Napoleone aiuta Aldini
Napoleone interviene a sostegno di Antonio Aldini (1755-1826), Segretario di Stato del Regno d'Italia e suo consigliere privato, rilevando la tenuta di Galliera, gravata da una ipoteca di oltre 5 milioni di lire.
Pur essendo uno dei politici italiani più influenti, l'ex “avvocato dei poveri” è oppresso dai debiti ed è costretto ad intervenire personalmente, con frequenti discese a Bologna da Parigi, per curare il proprio patrimonio.
Negli anni della svendita dei beni ecclesiastici ha acquistato a poco prezzo quasi duemila ettari di terreno tra Galliera e San Pietro in Casale. Dal 1798 al 1811 ha riunito 52 fondi, formando una grande tenuta agricola destinata soprattutto alla coltivazione del riso.
Per la sistemazione dell’azienda, dotata di novanta edifici rurali, strade e moderni impianti di irrigazione, si è prodigato l'arch. Giovan Battista Martinetti (1764-1830), suo uomo di fiducia.
Le proprietà di Aldini diventeranno il Ducato di Galliera, creato da Bonaparte per Giuseppina di Leuchtenberg (1807-1876), figlia del Viceré Eugenio Beauharnais e futura regina consorte di Svezia e Norvegia.
Nella vendita a Bonaparte rientrano anche alcuni possedimenti urbani di Aldini, come l'antica chiesa profanata di S. Maria della Pugliola.
- Livio Antonelli, Antonio Aldini e la segreteria di stato a Parigi, in: I "Giacobini" nelle legazioni. Gli anni napoleonici a Bologna e Ravenna, atti (ecc.), a cura di Angelo Varni, Bologna, Costa, 1996, vol. 2., p. 254 nota 7
- Francesco Ceccarelli, L'intelligenza della città. Architettura a Bologna in età napoleonica, Bologna, Bononia University Press, 2020, p. 39
- Dal Santerno al Panaro. Bologna e i comuni della provincia nella storia, nell'arte e nella tradizione, a cura e coordinamento di Cesare Bianchi, Bologna, Proposta, 1987, vol. 3: Dal Santerno al Reno. I comuni bolognesi, p. 216
- Giuseppe Guidicini, Cose notabili della città di Bologna, ossia Storia cronologica de' suoi stabili sacri, pubblici e privati, Bologna, Tipografia delle Scienze di G. Vitali, vol. 3., 1870, p. 309