Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.
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1809La situazione delle manifattureNel 1809 a Bologna sono attive 19 fabbriche addette alla tessitura della seta. L'occupazione risulta leggermente superiore rispetto al 1806. Esse impiegano 5.163 operai, dei quali 4.350 donne e 416 ragazzi. L'anno seguente, però, le manifatture saranno ridotte a 14, con solo 2.660 addetti. Nel 1811 si avrà un calo ulteriore: solo 12 opifici con 1.854 operai. Il settore della filatura avrà dati migliori: nel 1811 gli operai occupati saranno 1.870, contro i 470 del 1806. La filatura della canapa conterà invece 67 opifici nella provincia e i tre presenti nel comune di Bologna impiegheranno da soli 1.581 operai. Sempre nel 1811 nel settore della lavorazione della lana saranno in funzione quattro stabilimenti con 298 operai occupati, con una situazione stagnante rispetto agli anni precedenti. Alla lenta ma inesorabile decadenza dell’industria tessile si accompagna il languire di quasi tutte le attività produttive della città, per l’insorgere di una dura concorrenza straniera e l’applicazione di sistemi daziari proibitivi da parte degli altri stati.dettagli
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1809I "piagnoni" di Giovanni Putti alla CertosaLo scultore Giovanni Putti (1771-1847), allievo molto apprezzato di Giacomo De Maria, è autore delle due statue in terracotta collocate sul cancello d'ingresso della Certosa. Si capisce l'importanza di questi "piagnoni", affiancati da due geni funerari, considerando che in questo periodo il cimitero è tra i pochi luoghi rilevanti a Bologna per la scultura e l'architettura. Putti, che sarà tra i collaboratori preferiti dell'arch. Ercole Gasparini (1771-1829), direttore dei lavori alla Certosa, è anche impegnato a Milano nel cantiere del duomo - assieme a Luigi Acquisti (1745-1823) e Giacomo De Maria (1762-1838) - e nella decorazione dell'Arco della Pace, con lo stesso Acquisti e Gaetano Monti. Sarà autore di numerosi monumenti funerari (tombe Ottani, Benedetti Forestieri, Uttini, Buratti, Ferreris, Barbieri Mattioli, ecc.) e presente con diverse opere nelle chiese bolognesi. Le sue sculture allegoriche in Santa Maria della Mascarella saranno distrutte dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Scolpirà assieme a Luigi Roncagli e Alessandro Franceschi il timpano e le statue a tutto tondo che coronano la facciata di Santa Caterina di Strada Maggiore. Nella chiesa di San Giuseppe in Val di Pietra, cantiere rappresentativo dell'arte bolognese a metà '800, l'artista, ormai anziano, coordinerà un gruppo di giovani scultori per la realizzazione di ventiquattro statue di santi e profeti.dettagli
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1809Il collegio di Borgo Capanne per le vocazioni della montagnaDon Giuseppe Gabrielli, dal 1806 al 1839 parroco a Borgo Capanne, località dell'Appennino bolognese nei pressi di Granaglione, fonda nella canonica della Pieve una scuola popolare, la prima della zona. Uomo di grande cultura e notevole inclinazione all'insegnamento, per circa trent'anni istruirà numerosi giovani della zona, avviandone molti al sacerdozio. Alla sua morte alcuni collaboratori tenteranno con alterne fortune di portarne avanti l'opera, finchè i fratelli Lorenzini (tra essi Don Giovanni Lorenzini, per 50 anni parroco a Funo di Argelato) lasceranno in donazione un terreno su cui sarà costruito il piccolo seminario delle Capanne. Qui sarà attiva una scuola elementare con preparazione all'avviamento e un collegio in cui risiederanno e studieranno giovani seminaristi della montagna. Il collegio passerà alle dipendenze del seminario arcivescovile di Bologna e rimarrà in funzione fino al 1893. Riaperto nel 1906, sarà chiuso definitivamente nel 1970. Negli ultimi anni ospiterà per soggiorni estivi giovani e famiglie della parrocchia della Beata Vergine Immacolata di Bologna. In seguito l’edificio sarà acquistato dalla parrocchia di Borgo Capanne e utilizzato per ritiri spirituali e soggiorni per anziani.dettagli
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14 gennaio 1809Rossini suona il cembalo al Teatro ComunaleAncora allievo di Stanislao Mattei al Liceo Musicale, Gioachino Rossini è presente al Teatro Comunale come maestro di cembalo nell'opera giocosa La locanda dei vagabondi di Ferdinando Paer (1771-1839). Il giovane musicista pesarese esordirà come compositore l'anno seguente a Venezia (3 novembre 1810) con la farsa La cambiale di matrimonio, mentre il debutto bolognese sarà nel 1811 al Teatro del Corso con la poco fortunata opera giocosa L'equivoco stravagante. Nell'estate del 1814 il Comunale ospiterà il melodramma eroico Tancredi dell'oramai "rinomato maestro Rossini".dettagli
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16 gennaio 1809Mademoiselle Raucourt al teatro FeliciniDal 16 gennaio al 25 marzo 1809 il teatro del Palazzo Felicini in via Barbaziana, aperto al pubblico dal 1763 e utilizzato soprattutto per accademie vocali e strumentali di dilettanti, ospita la Compagnie Imperiale d'Acteurs Francais, spedita in Italia dal governo transalpino con intenti propagandistici. Essa ha come prima attrice Mademoiselle Raucourt (1756-1815), molto stimata da Napoleone, un tempo altrettanto famosa per il suo talento che per la sua bellezza. Si tratta di una esperienza unica e assolutamente interessante per i bolognesi appassionati di teatro: in quaranta serate è proposto, in lingua originale, un panorama completo della produzione teatrale francese, da Molière a Duval. Per l'occasione il teatro è sempre molto affollato. C'è chi commenta che "non si può desiderare di impegnare meglio le ore oziose della sera".dettagli
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18 marzo 1809Muore il marchese Sebastiano TanariA soli 37 anni muore a Bologna il marchese Sebastiano Tanari (1771-1809), cultore di lettere e scienze. Dotato di prodigiosa memoria, fu appassionato di musica e compositore di grande talento. Allievo di padre Mattei, la sua musica evidenzia "una perfetta adesione ai canoni stilistici della scuola bolognese" (Verdi). Alla sua morte lascia per testamento all'Accademia Filarmonica l'archivio musicale, con più di duecento composizioni sacre di sua mano e alcune di altri autori. Il corpus finirà poi al Liceo Musicale e sarà custodito nel Civico Museo Bibliografico Musicale. Nel chiostro III della Certosa di Bologna verrà eretto un monumento funerario in suo onore, opera di Giovanni Battista Frulli e Francesco Stagni.dettagli
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21 marzo 1809La Società del CasinoIl Casino dei Nobili di Bologna fu fondato nel 1776 ad imitazione dei circoli illuministi europei. Occupava una parte del pianterreno dell'antico palazzo senatorio della famiglia Rossi in via S. Stefano. Era il luogo dove gli aristocratici, “separati da qualunque di condizione diversa”, potevano meglio esprimere “quella dignità che è propria dell'ordine loro”. Soppresso nel periodo giacobino, fu riaperto nel 1798 come Casino Civico, grazie a Giuseppe Gambari e Filippo dal Fiume, rivolgendosi alla nuova borghesia democratica e filofrancese. La sede fu trasferita in via Santo Stefano 95 (poi 45). Dopo la restaurazione austro-russa venne inaugurato di nuovo il 22 febbraio 1800 nel Palazzo Zagnoni di via Castiglione, con una gran festa da ballo e sotto il nome di Società degli Amici. Il 21 marzo 1809 il sodalizio è rifondato - con la denominazione di Società del Casino - da un gruppo di dissidenti capeggiato dal principe Astorre Hercolani, avendo preso in affitto la parte migliore di Palazzo Vizzani in via Santo Stefano, già appartenuto al cardinale Prospero Lambertini. La nuova sede è messa a nuovo con l'aiuto di pittori quali Felice Giani (1758-1823), che decora la sala principale, e Pietro Fancelli (1764-1850), socio dell'Accademia di Belle Arti, che affresca le camere annesse. Dal 1810 l'ingresso sarà consentito anche a persone di estrazione borghese e si arriverà a oltre 400 iscritti, pur conservando una struttura verticistica che privilegia la nobiltà. I nuovi soci cambieranno il clima di fondo delle serate - dalla serietà degli aristocratici alla “frivolezza” dei borghesi - e questa tendenza aumenterà con l'aggregazione di giovani privi di particolari titoli e referenze. Nelle sale con mobili “di ultimo gusto” e ornamenti lussuosi, con apparati di raso e volte dipinte “con figure nude d'ogni sesso”, ci si dedica solo “al gioco, al ballo, agli amori, alla tavola, alla musica”. Al sodalizio maschile è unita anche una Società delle Signore, che offre conversazioni settimanali e feste di carnevale, con l'eventuale presenza dei mariti. Vi fanno parte alcune delle dame più in vista della città, come Cornelia Rossi Martinetti e Maria Malvezzi Hercolani. Le signore intervengono "decentemente vestite", ma non in abito di lusso: devono conservare "una conveniente mediocrità, onde evitare una eccessiva disgustosa ineguaglianza". Le accademie musicali, che si tengono alla domenica pomeriggio da febbraio a luglio, animate dal direttore artistico marchese Francesco Sampieri (1790-1863), vedranno esibirsi musicisti di fama, come Niccolò Paganini, protagonista nel 1811 di due concerti, e accoglieranno “i pezzi operistici più in voga e le partiture tipiche della musica frivola ottocentesca” (Roncuzzi). Nella sala armonica della Società del Nobile Casino Stendhal assisterà a due "graziosissimi concerti" e ascolterà il duetto di Armida, diretto personalmente da un Rossini in gran forma, attorniato da uno stuolo di giovani ammiratrici. Anche il Gabinetto di lettura, diretto dal conte Carlo Pepoli, avrà un ruolo importante nell'attività culturale del Casino. Esso metterà a disposizione dei soci, “sopra comodi tavolieri”, un notevole numero di testate italiane e straniere di carattere scientifico e letterario e contribuirà alla formazione culturale di alcuni protagonisti della vita politica cittadina. Nel 1823, dopo l'acquisto di Palazzo Vizzani Lambertini da parte del conte Vincenzo Ranuzzi, la Società del Casino si trasferirà in Palazzo Bolognini-Amorini, in piazza Santo Stefano.dettagli
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27 marzo 1809Il pericolo degli "insorgenti"Il prefetto del Dipartimento del Reno Mosca riceve all'inizio del 1809 numerosi e inquietanti rapporti, che parlano di vari gruppi armati di disertori dell'esercito austriaco e italiano, ben addestrati e equipaggiati, che si aggirano nelle campagne e ottengono l'appoggio della popolazione, alla quale si presentano come difensori dei poveri contro le richieste esose del governo straniero. Il fenomeno degli “insorgenti”, vera e propria guerra civile (Berselli), nasce dal rifiuto della coscrizione militare, introdotta per la prima volta dai Francesi, e dalle tasse che colpiscono a vario titolo le campagne. E' considerato particolarmente vessatorio il cosiddetto “dazio macina”, imposto dal 27 marzo anche nei comuni "non murati". Esso obbliga chi va al mulino a esibire la bolletta della tassa pagata di ciò che si vuole macinare. Molti dei briganti diventano presto comuni delinquenti, “spavento di tutta la provincia”. Taglieggiano gli abitanti della campagna, i parroci, i fattori, facendosi consegnare cibo, denaro, biancheria, compiendo atti di violenza sulle donne, costringendo i sindaci e i rappresentanti del governo a fuggire a Bologna. Richiedono anche alle grandi città, come Bologna e Ferrara, notevoli riscatti. Queste, dal momento che le truppe regolari sono impegnate in zona di operazioni, sono sguarnite di forze armate adeguate ad affrontare la loro minaccia. I proprietari e i conduttori non si azzardano più a uscire da Bologna per curare le proprie tenute in campagna e i cittadini non fanno più il tradizionale passeggio attorno alle mura. Gli ospiti da altri paesi - ad esempio il grande scultore Antonio Canova, atteso per una visita a Bologna - una volta saputo della presenza dei briganti, rinunciano al viaggio. I nomi di Prospero Baschieri, Domenico Serri, Giacomo Lambertini, Giuseppe Pancaldi riempiono le cronache dei giornali di fatti sanguinosi e avvenimenti allarmanti. Rozzi contadini senza paura e senza scrupoli divengono figure temute e assieme leggendarie.dettagli
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aprile 1809Ancora opere d'arte per BreraNell'imminenza dell'apertura della Pinacoteca Nazionale di Brera, prevista per il 15 agosto, compleanno di Napoleone, il ministro dell'interno Di Breme chiede al Viceré di inviare in missione il pittore Andrea Appiani (1754-1817) per “fair venir de differents departements du Royaume plusieurs morceaux precieux”. Il commissario raggiunge Bologna e la Romagna per scegliere le opere interessanti delle ex corporazioni e del Demanio provenienti dai dipartimenti del Reno, Basso Po e Rubicone. Il 9 aprile dieci quadri da lui scelti sono consegnati all'incisore Francesco Rosaspina (1762-1841), suo assistente a Bologna, per la spedizione nella capitale. Il 13 aprile il ministro ordina l'invio a Milano di altri sedici quadri provenienti dall'Accademia e dai depositi demaniali nell'ex Collegio Montalto. Molte delle opere requisite provengono da conventi e chiese della provincia.dettagli
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1 aprile 1809Casa d'Industria e orfanotrofio in San LeonardoL'Orfanotrofio istituito nel XVI secolo nell'ampio e salubre monastero dei Cistercensi di via San Vitale (poi delle monache di San Leonardo e Orsola) ospita "fanciulli d'ambo i sessi che per morte d'uno o d'entrambi i genitori fossero ridotti nell'estrema indigenza". I maschi vi sono trattenuti dagli 8 ai 18 anni, le femmine dagli 8 ai 21 anni. Vengono istruiti "nel leggere, scrivere, aritmetica e nell'esercizio di un mestiere". Nel 1809 vi è unito il Reclusorio dei Raminghi, fondato nel 1797 da Marcantonio Aldo come "rifugio di poveri fanciulli". Fino al 1918 saranno qui ospitate alcune decine di orfane mendicanti, accolte tra i sette e i nove anni e "messe a servizio di oneste famiglie" al raggiungimento della maggiore età. Nel 1859 l'Orfanotrofio passerà alla Congregazione di Carità e nel 1864 all'Istituto Vittorio Emanuele II. Nel 1810 la chiesa annessa all'ex convento sarà ridotta a magazzino di canapa della Casa di industria. Verrà riaperta al culto nel 1822 grazie all'Opera dei Mendicanti. Dal 1809 nel complesso di San Leonardo la Congregazione di Carità allestisce, per decreto del Vicerè Eugenio Beauharnais, la Regia Casa d'Industria, al fine di “togliere l'abuso della questua”. Vi sono accolti i mendicanti abili al lavoro, ai quali vengono assegnate mansioni e lavorazioni, che possono essere svolte anche a domicilio. I prodotti sono destinati soprattutto ai luoghi pii e alle carceri, oppure venduti ai prezzi stabiliti dalla direzione. L'inizio e la fine del lavoro nello stabilimento tessile è scandito dal suono della campana della torre Asinelli. I rintocchi sono rivolti agli operai, ma anche ai cittadini, che così possono evitare l'incontro con i lavoratori-mendicanti (Giordano). Nell'ex convento di San Gregorio dei Mendicanti, fuori Porta Maggiore, sono invece raccolti i questuanti invalidi, che vengono mantenuti a spese pubbliche. Un piano per l'apertura di reclusori per i disoccupati era già stato studiato, negli anni precedenti, dal senatore Malvasia, rappresentante della Deputazione dei Veli. Fino al 1813 la Casa d'Industria sarà gestita dalla Congregazione di Carità e diretta dall'ex senatore Pietro Pietramellara. In seguito sarà assegnata a un appaltatore privato e verserà a lungo, come altri istituti assitenziali, in condizioni critiche: "Negli Stabilimenti, al lavoro erasi sostituito l'ozio, l'ascetismo; all'istruzione, l'oracolare dei Direttori Spirituali". Dopo vari cambi di gestione, nel 1820 la Casa d'Industria verrà chiusa e trasformata in uno stabilimento privato, chiamato Casa Provinciale del Lavoro.dettagli
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3 aprile 1809La Compagnia Vicereale al Teatro del CorsoDal 3 aprile alla fine di maggio sono in scena al Teatro del Corso i Commedianti Ordinari del Viceré d'Italia (o Compagnia Vicereale), diretti da Salvatore Fabbrichesi (1772-1827). Si tratta di una formazione di attori italiani, finanziata dal governo napoleonico del Beauharnais, sul modello della Compagnia Imperiale Francese di madame Rancourt, anch'essa più volte presente a Bologna negli anni precedenti, al Teatro Marsigli e al Felicini. Vengono rappresentate soprattutto tragedie e Vittorio Alfieri la fa da padrone, con Mirra, Don Garzia, Filippo, Polinice. In cartellone vi sono anche opere di Voltaire, Monti e Pindemonte. La Compagnia Vicereale farà di nuovo sosta a Bologna dal 20 agosto al 19 settembre con grande successo. Gli attori piaceranno più dei testi, per mancanza di novità.dettagli
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17 aprile 1809Requisizioni di animali e generi alimentariNelle campagne i militari requisiscono i capi bovini. Dal 22 aprile, oltre a carni e grani, sono raccolti forzosamente prugne, miele, zucchero e sapone. Anche in città si hanno sequestri di granaglie, benché le notizie dal fronte tedesco parlino di vittorie strepitose dei Francesi. Il timore di sbarchi nemici obbliga peraltro il governo a spedizioni di truppe civiche in Romagna.dettagli
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1 maggio 1809Prima esecuzione di Beethoven a BolognaIl 1° maggio 1809 si tiene nella sala dei Concordi in casa Orsi una accademia musicale e strumentale. Sotto la direzione di Tommaso Marchesi sono eseguite musiche di Giovanni Simone Mayr (1763-1845), Fernando Paer, Franz Joseph Haydn e Ludwig van Beethoven, sentito forse per la prima volta a Bologna. Un'altra esecuzione del maestro di Bonn, tra le poche in quest'epoca, avrà luogo il 26 novembre 1815 presso la Società del Casino. Sempre qui nel 1818 verrà suonato un suo pezzo popolare, il Settimino e altre due esecuzioni si avranno nel 1822.dettagli
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26 maggio 1809La tassa sul macinato provoca rivolte nelle campagneIn un particolare momento di crisi del Regno d'Italia, in guerra contro l'Austria, l'introduzione nelle campagne della tassa di tre paoli per ogni corba di grano macinata provoca una generale rivolta. L'autorità è sfidata in molti centri rurali in pianura e in collina, da Castelfranco a Budrio, da Pianoro a Vergato, dove i contadini si ammutinano. In alcuni casi vengono assalite le residenze degli ispettori ai mulini. A San Giovanni in Persiceto disertori e gendarmi si scambiano archibugiate, mentre a Mezzolara viene ucciso il sindaco. A Tolè i ribelli occupano la sede comunale e tagliano le orecchie al funzionario comunale. Il merciaio Vincenzo Giorgi entra a Vergato armato di alabarda, calzando un berretto rosso con l'aquila imperiale austriaca e ottiene da mangiare a sbafo. Le agitazioni contadine continueranno anche dopo l'abolizione della tassa il 5 luglio: undici capoluoghi di cantoni su sedici subiranno invasioni.dettagli
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giugno 1809L'Arena di San LorenzoNicola Vittorio Brighenti fa costruire un anfiteatro in legno nell'orto dell'ex monastero delle Canonichesse Lateranensi, soppresso nel 1799 e utilizzato per un certo periodo come ricovero di accattoni e “miserabili di poco buon nome”. Situato all'angolo tra via Castiglione e via Castellata, è un luogo dall'aspetto dimesso, capiente e poco costoso, in sintonia con gli intenti del governo che favorisce gli spettacoli come strumenti di formazione civile. L'Arena (o Anfiteatro) San Lorenzo offre dal giugno 1809 mattinate teatrali a prezzi popolari. Avrà grande successo, ma sarà gravemente danneggiata nel 1813 da un incendio scoppiato nella vicina vetreria, installata nella chiesa del monastero. La struttura sarà demolita completamente nel 1820. Verrà ricostruita nel 1825 con il nome di Arena della Fenice su disegno dell'ingegnere Vincenzo Vannini, che le darà "un aspetto nuovo, più decoroso" (Cervellati). Proporrà, come l'Arena del Sole, spettacoli diurni a prezzi popolari e, in alternativa, farse di burattini. Nuovamente rovinata dalle intemperie, le autorità ne decreteranno la chiusura definitiva nel 1829.dettagli
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26 giugno 1809Impresa in pallone del libraio MarcheselliIl bolognese Antonio Marcheselli, libraio sotto il Portico della Morte, compie il 26 giugno un volo con il pallone aerostatico, partendo dalla cittadella di Ferrara. Nel 1810 volerà a Cesena e nel 1811 a Lugo, “tra gli entusiasmi” che trascinano gli appassionati “da una città di Romagna all'altra”. Nel 1812 sarà a Venezia, dove si esibirà una prima volta il 30 maggio, alzandosi alle sette di sera dai giardini pubblici davanti alle autorità e a tanta folla e atterrando felicemente circa un'ora più tardi all'Arsenale in tempo per ricevere “una vera ovazione” dal pubblico, che lo acclamerà nel teatro di San Benedetto. Per “aderire al comune desiderio” dei veneziani, Marcheselli effettuerà una seconda ascensione il 23 giugno, ma questa volta il vento forte lo costringerà a un atterraggio sulla laguna “a guisa di barchetta a vele spiegate”. Il libraio continuerà la sua avventura aeronautica fino al 1814. In quell'anno volerà a Modena e a Lucca, sempre suscitando ammirazione e entusiasmo: il pubblico lo vedrà ancora una volta “lasciato in balia del vento”, dolcissimamente spinto a ponente, mentre “con grave lentezza” si allontana dal suolo. Negli anni '20 la libreria di Marcheselli sarà la più cospicua di Bologna, con un grande assortimento di volumi, ma alla fine del decennio speculazioni sbagliate condurranno l'impresa al fallimento e costringeranno il coraggioso aeronauta a riparare in Svizzera.dettagli
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1 luglio 1809I "briganti" alle porteIl 1° luglio circa duecento individui armati si presentano all'Ufficio delle Privative e Dazi di Manzolino, nei pressi di Castelfranco Emilia, gridando di voler macinare il loro grano senza pagare la tassa prevista. La cittadina di Budrio è assalita il 4 luglio in pieno giorno: i “banditi” giungono con il carrozzone della posta e vanno alla parrocchiale di San Lorenzo, dove chiamano a raccolta la popolazione per marciare su Bologna. Il podestà Cocchi è trascinato per il paese, vengono tolte le insegne imperiali e bruciate le liste della leva. A Vedrana i rivoltosi assalgono la caserma della locale Guardia Nazionale e portano via le armi. Il 7 luglio una masnada di centinaia - o forse addirittura migliaia - di “insorgenti”, guidata dal capo-brigante Prospero Baschieri, giunge a Bologna fin presso porta Galliera e tenta di impadronirsi della città. Subito vengono chiuse le poche porte sulle mura ancora aperte, sono sprangate le botteghe e i residenti si chiudono nelle loro case. La Guardia Nazionale e il contingente militare raccolto dal generale Giuseppe Grabinski (1771-1843) - fanti e dragoni del 14° e 20° reggimento francese, gendarmi e guardie doganali, guardia mobile del dipartimento del Rubicone - trascina sulla Montagnola un “cannonaccio di ferro” caricato a ghiaia. Vengono sparati cinque colpi sui briganti, "dissipandoli". Quindi i rivoltosi vengono inseguiti fino a Corticella. Nel corso dei combattimenti il reparto ha diversi feriti. Civici e “burlandotti” sono inviati a rinforzare la guardia del carcere di San Michele in Bosco, per timore di evasioni in massa. Anche nei paesi della Bassa - da Cento di Ferrara a Lugo di Romagna - minacciati di "generale insurrezione", una parte degli abitanti si oppongono e costringono i ribelli a fuggire sui monti. Il 9 luglio la banda di Baschieri, alla quale si è aggregato un altro caporione, Giacomo Lambertini da Calcara, occupa San Giovanni in Persiceto, bruciando gli archivi comunali e imponendo un tributo ai cittadini abbienti. Lo stesso giorno una masnada di oltre duecento individui della banda di Montasico occupa Vergato, nella valle del Reno, assaltando il Palazzo dei Capitani della Montagna e distruggendo le carte dell’archivio comunale. Diversi edifici pubblici e privati vengono dati alle fiamme. Porretta rimane in mano agli insorti dal 9 al 12 luglio. Due parroci saranno processati per aver dato aiuto ai rivoltosi. La Guardia Nazionale compie il 10 luglio una battuta nei dintorni di Bologna, uccidendo diversi briganti e facendo molti prigionieri. Lo stesso giorno il prefetto di Bologna pubblica un “severo proclama” contro le bande di rivoltosi che scorazzano nel dipartimento del Reno e in quelli vicini. La ribellione degli “insorgenti” è favorita dalla notizia che l'imperatore d'Austria ha dichiarato guerra alla Francia. Alcuni preti sono arrestati per aver diffuso false notizie di vittorie austriache e per aver fatto suonare le campane a martello. Minacciata dai ribelli, Ferrara chiederà aiuto a Bologna, dalla quale saranno inviati “corpi di Civici, Presentini, Gendarmi e Francesi”, che, al comando di Grabinski, giungeranno fino a Malalbergo. L'assedio alla città estense sarà spezzato dalla Guardia Nazionale bolognese solo il 16 luglio, dopo la vittoria francese a Wagram. La banda Baschieri si rifarà il 2 settembre, assaltando a San Martino in Argine il palazzo di Grabinski e il 4 ottobre avrà la meglio su un drappello del reggimento francese “La Tour d'Auvergne” distaccato nelle campagne della Bassa per sgominare i briganti. A Porretta come su tutto l’Appennino e altrove la rivolta dei “briganti” è “ben altra cosa che una insurrezione di ladri, assassini, disertori, renitenti di leva, di nullatenenti (come si proclamava per far paura) o di fanatizzati da preti”: “Chi per secoli aveva sofferto, faticato, subito ogni prepotenza continuava a soffrire e a faticare contro tutti gli orpelli repubblicani e la nuova letteratura tribunalesca e liberalesca”. (Guidotti)dettagli
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6 luglio 1809Abolizione del potere temporale dei Papi e arresto di Pio VIIIl 17 maggio Napoleone emana da Vienna un decreto, che abolisce il potere temporale dei papi e unisce lo stato pontificio all'Impero. Al Pontefice è assegnata una rendita e una speciale immunità di residenza, mentre per i cardinali e il collegio di propaganda è previsto il mantenimento da parte dello stato. Una Consulta straordinaria, presieduta dal generale Miollis, riceve l'incarico di gestire il passaggio dei poteri. Il 10 giugno il decreto imperiale è notificato in Roma e dappertutto il tricolore francese sostituisce il vessillo pontificio. Il Papa respinge il decreto e lancia la scomunica contro chi ha attentato alla Santa Sede, pur senza nominare Bonaparte. Il 6 luglio, mentre i Francesi combattono gli Imperiali a Wagram, soldati e gendarmi agli ordini del generale Radet penetrano a Roma nel Palazzo del Quirinale e arrestano Pio VII. Il Papa sarà portato a Savona e poi in Francia, prigioniero di fatto di Napoleone.dettagli
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15 luglio 1809Isabella Colbran al Teatro ComunaleIsabel Colbran (1785-1845) interpreta durante l'estate al Teatro Comunale ruoli da protagonista nel dramma per musica Traiano in Dacia di Giuseppe Nicolini (1762-1842) e nell' Artemisia di Domenico Cimarosa (1749-1801). L'accompagna il celebre Giovan Battista Velluti (1780-1861), ultimo dei grandi castrati. L'ascolto dei due interpreti è una straordinaria esperienza per il giovane Gioachino Rossini (1792-1868), in questo periodo ancora allievo del Liceo Musicale di Bologna. La cantante spagnola, già fugacemente conosciuta nell'aprile del 1807 in casa del generale Pully e più volte ospite dell'Accademia Polimniaca e del Casino, diverrà sua amica e musa ispiratrice e con lui convolerà a nozze nel 1822. Il 15 agosto la Colbran comparirà in scena al Comunale in costume da Genio Italico durante il gran ballo per l’onomastico di Napoleone, cantando un‘aria di circostanza.dettagli
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24 luglio 1809Caccia agli "insorgenti"Viene formata una Commissione militare per processare gli insorgenti. E' composta dal generale della Guardia Nazionale Giuseppe Grabinski (1771-1843), dal colonnello delle forze armate Antonio C. Galateo, dal podestà Luigi Tavecchi, dal consigliere Savini e da due ispettori di polizia. Il 24 luglio tre ribelli vengono fucilati. Nei giorni seguenti pattuglie di soldati francesi e italiani percorrono le campagne a caccia di sospetti e sbandati, “dando pasto alla Commissione di processare”. Sul Campo di S. Antonio, in San Mamolo, lavorano i boia, chiamati bratta (berretta) per la berretta rossa che calcano sul capo durante le esecuzioni.dettagli
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19 agosto 1809Muore Ignazio Magnani, l'avvocato dei poveriIl 19 agosto muore Ignazio Magnani (1740-1809) “giuresconsulto, elettore del collegio de' dotti, presidente della Corte d'Appello, membro del corpo legislativo, Commendatore della Corona di ferro”. La moglie Rosalia Lodi commissiona il suo monumento funebre alla Certosa all'ornatista Giuseppe Muzzarelli e al figurista Pietro Fancelli (1764-1850). Il Magnani ha avuto il titolo di Avvocato dei Poveri, cioè difensore d'ufficio: ad essi ha dedicato le sue più celebri difese criminali, che saranno riunite in volume nel 1825. Tra i suoi processi più famosi vi sono quello al marchese Francesco Albergati, accusato di uxoricidio, e quello del “conte ladro” Girolamo Lucchini, giustiziato per aver sottratto il favoloso tesoro del Banco del Monte dei Pegni.dettagli
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25 agosto 1809Due sinfonie di RossiniIl 25 agosto, in occasione della Solenne Distribuzione dei Premi del Liceo Filarmonico, l'allievo Gioachino Rossini, che pure ha frequentato poco il quarto anni di studi, presenta due contributi strumentali. Si tratta di una Sinfonia a più strumenti obbligati e una Sinfonia concertata. Quest'ultima, conosciuta come Sinfonia in Mi bemolle maggiore, sarà riproposta nella sua prima opera messa in scena, La cambiale di matrimonio, rappresentata il 3 novembre 1810 a Venezia al Teatro San Moisè. In questo periodo il giovane Rossini, costretto a guadagnarsi da vivere, abbandona definitivamente - non senza rammarico - il Liceo Filarmonico bolognese. Viene assunto come maestro di cembalo e direttore musicale dell'Accademia dei Concordi.dettagli
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5 settembre 1809Epidemia di febbri intermittenti nel territorio di BudrioIl dott. Luigi Benfenati, medico condotto di Budrio, prepara una Relazione Medica sull' “epidemia di febbri intermittenti”, che flagella un territorio molto vasto attorno al capoluogo: Cento, Prunaro, Quaderna, Villa Fontana e numerose altre località. Queste febbri erano praticamente assenti fino al 1805, quando si cominciarono a introdurre le risaie. Nei quattro anni successivi a Cento di Budrio i morti sono passati da 25 a oltre 100 all'anno e la popolazione della piccola frazione si è ridotta di oltre un terzo. Le esalazioni putride delle risaie e delle valli risultano la causa più potente per l'insorgere della febbre terzana malarica, che in numerosi casi porta a gravi complicazioni e alla morte. Per il dott. Benfenati l'unico modo di "rendere l'aria di nuovo salubre ed evitare il ripetersi dell'epidemia" è distruggere le risaie e le valli e fare in modo che le acque "trovino un felicissimo scolo". La dettagliata relazione del medico di Budrio sarà utilizzata da vari comuni della Bassa, che faranno ricorso presso le autorità superiori contro l'impianto di risaie nel loro territorio. Il grave problema arriverà a coinvolgere, con un certo scalpore, il governo di Milano, che a più riprese solleciterà l'intervento delle prefetture e prometterà un nuovo severo regolamento per le “umide coltivazioni”. Nel 1913 una inchiesta del Prefetto del Reno finirà per riconoscere che la maggiore mortalità avvenuta nella Bassa bolognese deve essere attribuita "all'aumento delle risaie, valli, colmate e altre palludi artificiali".dettagli
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9 settembre 1809Esecuzioni capitali di parroci e brigantiDon Giovanni Giovannelli, parroco di Monte Pastore, viene condannato a morte dal Tribunale Speciale con l'accusa di aver fomentato la ribellione antifrancese. E' stato forse costretto con la forza a scrivere un proclama di rivolta da una masnada di briganti papalini. Il 9 settembre è decapitato nel prato di San Francesco. Risulta vano il disperato tentativo del giovane falegname Davide Lippari di rendere inservibile la “macchina decollatrice”. Il 15 agosto è stato fucilato il settantacinquenne don Alessandro Franceschi, parroco di Montasico. Secondo l'accusa si era messo alla testa di una banda, che infestava le campagne attorno a Vergato. Tra il 20 giugno e il 15 agosto 1809 sono dodici gli insorti fucilati nel prato di San Francesco. Tra essi c'è Giuseppe Peri di Montetortore, detto il Pagatore, già capitano delle milizie del Duca di Modena. Un'altro è Giuseppe Mazzetti, capo banda benestante di Sibano, che voleva diventare “imperatore della Porretta” ed è stato ingannato da un “avviso di perdono”. In Appennino aveva preso ad atterrare gli stemmi governativi e bruciare le carte dei municipi. Il 29 luglio vari elementi delle masnade che infestano il territorio bolognese vengono condannati a morte. Il 9 ottobre, sulla pubblica piazza di Bologna, sarà esposta su una picca la testa di Giacomo Lambertini, capo brigante di Calcara, con un cartello e la scritta "masnadiere infame", mentre quella di Giuseppe Baroni entrerà tra due ali di folla da porta Saragozza in cima a un'asta. I briganti che infestano il territorio bolognese sono talmente “numerosi ed imponenti”, che i possidenti sono costretti a rimanere in città, rinunciando alla tradizionale villeggiatura. L'esercito e la Guardia Nazionale appaiono impotenti. Il 24 agosto i ribelli hanno ucciso, sulle colline tra Modena e Bologna, i sindaci di Zappolino e Monte Oliveto. Il 24 ottobre è registrato un “vivo conflitto” tra briganti e truppa al Sasso.dettagli
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ottobre 1809Salta il previsto soggiorno di Canova a BolognaGiunge gradita nei salotti bolognesi la notizia che Antonio Canova, in viaggio da Firenze a Venezia, ha accettato di fermarsi a Bologna, ospite dei coniugi Martinetti. Si preparano in fretta le dovute onoranze, sia da parte dei cittadini più eminenti, che dall'Accademia di Belle Arti, di cui Canova è socio onorario. In casa Martinetti si pensa di dedicargli una pubblicazione con poesie del marchese di Montrone, di Giambattista Giusti e di Paolo Costa, precedute da un'introduzione di Pietro Giordani, pro-segretario dell'Accademia e suo profondo ammiratore. Mentre fervono i preparativi dell'accoglienza, si viene a sapere che il grande scultore, avendo appreso lungo il cammino che una banda di briganti agiva nella zona, ha deciso di tornare indietro e dirigersi verso Roma. Questo cambiamento provoca "una acerba delusione" nel capoluogo felsineo. Gli amici bolognesi decideranno comunque di omaggiarlo: nel gennaio 1810 uscirà l'opuscolo Per l'aspettato arrivo di Antonio Canova a Bologna e il 28 giugno successivo all'Accademia verrà scoperto un busto in suo onore, "modellato con vigoria" dallo scultore Gaetano Monti di Ravenna. La cerimonia sarà preceduta da una orazione panegirica composta, tra tanti dubbi e ansie, da Giordani.dettagli
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24 novembre 1809Allagamenti nelle campagneLe piogge continue e la cattiva amministrazione delle opere idrauliche provocano lo straripamento di numerosi corsi d'acqua del territorio bolognese e molti campi finiscono sott'acqua.dettagli
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24 dicembre 1809Scontri tra briganti e gendarmiA Varignana e a Pizzocalvo vi sono scontri a fuoco tra briganti e gendarmi e questi ultimi hanno la peggio: alcuni soldati e un ufficiale della Guardia Nazionale rimangono uccisi, altri vengono disarmati e poi fucilati. Dal 21 al 27 dicembre i Dragoni francesi del gen. Grabinski battono le campagne del Dipartimento del Reno alla caccia dei ribelli. Il 30 dicembre una decina di insorgenti vengono arrestati e tradotti a Bologna in carcere. La Guardia Nazionale, organizzata in novembre, appare incapace di “assicurare la pubblica tranquillità”.dettagli