Pelagio Palagi si trasferisce a Roma
Il pittore Pelagio Palagi (1775-1860) già allievo dell'Accademia Clementina e protetto del conte Carlo Filippo Aldrovandi, si trasferisce a Roma.
Qui avrà subito un grande successo, avvicinandosi a Camuccini, Canova, Ingres e soprattutto al giovane Francesco Hayez.
Accogliendo i consigli del suo mecenate, abbandonerà l'attività scenografica e prospettica, nella quale si era dimostrato molto versato, per diventare pittore di figura e di storia e autore di bei ritratti.
Dopo un breve ritorno a Bologna nel 1815, con la Restaurazione pontificia riparerà a Milano, dove rimarrà diciassette anni.
Nel 1832 accoglierà l'invito di re Carlo Alberto a lavorare a Torino per la corte sabauda. Qui abiterà fino alla morte, mostrando di poter operare in vari campi, dall'architettura, alla decorazione di interni, alla pittura, e con numerose tecniche.
In polemica con il linguaggio ambiguo e la posizione volutamente defilata di Giani e Basoli, Palagi farà pittura di storia, laica e didascalica.
La partenza per Roma è in gran parte motivata dal suo desiderio di studiare l'antico e di confrontarsi con il linguaggio del neoclassicismo internazionale, lontano dall'ambiente bolognese, chiuso e provinciale.
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- I concorsi curlandesi. Bologna, Accademia di Belle Arti, 1785-1870, Bologna, Galleria d'arte moderna, marzo-maggio, Museo civico, giugno-luglio 1980, catalogo a cura di Renzo Grandi, Bologna, Grafis, 1980, p. 61
- Coscienza urbana e urbanistica tra due millenni. 1., Fatti bolognesi dal 1796 alla prima guerra mondiale, Bologna, San Giorgio in Poggiale, 11 dicembre 1993-13 febbraio 1994, a cura di Franca Varignana, Bologna, Grafis, 1993, pp. 46-47
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- Anna Maria Matteucci, I decoratori di formazione bolognese tra Settecento e Ottocento. Da Mauro Tesi ad Antonio Basoli, Milano, Electa, 2002, pp. 499-500
- Eugenio Riccomini, L'arte a Bologna. Dalle origini ai giorni nostri, Bologna, Editoriale Bologna, 2003, pp. 309-310