Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.
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1810La villa del ToianoAl confine tra i comuni di Casalecchio di Reno e di Sasso Marconi, sopra una collina che affianca la strada Porrettana, sorge la villa del Toiano. Sulla strada si affaccia un cancello monumentale e un viale dal quale si accede al palazzo. Intorno vi sono prati e campi coltivati. La villa prende il nome dalla località e il toponimo è di origine romana, forse Predium Tullianum (terreno di Tullio). Tipica residenza estiva senatoria, fu fatta costruire nel 1549 da Camillo Bolognetti. Ha una facciata con frontone triangolare, una loggia passante, quattro portici, uno per ogni lato. Per la sua qualità architettonica, di sicuro fu edificata da uno dei grandi artefici attivi a Bologna in quel periodo. Si fa il nome di Pellegrino Tibaldi (1527-1596) o di Bartolomeo Triachini (1516-1587). Nel 1770, dopo il trasferimento a Roma dei Bolognetti, venne acquistata dall'abate Pier Antonio Odorici, tesoriere ed amministratore di Bologna e delle Romagne, proprietario in città di Palazzo Zani, mentre nel periodo napoleonico passò al marchese Antonio Bovio -Silvestri Nel 1810 la villa ospita Giovanni Maria Pujati (1733-1824), monaco benedettino friulano, esponente del giansenismo. L'insigne teologo scrive un poemetto in versi sciolti che esalta l'eleganza dell'edificio, il casino, il giardino, l'anfiteatro, e vede nella residenza del Toiano l'unione fra la bellezza della natura e l'arte dell'uomo. Come tutte le altre costruzioni intorno, anche la villa del Toiano subirà notevoli danni nel corso della seconda guerra mondiale.dettagli
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1810Risaie a Selva MalvezziI Malvezzi impiantano, nei pressi del borgo di Selva, le prime risaie del Molinellese. Un ramo della famiglia ebbe per 340 anni la signoria di questo territorio, che fu soggetto nel XV secolo a una vasta opera di bonifica. Il feudo fu abolito nel 1797 all'arrivo dei Francesi e non più ricostituito dopo il ritorno del potere papale. Il paese è vigilato da opere difensive come il Palazzaccio, fatto costruire dal quarto conte della Selva, ed è disposto attorno a un'ampia piazza, in parte coltivata come un piccolo podere. “Ciò che uomini e tempo hanno fatto dopo non ha cancellato l'impronta originale di un paese tipicamente feudale" (Beseghi). Vi sono il palazzo del conte, "forte e massiccio con una torre tozza al centro”, l'edificio del governatore con portici ad archi tondi che ospitano botteghe artigiane, l'ospedale voluto dal marchese Camillo Malvezzi Locatelli (1731-1808). Di aspetto più moderno è la chiesa parrocchiale di Santa Croce, progettata dall’architetto medicinese Angelo Venturoli (1749-1821). La coltura del riso si estenderà rapidamente nella Bassa bolognese e nel territorio di Molinella in particolare. Nel 1851 a Molinella si conteranno 1.185 ettari di risaia, che arriveranno a quasi 2.000 ettari all’inizio del ‘900, prima di diminuire anche a causa degli scioperi bracciantili.dettagli
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1810Fuori dalle scuole i "poverelli coperti di cenci"Il Direttore generale della Pubblica istruzione chiede alla Congregazione di carità di accogliere nelle scuole dei conservatori e degli orfanotrofi di Bologna i bambini delle famiglie povere che abitano nei paesi vicini. La proposta ha l'obiettivo di "moltiplicare alla classe degli indigenti i mezzi gratuiti d'istruzione senza crescere gli aggravi dei vari comuni". La Congregazione risponde negativamente, nel timore di screditare le scuole e danneggiarne gli alunni, mettendoli assieme a "poverelli coperti di cenci, e di meschinissime abitudini".dettagli
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1810La salina "alla francese" di ComacchioPer soddisfare il crescente fabbisogno di sale dell'esercito napoleonico viene realizzata a Comacchio (FE), su un'area di oltre 500 ettari, una grandiosa salina "alla francese". Il progetto è dell’architetto marsigliese Jean Claude Gérard de Bayon, che dirigerà la costruzione fino al 1814. Dopo la caduta di Napoleone i lavori saranno interrotti, ma l’impianto risulterà comunque funzionante e produttivo. Tuttavia, nonostante la buona qualità del sale estratto, per ragioni politiche il governo Pontificio di nuovo al potere nelle Legazioni favorirà soprattutto le saline di Cervia (RA). La Camera Apostolica darà la salina di Comacchio in appalto a privati. Tra gli intestatari vi saranno i principi Torlonia e il marchese Camillo Pizzardi, esponente di un‘antica famiglia senatoria bolognese. L’appalto proseguirà anche dopo l’Unità d’Italia. Lo Stato assumerà la gestione diretta solo nel 1883. La salina sarà produttiva per tutto il secolo seguente. Nel 1979 l‘area diventerà zona di protezione faunistica. La definitiva chiusura degli impianti avverrà nel 1984.dettagli
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1810Le spoglie del cantante Farinelli traslate alla CertosaLe spoglie di Carlo Broschi (1705-1782) detto Farinelli vengono trasferiti alla Certosa. Il famoso cantante castrato, membro dell'Accademia Filarmonica, scelse Bologna per chiudere degnamente la propria esistenza, riverito dai cultori della musica e confortato dall’amicizia con Padre G.B. Martini (Merizzi). Alla morte fu sepolto nella chiesa di Santa Croce annessa al convento dei Cappuccini di Monte Calvario, chiuso a seguito delle soppressioni napoleoniche. Nel 1845 la tomba sarà nuovamente spostata all‘interno del cimitero comunale e la nipote Maria Carlotta Pisani farà edificare un nuovo monumento funerario, mantenendo l’epigrafe del 1810: Farinellio / domo Andria incolae bononiensi / a rege hispaniarum / Ferdinando VI /inter equites oretanos adlecto / qui ob cantus excellentiam / late per Europam inclaruit / idem probus eruditus comis / vixit a LXXVIII / decessit XIIII k oct a MDCCLXXXI / Carolina Pisania / heres / cineribus inlatis a MDCCCX FCdettagli
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14 marzo 1810L'uccisione del brigante Prospero BaschieriLa Guardia Civica uccide Prospero Baschieri (o Baschiera, 1781-1810), riconosciuto capo degli insorti antifrancesi nella Bassa bolognese. Era un uomo gigantesco, alto quasi due metri, nato a Maddalena di Cazzano da famiglia contadina, quinto di otto fratelli. Requisito nel 1803 per la Leva Attiva, nel 1807 Baschieri diserta e torna a casa. Si rifugia quindi, assieme ad altri ribelli, nelle valli paludose della Bassa. Il popolo simpatizza per lui e canta: “Viva Pruspron Baschira, ch'al s'lebbra dla mesna e dla liva” (Viva Prospero Baschieri, grande e grosso, che ci libera della macina e della leva). Il 4 luglio 1809, alla testa di un gruppo di contadini, invade Budrio e poi Minerbio. L'8 luglio attacca Bologna e il giorno seguente occupa San Giovanni in Persiceto. Il 16 luglio, con alcune migliaia di insorgenti, assedia invano le mura di Ferrara. Il 19 agosto Pietro Falzoni detto Falfarello, suo compagno, è fucilato nel prato di San Francesco. Il 4 ottobre un distaccamento francese affronta i briganti sul campo, lasciando quattro morti e dodici prigionieri, poi liberati ad Altedo. E' questo il periodo di massimo successo per gli insorti: molti sindaci della Bassa preferiscono fuggire dai loro paesi minacciati e rifugiarsi tra le mura di Bologna. Ma dopo la pace di Vienna (14 ottobre 1809), la sorte dell'insorgenza cambia completamente. Durante l'inverno gli uomini della Guardia Nazionale e i dragoni francesi percorrono le campagne del Dipartimento del Reno, catturando e uccidendo numerosi ribelli, tra i quali il celebre Giuseppe Angiolini, detto il Fattoretto. La banda di Baschieri mette a segno ancora qualche ardito colpo - come l'assassinio di alcune spie a Lovoleto il 27 febbraio 1810 e l'assalto a un quartiere militare francese vicino a Castenaso l'8 marzo successivo - ma ormai ha le ore contate. Il 12 marzo il brigante è tradito dalla famiglia che in quel momento lo ospita, in una cascina di Malcampo. Il 14 marzo il suo gruppo è circondato da un contingente della Guardia Nazionale di Budrio. Durante un tentativo di fuga, il capo più temuto dell'insorgenza del Reno rimane ucciso. Il suo cadavere, assieme a quelli dei suoi gregari, è trascinato su un carro attraverso i villaggi della campagna. La sua testa, spiccata dal corpo, è esposta a Bologna sul palco della ghigliottina. Il capitano Della Noce, comandante della Guardia e responsabile della sua morte, sarà insignito della Corona Ferrea.dettagli
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1 aprile 1810Feste matrimoniali per Napoleone e Maria Luigia d'AustriaDopo aver ripudiato Giuseppina Beauharnais (1763-1814), il 1º aprile 1810 Napoleone sposa in seconde nozze Maria Luigia d'Asburgo (1791-1847), figlia dell'imperatore d'Austria, sancendo una formidabile alleanza politica. Le nozze imperiali vengono celebrate in tutta l'Europa con cantate e sonate composte per l'occasione. Anche la compositrice bolognese Maria Brizzi Giorgi riceve dal Podestà di Imola l'incarico per una Cantata da eseguirsi in occasione della festa “pel matrimonio di Sua Maestà l'Imperatore” promossa da quel municipio.dettagli
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19 aprile 1810Arresto e prigionia in Francia del cardinale OppizzoniL'Arcivescovo di Bologna Carlo Oppizzoni è tra i tredici cardinali che rifiutano di prendere parte alla cerimonia religiosa per le seconde nozze di Napoleone con Maria Luisa d'Asburgo Lorena, giudicate canonicamente irregolari. Verrà per questo privato della porpora, assieme ad altri dodici prelati, che perciò saranno noti come “cardinali neri”. Oppizzoni sarà segregato in Francia in vari luoghi. L' "Almanacco del Reno" per il 1811, alla voce Organizzazione del culto, porterà la dicitura "N.N. Arcivescovo". Il prelato riotterrà la libertà solo nel 1814, dopo l'abdicazione di Bonaparte, e rientrerà a Bologna il 28 luglio 1815.dettagli
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25 aprile 1810Soppressi tutti gli ordini religiosiCon decreto del 25 aprile, pubblicato il 12 maggio, sono soppressi tutti gli ordini religiosi ancora esistenti. I loro beni sono trasferiti al Monte Napoleone, preposto, tra l'altro, al mantenimento dei religiosi secolarizzati. Sono svuotati i conventi maschili ancora in funzione, quali Santa Maria dell'Annunziata, sede provinciale dei Minori Osservanti e San Paolo in Monte dei Minori Riformati all'Osservanza. Il 1° giugno i Cappuccini devono lasciare il monastero sul monte Calvario. La loro preziosa biblioteca confluisce in parte in quella universitaria, in parte in quella comunale. Il 12 luglio vengono chiusi gli ultimi conventi femminili: tra essi SS. Giacomo e Filippo delle Convertite, S. Chiara, S. Elena, il Corpus Domini. In questa tornata sono compresi quelli delle suore Terziarie, perlopiù dedite all'educazione: le Servite di Tutti i Santi, le Scalze, le Francescane di S. Maria della Vittoria dette del Pozzo Rosso. Tutta la struttura ecclesiastica è ridotta a quella parrocchiale, anch'essa molto ridimensionata, e ai Capitoli di San Pietro e San Petronio. “La orazione a Dio, la coltura cristiana del popolo, la generale devozione” risulta per molti fortemente diminuita. Nel 1796 Bologna aveva 3.500 monache e 2.000 preti e frati, in 69 conventi e 55 parrocchie. Nel 1815 rimarranno solo 18 parrocchie e 12 conventi ancora in parte attivi.dettagli
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giugno 1810Piogge intensePiogge continue, cadute per molti giorni, provocano in giugno gravi danni in agricoltura. Le intemperie flagelleranno la provincia di Bologna anche in novembre, con numerosi allagamenti nelle campagne. Il Po sale sopra il livello di guardia. Per molti mesi domina “un freddo assai straordinario”.dettagli
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giugno 1810Il Museo di AntichitàNell'estate del 1810 viene aperto il Museo antiquario dell'Università, erede della “stanza delle antichità” dell'Istituto delle Scienze. Ne è curatore Filippo Schiassi (1763-1844), professore di Archeologia e Numismatica all'Alma Mater. Il Gabinetto di Archeologia e Numismatica ebbe origine nel 1712 da una donazione di "rare suppellettili" al Senato bolognese da parte di Luigi Ferdinando Marsili. Ad esso nel 1743 fu aggregato il Museo Cospiano. La collezione è in seguito talmente aumentata - per successive acquisizioni e doni - da rendere necessaria una riorganizzazione dei materiali esposti e l'apertura di nuove sale, che nel 1810 passano da due a sette. Nel 1814 lo Schiassi curerà una Guida del forestiere al Museo delle antichità della Regia Università di Bologna, diretta soprattutto ai turisti poco informati sulla realtà archeologica locale. Nel primo decennio di vita, l'istituto acquisirà materiale epigrafico proveniente dai conventi soppressi, mentre fallirà per mancanza di fondi il tentativo di acquistare 33 sculture della collezione Zambeccari. Tra il 1815 e il 1836 il Gabinetto riceverà molte donazioni: buona parte degli oggetti proverranno da Bologna e dal suo territorio. Nel 1836 Schiassi sarà sostituito da Girolamo Bianconi (1772-1847), suo assistente, esperto e collezionista di monete, già direttore del Museo archeologico dell'Università e per dieci anni aggiunto alla Biblioteca Universitaria. Nel 1820 Bianconi pubblicherà una Guida del forestiere per la città di Bologna e i suoi sobborghi, che sarà più volte ristampata. Più che luogo di pubblica fruizione, il Museo antiquario sarà vissuto soprattutto come luogo di conservazione e luogo di studio per gli eruditi e i giovani dell'Università. Le sue collezioni costituiranno comunque il nucleo principale del Museo Civico bolognese, che sarà eretto nella seconda metà dell'800.dettagli
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21 giugno 1810Muore il cardinale CapraraMuore a Parigi - e viene sepolto nel Pantheon - mons. Giovanni Battista Caprara Montecuccoli, nato a Bologna nel 1733 e soprannominato “il cardinale giacobino” per le sue idee filo-francesi. Per molti anni fu nunzio dei pontefici Pio VI e Pio VII a Colonia e a Vienna e vice-legato a Ravenna. Il 26 maggio 1805 a Milano benedì e a pose sul capo di Napoleone la corona ferrea di Re d'Italia . Con il favore di Bonaparte fu nominato Arcivescovo di Milano e Senatore del Regno. Un suo breve del 1806 ristabilì la festa di S. Napoleone Martire, spostata al 16 agosto per non sovrapporsi al giorno dell'Assunta. Il cardinale lascia come eredi delle sue sostanze il nipote Carlo Caprara (1755-1816), Grande Scudiero di Bonaparte, e l'Ospedale di Milano.dettagli
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5 luglio 1810L'Arena del SoleNell'area del convento di S. Maria Maddalena soppresso il 20 giugno 1798, a poca distanza dalla Piazza del Mercato e dalla Montagnola, è costruito - per volere di Pietro Bonini e su progetto di Carlo Aspari - un teatro a cielo aperto, un' "arena atta per le comiche rappresentazioni" ispirata al teatro milanese del Foro Bonaparte di Giovanni Antonio Antolini.E' “una Fabbrica in oggi del tutto nuova, ideata alla foggia delle arene degli Antichi” - un esempio è l'arena di Verona nella quale da poco è stato eretto un palcoscenico di legno - costruita con buon materiale e dotata di gradinate e ringhiere.Al di sopra dei gradoni, si affaccia una balconata, che ha dietro un muro decorato a tromp l'oeil dal pittore Luigi Cirri (1739-1823).L'insieme, in stile neoclassico, offre una disposizione più democratica degli spettatori rispetto ai teatri a palchetti tradizionali. L'arena vera e propria è preceduta da un ampio atrio, dove il pubblico può sostare tra un atto e l'altro.Le prime rappresentazioni alla cosiddetta Arena del Sole sono della compagnia Zuccato. Lo spettacolo d'esordio, al prezzo di 17 centesimi e mezzo, è il Corradino d'Este al torneo, di autore anonimo.Con l'apertura estiva, le rappresentazioni pomeridiane durante la settimana, il doppio spettacolo domenicale e i prezzi modici dei biglietti, l'arena andrà incontro alle esigenze dei lavoratori - operai, sigaraie, lavandaie, facchini, le popolane "dagli abiti variopinti e dalle lunghe trecce" chiamate "bule" - desiderosi di semplici e onesti divertimenti.Gli spettacoli saranno di grande attrattiva, con azioni militari, imprese di eroi, “canovacci pseudostorici” (Calore) zeppi di eventi straordinari: mari in tempesta, piogge di fuoco, spesso solo varianti delle normali recitazioni e riservate soprattutto alla programmazione domenicale.In questo modo il pubblico di estrazione popolare sarà preparato al dramma storico, che arriverà alcuni anni dopo sulle scene.D'altra parte la proprietà è ben consapevole dell'azione sociale che l'arena diurna può svolgere:"Con modico aggravio le Arene procurano un onesto e utile trattenimento a questa stessa classe di persone che non potendo per la spesa e l'ora frequentare i teatri notturni, si distoglie con questo mezzo dalle bettole e dal giuoco, vere causa della rovina delle famiglie".Fino al 1820, tutte le compagnie che reciteranno all'Arena del Sole saranno tenute a dare uno spettacolo a beneficio dell'Ospedale degli Abbandonati e dell'Ospizio per i Vecchi Settuagenari, obbligo che sarà rinnovato nei decenni successivi a favore del Ricovero di Mendicità.Si potrà allora dire che le lacrime finte versate all'arena andranno "ad asciugare lacrime amare e dolori purtroppo autentici" (Cervellati).dettagli
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14 luglio 1810Libri per Brera e per i liceiUna circolare del direttore della Pubblica Istruzione stabilisce che vengano individuati i libri più preziosi delle biblioteche dei conventi soppressi “meritevoli per pregio bibliografico di essere posti nella Reale Biblioteca di Brera, o utili per le materie d'istruzione delle università, e dé Licei”. Professori, parroci, ex bibliotecari di conventi, in grado di comprendere il latino e di trascrivere almeno i titoli delle opere, vengono scelti per esaminare le biblioteche del Dipartimento del Reno. A Bologna svolgono il loro compito, “con grande diligenza”, ai Cappuccini, all'Annunziata e all'Osservanza. Entro Natale i libri prescelti vengono raccolti in alcuni locali dell'ex collegio San Luigi in via Castiglione. Sei grandi mappamondi provenienti da librerie soppresse sono inviati alla Biblioteca di Brera, all'Accademia militare di Modena e al Liceo Ginnasio bolognese, istituito proprio in San Luigi. I documenti che non interessano per le biblioteche scolastiche sono venduti all'asta come carta straccia. Il podestà di Bologna Malvezzi chiede invano al prefetto che i libri di cui è già presente una copia nella biblioteca Zambeccari in Santa Lucia siano consegnati alla nuova Biblioteca Comunitativa, in via di allestimento a San Domenico.dettagli
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19 luglio 1810Vaccinazioni contro il vaioloNel quartiere di Mirasole e Miramonte, a Porta San Mamolo, sono scoperti alcuni casi di bambini affetti da vaiolo naturale. Questi vengono rinchiusi, con le loro madri, nell'ex convento dell'Annunziata, dove sono ricoverati anche alcuni carcerati affetti da febbri infettive. In tutte le parrocchie della città e della campagna è ordinata, tra il 19 e il 20 luglio, la generale vaccinazione contro il vaiolo, con la minaccia, per chi non si fosse vaccinato, di finire anch'egli ricoverato all'Annunziata.dettagli
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29 luglio 1810Visite di Antonio CanovaIn viaggio da Possagno verso Roma, Antonio Canova (1757-1822) si ferma a Bologna dal 29 al 31 luglio. E' ospite, con il fratello abate, di Giovanni Battista Martinetti (1764-1830), architetto e ingegnere ticinese, che in città ha ricevuto importanti incarichi pubblici e privati. La bella moglie di Martinetti, la contessa Cornelia Barbara Rossi (1771-1867), di cui il grande scultore subirà il fascino, chiamandola la sua "Venere bruna", è animatrice di uno dei più rinomati salotti letterari nel suo palazzo di via San Vitale corredato da uno splendido giardino romantico. Durante la sua breve permanenza, Canova incontra il Prefetto del Dipartimento del Reno Alvise Querini Stampalia, antico committente a Venezia, e riceve l'omaggio di bolognesi eminenti, alcuni dei quali lo accompagnano nella visita alla città. L'Accademia di Belle Arti lo festeggia con un ricevimento solenne e gli dedica un busto. Pietro Giordani lo celebra con auliche parole: “Il tuo scalpel le greche arti rinnova / E il mondo è pien del tuo divino ingegno”. Il ministro Marescalchi lo invita a pranzo nella sua villa situata sotto l'Osservanza. Il poliglotta mons. Giuseppe Mezzofanti gli dedica un canto in trenta lingue. La sera del 31 luglio il maestro ripartirà per Roma, dopo essersi proclamato ammiratore di Bologna, con la promessa di tornarvi presto. Sarà di nuovo in città, di ritorno da Parigi, dall'11 al 16 dicembre successivo, ancora ospite dei Martinetti e ricevuto con affetto e con onore dalla buona società. Farà conoscenza di altre “elette dame dell'aristocrazia”, di celebri bellezze come Almina Michelini e di musiciste virtuose come Maria Brizzi Giorgi, pianista apprezzata dal Giordani e chiacchierata per i suoi “molteplici e facili amori”. Riceverà inoltre la visita ufficiale del ministro segretario di stato Antonio Aldini. I rapporti con l'ambiente bolognese proseguiranno anche dopo la partenza, attraverso la corrispondenza con Cornelia Martinetti e Pietro Giordani.dettagli
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4 settembre 1810Venduti e demoliti la chiesa e il convento di San GabrieleIl convento di San Gabriele in via Santo Stefano è venduto a privati pochi mesi dopo la soppressione delle Carmelitane Scalze che l'abitavano assieme alle Terziarie di via Centotrecento. La chiesa risalente all'inizio del '600 sarà poco dopo demolita. Nel 1811 l'altare maggiore in marmo e le belle sculture rappresentanti Dio in Gloria di Giuseppe Maria Mazza (sec. XVIII) saranno trasferiti nella chiesa arcipretale di San Giovanni Battista a Minerbio. Anche il convento sarà in buona parte abbattuto, tranne una porzione conservata come abitazione civile. Il grande orto annesso verrà trasformato nell'800 in "luogo di delizia", reso unico dal magnifico giardino impiantato dal proprietario, il cav. Enrico Levi, noto viticultore ed enologo. Intorno al 1910 una parte del terreno sarà attraversato dalla nuova via Dante.dettagli
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29 ottobre 1810Il Vicerè a BolognaLe autorità cittadine accolgono solennemente il Principe Eugenio Vicerè d'Italia, in arrivo a Bologna nel pomeriggio del 29 ottobre. Alla sera è ospitato dal Gran Scudiere Carlo Caprara nel suo nuovo palazzo in via Barbaziana, con musica, ballo e “squisita cena”. La Festa da Ballo si tiene in un appartamento al piano terra, in una sala apparata con drappi di colore chiaro, specchi e candelieri di cristallo. Le tre camere annesse sono apparecchiate per i giochi delle carte e degli scacchi. L'appartamento di mezzo, decorato di drappi di seta bianchi, è preparato per la cena. Nella prima camera sta il Principe con trenta signore, attorno a un bel tavolo a ferro di cavallo. Nella seconda siedono i personaggi più distinti, nella terza diciotto tavolini ospitano il resto degli ospiti. Maria Brizzi Giorgi e Giuseppe Pilotti compongono per l'occasione la cantata Per Lissa sorpresa dalla Marina Italiana, su testo di Giambattista Giusti, che celebra il colpo di mano della flotta francese ai danni di quella inglese, avvenuto il 22 ottobre precedente al largo dell'isola dalmata. Durante l'intrattenimento musicale il Viceré canta diversi pezzi in francese e in italiano, compreso un duetto con la contessa Cornelia Martinetti. Eugenio Beauharnais rimane in città fino al 2 novembre. La sua permanenza è afflitta dalle continue piogge che allagano il territorio, con lo straripamento di tutti i fiumi e i torrenti.dettagli
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17 novembre 1810"L'Ajo in imbarazzo" di Pilotti in scena al Teatro del CorsoIl 17 novembre è di scena al Teatro del Corso la prima assoluta del dramma giocoso per musica L'Ajo in imbarazzo di Giuseppe Pilotti (1784-1838), bolognese, accademico filarmonico. Savino Monelli recita la parte di Enrico e Luigi Bonfanti interpreta Don Gregorio. Protagonista, nel ruolo di Gilda, è il contralto fiorentino Maria Marcolini (1780-1855), che sarà nota per le sue collaborazioni con Gioachino Rossini. La Società Teatrale “umilmente dedica, e raccomanda il presente novissimo dramma” ad Alvise Querini Stampalia, Prefetto del Dipartimento del Reno e Consigliere di Stato. La corrispondenza del “Redattore del Reno” si congratula per l'arrivo in teatro dell'opera di un maestro bolognese. Pilotti è allevo di Stanislao Mattei. Alla sua morte, nel 1825, sarà ritenuto degno di sostituirlo nella direzione della Cappella di San Petronio. Un'altra sua opera, la commedia in musica Non essere geloso, verrà rappresentata durante il carnevale del 1815 nel nuovo Teatro Contavalli.dettagli
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22 novembre 1810Si bruciano le merci inglesiSul prato di S. Francesco, nei pressi della Dogana, vengono bruciate merci inglesi. Napoleone intende mettere in ginocchio l’Inghilterra attraverso un blocco continentale. Secondo un decreto, pubblicato il 10 ottobre, la finanza ha l’ordine di sequestrare ovunque le merci entrate di contrabbando nei territori italiani. Decreti analoghi sono stati emanati in altri stati europei. Il 19 novembre a Milano, in piazza dei Mercanti, per ordine del governo sono state date alle fiamme pubblicamente manifatture sequestrate in alcuni negozi della città. “Il popolo in parte rideva, in parte sospettava”. Per alcuni il castigo agli inglesi era di “massimo vantaggio”. Altri non capivano come si potesse nuocere al nemico “pregiudicando il pubblico nell’interesse”. Chateaubriand non userà mezzi termini nel definire “mostruoso” il decreto di Napoleone, un “distruggere pel solo piacere di distruggere”. .dettagli
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24 dicembre 1810Scosse di terremotoLa vigilia di Natale si avvertono alcune scosse di terremoto, che fanno suonare la campana dell'orologio di Palazzo d'Accursio. Il sisma ha origine nel Reggiano e interessa l'intera Pianura Padana e buona parte dell'Appennino settentrionale.dettagli