Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.
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1812Abitanti della città e del contadoNel 1812 Bologna conta 63.500 abitanti. Nel restante territorio comunale risiedono 200.545 persone.dettagli
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1812Spettacoli "mirabolanti" all'Arena del SoleNel corso del 1812 l'Arena del Sole offre una serie di spettacoli “mirabolanti”. Nel Naufragio felice, ad esempio, il palcoscenico si trasforma in un vascello inseguito dai corsari e sul punto di colare a picco (Calore). Con lo sfascio della nave, il palco diventa un oceano nel quale i naufraghi tentano disperatamente di salvarsi. L'Arena continuerà a funzionare anche dopo la caduta di Napoleone, presentando spettacoli edificanti o drammi come la Maria Teresa Imperatrice d'Austria alla Dieta degli Ungari, con numerosa truppa a piedi e a cavallo.dettagli
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1812L'ufficio degli atti e contratti è trasferito alla Madonna di GallieraL'ufficio degli atti e contratti è trasferito nella chiesa sconsacrata della Madonna di Galliera, già sede della delegazione cantonale di polizia e della direzione dei lotti.dettagli
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1812Torna a Bologna Girolamo Crescentini, il cantante preferito di NapoleoneGirolamo Crescentini (1762-1846), il cantante preferito da Napoleone, che lo ha soprannominato “il cigno italico”, assume l'incarico di direttore del Liceo Filarmonico. Fino al 1816 abiterà in una sontuosa villa alla Croce di Casalecchio (poi Gregorini Bingham). Originario di Urbania (PU), Crescentini ha studiato a Bologna con Lorenzo Gibelli e ha esordito a 21 anni come castrato. Dopo l'esperienza al liceo felsineo, passerà infine al Regio Collegio di musica di Napoli, dove avrà fra i suoi allievi la cantante Isabella Colbran e il patriota Pietro Maroncelli.dettagli
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1812Napoleone aiuta AldiniNapoleone interviene a sostegno di Antonio Aldini (1755-1826), Segretario di Stato del Regno d'Italia e suo consigliere privato, rilevando la tenuta di Galliera, gravata da una ipoteca di oltre 5 milioni di lire. Pur essendo uno dei politici italiani più influenti, l'ex “avvocato dei poveri” è oppresso dai debiti ed è costretto ad intervenire personalmente, con frequenti discese a Bologna da Parigi, per curare il proprio patrimonio. Negli anni della svendita dei beni ecclesiastici ha acquistato a poco prezzo quasi duemila ettari di terreno tra Galliera e San Pietro in Casale. Dal 1798 al 1811 ha riunito 52 fondi, formando una grande tenuta agricola destinata soprattutto alla coltivazione del riso. Per la sistemazione dell’azienda, dotata di novanta edifici rurali, strade e moderni impianti di irrigazione, si è prodigato l'arch. Giovan Battista Martinetti (1764-1830), suo uomo di fiducia. Le proprietà di Aldini diventeranno il Ducato di Galliera, creato da Bonaparte per Giuseppina di Leuchtenberg (1807-1876), figlia del Viceré Eugenio Beauharnais e futura regina consorte di Svezia e Norvegia. Nella vendita a Bonaparte rientrano anche alcuni possedimenti urbani di Aldini, come l'antica chiesa profanata di S. Maria della Pugliola.dettagli
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1812Pietro Giordani denuncia l'abbandono della Palazzina della ViolaParlando all'Accademia di Belle Arti, il segretario Pietro Giordani (1774-1848) denuncia le condizioni di abbandono e di incuria della Palazzina della Viola, la delizia dei Bentivoglio presente nell'area dell'Orto botanico dell'Università. Si tratta di un edificio di particolare pregio architettonico e artistico, affrescato dai migliori artisti dell'epoca rinascimentale: Innocenzo da Imola, Amico Aspertini, Prospero Fontana, Nicolò dell'Abate. Dopo la caduta dei signori di Bologna la villa ospitò l'Accademia del Viridiario di Giovanni Filoteo Achillini e quella dei Desti. Tra il 1540 e la fine del Settecento fu aggregata al vicino Collegio Ferrerio. Nel 1803, divenuta di proprietà pubblica, fu destinata a sede della Scuola universitaria d'Agricoltura, diretta da Filippo Re. Quando all'inizio del '900 verrà acquistata dalla Cassa di Risparmio per la Scuola superiore di Agraria, la Viola apparità come una casa colonica, con buona parte del portico e della loggia superiore chiusi, gli ambienti frazionati, gli affreschi ricoperti di calce. Sarà restaurata nel 1907, nel 1928 e poi ancora nel 1948, dopo i danni subiti durante la seconda guerra mondiale.dettagli
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1812Il civico corpo di PompieriIl podestà conte Camillo Grassi approva il piano di Mauro Banti, orologiaio e comandante degli artiglieri, per la costituzione di un corpo di pompieri. Per tradizione il compito di spegnere gli incendi è dei brentadori, i trasportatori di vino, obbligati ad accorrere con i loro recipienti portati dietro la schiena al suono di una campana posta sulla torre Asinelli. Il Municipio è dotato di due macchine idrauliche, costruite nel 1785 da Francesco Comelli e regolate dall'architetto d'ufficio. L'acqua necessaria è ricavata dalle case vicine all'incendio e dai canali. Il servizio è a carico del proprietario del luogo incendiato e dei confinanti. All'inizio l'organizzazione prevede "un comandante, un capitano, un tenente, un chirurgo, un sergente maggiore, due sergenti, un caporale foriere, quattro caporali, 31 comuni e 54 facchini" (Guidicini) Sarà completamente modificata nel 1824 con il regolamento approvato dal Senatore conte Scarselli. Verrà allora nominato un responsabile per ogni quartiere e saranno soppressi i titoli militari. I pompieri, inoltre, otterranno un locale nel palazzo comunale.dettagli
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27 gennaio 1812La Camera di Commercio, Arti e ManifattureSulla base del decreto imperiale dato a Saint Cloud il 27 giugno 1811, viene creata la Camera di Commercio, Arti e Manifatture di Bologna. Succede alla Camera Primaria di Commercio del dipartimento del Reno, risalente al 31 agosto 1803 e a sua volta erede dell'antico foro dei mercanti. La nuova Camera è rappresentata da nove membri ed è presieduta dal Prefetto del dipartimento del Reno. Il 26 agosto una legge prevederà l'iscrizione obbligatoria delle manifatture e delle aziende artigiane alla Camera di Commercio, con ammende pecuniarie per i trasgressori. Molti fabbricanti e commercianti presenteranno, assieme alla denuncia, un "attestato di miserabilità", rilasciato dal proprio parroco, per essere esonerati dalla tassa camerale. Con rescritto del 23 ottobre 1815 la Camera di Commercio di Bologna sarà riformata e assumerà la denominazione di Consiglio di manifatture e commercio.dettagli
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7 febbraio 1812La “ruota” degli espostiUn decreto del 7 febbraio stabilisce che gli orfanotrofi debbano essere dotati di una “ruota”, aperta giorno e notte, per l’esposizione dei bambini abbandonati. Con questo espediente, che consente alle madri di far entrare nell’ospizio i loro figli senza essere viste - mantenendo quindi un rigoroso anonimato - si tenta di arginare il dilagare degli infanticidi e di evitare precari depositi di neonati nell’immondizia o sui sagrati delle chiese. La ruota rimarrà in funzione a Bologna per quasi tutto il secolo: verrà abolita solo nel 1873.dettagli
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12 febbraio 1812Obbligo del listino prezziIl 12 febbraio è fatto obbligo ai negozi di esporre il listino prezzi delle merci in vendita.dettagli
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5 aprile 1812Grande maltempoIl 5 aprile scoppia un furioso uragano, che fa volare tegole, camini e imposte. Il 9 aprile cade tantissima neve. Nessuno ne ha mai vista così tanta in questo periodo. Nei giorni successivi fa un freddo invernale.dettagli
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11 maggio 1812Anche gli orfani utilizzati per la leva militareNel 1812 oltre 15.000 uomini vengono chiamati per la leva militare. A Bologna circa 30 ragazzi, dai 12 ai 16 anni, sono scelti dall'orfanotrofio e requisiti per il servizio in marina.dettagli
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17 maggio 1812La musica di Mozart in programma al CasinoIl 17 maggio la serata musicale presso la Società del Casino prevede l'ouverture dell'opera Così fan tutte. E' l'inizio di una vera e propria passione per Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791), già accademico filarmonico a Bologna. Tra il 1810 e il 1822 le esecuzioni mozartiane al Casino saranno una ventina, di cui diciassette sinfoniche e tre d'opera. Il genio austriaco sarà l'unico compositore straniero eseguito a Bologna, assieme a Haydn e, più raramente, a Beethoven.dettagli
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13 giugno 1812Le opere di Mayr e Farinelli al Teatro ComunaleIl 13 giugno al Teatro Comunale va in scena l'opera Adelasia ed Aleramo, melodramma serio di Johann Simon Mayr (1763-1845), con Marianna Sessi nei panni di Adelasia e Eufemia Eckarth Neri in quelli di Aleramo. In luglio è proposto il dramma serio Attila, con musica di Giuseppe Farinelli (1769-1836) e libretto di Gaetano Rossi.dettagli
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14 giugno 1812Gli Addobbi dei ServiNella parrocchia dei Servi è allestito un grandioso apparato, soprattutto lungo Strada Maggiore. Le famiglie più distinte ornano “magnificamente” i portici dei loro palazzi, con l'esposizione di preziosi tessuti alle porte e dei migliori quadri. Il 15 giugno nella chiesa dei Servi si recita una Messa solenne in musica in onore di S. Antonio e nel pomeriggio si tiene una corsa di cavalli berberi. Alla sera Strada Maggiore è tutta illuminata “a cera”, vi sono fuochi d'artificio e nel Casino dei Nobili si replica la Cantata composta l'anno precedente da Francesco Giovanni Sampieri per la nascita del Re di Roma.dettagli
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17 giugno 1812Muore Pio PanfiliMuore a Bologna il pittore e incisore Pio Panfili (1723-1812). Nacque il 6 maggio 1728 vicino a Fermo, nelle Marche, e fu avviato dai genitori a bottega da un pittore, che però l'aiutò poco, utilizzandolo soprattutto a macinare colori. Nonostante ciò progredì nell'arte, tanto che alcuni lo consigliarono di venire a Bologna. Qui, seguendo l'insegnamento impartito all'Accademia Clementina, si applicò alla pittura e all'architettura, risultando tra i migliori. Grazie ad un mecenate, Giovanni Evangelisti, poté completare gli studi e continuare nel disegno, prediligendo le vedute della città e dei dintorni. Tornato a Fermo, cominciò ad avere importanti commissioni, come la volta della sala del Palazzo Priorale (1760). Alcuni anni dopo fu nuovamente a Bologna e qui il tipografo Petronio dalla Volpe lo ingaggiò per riprodurre in incisione alcune opere d'arte assai rare: grazie ai rudimenti appresi dallo stesso tipografo, Panfili presto imparò ad incidere. Ebbe grande successo con la riproduzione nel 1769 in piccolo formato delle Regole di Architettura del Vignola, incise "con prestezza e con mano leggerissima e disinvolta". Nel 1782 corredò l'opera di Leon Battista Alberti con tavole stampate a cura dell'Istituto delle Scienze. Illustrò inoltre la storia del chiostro di San Michele in Bosco, scritta da Giampietro Zanotti. Tra i lavori per i quali Panfili andrà famoso sono le Vedute in piccolo della Città di Bologna, pubblicate senza interruzione dal 1770 al 1796. Assieme al lavoro di incisore, continuò quella del pittore, impegnato ancora a Fermo nel soffitto del duomo, e a Rimini nel cenacolo dei Padri Agostiniani. Fu da tutti onorato e benvoluto per il carattere schietto, le maniere affabili, la capacità di stare con gli altri. Per le sue buone qualità, nel 1786 fu fatto Accademico clementino e in seguito membro dell'Accademia di Belle Arti di Bologna.dettagli
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12 luglio 1812Apparati ed elemosine nella parrocchia di San BenedettoGli archi di portico della chiesa di Sant'Elena in via Galliera vengono addobbati come da antica consuetudine. Sotto il portico viene fatta una elemosina di due libbre di pane e una “misura discreta” di vino a oltre 4.000 poveri della parrocchia. Un tempo la chiesa è appartenuta alle suore Agostiniane, che hanno lasciato l'abito nel 1810, dopo la soppressione dell'ordine e la cessione dei loro beni al demanio. Sarà venduta nel 1813 assieme al convento a Giuseppe Spaggiari, già padrone del vicino monastero delle terziarie di S. Francesco di Paola.dettagli
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4 agosto 1812Il Teatro Comunale di ImolaNel 1810 un gruppo di cittadini imolesi acquista l'edificio della chiesa superiore del convento soppresso di San Francesco, utilizzato negli anni precedenti dai Francesi come caserma di cavalleria, per farne un luogo dedicato agli spettacoli. L'impresa è sostenuta economicamente dalla vendita dei palchi alla municipalità e ai “Signori Associati”. Il progetto del teatro, dedicato alla dea Cerere, è affidato al genio dell'architetto imolese Giuseppe Magistretti (1775-1859), che realizza una rara struttura a pianta ellittica, contornata da tre ordini di palchi e una galleria soprastante. Le decorazioni sono affidate al pittore Felice Giani (1758-1823), uno dei migliori interpreti dell'arte neoclassica, e all'ornatista Gaetano Bertolani, suo collaboratore. L'inaugurazione avviene il 4 agosto 1812 con l'esecuzione del dramma eroico in due atti I riti di Efeso di Giuseppe Farinelli (1769-1836). Nel 1815, con il ritorno di Imola nello stato pontificio, papa Pio VII deciderà la chiusura del teatro, ritenuto incompatibile con l'edificio religioso preesistente. Esso sarà riaperto solo nel 1831, durante il moto rivoluzionario delle Romagne. I necessari interventi di modifica e manutenzione verranno nuovamente affidati al Magistretti, che rinnoverà la facciata e abbasserà il campanile, togliendo all'edificio ogni aspetto residuo di luogo religioso. Nel 1852 sarà deciso un nuovo completo restauro, affidato agli ingegneri Bianconcini e Cerchiari ed eseguito previo parere del prof. Filippo Antolini (1787-1858), che esaminerà anche il progetto di decorazione dei pittori Francesco Galassi e Paolo Sarti. Sarà il Macbeth di Verdi a inaugurare nuovamente il teatro nel 1855 e da allora l'attività riprenderà in modo abbastanza regolare.dettagli
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21 settembre 1812Ultimo fatale volo di ZambeccariIl 21 settembre il conte Francesco Zambeccari, audace aereonauta, decide di compiere un ulteriore tentativo di volo con la mongolfiera, partendo dal prato dell'Annunziata. Qui quale sono stati eretti palchi per gli spettatori e un traliccio al quale il pallone è ancorato. Lungo le pendici del colle di San Michele e nel piazzale del convento sono allestiti alcuni padiglioni gastronomici. L'impresa sarà fatale all'aeronauta. Il pallone si alza con fatica e poco dopo il decollo si impiglia in un albero, provocando il rovesciamento dell'alcool del bruciatore e quindi l'incendio e la rovinosa caduta del mezzo. Mentre il compagno Vincenzo Bonaghi riesce a cavarsela, il sessantenne pioniere del volo umano rimane gravemente contuso e ustionato e morirà il giorno dopo. Il 24 settembre, nella chiesa di San Paolo, si terranno solenni funerali. Sarà sepolto in San Francesco, nella tomba dell'avo Alessandro Zambeccari: la sua effige, accompagnata da vari emblemi, appare nella parte alta del monumento ed è opera dello scultore Giacomo De Maria.dettagli
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ottobre 1812"L'Orbo che ci vede" di Generali debutta al Teatro del CorsoAl Teatro del Corso è rappresentato in prima assoluta il dramma giocoso in due atti L'Orbo che ci vede del compositore Pietro Generali (1773-1832) su libretto di Angelo Anelli. E' un'opera "senza pretese" (Calore) seguita dal ballo e arricchita dalle scene dipinte da Antonio Basoli (1774-1843). Tra gli interpreti si fa notare il tenore Giovanni David (1790-1864), la cui voce spicca "in mezzo al canto della Belloc, di Zambioni e di Bottari". Prima di essere soppiantato da Rossini nel favore del pubblico, Generali è uno dei principali compositori del genere buffo. Si è rivelato con il dramma Le gelosie di Giorgio, composto proprio a Bologna nel 1802. Dal 1815 i suoi lavori verranno proposti in serie al Teatro Comunale: durante il carnevale andranno in scena per trenta repliche Pamela nubile e nuovamente Le gelosie di Giorgio. Nel 1816 il maestro romano presenterà il dramma serio Clato, su libretto di Adriano Lorenzoni, con "musica nuova espressamente composta".dettagli
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4 ottobre 1812Detenuti politici all'Annunziata e a San Giovanni in MonteIl convento dell'Annunziata fuori porta San Mamolo è trasformato in ottobre in carcere per detenuti politici. Qui sono rinchiusi circa cento sacerdoti deportati dallo stato pontificio, che hanno rifiutato il giuramento di fedeltà al governo francese, mentre altri quaranta sono ospitati in San Giovanni in Monte. Per i prigionieri è prevista una razione giornaliera composta da una minestra, pane e acqua, ma molti di loro ricevono cibo e altre cose necessarie dalle case private che li ospitavano in precedenza. Il 15 maggio 1813, dopo una falsa promessa di amnistia, i preti romani saranno tradotti nella rocca di Imola e in altre carceri, dove subiranno condizioni ancor più restrittive.dettagli
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19 novembre 1812Grandi piogge. Il Reno straripa a CentoIn novembre cadono copiose piogge, che allagano le campagne del Bolognese. Il 19 novembre il Reno straripa a Cento in due punti, con grave danno nel territorio circostante. Le acque entrano in città, abbattendo la porta di Pieve e per nove ore i quartieri cittadini rimangono sommersi. Intanto il Panaro rompe gli argini alle Caselle, ai Casoni e a Finale, distruggendo parecchie case. Circa 30 persone perdono la vita, travolte dalle acque di piena.dettagli
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20 novembre 1812"L'inganno felice" di Rossini al Teatro del CorsoIl 20 novembre va in scena al Teatro del Corso la farsa in un solo atto L'inganno felice di Gioachino Rossini, sua terza opera in musica - dopo La cambiale di matrimonio e L'equivoco stravagante - e suo primo grande successo. Dopo il trionfale debutto l'8 gennaio a Venezia al Teatro San Moisè, la composizione ha ottenuto la stampa dello spartito, una rarità per l'epoca. Anche a Bologna, come a Venezia, la parte di Isabella è cantata dal soprano Teresa Belloc Giorgi (1784-1855), che in carriera interpreterà numerosi ruoli rossiniani. Con lei sono il tenore Giovanni David (1790-1864), definito da Stendhal “le premier ténor existant”, il baritono Luigi Zamboni (1767-1837) e il buffo Giovanni Bottari. Il “Giornale del Dipartimento del Reno” definisce l'opera un “bel lavoro” e sottolinea che il pubblico è uscito dal teatro appagato.dettagli
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15 dicembre 1812"L'Avaro" di Molière al Teatro MarsigliAl teatro Marsigli opera la Compagnie Imperiale d'Acteurs Francais, diretta da madame Eaucourt, prima attrice di S. M. l'Imperatore. Dopo aver messo in scena una ventina di commedie, il capocomico corrisponde "à la demande qui lui a été faite de donner encore quelques répresentations" e ne concede altre dieci. La prima ha luogo il 15 dicembre con L'avare di Molière.dettagli
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15 dicembre 1812Soppressi l'orfanotrofio di San Bartolomeo e l'ospedale degli AbbandonatiLa Congregazione di Carità sopprime l'orfanotrofio dei putti di San Bartolomeo, nella parrocchia di S. Maria Maggiore, e l'ospedale degli Abbandonati, situato in via Frassinago. L'oratorio di San Bartolomeo in via Riva Reno, divenuto in seguito la chiesa della Madonna della Pioggia, aveva annesso un ricovero per pellegrini, che fu trasformato in orfanotrofio dopo la peste del 1527. L'ospedale di S. Salvatore detto degli Abbandonati fu ideato nel 1735 da don Giulio Cesare Canali, parroco di Sant'Isaia. Nel corso del secolo venne più volte ampliato. Raccoglieva poveri infermi non accolti dagli altri ospedali cittadini. Dal 1808 gli ammalati sono ricoverati nell'ospedale Sant'Orsola in un luogo separato. Nel 1821 saranno traslocati nella Casa di Ricovero di S. Gregorio. Il 19 marzo 1824 l'Orfanotrofio di San Bartolomeo riceverà "una nuova forma di statuti e vestiario". Nel 1864 passerà sotto l'Amministrazione dei Pii Istituti Educativi.dettagli