Il chiostrino delle Madonne alla Certosa
I visitatori stranieri segnalano l'utilizzo dell'ex convento della Certosa per la conservazione di lapidi e antichi reperti minacciati di dispersione a seguito della soppressione delle corporazioni religiose e della vendita dei beni ecclesiastici. Essi vengono raccolte, come in un museo, nelle celle monastiche in disuso.
Francesco Calori, capo dell'Assunteria del cimitero, chiede ed ottiene di poter trasportare nel nuovo camposanto alcune antiche immagini della Madonna, provenienti da varie chiese soppresse in via di demolizione.
Gli affreschi, oggetto di devozione popolare, vengono staccati con tecnica rudimentale e collocati nella piccola cappella delle Assi, ex sala capitolare del convento, e nel chiostro dell'Ossario, accanto alla Chiesa di San Girolamo, che da questo momento prenderà il nome di “chiostrino delle Madonne“.
Sono sistemati in nicchie e circondati da decorazioni e iscrizioni che ne indicano la provenienza. Nel 1982 le immagini saranno restaurate e una parte di esse verranno trasferite in Palazzo d'Accursio, presso le Collezioni comunali d'arte.
- Francesco Ceccarelli, L'intelligenza della città. Architettura a Bologna in età napoleonica, Bologna, Bononia University Press, 2020, p. 71
- La Certosa di Bologna. Immortalità della memoria, a cura di Giovanna Pesci, Bologna, Compositori, 1998, pp. 131-139
- Iole Massa, Le Madonne della Certosa di Bologna, in: "Strenna storica bolognese", 20 (1970), pp. 129-157