Epidemia di tifo petecchiale
Un'epidemia di tifo petecchiale miete numerose vittime in città. I primi casi vengono rilevati in primavera nelle carceri, ma il morbo è ormai endemico nel territorio comunale.
La diffusione del bacillo del tifo (salmonella thyphi) è favorita dalla mancanza di servizi igienici nelle abitazioni, dalla precaria situazione delle falde e dei pozzi d'acqua potabile, dalle filtrazioni degli scoli.
L'8 marzo è istituito un lazzaretto all'Abbadia, ex monastero dei SS. Naborre e Felice, in grado di ricevere circa seicento ammalati.
Medici vestiti di tela cerata nera, con grandi baveri, sono inviati nelle case per gli accertamenti e le disinfezioni.
Essi possono disporre l'isolamento degli ammalati, facendo mettere nelle camere di degenza “recipienti col fuoco con sopra dei pignatti con entro dell'Aceto con delle palle di Cinepro e altre erbe”. L'ingresso per l'assistenza è permesso ad una sola persona.
Vengono anche fatte fumigazioni con sali di manganese. I cadaveri sono portati via e seppelliti senza cerimonie in chiesa e senza esequie.
In maggio e giugno il tifo ha lo sviluppo maggiore, per declinare notevolmente in agosto. Si ammalano quasi 4.000 persone e oltre 3.000 muoiono.
La tabella delle sepolture della Certosa registra per quest'anno un numero doppio di persone seppellite rispetto agli anni "ordinari".
Si contano numerosi decessi tra i medici e i sacerdoti che si sono prodigati per i soccorsi.
- Giuseppe Bosi, Archivio patrio di antiche e moderne rimembranze felsinee, rist. anast., Sala Bolognese, A.Forni, 1975, vol. 2., p. 284
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- Alessandro Cervellati, Storia dei burattini e burattinai bolognesi (Fagiolino & C.), Bologna, Cappelli, 1964, p. 79
- Il cholera morbus nella città di Bologna l'anno 1855, relazione della Deputazione comunale di Sanità, preceduta da Notizie storiche intorno le pestilenze nel bolognese, Bologna, Tip. governativa Della Volpe e Del Sassi, 1857, pp. 152-155
- Alfredo Comandini, L'Italia nei cento anni del secolo XIX, 1801-1900, giorno per giorno illustrata, continuata da Antonio Monti, Milano, Vallardi, 1900-1942, vol. 1: 1801-1825, p. 943
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- Giuseppe Guidicini, Diario bolognese. Dall'anno 1796 al 1818, Bologna, Forni, 1976, vol. 4., p. 43, 47
- Francesco Majani, Cose accadute nel tempo di mia vita, a cura di Angelo Varni, Venezia, Marsilio, 2003, p. 62
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