Grande vendita di opere d'arte della Galleria Sampieri
Trovandosi in gravi difficoltà economiche, Francesco Sampieri (1790-1863) vende la preziosa quadreria di famiglia. Si tratta di oltre duecento opere, tra le quali 127 dipinti, che frutteranno 15.000 luigi.
I sette capolavori che hanno reso famosa la collezione del palazzo di Strada Maggiore sono venduti in blocco al ministro degli Interni del Regno d'Italia e destinati alla Pinacoteca di Brera a Milano.
Tra essi I santi Pietro e Paolo di Guido Reni, Abramo ripudia Agar di Guercino, la Danza degli Amorini di Francesco Albani e diversi lavori dei Carracci.
Gli altri pezzi sono venduti al Viceré Principe Eugenio di Beauharnais e quindi destinati al mercato dell'arte, dove si disperderanno in numerose collezioni pubbliche e private. La Visione di San Girolamo di Guercino sarà donata dal Viceré al figlio per le sue nozze e finirà a Mosca.
Il conte Ferdinando Marescalchi acquisterà a Parigi e a Venezia un certo numero di opere della collezione Sampieri e con quelle formerà "la rinomata sua galleria".
Secondo lui il giovane avrebbe dovuto piuttosto “mettersi a questuare, che fare un oltraggio simile a sé, alla famiglia e alla Patria”.
Il padre di Francesco, il Senatore Luigi, aveva disposto nel suo testamento che le opere andassero all'Istituto delle Scienze.
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