Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.
-
1811Il Banco CavazzaGirolamo Cavazza avvia in un negozio sotto il portico del Podestà un banco di cambiavalute. La famiglia è dedita per tradizione al mestiere di selciaio e al commercio illegale di canapa. In breve tempo il Banco Cavazza avrà una grande fortuna. Al ritiro di Girolamo nel 1836 i quattro figli potranno dividersi un patrimonio di circa 30.000 mila scudi in crediti e terreni. Con un capitale di 8.000 scudi versato dai fratelli in parti uguali il Banco continuerà per alcuni anni l'attività nel nome del fondatore, per assumere nel 1841 la denominazione di Banco Fratelli Cavazza. Dal 1847 il maggiore dei fratelli, Giuseppe, cederà il suo posto ai figli Luigi e Felice, che daranno grande impulso all'impresa in anni molto difficili per la generale situazione economica e politica. Felice condurrà "una fortunata speculazione nella rendita italiana all'indomani dei disastri della guerra del 1866" (Volta).dettagli
-
1811Medaglie romane ritrovate a CadrianoDurante i normali lavori di aratura in un podere di Cadriano viene ritrovato un vaso pieno di medaglie consolari e famigliari romane. Una parte delle medaglie - e alcune verghe d'oro puro presenti assieme ad esse - vengono sottratte. Gli scopritori faranno fondere molte monete "per timore di essere come rei di furto riconvenuti". Altre medaglie finiranno nel museo archeologico bolognese. Un elenco di circa 230 pezzi verrà stilato e stampato in opuscolo da Filippo Schiassi (1763-1844), archeologo, epigrafista e professore dell'Alma Mater. Alcuni anni dopo il ritrovamento di Cadriano, nel comune poco distante di San Niccolò di Villola, sarà scoperto un altro tesoro di circa mille medaglie consolari, alcune delle quali con l‘effige di Giulio Cesare Dittatore risalenti ai tempi della guerra di Modena e del primo triumvirato.dettagli
-
1811Atterrata la chiesa di S. AgneseViene abbattuta la chiesa esterna del convento delle suore domenicane di Sant'Agnese, fondato nel XIII da Diana degli Andalò.Il sacro edificio fu ampliato nel 1615 e nel 1790 venne decorato da Petronio Fancelli (1734-1800).Le monache di Sant'Agnese furono soppresse il 31 gennaio 1799 e il loro convento fu in gran parte destinato a caserma pontificia.Il monastero di Sant'Agnese era uno dei più ricchi di Bologna e prima della soppressione dell'ordine arrivò a contenere più di cento religiose.Aveva una chiesa interna per le suore e una esterna per i fedeli. Il chiostro grande, con portico ad archi a tutto sesto, aveva al piano superiore una loggia architravata, "esempio singolarissimo" a Bologna (Malaguzzi Valeri). dettagli
-
8 gennaio 1811Il conte Bianchetti nuovo podestàIl decreto dell'8 gennaio 1811 nomina il conte Cesare Bianchetti (1775-1849) podestà di Bologna, in sostituzione di Luigi Tavecchi. Rimarrà in carica fino al 3 febbraio 1814. Esponente della locale massoneria, amico di Foscolo e Canova, Bianchetti è barone del Regno d'Italia, ciambellano e cavaliere della Corona di Ferro. Dopo la restaurazione farà parte della corrente liberale moderata. Nel 1831 parteciperà alla rivoluzione municipale e sarà poi a lungo esiliato.dettagli
-
8 gennaio 1811Grande vendita di opere d'arte della Galleria SampieriTrovandosi in gravi difficoltà economiche, Francesco Sampieri (1790-1863) vende la preziosa quadreria di famiglia. Si tratta di oltre duecento opere, tra le quali 127 dipinti, che frutteranno 15.000 luigi. I sette capolavori che hanno reso famosa la collezione del palazzo di Strada Maggiore sono venduti in blocco al ministro degli Interni del Regno d'Italia e destinati alla Pinacoteca di Brera a Milano. Tra essi I santi Pietro e Paolo di Guido Reni, Abramo ripudia Agar di Guercino, la Danza degli Amorini di Francesco Albani e diversi lavori dei Carracci. Gli altri pezzi sono venduti al Viceré Principe Eugenio di Beauharnais e quindi destinati al mercato dell'arte, dove si disperderanno in numerose collezioni pubbliche e private. La Visione di San Girolamo di Guercino sarà donata dal Viceré al figlio per le sue nozze e finirà a Mosca. Il conte Ferdinando Marescalchi acquisterà a Parigi e a Venezia un certo numero di opere della collezione Sampieri e con quelle formerà "la rinomata sua galleria". Secondo lui il giovane avrebbe dovuto piuttosto “mettersi a questuare, che fare un oltraggio simile a sé, alla famiglia e alla Patria”. Il padre di Francesco, il Senatore Luigi, aveva disposto nel suo testamento che le opere andassero all'Istituto delle Scienze.dettagli
-
20 gennaio 1811Il teatro CoralliNella chiesa sconsacrata della Pia Congregazione di San Gabriele in via dei Giudei è aperto un teatro di proprietà di Filippo Coralli destinato a spettacoli privati “da eseguirsi con automi” o marionette. Ospiterà invece soprattutto compagnie comiche e operette scadenti e "malcantate". Nonostante ciò sarà assai popolare: avrà un buon successo soprattutto tra i soldati di stanza in città e godrà di pessima fama. Sarà chiuso definitivamente nel 1815, dopo una lunga contesa con altri teatri. Il gestore sarà accusato di concorrenza sleale per la pretesa di far pagare l'ingresso senza averne l'autorizzazione. Dopo la restaurazione lo stabile sarà utilizzato nuovamente come magazzino di canapa. Nel 1834 sarà acquistato da Giuseppe Lamma per impiantarvi una fabbrica di birra.dettagli
-
28 gennaio 1811Sottoscrizione di Zambeccari per una macchina volanteFrancesco Zambeccari (1752-1812) lancia una sottoscrizione fra i cittadini bolognesi per l'allestimento di una nuova macchina aerostatica. Le quote, comprese tra gli 80 centesimi e i quattro scudi, danno diritto all'ingresso al palco, previsto nel luogo del decollo, e al cantiere di costruzione della mongolfiera. La campagna non avrà successo e l'aeronauta dovrà ripetere gli appelli d'aiuto con manifesti affissi per le strade. Arriverà anche a promettere un posto in equipaggio a una persona “giunta agl'anni della maturità” e dotata del necessario spirito d'avventura.dettagli
-
5 febbraio 1811Il canale Riolo-Calcarata in botte sotto il canale NavileDopo la rotta alla Panfilia del 1750, mai chiusa, il Reno ha continuato a rigurgitare le sue acque lungo il canale Riolo, che scola assieme al canale Calcarata nelle valli del Poggio e di Malalbergo. Nel 1796 i due canali sono stati imboccati nel Reno a monte del Navile, ma l'innalzamento del fondo del fiume ha reso vana l'operazione condotta dal Magistrato delle Acque di allora. Con decreto vicereale del 5 febbraio 1811 il collettore Riolo-Calcarata è fatto passare in botte sotto il canale Navile e portato nel Savena abbandonato nei pressi di Baricella, tramite il nuovo canale Gandazzolo. Anche questa soluzione si rivelerà precaria e nel 1825 le acque del III Circondario Riolo e Calcarata saranno scaricate nella Lorgana, il canale occidentale del IV Circondario, in attesa che venga realizzato un sistema generale di scolo delle acque della Bassa bolognese.dettagli
-
18 marzo 1811Prelevate altre opere d'arte per la Pinacoteca di BreraGiungono in città i commissari inviati dal governo per scegliere opere d'arte “che convengono alla Reale Pinacoteca di Milano”, provenienti dalle ultime congregazioni religiose soppresse. A Bologna da poco sono stati spogliati i conventi di San Paolo in Monte, l'Annunziata, Santa Lucia, il Corpus Domini e molti altri. Numerosi dipinti depositati all'Accademia vengono anche dalla provincia. La scelta fatta l'11 marzo comprende tele di Guercino, Giacomo Francia, Prospero Fontana, Guido Reni: in totale 26 opere. Di queste, ben 15 erano già state in precedenza scelte per la pinacoteca dell'Accademia di Bologna. La spedizione a Milano dei quadri prescelti avverrà nel maggio 1811. In cambio saranno inviati a Bologna 14 dipinti, giudicati di valore molto inferiore dei capolavori perduti. Tra il 1809 e 1811 53 dipinti hanno lasciato il capoluogo emiliano diretti a Brera. Essi fanno parte della "colossale razzia" effettuata soprattutto in Veneto, Marche e Romagna, che ha portato nella capitale lombarda più di mille opere. Gran parte di esse rimarranno lì - molte disperse in sedi sconosciute - anche dopo la fine del del Regno italico.dettagli
-
19 marzo 1811Paganini e la Brizzi Giorgi al CasinoIn una serata musicale della Società del Casino, Niccolò Paganini (1782-1840) e Maria Brizzi Giorgi (1775-1812) suonano “a capriccio” delle variazioni sul tema della Molinara di Paisiello “Nel cor più non mi sento”. La Brizzi, intervenuta, "con grata sorpresa della Società", nonostante un'indisposizione, completa la serata eseguendo anche un piccolo concerto del maestro Pavesi. Paganini è già ovunque celebre per il suo virtuosismo, Maria Brizzi Giorgi, pianista e compositrice, è la musicista più popolare a Bologna in questo periodo. Il duetto sarà replicato con successo il 14 aprile 1811, giorno di Pasqua, al Teatro Comunale. Paganini sarà ancora al Casino il 22 e il 25 dicembre per un'accademia. Il 22 si esibirà in un Concerto del Sig. Kreuzer. A Natale suonerà un Duetto instrumentale ridotto per violino solo “per scarsità di cantanti”, sostenendo, grazie alle sue capacità stumentali, anche la parte delle voci.dettagli
-
20 marzo 1811La nascita del Re di RomaL'Imperatrice Maria Luisa (1791-1847) dà alla luce un figlio maschio, Napoléon Francois Charles Joseph Bonaparte (Napoleone II, 1811-1832), subito nominato dal padre “Re dei Romani” e decorato con la Corona di Ferro. Per assistere al "fausto evento" è partita da Bologna una delegazione composta da Cesare Bianchetti, Fabio Agucchi e Luigi Albergati. La notizia, giunta “col mezzo dé Telegrafi”, è festeggiata in città con 101 colpi di cannone e celebrata con il Te Deum in San Pietro, presenti le autorità. Alla sera il centro è tutto illuminato e al Teatro comunale è offerto un veglione gratuito. L'11 luglio, in onore del Re di Roma, si terrà presso la Società del Casino un'accademia di poesia alla presenza di S.E. il conte Senatore Caprara, Grande Scudiere di Napoleone. Dopo un'allocuzione di Pietro Giordani, si esibirà un “coro di valenti poeti”: letterati come Francesco Tognetti, Paolo Costa e Luigi Scevola, e dilettanti come Giacomo Greppi. Chiuderà la serata una Cantata allusiva, La Nascita del Re di Roma, con parole del marchese Girolamo Zappi e musica di Francesco Giovanni Sampieri. Interlocutori sono gli dei Marte, Apollo, Minerva e un coro di Muse e Genii. Dedicata al Prefetto Alvise Querini Stampalia, sarà interpretata da valenti cantanti, quali il soprano Elisabetta Manfredini Guarmani (1780-p1824) e il baritono Luigi Zamboni (1767-1837).dettagli
-
1 maggio 1811Il prof. Ranzani va a ParigiNella primavera del 1811 Camillo Ranzani (1775-1841), "eloquentissimo professore, scrittore valentissimo e naturalista di fama europea", chiede al Viceré il permesso di recarsi a Parigi per studiare nel locale Museo di Storia Naturale e "provvedersi e munirsi di oggetti inerenti alla scienza da lui professata". La domanda è accolta, anzi egli ottiene in più un sussidio in denaro e la nomina di un supplente per il tempo della sua assenza. Ranzani riporterà in Italia dalla capitale francese dodici casse di reperti, che il Governo distribuirà ai musei italiani. Buona parte di essi finiranno nel Gabinetto di Storia Naturale di Bologna. Il professore riordinerà il museo felsineo, fondato ancora sulla nomenclatura di Ulisse Aldrovandi risalente al XVI secolo, in base a criteri più moderni. Considerato, per l'erudizione acquisita, una “enciclopedia vivente” della zoologia e della mineralogia (Calcaterra), membro di varie accademie, diverrà amico dei più importanti naturalisti del suo tempo e apprezzato per i numerosi contributi scientifici. Al ritorno da Parigi abiterà nel palazzo senatorio Orsi in via San Vitale, dove morirà il 23 aprile 1841.dettagli
-
10 maggio 1811Rossini esegue "Le stagioni" di HaydnGioachino Rossini dirige al cembalo una serie di concerti per l'Accademia dei Concordi. Il 20 maggio, in occasione della nascita del Re di Roma, nella grande sala del Liceo Musicale presenta Le stagioni (Die Jahreszeiten) oratorio profano di Joseph Haydn (1732-1809). All'esecuzione partecipa il soprano Elisabetta Manfredini Guarmani (1780-p1828), interprete delle prime opere serie di Rossini - Ciro in Babilonia (1812), Tancredi (1813) e Sigismondo (1814) - e dal 1811 aggregata all'Accademia Filarmonica bolognese. La musica del "celeberrimo sig. Haydn", molto difficile "per le orecchie italiane", ottiene in questa occasione un generale gradimento: la sala si mantiene piena per più di quattro ore, "senza sbadigli e spesso con commozione di vero entusiasmo". Rossini considera Haydn e Mozart i suoi principali modelli. L'orchestrazione delle sue prime opere tradisce la loro influenza. Il maestro Mattei e i compagni del liceo musicale lo chiamano ironicamente "il tedeschino".dettagli
-
19 maggio 1811Il Conservatore della Pinacoteca eletto alla presenza di CanovaDurante la riunione degli accademici del 19 maggio, il pittore paesista Gaetano Tambroni (1763-1841) è nominato Conservatore della Pinacoteca. Ad essa affluiscono, oltre al primo nucleo di opere provenienti dalla Clementina, anche i dipinti dell'Istituto delle Scienze e quelli del deposito dell'ex convento di S. Vitale. Questa seduta è onorata della presenza del "principe dé moderni scultori" Antonio Canova, che lascia scritto in ricordo: "Io Canova fui presente a questa sessione" e dona all'Accademia il gesso della testa di papa Clemente XIII, realizzata per il suo monumento funebre. L'illustre artista soggiorna a Bologna tra il 13 e il 24 maggio, conteso dalla buona società bolognese. Durante la sua permanenza modellerà due busti in gesso della bella Cornelia Martinetti, sua ospite, uno dei quali sarà distrutto in un impeto di gelosia.dettagli
-
27 maggio 1811"L'impegno superato" di Cimarosa al Teatro FeliciniAl Teatro Felicini viene rappresentata la commedia per musica in due atti L'impegno superato di Domenico Cimarosa (1749-1801). L'opera è messa in scena dagli “Alunni della Musica”, giovani cantanti destinati “con lode a professare d'appresso la bell'Arte di Polimnia”. Tra essi vi sono Gaetano Tamburini, allievo di Matteo Babini (1754-1816), uno dei maggiori cantanti lirici del '700 e le giovani Gertrude e Luigia Righetti. Più che dalla bella voce della debuttante Gertrude - che sarà la prima Rosina nel Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini - il recensore del “Redattore del Reno” è colpito da quella “incomparabile” di Luigia, in grado di scendere “fino all'Effaut basso (il Fa sotto il rigo) con chiarezza e senza sforzo”.dettagli
-
27 giugno 1811La Camera Primaria di Commercio nel Palazzo della MercanziaIn forza del Regio Decreto 27 giugno 1811 la Camera Primaria di Commercio del Dipartimento del Reno è insediata nel Palazzo della Mercanzia. L’edificio fu costruito tra il 1384 e il 1391, sul luogo della vecchia Dogana, dall’architetto Antonio di Vincenzo (1350-1402), al quale si devono a Bologna i progetti di vari palazzi e della Basilica di San Petronio. Fu sede del Foro dei Mercanti e di alcune corporazioni. Un giudice e cinque Consoli, estratti a sorte e in carica per sei mesi, erano incaricati di risolvere le controversie. Con l’insediamento della Camera di Commercio il Tribunale e la Cancelleria vengono trasferiti al piano inferiore. L’insufficienza dei locali renderà necessario l‘affitto di alcune sale del vicino Palazzo Sampieri. Il Palazzo della Mercanzia sarà più volte restaurato nel corso dell'Ottocento. Dal 1888 al 1890 Alfonso Rubbiani e Alfredo Tartarini apporteranno varie modifiche, con l’obiettivo di ripristinarne l‘aspetto originario.dettagli
-
7 luglio 1811Vagabondi estradati all'isola d'ElbaDuecento vagabondi e oziosi vengono arrestati e inviati all'isola d'Elba come soldati. Le autorità napoleoniche tentano di liquidare con la coscrizione e le deportazioni la piaga della delinquenza organizzata. Le associazioni di malviventi, presenti a Bologna da molto tempo, sono soprattutto due: i "birichini" (o biricchini) e i "ritirati". I "birichini" - società di tipo mafioso "onorata nel furto e nel coltello" - sono divisi in masnade comandate da capi, che prendono il nome dalle strade alle quali appartengono. La loro arma principale è il ricatto, assieme alle minacce a chi rifiuta la loro protezione. Compiono servigi più o meno leciti: arrivano persino a reggere le candele nelle processioni e ad accompagnare i funerali. Anche il Bargello in passato ha trovato "più utile, più sicuro in certi casi convenire con loro", in cambio di una certa immunità. I "ritirati" traggono il loro nome dall'abitudine di sfruttare l'inviolabilità dei sagrati delle chiese o il privilegio di asilo dei marciapiedi di alcuni palazzi nobiliari. Di notte escono per aggredire e rubare. La insolenza dei malfattori giunge al punto di farsi vedere in giro riuniti in bande al suono del tamburo, girando per le case e "prendendo roba e denari a viva forza".dettagli
-
14 luglio 1811TerremotoIl 14 luglio, a mezzanotte all'incirca, accompagnata da un “orribile rombo”, una forte scossa di terremoto fa suonare per due volte le campane degli orologi. Non si registrano vittime.dettagli
-
16 settembre 1811Un portico dal Meloncello alla CertosaIl 16 settembre il prefetto del dipartimento Luigi Querini Stampalia pone la prima pietra del portico che unisce il Meloncello al cimitero della Certosa, nell'ambito di un ambizioso progetto di ampliamento di quest'ultimo, volto a farne "un monumento permanente, di un uso continuato". La connessione del portico della Certosa con quello del Santuario della Madonna di San Luca ha lo scopo di unire “due celebri monumenti” di Bologna, gloria e lustro della città. Una buona ragione per l'avvio dei lavori è anche quella di procurare “la sussistenza a molti operai disoccupati e resi miserabili” da anni di crisi economica e di carestia. La “via coperta” è considerata inizialmente dall'arch. Ercole Gasparini (1771-1829) una diramazione del cimitero, con camere sepolcrali dietro ciascun arco e celle più distinte nei 18 capi-archi previsti (vasti ambienti di stazionamento dotati di frontoni). L'idea di rinnovare il modello tipico dell'antica Roma del sepolcro su strada, ma coniugato al portico bolognese, sarà presto accantonata e mantenuta solo come ipotesi futura. La galleria porticata avrebbe inoltre dovuto proseguire all'interno dell'ex convento, ridefinendo il perimetro del chiostro maggiore e collegandosi poi alla nuova cappella dei Suffragi, considerata il fulcro dell'area cimiteriale. Fino al 1831 saranno edificati 131 archi. Il portico scavalcherà con il grande Arco Guidi - demolito nel 1934 per ragioni di viabilità - la strada Sant'Isaia per Casalecchio e, con un ponte coperto, il canale di Reno, per connettersi infine al circuito perimetrale del cimitero. Al termine dei lavori, completati nel 1835, con alcune modifiche, da Luigi Marchesini (1796-1882) grazie a un lascito di Luigi Valeriani, gli archi del portico della Certosa saranno 220, scanditi da capiarchi di dimensione maggiore.dettagli
-
23 settembre 1811Soggiorno di StendhalMarie-Henri Beyle (1783-1842), poi conosciuto come Stendhal, ex ufficiale napoleonico affiliato alla Massoneria del Grande Oriente di Francia, è a Bologna tra il 23 e il 25 settembre. Arriva “à la tombée de la nuit”, proveniente da Milano e dopo aver deposto i bagagli all'Albergo Reale corre al Teatro comunale dove è in scena l'opera Ser Marcantonio di Stefano Pavesi (1779-1850). Avendo visitato la Scala di Milano, il teatro bolognese gli appare "nu et pauvre". Il giorno seguente percorre la città. Giudica i portici del centro comodi, ma tristi: contribuiscono, secondo lui, a rendere le strade vuote e silenziose. E' sensibile alla semplicità e alla grandeur degli edifici, ma nota anche una certa trasandatezza e sporcizia: il nuovo palazzo Hercolani gli sembra sale (sporco) e il palazzo Tanari, pieno di capolavori, ha camere "che fanno male al cuore", con letti orrendi e lavabi "comme ceux des auberges". E' colpito soprattutto dalla ricchezza dei musei: oltre alla Pinacoteca visita alcune importanti gallerie private - Hercolani, Marescalchi, Tanari, Fava e Zambeccari - rimanendo impressionato soprattutto dalle prime due. Gli piacciono Guercino e Reni, mentre le tele dei Carracci lo lasciano freddo: la loro pittura è povera, i quadri sono dipinti con colori comuni e su pessime tele. Tra le case che ospitano Stendhal in questo soggiorno vi è quella del conte Antonio Aldini, ministro del Regno e amico di Napoleone - e personaggio di primo piano della vita politica bolognese - conosciuto durante la residenza di questi a Parigi. All'Università visita le collezioni naturalistiche di Aldrovandi, Marsili e Cospi conservate a Palazzo Poggi: giudica i reperti “nuls, pires que nuls, ennuyeux”. Depreca il governo dei preti, che contrasta la Bologna sensuale, mondana e vivace che tanto gli piace. I preti limitano i piaceri e tra questi soprattutto la musica, di cui si dichiara assetato. E il piacere musicale è per lui legato in modo particolare al melodramma, al bel canto, alla romanza, mentre la musica strumentale non gli interessa. Henri Beyle tornerà a Bologna nell'ottobre 1814, proveniendo da Firenze attraverso la Futa, e si fermerà “deux jours francs”. Avrà modo di conoscere meglio i tesori d'arte e i monumenti e di frequentare la buona società. Riporterà una buona impressione della città e delle donne bolognesi, che paragonerà per bellezza ed eleganza alle parigine.dettagli
-
14 ottobre 1811Un volo di Marcheselli tra le braccia di Vincenzo MontiIl libraio bolognese Antonio Marcheselli si alza ancora una volta con il suo pallone dal prato dell'Annunziata. Il volo ha esito positivo: la macchina atterra felicemente tra Lugo e Ravenna, nei pressi di una cascina del celebre poeta Vincenzo Monti. Le ascensioni in varie città italiane procurano credito al coraggioso pilota. Un sacerdote bolognese gli affida le prove di un meccanismo, da lui inventato, per la direzione degli aerostati, che evita l'uso pericoloso del fuoco o di una mongolfiera supplementare. Da parte sua, l'aeronauta annuncia nuovi voli a Bologna, con l'intenzione di offrire uno spettacolo popolare: "Salirò, ridiscenderò, porterò meco dei colombi cui darò libertà a varie altezze".dettagli
-
14 ottobre 1811Villa AldiniUn tragico incidente avvenuto il 14 ottobre - due muratori muoiono e altri tre rimangono gravemente feriti per il crollo di una impalcatura - porta alla ribalta delle cronache la grande villa in costruzione sulla sommità del colle dell'Osservanza. L'edificio in stile neoclassico è un progetto di Giuseppe Nadi (1780-1814) e Giovanni Battista Martinetti (1764-1830), attuato con la consulenza di Leopoldo Cicognara (1767-1834). E' commissionato dal conte Antonio Aldini (1755-1826), ministro e plenipotenziario di Napoleone, desideroso di celebrare la cavalcata fatta dall'imperatore durante la sua visita di stato a Bologna nel giugno 1805. Dalla cima del colle, mirando il panorama della città e della pianura circostante, Bonaparte avrebbe esclamato: "Ca c'est superbe!". La villa è costruita utilizzando il materiale ricavato dalla demolizione della chiesa e del convento dell'Osservanza, situati poco distanti e acquistati da Aldini il 20 giugno 1812. Sul luogo sorge dal sec. XII la Rotonda della Madonna del Monte, in parte inglobata nella nuova costruzione e trasformata in sala da pranzo (ma destinata anche a ospitare “senza compagni” alcune sculture di Antonio Canova, dopo una ristrutturazione in moderno di Nadi). Per la decorazione degli interni sono incaricati gli artisti più in voga dell'epoca, quali Felice Giani (1758-1823), reduce dai lavori nel palazzo imperiale del Quirinale a Roma, e Andrea Appiani (1754-1817), che però è colpito da apoplessia mentre si prepara a intervenire “nel suburbio di Aldini”. La grande facciata "con frontone e colonne come un tempio antico" costituisce, a parere di Stendhal, "in venti luoghi della città un punto di vista a piacere per la gioia degli occhi". È sormontata da un timpano con fregio di Giacomo De Maria (1787-1838), un "cammeo gigantesco", eseguito con l'aiuto degli allievi Adamo Tadolini e Alessandro Franceschi, che raffigura l'Olimpo in stile neoclassico. La Commissione Ausiliaria dei Professori di Belle Arti riuscirà ad evitarne l'abbattimento, allorchè durante la Restaurazione il cardinale Oppizzoni vorrà sostituire i "favolosi" bassorilievi con "croci o dipinti di cose Sante". Tra il 1849 e il 1859 la villa sarà occupata dagli Austriaci, che ne faranno un ospedale per militari convalescenti. Nel '900 infine sarà restaurata da Guido Zucchini e destinata a monumento commemorativo dei bolognesi caduti in guerra.dettagli
-
26 ottobre 1811Esordio di Gioachino Rossini al Teatro del CorsoIl 26 ottobre si tiene al teatro del Corso la prima rappresentazione del dramma giocoso L'equivoco stravagante, opera buffa di Gioachino Rossini (1792-1868), presente come maestro di cembalo, con il contralto Marietta Marcolini nel ruolo di Ernestina. Si tratta del debutto a Bologna del giovane compositore pesarese, ed è anche la sua unica prima bolognese. L'opera ottiene un buon successo - in alcuni pezzi "si scorge il giovane pieno d'estro" - ma verrà rappresentata poche volte a causa dei troppi doppi sensi contenuti nell’ “indecente” libretto del fiorentino Gaetano Gasbarri. La polizia vieterà ulteriori repliche, oltre le tre serate rituali. Il compositore, però, utilizzerà parte dell'opera nel successivo L'Inganno felice, che trionferà a Venezia l'8 gennaio 1812. L'8 novembre Rossini sarà arrestato per una rissa con i coristi durante le prove di un'opera seria in allestimento al teatro del Corso. Sarà poi rilasciato dopo una solenne ammonizione e tenuto sotto controllo. Dieci giorni dopo il giovane maestro sarà denunciato dal Direttore degli Spettacoli Carlo Filippo Aldrovandi per i suoi ritardi alle prove dell'opera Ginevra di Scozia.dettagli
-
27 novembre 1811Solo un giornaleUn provvedimento governativo del 27 novembre, in linea con il clima anti-liberale instaurato da Napoleone contro la stampa del Regno italico, stabilisce che a partire dal 1812 in ogni dipartimento possa esistere un solo giornale. A Bologna dal 4 gennaio 1812 “Il Redattore del Reno” diventa “Giornale del Dipartimento del Reno”. In tutta la regione emiliana si stampano sei giornali. Nel triennio giacobino solo a Bologna erano attive diciotto testate.dettagli
-
13 dicembre 1811La donazione libraria di don MagnaniLa donazione dell'Abate Antonio Magnani, professore di Retorica ed ex bibliotecario dell'Istituto delle Scienze, arricchisce la biblioteca "comunitativa", ospitata in San Domenico, di oltre 28.000 volumi, tra loro già organizzati e ordinati. L’eredità, che il Comune sarà autorizzato ad accettare nel gennaio 1813 con decreto vicereale, comprende anche un patrimonio in denaro di 68.000 lire. In un primo tempo il fondo bibliografico Magnani sarà collocato a parte. In seguito sarà integrato con il resto, andando a costituire quella minoranza del posseduto complessivo realmente consultabile. La maggior parte del patrimonio librario delle ex congregazioni soppresse rimarrà invece per decenni malamente accatastato e senza alcun controllo nei sotterranei dell'ex convento e da qui scompariranno centinaia di volumi.dettagli