I "briganti" alle porte
Il 1° luglio circa duecento individui armati si presentano all'Ufficio delle Privative e Dazi di Manzolino, nei pressi di Castelfranco Emilia, gridando di voler macinare il loro grano senza pagare la tassa prevista.
La cittadina di Budrio è assalita il 4 luglio in pieno giorno: i “banditi” giungono con il carrozzone della posta e vanno alla parrocchiale di San Lorenzo, dove chiamano a raccolta la popolazione per marciare su Bologna.
Il podestà Cocchi è trascinato per il paese, vengono tolte le insegne imperiali e bruciate le liste della leva. A Vedrana i rivoltosi assalgono la caserma della locale Guardia Nazionale e portano via le armi.
Il 7 luglio una masnada di centinaia - o forse addirittura migliaia - di “insorgenti”, guidata dal capo-brigante Prospero Baschieri, giunge a Bologna fin presso porta Galliera e tenta di impadronirsi della città.
Subito vengono chiuse le poche porte sulle mura ancora aperte, sono sprangate le botteghe e i residenti si chiudono nelle loro case.
La Guardia Nazionale e il contingente militare raccolto dal generale Giuseppe Grabinski (1771-1843) - fanti e dragoni del 14° e 20° reggimento francese, gendarmi e guardie doganali, guardia mobile del dipartimento del Rubicone - trascina sulla Montagnola un “cannonaccio di ferro” caricato a ghiaia.
Vengono sparati cinque colpi sui briganti, "dissipandoli". Quindi i rivoltosi vengono inseguiti fino a Corticella. Nel corso dei combattimenti il reparto ha diversi feriti.
Civici e “burlandotti” sono inviati a rinforzare la guardia del carcere di San Michele in Bosco, per timore di evasioni in massa.
Anche nei paesi della Bassa - da Cento di Ferrara a Lugo di Romagna - minacciati di "generale insurrezione", una parte degli abitanti si oppongono e costringono i ribelli a fuggire sui monti.
Il 9 luglio la banda di Baschieri, alla quale si è aggregato un altro caporione, Giacomo Lambertini da Calcara, occupa San Giovanni in Persiceto, bruciando gli archivi comunali e imponendo un tributo ai cittadini abbienti.
Lo stesso giorno una masnada di oltre duecento individui della banda di Montasico occupa Vergato, nella valle del Reno, assaltando il Palazzo dei Capitani della Montagna e distruggendo le carte dell’archivio comunale. Diversi edifici pubblici e privati vengono dati alle fiamme.
Porretta rimane in mano agli insorti dal 9 al 12 luglio. Due parroci saranno processati per aver dato aiuto ai rivoltosi.
La Guardia Nazionale compie il 10 luglio una battuta nei dintorni di Bologna, uccidendo diversi briganti e facendo molti prigionieri. Lo stesso giorno il prefetto di Bologna pubblica un “severo proclama” contro le bande di rivoltosi che scorazzano nel dipartimento del Reno e in quelli vicini.
La ribellione degli “insorgenti” è favorita dalla notizia che l'imperatore d'Austria ha dichiarato guerra alla Francia. Alcuni preti sono arrestati per aver diffuso false notizie di vittorie austriache e per aver fatto suonare le campane a martello.
Minacciata dai ribelli, Ferrara chiederà aiuto a Bologna, dalla quale saranno inviati “corpi di Civici, Presentini, Gendarmi e Francesi”, che, al comando di Grabinski, giungeranno fino a Malalbergo.
L'assedio alla città estense sarà spezzato dalla Guardia Nazionale bolognese solo il 16 luglio, dopo la vittoria francese a Wagram.
La banda Baschieri si rifarà il 2 settembre, assaltando a San Martino in Argine il palazzo di Grabinski e il 4 ottobre avrà la meglio su un drappello del reggimento francese “La Tour d'Auvergne” distaccato nelle campagne della Bassa per sgominare i briganti.
A Porretta come su tutto l’Appennino e altrove la rivolta dei “briganti” è “ben altra cosa che una insurrezione di ladri, assassini, disertori, renitenti di leva, di nullatenenti (come si proclamava per far paura) o di fanatizzati da preti”:
“Chi per secoli aveva sofferto, faticato, subito ogni prepotenza continuava a soffrire e a faticare contro tutti gli orpelli repubblicani e la nuova letteratura tribunalesca e liberalesca”. (Guidotti)
- Luigi Bortolotti, I comuni della provincia di Bologna nella storia e nell'arte, Bologna, Tip. S. Francesco, 1964, p. 485
- Giuseppe Bosi, Archivio patrio di antiche e moderne rimembranze felsinee, rist. anast., Sala Bolognese, A.Forni, 1975, vol. 4., pp. 214-219
- Tommaso de' Buoi, Diario delle cose principali accadute nella città di Bologna dall'anno 1796 fino all'anno 1821, a cura di Silvia Benati, Mirtide Gavelli e Fiorenza Tarozzi, Bologna, Bononia University Press, 2005, pp. 215-216
- Alessandro Cervellati, Bologna nera, Bologna, Tamari, 1964, pp. 41-42
- Alfredo Comandini, L'Italia nei cento anni del secolo XIX, 1801-1900, giorno per giorno illustrata, continuata da Antonio Monti, Milano, Vallardi, 1900-1942, vol. 1: 1801-1825, pp. 369-370
- Claudio Evangelisti, Pruspròn, il contadino ribelle indigesto a Napoleone, in: "Nelle Valli Bolognesi", 25 (2015), pp. 38-39
- I giacobini a Bologna, a cura di Franco Cristofori e Andrea Emiliani, Bologna, Alfa, 1966, pp. 180-181 (data cit.: 8 luglio)
- Giuseppe Guidicini, Diario bolognese. Dall'anno 1796 al 1818, Bologna, Forni, 1976, vol. 3., pp. 120-121, 122, 124
- Paolo Guidotti, Il tramonto del feudo dei bagni della Porretta, in: Dal Santerno al Panaro. Bologna e i comuni della provincia nella storia, nell'arte e nella tradizione, a cura e coordinamento di Cesare Bianchi, Bologna, Proposta, 1987, vol. 2: La collina e la montagna. Dall'Idice al Samoggia, p. 125
- Patrick Leech, Il brigantaggio nelle campagne bolognesi in età napoleonica, in: I "Giacobini" nelle legazioni. Gli anni napoleonici a Bologna e Ravenna, atti (ecc.), a cura di Angelo Varni, Bologna, Costa, 1996, vol. 2., pp. 408-409, 414-415
- Francesco Majani, Cose accadute nel tempo di mia vita, a cura di Angelo Varni, Venezia, Marsilio, 2003, pp. 30-31 (Cita: 3 o 4.000 contadini armati alla Porta di Galliera)
- Giovanni Natali, Bologna e le Legazioni Pontificie durante il periodo Napoleonico, in: Il 1859-60 a Bologna, Bologna, Edizioni Calderini, 1961, p. 13
- Jan Pachonski, Il generale Grabinski capo supremo dell'insurrezione bolognese del 1831, in: “Il carrobbio”, 4 (1978), p. 340
- Athos Vianelli, Bologna dimensione Montagnola, Bologna, Tamari, 1975, p. 72
- Massimo Viglione, Rivolte dimenticate. Le insorgenze degli italiani dalle origini al 1815, Roma, Città nuova, 1999, p. 199
- Manuela Zucchi, Problemi sociali e cultura a Bologna sotto il regime napoleonico, in: “Il carrobbio”, 6 (1980), p. 394