sulla “cura degli antichi monumenti” e la “protezione delle arti”. Nelle provincie dei domini pontifici sono istituite le Commissioni di antichità e belle arti ausiliarie, oltre a quella centrale di Roma, il cui regolamento sarà emanato dallo stesso Pacca il 6 agosto 1821. Tra esse, la Commissione della Legazione di Bologna si distinguerà per diversi interventi di controllo e tutela in ambito archeologico. I più importanti saranno il ritrovamento del monumento funerario a cuspide di Maccaretolo e quello della necropoli di Villanova, scoperta e scavata dal Gozzadini. L'Editto Pacca sarà anche all'origine delle prime campagne di rilevamento delle opere d'arte della diocesi, facendo obbligo agli enti proprietari di presentare "una esattissima e distinta nota" delle statue, delle pitture e degli oggetti preziosi posseduti. Entro il 31 dicembre 1820 la denuncia delle opere d'arte a Bologna otterrà un buon risultato, con la risposta di 243 enti, tra parrocchie e altre chiese e santuari della città e della diocesi. Nel 1821 la Commissione Ausiliaria pubblicherà una nota delle 160 opere più insigni "o per merito o per la singolarità loro". Nel febbraio 1852 una nuova rilevazione, voluta dal Legato, vorrà sopperire alle lacune riscontrate nel censimento del 1821.dettagli
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8 aprile 1820Nella provincia regna la calmaLe notizie, riportate dai giornali stranieri, della rivolta militare di Cadice e dell'assassinio dell'erede al trono di Francia, il Duca di Berry, suscitano vivaci discussioni e “profondo compiacimento” negli ambienti liberali. Secondo alcune voci "i Giacobini e i Loggisti ... già sperano che si riaccenda il fuoco della rivoluzione". Sono comunque segni “né eccessivi, né clamorosi”. In un rapporto dell'8 aprile l'autorità si compiace della “lodevole calma”, che regna nella provincia, dove gli animi non appaiono affatto esaltati. Si nota, con un certo sarcasmo, che affollamenti e tumulti avvengono solo davanti al Teatro comunale, per accapparrarsi i biglietti del "gran spettacolo" dell'opera seria col ballo.dettagli
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4 maggio 1820Entusiasmo per le opere di Meyerbeer e RossiniIl Teatro comunale riapre il 4 maggio mettendo in scena due grandi e costosi spettacoli: l'opera seria Semiramide riconosciuta di Meyerbeer e il ballo La Vestale di Salvatore Viganò (1769-1821) - coreografo e ballerino d'eccezione, lodato da Stendhal (Cervellati) - con scene di Antonio Basoli. In città l'attesa è spasmodica e il tentativo di molti di accaparrarsi i biglietti per la prima provoca disordini al botteghino. Bologna è in questi giorni piena di forestieri e i passeggi sono “brillanti fuor dell'usato”. Gli alberghi e le locande hanno da tempo impegnato le loro stanze. Nella stagione primaverile al Comunale è allestita con successo un'altra opera seria, l'Aureliano in Palmira di Rossini. Prima Donna in entrambe le opere è Carolina Bassi (1781-1862), cantante virtuosa molto apprezzata dai compositori dell'epoca. L'ingiunzione della Comunitativa Magistratura agli altri teatri (Corso, Marsigli, Contavalli), di rimanere chiusi durante le giornate delle recite al Comunale, fa insorgere i proprietari, che si rivolgono direttamente al Papa, appellandosi alle sue "venerande e provvide Leggi". Per rappresaglia la Deputazione agli Spettacoli ordinerà una minuziosa ispezione tecnica nei teatri.dettagli
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26 maggio 1820Jacopo Marsigli stampa la "Canzone ad Angelo Mai" di LeopardiIl tipografo e libraio Jacopo Marsigli pubblica la Canzone ad Angelo Mai di Giacomo Leopardi (1798-1837), scritta a Recanati all'inizio dell'anno, "in dieci o dodici giorni". La dedica è al conte Leonardo Trissino, amico di Pietro Giordani.Essa celebra il "magnifico ritrovato ciceroniano" dovuto ad Angelo Mai (1782-1854) - prefetto della Biblioteca Vaticana e studioso sistematico di palinsesti - cioè il rinvenimento, tra i codici un tempo appartenuti all'abbazia di Bobbio, di alcuni frammenti del De re publica di Cicerone.Nel testo Leopardi rievoca l’evoluzione della poesia italiana da Dante ad Alfieri e riflette sulla società del suo tempo, del "secol morto, al quale incombe tanta nebbia di tedio". Appena viene distribuita nel Lombardo-Veneto la canzone è proibita dal Vicerè Ranieri.L'intenzione iniziale di Leopardi era quella di stampare a Bologna cinque canzoni, due delle quali - Sull'Italia e Sul monumento di Dante che si prepara in Firenze - già edite a Roma nel 1818. Il progetto non è andato in porto per mancanza di denari e per l'ostilità del padre Monaldo.La prima raccolta di dieci canzoni sarà pubblicata dal Nobili nel 1824 e la seconda - intitolata Versi - uscirà sempre a Bologna presso la Stamperia delle Muse.dettagli
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luglio 1820SiccitàUn lungo periodo di siccità, tra luglio e agosto, mette a rischio le colture. Si fanno processioni per favorire la pioggia. Il mese di agosto risulterà quello di massima temperatura media per il trentennio 1814-1843 con 28,37 gradi.dettagli
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4 luglio 1820Arrivano i Gesuiti espulsi dalla RussiaEspulsi dall'Impero russo, arrivano a Bologna dalla Germania molti padri Gesuiti. Vengono collocati provvisoriamente in alcuni conventi della città: nella Casa delle Missioni allo Spirito Santo, all'Annunziata, ai Cappuccini e nell'ex convento di San Lodovico e Alessio in via del Pratello, di proprietà dell'Abate Tartagni. Qui i Padri rimarranno fino al 1859, dividendo gli spazi con gli Svizzeri della Guardia pontificia. Nel 1855 lo stabile sarà usato come lazzaretto e dopo l'Unità diventerà prigione e casa di correzione per i minori.dettagli
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agosto 1820A un passo dall'insurrezioneIl capo-cospiratore della carboneria bolognese è Luigi Zuboli (o Zubboli, 1783-1866), “possidente e appaltatore delli detenuti e condannati”. Originario di Ravenna, si è stabilito a Bologna con la famiglia nell'ottobre 1817. La sua opera di convinzione sembra dare i suoi frutti nell'estate del 1820. Alcuni suoi amici, tra i quali lo studente forlivese Leandro Zamboni, Pietro Raboni, considerato dalla polizia “un pessimo soggetto”, e l'ex massone Cesare Crozier, economo della contabilità di Legazione, acconsentono di presentarsi al Legato per chiedere la costituzione, in un'azione concomitante a quella dei carbonari romagnoli a Forlì. Si giunge forse a un passo dall'insurrezione, ma Zubboli incontra a Bologna una forte ostilità nel “partito dei più illustri”, che nel frattempo si è molto rafforzato e che lo considera un delirante, incapace di vedere gli ostacoli insuperabili che si frappongono all'azione. In settembre lo stesso principe Hercolani cercherà di convincere i romagnoli a non commettere imprudenze e “a starsene quieti”, dichiarando di avere importanti contatti con la Francia e il Piemonte da attivare a tempo debito, per ottenere il “politico mutamento” da tutti desiderato. In stretta relazione con altri cospiratori romagnoli, come i fratelli Maroncelli, Zuboli - massone di grado Rosa Croce - è invece convinto, come altri compagni, che lo Stato Pontificio debba passare sotto l'Austria. Senza aver ottenuto grandi risultati, tornerà a Forlì, sua abituale dimora, nel 1821. Sarà arrestato il 1° maggio 1822 e sosterrà dodici processi senza cedimenti e confessioni, nonostante tante carte compromettenti. George Gordon Byron, ospite dai conti Guiccioli a Ravenna e spesso coinvolto nelle "merende" - le riunioni segrete - dei Cacciatori Americani, testimonierà, nelle sue memorie, la delusione dei patrioti romagnoli, costretti nell'ottobre del 1820 a rinunciare all'insurrezione, perchè "piantati in asso" dai bolognesi.dettagli
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26 settembre 1820Riapertura del Libro d'OroCon la riapertura, grazie a un breve di Pio VII del 26 settembre, del Libro d'Oro, i nobili di nomina napoleonica sono equiparati agli esponenti della nobiltà antica. E' un tentativo estremo, da parte del governo pontificio, di coinvolgere in una ristretta corporazione i ranghi più alti della borghesia. Per esaminare le richieste di iscrizione viene formata un'apposita Commissione.dettagli
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ottobre 1820L'Etruria UnitaUn gruppo di amici, “di una irreprensibile condotta e di eccellente giudizio”, accomunati da idee liberali e dal desiderio di ottenere le riforme dal governo papale con il solo mezzo della persuasione, si riuniscono tra l'ottobre 1920 e i primi mesi del 1821 sotto il nome di Etruria Unita. Vi sono, tra gli altri, il professore di Fisica Francesco Orioli (1783-1856), il professore di Matematica Giovanni Battista Lapi, l'avvocato Giuseppe Patuzzi, il giudice di pace Giovanni Pilla, il direttore delle Poste Marchesini - considerato piuttosto fanatico - e Alfonso Hercolani, figlio del principe Astorre. Di quest'ultimo è ben noto il "genio per l'Italiana indipendenza". Animati "dalle stesse vedute innocenti", questi uomini disapprovano le "pazze idee" di Luigi Zuboli, capo delle “vendite” bolognesi, che vuole estendere la Carboneria "perfino alla classe del basso popolo". Ritengono che non si possa giungere al "politico miglioramento", da tutti desiderato, "per via della violenza" o di "popolare tumulto". Pur rifiutando di presentarsi come una società segreta, rinunciando a segni, gradi e giuramenti, l'Etruria pretende di esercitare la propria influenza sulle altre società cospirative, per "infrenarle" e per "meglio dirigerle". Le riunioni si tengono in casa di Giuseppe Maria Cadolino, antico massone, ma anche informatore della polizia. Sono indette dal professor Orioli, soprattutto nei giorni in cui arrivano a Bologna, tramite posta, le gazzette francesi. I pubblici divertimenti del Carnevale 1821, "distraendo or l'uno or l'altro", faranno cessare questi incontri.dettagli
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14 ottobre 1820Catturata la banda del PistoloneIl Libro dei Giustiziati riporta la cattura di una banda di ventidue rapinatori "rei di conventicole armate con esplosioni di armi, di molte crassazioni, e di furti diversi, anche qualificati e sacrileghi". Tre di essi - tra i quali il brigante bolognese Matteo Raimondi, detto Pistolone - vengono condannati a morte dalla Commissione speciale criminale per la Città e la Provincia di Bologna e ghigliottinati davanti al Prato di Sant'Antonio, nei pressi del collegio Montalto. Altri tre facinorosi sono condannati "alla galera perpetua". I restanti, comprese due donne, ricevono molti anni di detenzione.dettagli
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19 novembre 1820Esperienze areofisiche e areonautiche di GarnerinL'aeronauta francese André-Jacques Garnerin fa sosta a Bologna e organizza all'Arena del Sole una serie di “Esperienze Areofisiche e Areonautiche”. Si tratta di decolli con il pallone e discese con il paracadute, alle quali è solita partecipare la nipote Elisa, prima donna paracadutista della storia. A Bologna, invece, Garnerin è accompagnato dalla giovane Cecilia, che ha già compiuto esperimenti di discesa a Napoli nel 1819.dettagli
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27 dicembre 1820Si organizzano le pattuglie cittadinePer ordine del card. Legato Giuseppe Spina vengono organizzate pattuglie cittadine, formate di onesti cittadini “senza macchia e senza paura”. Sono destinate a collaborare con le poche forze dell'ordine disponibili per contrastare il “numeroso stuolo di oziosi e malviventi” che infestano la città “vivendo di furti, rapine e delitti di ogni genere”. Alle dirette dipendenze del comandante degli Artiglieri e Pompieri urbani operano 96 persone armate di pistola e bastone animato, che provengono soprattutto dalle classi abbienti e godono della fiducia dell'Autorità. Esse perlustrano le strade nelle ore notturne, a partire dall'Ave Maria e fino al levar del sole, con turni di tre ore ciascuno e per la durata di quindici giorni. Sospese nel 1827, le pattuglie saranno riattivate poco più tardi dal Legato card. G. Albani, in seguito a una evidente recrudescenza dei furti e dei delitti.dettagli