Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.
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1808Chiuso l'oratorio della B.V. del PortoA dieci anni dalla soppressione delle confraternite viene chiusa la piccola chiesa della Compagnia del Santissimo Crocifisso del porto Navile, detta anche della Beata Vergine del Porto. Fu costruita nel 1632 per venerare l'immagine di un Crocifisso collocato sulle mura di cinta alle porte del “canale delle Navi”.dettagli
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1808I FilodrammaturgiI migliori attori dilettanti bolognesi si riuniscono nella Compagnia dei Filodrammaturgi, diretta da Carlo Bruera e protetta dal conte Ferdinando Marescalchi (1754-1816). Nel primo periodo essa opera nel Teatro della Concezione, una piccola sala della famiglia Privat ricavata dalla chiesa sconsacrata delle monache agostiniane della SS. Concezione di via Saragozza, che proprio per la presenza di formazioni amatoriali sarà conosciuta come Teatro dei Dilettanti. Il ricavato delle recite è devoluto a favore di famiglie indigenti, del Ricovero di Mendicità o di altre compagnie teatrali in difficoltà. La Società godrà della protezione del cardinal Spina, secondo il quale dovrà essere “in ogni maniera di sollecitudine incoraggiata e sostenuta”. Dopo aver agito temporaneamente, nel 1815-16, nei teatri Marsigli e Felicini, dal 1818 potrà usufruire con continuità del teatro Contavalli, uno spazio molto adatto alla sua attività e al suo pubblico. Durante il carnevale del 1819 i Filodrammaturgi daranno in questo teatro "un corso di trenta rappresentazioni", costituite soprattutto da opere di Alfieri e Goldoni o da commedie edificanti e blande satire. Il Saul alfierano costituirà un vero e proprio banco di prova - pur emendato da quelle espressioni che possono "offendere la buona morale" - e Alamanno Leonesi meriterà più di altri "singolare ammirazione". Il Teatro Privat continuerà anche nel periodo della Restaurazione ad ospitare esibizioni di fantasisti, spettacoli di marionette e di altri gruppi dilettanti, finché sarà chiuso definitivamente nel 1824 e trasformato in bottega.dettagli
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1808Le cliniche universitarie nell'Ospedale AzzoliniL'ospedale di San Francesco Saverio, istituito dal senatore Francesco Azzolini nel 1698 per i poveri della parrocchia di S. Maria Maddalena, in via San Donato, ospita dal 1808 la Clinica Medica dell'Università e dall'anno successivo quella Chirurgica. Il progetto di restauro dell'ospedale della Maddalena, curato dall'arch. Angelo Venturoli, ha comportato un semplice adattamento degli edifici esitenti, modificando la distribuzione delle sale per migliorarne le condizioni igieniche. Le cliniche rimarranno nei locali piuttosto inadeguati dell'Azzolini fino al 1857 e vi torneranno per alcuni anni dopo l'Unità, fino al definitivo trasferimento al Sant'Orsola il 28 ottobre 1869.dettagli
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1808Il Cavo NapoleonicoIniziano i lavori per il Cavo Napoleonico, il canale artificiale per la deviazione del Reno nel Po, attraverso il Panaro, nella zona di Sant'Agostino di Ferrara. L'opera, che dovrebbe risolvere il secolare problema dello scolo delle acque nella bassa pianura a destra del Reno, è stata richiesta dai bolognesi il 30 aprile 1803 con una petizione e stabilita da Bonaparte durante la sua visita a Bologna nel 1805. La commissione istituita ha optato per l'immissione dalla Panfilia, secondo la proposta del card. Luigi Capponi, risalente al XVII secolo. Il progetto è stato approvato dal Viceré Eugenio con decreto del 6 maggio 1806. I lavori proseguiranno con grande sollecitudine per tre anni, impiegando alcune migliaia di operai scariolanti. In seguito, con le campagne militari in Spagna e in Russia, verranno meno i finanziamenti e i cantieri rallenteranno, fino ad arrestarsi completamente nel 1814, dopo la caduta di Napoleone. L'opera sarà ripresa e completata, in versione ampliata, tra il 1953 e il 1964, su progetto di Mario Giandotti. Oltre che scolmatore delle piene del Reno, il Cavo servirà come vettore di alimentazione del Canale Emiliano-Romagnolo. L'imponente infrastruttura, lunga 18 chilometri e con larghezza media tra gli argini di 180 metri, comporterà un notevole impegno finanziario. Alla fine manterrà, almeno, la denominazione originaria.dettagli
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1808Il "Bollettino della Grande Armata" messo in musicaSi inneggia alle vittorie di Napoleone. Il capitano francese Michele Braun, membro dell'Accademia dei Concordi e decorato con la Legion d‘Onore, mette in musica il "Bollettino della Grande Armata" in 34 numeri, compresa tutta la battaglia di Jena. Ogni numero viene annunciato col suono della Gran Cassa. E' forse il primo tentativo di poema sinfonico per pianoforte, con accompagnamento dell'orchestra.dettagli
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6 gennaio 1808La Principessa di BolognaLa sera del 6 gennaio la città è tutta illuminata per festeggiare la nomina a Principessa di Bologna di Giuseppina di Leuchtenberg (1807-1876), figlia del Viceré Eugenio Beauharnais. La proclamazione di Napoleone è avvenuta il 20 dicembre precedente nel Palazzo Reale di Milano. L'opera buffa che si rappresenta al Teatro Marsigli è trasferita al Comunale, rischiarato per l'occasione a spese del Comune. In onore della Principessa è coniata una gran medaglia d'oro e decretata una lapide di marmo, oltre che la dotazione di diciotto fanciulle. Giuseppina sarà in seguito creata anche Duchessa di Galliera. Nel 1823 sposerà Joseph François Oscar Bernadotte, principe ereditario di Svezia e di Norvegia.dettagli
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29 gennaio 1808Prima serata di musica da camera al Teatro ComunaleIl 29 gennaio il Teatro Comunale ospita per la prima volta un concerto di musica da camera. Protagonisti sono i coniugi Alessandro e Camilla Ferlendis e Pietro Vimercati. Alessandro è figlio del celebre Giuseppe Ferlendis (1755-1810), come lui virtuoso di oboe e corno inglese. Camilla Barberi in Ferlendis è un contralto dalla voce piena e robusta, tale da far sembrare “angusto lo stesso ampio Teatro”. Il milanese Pietro Vimercati (1779-1850) è un “prodigioso” suonatore di mandola, il maggiore interprete in Italia di questo strumento nella prima metà dell'800. Al tocco delle sue dita essa sembra diventare “un'Arpa celeste”. Al concerto partecipa anche Maria Brizzi Giorgi, “inimitabile suonatrice di Piano-forte”, che duettando con Vimercati strappa gli applausi per alcune variazioni “maestrevolmente mutate” in modo nuovo. Il ricordo del “piacevolissimo intrattenimento” sarà ancora molto vivo dieci anni dopo, quando “il Paganini della mandola” si esibirà nuovamente a Bologna, dopo un lungo tour nelle principali capitali europee.dettagli
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1 marzo 1808La Congregazione di Carità riunisce gli istituti di assistenzaLa Congregazione di Carità, istituita da un decreto vicereale del 17 luglio 1807, pubblicato l'11 agosto successivo, entra il 1° marzo 1808 nel pieno esercizio dei propri poteri. Ha il compito di accorpare e amministrare tutti gli istituti e i beni destinati all'assistenza. La nuova “immensa azienda” (Guidicini) riunisce a Bologna 54 opere pie e istituti di beneficenza, alcuni anche molto antichi. E' presieduta dal Prefetto del Dipartimento del Reno e ne fanno parte l'Arcivescovo, alcuni magistrati e una commissione di nove cittadini nominata dal Vicerè e scelta “fra i proprietari, i commercianti e i magistrati più in vista della città”. L'amministrazione è divisa in tre sezioni: ospedali, orfanotrofi e sovvenzioni, ognuna composta di quattro persone. Alle dipendenze del Segretario Generale e del Ragioniere Capo ci sono circa cento impiegati e inservienti. Tra le istituzioni raggruppate nella Congregazione di Carità vi sono orfanotrofi come quello di San Bertolomeo di Reno e quello dei Mendicanti, conservatori di zitelle come quelli di Santa Croce e San Giuseppe, del Baraccano e della SS. Annunziata, ospedali come il Grande Ospedale della Vita e della Morte, il Sant'Orsola con quello di San Giobbe per i luetici, il San Lazzaro per i lebbrosi. Sono inoltre aggregati altri prestigiosi enti, quali il Monte di Pietà, l'Opera degli Agonizzanti, i Poveri Vergognosi, la Congregazione del Rosario, il Ricovero dei Mendicanti, la Casa di Lavoro. La Congregazione verrà sciolta nel 1814 per decreto di Gioacchino Murat e una parte degli enti a lei subordinati torneranno autonomi.dettagli
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23 aprile 1808Francesca Festa Maffei protagonista al ComunaleNel corso del 1808 la cantante Francesca Festa Maffei (1778-1836) è protagonista al Teatro comunale. Il 23 aprile è Rosina del dramma giocoso Il principe di Taranto di Ferdinando Paer. Il 7 maggio è Lisetta nell'opera Il re Teodoro in Venezia di Giovanni Paisiello. Il 15 ottobre canterà nella Ginevra di Scozia di Johann Simon Mayr. Il maestro Giuseppe Pilotti Accademico filarmonico bolognese scriverà per lei l'aria "Ch'ei sia felice". Pur dotata di una "voce di immacolata purezza" e di stile impeccabile nel canto, la Festa sarà giudicata da Stendhal una delle cantanti più fredde mai ascoltate. Avrà comunque una brillante carriera in Italia e all'estero, apprezzata interprete di ruoli rossiniani. Il maestro di Pesaro le dedicherà il ruolo di Fiorilla nel Turco in Italia. Canterà nuovamente a Bologna in età avanzata e vi si stabilirà per un breve periodo come insegnante di canto.dettagli
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28 aprile 1808Pietro Giordani pro-segretario dell'AccademiaIl letterato piacentino Pietro Giordani (1774-1848) assume il 28 aprile l'incarico di pro-segretario dell'Accademia di Belle Arti, ottenuto per la fama acquistata grazie a un suo panegirico in onore di Napoleone legislatore. Nel 1815, con la restaurazione del potere papale, Giordani lascerà Bologna per Milano, dove dirigerà la “Biblioteca Italiana”. Nel primo numero della rivista, il 1° gennaio 1816, sarà pubblicato un articolo di Madame de Stael destinato a scatenare una dura polemica tra classici e romantici. Il nome di Giordani è anche legato alla venuta a Bologna di Giacomo Leopardi, con il quale avrà scambi epistolari a partire dal 1817. E proprio al poeta di Recanati verrà promesso il ruolo di pro-segretario dell'Accademia pontificia, che sarà invece assegnato a Francesco Tognetti, letterato, bibliofilo e membro della Società del Casino. Questi manterrà l'incarico dal 1823 al 1845.dettagli
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luglio 1808Demolito il convento di San BenedettoPer allargare la Montagnola nel lato occidentale, tra luglio e agosto viene atterrato il braccio dei dormitori - superiore e inferiore - del convento di S. Benedetto. E' mantenuta solo una piccola parte dell'edificio, come abitazione per il parroco. A causa dell'innalzamento della Montagnola, per collegare il giardino al borghetto di S. Benedetto, è costruita una scalinata di 25 gradini. Il convento di S. Benedetto, costruito nel 1529 dai frati di S. Francesco di Paola e soppresso nel triennio giacobino, ha servito come caserma dei coscritti, poi come carcere e infine come ospedale. Il 30 giugno 1799, dopo il ritorno degli Austriaci, il comandante della piazza ordinò ai cittadini bolognesi di consegnare qui tutte le loro armi. La chiesa di S. Benedetto è orientata su via Galliera. Nel 1892, con la costruzione di via dell'Indipendenza, verrà invertita e la facciata sarà ricostruita, con l'aggiunta di un portico, sulla nuova prestigiosa strada.dettagli
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17 luglio 1808Il Viceré Eugenio in cittàIl Viceré Eugenio arriva in città alle 6 pomeridiane del 17 luglio e si reca a Palazzo Reale (ex Caprara). Dopo un pranzo al quale sono invitate “persone di rango elevato”, la sera interviene al Teatro Comunale, dove si rappresenta un'opera buffa. Il giorno successivo visita alcuni luoghi cittadini, tra i quali il giardino della Montagnola appena edificato. Dopo una visita di stato in Romagna, il Viceré sarà di ritorno a Bologna il 3 agosto.dettagli
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18 luglio 1808Le Scuole Pie sono trasferite nell'ArchiginnasioUn Decreto del Viceré mette a disposizione del Municipio il palazzo dell'Archiginnasio per il trasferimento delle Scuole comunali e Normali. Occupata per alcuni anni dal Circolo Repubblicano, l'antica sede dell'Università è oramai pressoché abbandonata. Un'Unione ebraica si è offerta di comprare l'edificio per farne una Sinagoga. Il passaggio proprietario è stato scongiurato dall'intervento di un gruppo di cittadini presso il Ministro Ferdinando Marescalchi. Le Scuole Pie sono sorte nel 1616 in S. Maria della Morte. Prima dell'arrivo dei Francesi erano gestite da una Congregazione di laici e ecclesiastici dipendente dall'Arcivescovo e offrivano un'istruzione gratuita di base a bambini poveri. Frequentate da fanciulli maschi delle classi medie e meno abbienti, vi si insegnava la dottrina cristiana, la lettura, la scrittura, il far di conto, assieme al disegno e al canto. Le scuole erano sedici, distribuite in tutta la città, più quattro propedeutiche per i minori di sette anni, e accoglievano circa 1.600 bambini. Nel periodo giacobino le nuove Scuole Normali hanno cambiato i contenuti educativi, con l'introduzione di testi quali L'Abbecedario Repubblicano, Le istruzioni elementari dei diritti e dei doveri dell'uomo e del cittadino, il Catechismo Repubblicano. E' stato inoltre adottato il decadario, inedito calendario repubblicano. I nuovi regolamenti vietano i maltrattamenti dei bambini, le "spogliature" e le punizioni corporali troppo pesanti. Gradualmente i maestri ecclesiastici vengono rimpiazzati dai laici. Essendo stati aumentati gli stipendi degli insegnanti, molti giovani sono ora indotti a dedicarsi a questa carriera.dettagli
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27 luglio 1808Soppressi l'ospedale dei convalescenti e la chiesa della Trinità a Porta LameViene abolita la Compagnia di S. Maria delle Vergini, detta anche della SS. Trinità. Dal 1589 essa aveva preso possesso del torresotto dietro le mura delle Lame in cui era stata ritrovata un'immagine della Madonna. Nel 1600 sul luogo fu inaugurata una chiesa "elegantemente fabbricata" e a metà del secolo, accanto ad essa, venne costruito un ospedale per convalescenti. Il 16 agosto 1798 la chiesa verrà chiusa e profanata e dell'ospedale rimarrà solo una parte della facciata. I beni della Compagnia saranno riconosciuti pertinenti alla Pubblica Beneficenza e consegnati all'Ospedale della Vita.dettagli
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3 agosto 1808Il Viceré ospite del conte CapraraIl pomeriggio del 3 agosto il Viceré Eugenio Beauharnais, di ritorno dalla Romagna, scende al Palazzo Reale - così è chiamato Palazzo Caprara dopo la vendita a Napoleone - illuminato da ottanta torce. A sera ormai inoltrata si reca fuori Porta San Felice, ribattezzata Porta Napoleona, per raggiungere il casino del conte Carlo Caprara, gran cerimoniere degli eventi mondani in città. Qui ad accoglierlo c'è un arco scenico fittizio, dipinto da Floriano Puglioli e armato dal macchinista Carlo Berti. Alla presenza dei notabili di Bologna, accompagnati dalle “più divertenti signore”, Eugenio assite a una accademia musicale diretta da Ignazio Brizzi, partecipa quindi a una festa da ballo e a una “lautissima cena”. A Villa Caprara il Principe torna il giorno dopo “per sdigiunarsi e cantare” e nel primo pomeriggio riparte per Ferrara.dettagli
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8 agosto 1808Intenzioni iconoclasteIl Circolo Costituzionale propone di dare sepoltura al Corpo di Santa Caterina dé Vigri, mummificato e offerto alla visione dei fedeli nella chiesa del Corpus Domini. Si pensa anche di bruciare l'immagine della Madonna conservata nel santuario di S. Luca. Entrambe le sante reliquie sono venerate dal popolo bolognese, ma i nuovi padroni le considerano “tutte ipocrisie”. Tuttavia le intenzioni iconoclaste non avranno seguito. Nel 1816 le suore del Corpus Domini torneranno nel loro monastero, che in buona parte però rimarrà adibito ad usi militari. La chiesa sarà invece praticamente distrutta dal bombardamento aereo alleato del 5 ottobre 1943.dettagli
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11 agosto 1808"Il pianto d'Armonia" per il giovane RossiniLa Deputazione di accademici filarmonici che sovrintende il Liceo musicale incarica Gioachino Rossini di mettere in musica una cantata scritta da padre Girolamo Ruggia per gli "esperimenti" degli scolari. La composizione, dal titolo Il pianto d'Armonia sulla morte d'Orfeo, per tenore, coro e orchestra, risulta molto eleborata. Emergono i modi musicali da "tedeschino" del giovane compositore pesarese, il suo amore per la musica di Mozart e Haydn, che il maestro Stanislao Mattei spesso gli rimprovera. La parte del tenore è difficile, una grande aria. Per il violoncello - lo strumento su cui si va perfezionando in questo periodo - Rossini prepara "un assolo grave e accorato" (Emiliani). Nessuno, però, si accorge del suo precoce talento, neppure il critico di solito molto avveduto del "Redattore del Reno", che lo nomina senza commenti assieme agli altri compagni di studi. Il "giovane di grandi speranze" otterrà un giudizio più lusinghiero con la Sinfonia a più Istrumenti obbligati in Re Maggiore da lui composta e presentata il 23 dicembre successivo all'Accademia Polimniaca, davanti a un pubblico senz'altro "più appassionato e aperto al nuovo" di quello degli anziani filarmonici.dettagli
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16 agosto 1808Molti luoghi di culto chiusi definitivamenteIl 10 marzo un decreto del Viceré d'Italia ha stabilito quali chiese devono rimanere aperte e quali devono essere ridotte a uso profano. Il 16 agosto, per ordine della Prefettura, a Bologna vengono chiuse definitivamente 63 chiese di congregazioni religiose e di confraternite soppresse. In città ne rimangono aperte una sessantina: diciotto sono parrocchiali e quattordici sussidiali. Altre trenta circa sono chiese e oratori di regolari non soppressi (ordini dediti alla vita povera e all'insegnamento). Un elenco incompleto dei luoghi scomparsi comprende: S. Barbara, S. Arcangelo, S.M. della Presentazione, S.M. di Porta Ravegnana, S. Tommaso, S. Agata, S. Antonio Abate, S. Giacomo de' Carbonesi, SS. Trinità, S. Maria del Tempio, Santa Croce, B.V. della Neve, S. Giovanni Decollato, Buon Gesù, S. Onofrio, S.M. Maddalena, S. Maria dei Carrari, S. Maria degli Annegati, SS. Giacomo e Filippo dei Piatesi, SS. Girolamo e Anna, S. Prospero, S. Apollonia, S. Maria del Carmine, Madonna dei Caprara, SS. Cosma e Damiano, Baraccano, B.V. delle Grazie, S. Cristina di Pietralata. Sono conservate al culto soprattutto le chiese e gli oratori molto legati alla devozione popolare, quali la Madonna della Pioggia, quella del Baraccano, S. Maria dei Poveri e la Madonna del Soccorso.dettagli
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31 agosto 1808Murat a BolognaGioacchino Murat (1767-1815), proveniente da Parigi, entra solennemante in città dalla Porta Napoleona, già Porta San Felice. Due giorni prima sono giunti il figlio Achille e altri familiari. Fedelissimo di Bonaparte, che ha seguito nelle sue imprese militari e di cui ha sposato la sorella Carolina, il maresciallo di Labastide è stato designato re di Napoli il 15 luglio col nome di Gioacchino Napoleone.dettagli
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15 ottobre 1808Sequestrati i beni dei Gesuiti spagnoli e del Collegio di SpagnaIl 15 ottobre per ordine del Governo vengono sequestrati i beni dei Gesuiti spagnoli e del Collegio di Spagna. Il 1° dicembre gli ex Gesuiti devono giurare fedeltà al nuovo Re di Spagna. 23 congregati spagnoli su 84 si rifiutano. Il 26 dicembre vengono arrestati e tradotti “in legni scoperti” alla fortezza di Mantova. Con il pretesto del mantenimento degli ex Gesuiti, il real Collegio di Spagna sarà incamerato dal demanio nel 1812 e la maggior parte dei suoi beni saranno alienati. "L'antica insigne fabbrica" del Collegio, risalente al XIV secolo, rimarrà per qualche tempo abbandonata con il pericolo di andare distrutta. La preziosa biblioteca, ricca di codici giuridici, sarà posta in deposito presso l'Istituto delle Scienze e restituita, assieme all'edificio del Collegio, solo dopo la Restaurazione. I beni del Collegio saranno reclamati nel 1817 dal governo spagnolo, che troverà la ferma opposizione del cardinale Consalvi. Destinato al mantenimento agli studi di 24 giovani nobili spagnoli, alla metà dell'800 l'istituto avrà pochissimi ospiti. Nel 1858 il Massei ne registrerà solo uno, che terrà anche "l'onorevole carica di Rettore".dettagli
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novembre 1808Antonio Basoli decora il teatro MarsigliIl teatro Marsigli, in Strada Maggiore, è affittato dall'impresario Giulio Castagnoli. Secondo il contratto, egli deve "far fare la pittura dell'intera sala, compreso il sipario ed i palchi". Il restauro viene affidato ad Antonio Basoli (1774-1843), uno dei migliori decoratori teatrali dell'epoca. Questi, che opera con l'aiuto di allievi e del figurista Filippo Pedrini, sceglie il programma neoclassico già adottato l'anno precedente al Teatro Felicini. La funzione etica del teatro, palestra di virtù civiche, è sottolineata dalla semplicità della decorazione, che valorizza la struttura razionale di Carlo Francesco Dotti (1670-1759). La cavea è tutta dipinta in chiaroscuro con ghirlande, trofei musicali, maschere e palmette. Il sipario rappresenta un anfiteatro antico. Per il soffitto Basoli “ricorre all'idea dei cassettoni monocromi, degradanti però verso il centro e interrotti da una fascia ripartita in medaglioni con atleti in azione” (Farioli). Costruita all'inizio del Settecento dal marchese Silvio Antonio Marsigli, la sala ha preso nel 1796 il nome di Teatro Civico ed è diventato il palcoscenico preferito per gli spettacoli popolari repubblicani.dettagli
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15 novembre 1808Un nuovo curriculum scolasticoIl Viceré Eugenio Beauharnais ristruttura l'istruzione universitaria. Alle sedi di Bologna e Pavia se ne aggiungono altre. In tutti gli atenei sono stabilite le stesse modalità di accesso. Prima di iscriversi all'Università, gli studenti devono frequentare le scuole elementari, il ginnasio e il liceo. Il vero sbarramento è tra elementari e il ginnasio. Il pagamento dei gradi universitari accentua il carattere censitario della riforma. Sono soppresse cattedre di tipo umanistico (greco, eloquenza latina, ecc.) e potenziati i corsi preparatori alle professioni. L'orientamento verticistico e accentratore del regno napoleonico grava anche sull'Università.dettagli
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19 dicembre 1808L'Accademia dei FilodicologiIl 19 dicembre all'Archiginnasio è inaugurata, sotto la presidenza del letterato Paolo Costa (1771-1836), l'Accademia curiale dei Filodicologi. Il suo scopo è “restaurare l'eloquenza del foro, rinvigorendo fra gli avvocati l'uso della buona favella nazionale”. Il motto dell'impresa è tratto dall'Eneide di Virgilio: “Orabunt causas melius”. Ne fanno parte noti giureconsulti bolognesi, quali mons. Pellegrino Farini e l'avv. Berni Degli Antoni, ma anche letterati e uomini di cultura come Giulio Giordani, Giovanni Marchetti, Luigi Valeriani. Lo statuto è redatto dall'avv. Pellegrino Rossi (1787-1848), futuro primo ministro del governo pontificio.dettagli
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31 dicembre 1808L'ospedale degli Sportini e il "Purgatorio" trasferiti al Sant'OrsolaL'ultimo ammalato ricoverato presso il Fatebenefratelli in Strada Maggiore è trasferito all'ospedale Sant'Orsola. Anche dopo la sua abolizione nel 1797 i membri della congregazione degli Sportini hanno continuato a occuparsi dell'antico ospedale dedicato a Sant'Antonio, eretto nel 1607 dall'Ordine degli Ospitalieri di San Giovanni di Dio e destinato a “uomini febbricitanti”. L'ospedale per incurabili di Sant'Orsola riceve anche gli infermi dell'ospedale di S. Salvatore degli Abbandonati, fondato nel 1735 con il legato di Francesca Borri e aperto nel 1745 dal parroco di Sant'Isaia don Giulio Cesare Canali. La Casa del Soccorso era in via Frassinago ed era conosciuta anche come il “Purgatorio”, per il fatto di accettare infermi poveri rifiutati da altri ospedali. Ricevette un sostanzioso aiuto dalla Marchesa Elisabetta Bentivoglio Paleotti, vedova Magnani, che le lasciò buona parte del suo ingente patrimonio. Nel 1809 al Ricovero degli Abbandonati sarà unita una Casa di Lavoro per validi e l'istituto sarà affidato fino al 1814 alla direzione della Congregazione di Carità. Nel 1821, per disposizione del cardinale Oppizzoni, gli ospiti saranno trasferiti al Ricovero di Mendicità in San Gregorio. I due enti si fonderanno, dando origine al Pio Ospedale degli Abbandonati, Ricovero ed Uniti. I locali di via Frassinago saranno utilizzati dopo il 1862 per la caserma Boldrini.dettagli