La Guardia bolognese contro l' "armata brusca"
La Guardia Nazionale di Bologna è chiamata a formare un campo di riserva presso il fiume Panaro, per contrastare una “masnada di mascalzoni”, conosciuta come “armata brusca”, che scorrazza tra Parma e Piacenza, mettendo a sacco quelle provincie e assaltando le diligenze.
In seguito, rinforzata da miliziani di altre città, la Guardia sarà inviata sull'Adige a difesa del Veneto.
I territori dell'Emilia sono sconvolti in questo periodo dalle insurrezioni contro la coscrizione obbligatoria, vissuta come un sopruso intollerabile dalle popolazioni della montagna.
La ribellione si è propagata nelle valli dell'Appennino. Gli insorgenti hanno occupato i paesi più grossi, cacciando i "napoleonisti" e i commissari governativi.
Dal gennaio 1806 forti contingenti di truppe saranno inviate a sedare l'insurrezione nel piacentino.
Napoleone ordinerà al generale Junot una repressione severissima, comprendente la messa a fuoco "esemplare" dei villaggi ribelli e numerose fucilazioni, giustificando ogni abuso da parte dei soldati francesi.
- Giuseppe Bosi, Archivio patrio di antiche e moderne rimembranze felsinee, rist. anast., Sala Bolognese, A.Forni, 1975, vol. 4., p. 213