Il civico corpo di Pompieri
Il podestà conte Camillo Grassi approva il piano di Mauro Banti, orologiaio e comandante degli artiglieri, per la costituzione di un corpo di pompieri.
Per tradizione il compito di spegnere gli incendi è dei brentadori, i trasportatori di vino, obbligati ad accorrere con i loro recipienti portati dietro la schiena al suono di una campana posta sulla torre Asinelli.
Il Municipio è dotato di due macchine idrauliche, costruite nel 1785 da Francesco Comelli e regolate dall'architetto d'ufficio. L'acqua necessaria è ricavata dalle case vicine all'incendio e dai canali. Il servizio è a carico del proprietario del luogo incendiato e dei confinanti.
All'inizio l'organizzazione prevede "un comandante, un capitano, un tenente, un chirurgo, un sergente maggiore, due sergenti, un caporale foriere, quattro caporali, 31 comuni e 54 facchini" (Guidicini)
Sarà completamente modificata nel 1824 con il regolamento approvato dal Senatore conte Scarselli. Verrà allora nominato un responsabile per ogni quartiere e saranno soppressi i titoli militari. I pompieri, inoltre, otterranno un locale nel palazzo comunale.
- Centro italiano di studi di storia e d'arte, Pistoia, Città e servizi sociali nell'Italia dei secoli XII-XV, dodicesimo Convegno di studi, Pistoia, 9-12 ottobre 1987, Pistoia, presso la sede del Centro, 1990, p. 432, 437
- Giuseppe Guidicini, Cose notabili della città di Bologna, ossia Storia cronologica de' suoi stabili sacri, pubblici e privati, Bologna, Tipografia delle Scienze di G. Vitali, vol. 1., 1870, p. 24
- Giuseppe Guidicini, Cose notabili della città di Bologna ..., cit., vol. 2., 1869, p. 411