Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.
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1806"La morte di Virginia" di Giacomo De MariaLo scultore Giacomo De Maria (1762-1838), massimo esponente del neoclassicismo a Bologna, realizza presso l'Accademia di Belle Arti una statua raffigurante La morte di Virginia, tema tratto dalla storia romana e utilizzato anche da Vittorio Alfieri per una sua tragedia. L'opera, completata tra il 1806 e il 1811 grazie all'aiuto economico di alcuni sottoscrittori, ha il fine di mostrare agli allievi i segreti della lavorazione del marmo - in questo caso il marmo di Luni - mettendo a frutto le esperienze maturate a Roma presso lo studio di Canova. E' una delle rare volte che De Maria usa il marmo, non frequente nella tradizione bolognese, e questo gruppo, la cui lavorazione è stata preceduta da numerosi disegni e bozzetti, costituisce la sua realizzazione più importante con questo materiale. La scultura finita verrà acquistata da un gentiluomo inglese e successivamente esposta a Liverpool, presso la Walker Art Gallery.dettagli
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1806Progetto per la trasformazione di Villa Albergati in residenza imperialeNell'ipotesi - poi non realizzata - di utilizzo della Villa Albergati di Zola come residenza imperiale di Napoleone, il pittore e scenografo Antonio Basoli (1774-1848) e l'architetto Ercole Gasparini (1771-1829) elaborano un ambizioso piano di trasformazione dell'antico edificio voluto nel XVII secolo dal marchese Girolamo Albergati Capacelli e dominante un buon tratto di campagna ad occidente di Bologna. L'ammodernamento previsto dai due artefici accentua la severità della struttura seicentesca del corpo principale, mentre il complesso è ampliato da numerosi fabbricati, con varie funzioni, distribuiti nella campagna circostante: dalle caserme per le guardie reali alle scuderie regie, dal teatro di corte all'arena per il gioco della palla e del pallone. Il disegno del parco, con richiami agli impianti parigini di Le Notre, contempla l'integrazione di aree coltivate nelle geometrie dell'aulico spazio verde circostante la villa. Ai “trapezi di cultura” si alternano giardini all'italiana e alla francese, boschetti, oliveti, reticoli di sentieri delimitati da filari di alberi, diversi labirinti. Il torrente Lavino è deviato e regolato attraverso un “canale di delizie”, in modo che la parte residenziale della reggia risulta come all'interno di un'isola cinta dalle acque. Un precedente piano di ampliamento dell'architetto Angelo Venturoli prevedeva la conversione della villa in forme neopalladiane, con un grande frontone, il basamento bugnato e cornici di ogni ordine. L'aggiornamento proposto da Basoli risente evidentemente dell'insegnamento di Giovanni Antonio Antolini, autore del disegno di Foro Bonaparte a Milano e in questi anni docente all'Accademia bolognese. Il nuovo palazzo è notevolmente ampliato lungo l'asse trasversale e dotato di un prospetto colonnato che lo rende più monumentale. Del progetto di Zola sono state rinvenute due versioni, diverse per la grandezza dell'area interessata e per l'impegno economico richiesto. Si tratta comunque di dimensioni territoriali inedite, ben superiori a quelle delle più note residenze reali, quali Versailles o la reggia di Caserta.dettagli
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1806I Sanfedisti a BolognaUn rapporto di polizia riferisce di una diramazione bolognese della setta cattolica reazionaria dei Sanfedisti, diffusa soprattutto nelle Romagne. I membri di questa associazione segreta sono legati da un giuramento, che obbliga a non risparmiare nessuno - neppure un figlio - trovato infetto "della maledetta pece francese".dettagli
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1806La Guardia bolognese contro l' "armata brusca"La Guardia Nazionale di Bologna è chiamata a formare un campo di riserva presso il fiume Panaro, per contrastare una “masnada di mascalzoni”, conosciuta come “armata brusca”, che scorrazza tra Parma e Piacenza, mettendo a sacco quelle provincie e assaltando le diligenze. In seguito, rinforzata da miliziani di altre città, la Guardia sarà inviata sull'Adige a difesa del Veneto. I territori dell'Emilia sono sconvolti in questo periodo dalle insurrezioni contro la coscrizione obbligatoria, vissuta come un sopruso intollerabile dalle popolazioni della montagna. La ribellione si è propagata nelle valli dell'Appennino. Gli insorgenti hanno occupato i paesi più grossi, cacciando i "napoleonisti" e i commissari governativi. Dal gennaio 1806 forti contingenti di truppe saranno inviate a sedare l'insurrezione nel piacentino. Napoleone ordinerà al generale Junot una repressione severissima, comprendente la messa a fuoco "esemplare" dei villaggi ribelli e numerose fucilazioni, giustificando ogni abuso da parte dei soldati francesi.dettagli
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1806Misure a sostegno dell'industria della setaDue provvedimenti emanati nel 1806 hanno per scopo il sostegno dell'industria della seta, in crisi da tempo: la riduzione del dazio d'ingresso in Francia dei veli bolognesi e una sovvenzione di 500.000 lire italiane concessa agli imprenditori per “mantenere in attività le loro fabbriche”. L'arenamento del commercio nel 1809 renderà impossibile la restituzione del sussidio e molte attività saranno costrette a sospendere l'attività. A compensare la diminuzione del 70 % dei prodotti finiti, varrà a poco un temporaneo aumento - solo fino al 1810 - dello smercio di seta grezza. Interpretata in un primo tempo come congiunturale, la crisi dell’industria della seta è invece strutturale, “distruttiva negli esiti finali”. Al 1809 rimarà a Bologna un unico setificio "uso Parigi", con 17 uomini, 90 donne e 4 ragazzi occupati. Molte famiglie restano senza lavoro e vanno ad aggiungersi all'esercito dei disoccupati e dei questuanti. La città si sta convertendo come centro di un’area “ruralizzata”.dettagli
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1806Demoliti la chiesa e il convento della Madonna del MonteNel corso del 1806 vengono demoliti l'antica chiesa e il convento della Madonna del Monte, appartenuti ai monaci Cassinensi Neri. La chiesa è stata acquistata il 3 settembre 1802 per poche migliaia di lire dal Segretario di Stato Antonio Aldini. Sulla collina, che, secondo Stendhal, "sembra venire avanti in mezzo alle case" ed è "adorna di boschetti quali avrebbe potuto disegnare un pittore", verrà costruita Villa Aldini, con la sua scenografica sagoma neoclassica visibile da diversi punti della città. La rotonda di Picciola Galluzzi, che secondo la leggenda fu disegnata da una colomba celeste, verrà “malamente” inserita nel nuovo edificio. L'immagine della Madonna della Vittoria qui contenuta, un tempo meta di una affollata processione annuale, sarà temporaneamente trasportata nella vicina chiesa di San Paolo in Monte dei Padri dell'Osservanza.dettagli
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1806Pelagio Palagi si trasferisce a RomaIl pittore Pelagio Palagi (1775-1860) già allievo dell'Accademia Clementina e protetto del conte Carlo Filippo Aldrovandi, si trasferisce a Roma. Qui avrà subito un grande successo, avvicinandosi a Camuccini, Canova, Ingres e soprattutto al giovane Francesco Hayez. Accogliendo i consigli del suo mecenate, abbandonerà l'attività scenografica e prospettica, nella quale si era dimostrato molto versato, per diventare pittore di figura e di storia e autore di bei ritratti. Dopo un breve ritorno a Bologna nel 1815, con la Restaurazione pontificia riparerà a Milano, dove rimarrà diciassette anni. Nel 1832 accoglierà l'invito di re Carlo Alberto a lavorare a Torino per la corte sabauda. Qui abiterà fino alla morte, mostrando di poter operare in vari campi, dall'architettura, alla decorazione di interni, alla pittura, e con numerose tecniche. In polemica con il linguaggio ambiguo e la posizione volutamente defilata di Giani e Basoli, Palagi farà pittura di storia, laica e didascalica. La partenza per Roma è in gran parte motivata dal suo desiderio di studiare l'antico e di confrontarsi con il linguaggio del neoclassicismo internazionale, lontano dall'ambiente bolognese, chiuso e provinciale.dettagli
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1806Il chiostrino delle Madonne alla CertosaI visitatori stranieri segnalano l'utilizzo dell'ex convento della Certosa per la conservazione di lapidi e antichi reperti minacciati di dispersione a seguito della soppressione delle corporazioni religiose e della vendita dei beni ecclesiastici. Essi vengono raccolte, come in un museo, nelle celle monastiche in disuso. Francesco Calori, capo dell'Assunteria del cimitero, chiede ed ottiene di poter trasportare nel nuovo camposanto alcune antiche immagini della Madonna, provenienti da varie chiese soppresse in via di demolizione. Gli affreschi, oggetto di devozione popolare, vengono staccati con tecnica rudimentale e collocati nella piccola cappella delle Assi, ex sala capitolare del convento, e nel chiostro dell'Ossario, accanto alla Chiesa di San Girolamo, che da questo momento prenderà il nome di “chiostrino delle Madonne“. Sono sistemati in nicchie e circondati da decorazioni e iscrizioni che ne indicano la provenienza. Nel 1982 le immagini saranno restaurate e una parte di esse verranno trasferite in Palazzo d'Accursio, presso le Collezioni comunali d'arte.dettagli
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1806Felice Baciocchi e Elisa Bonaparte a Bagni di LuccaElisa e Felice Baciocchi, principi di Lucca e Piombino, vanno in villeggiatura a Bagni di Lucca, antica e celebrata località termale nella valle del torrente Lima. I coniugi saranno i promotori della riqualificazione degli stabilimenti termali e dello sviluppo urbanistico della cittadina, che diventerà la capitale estiva del Principato, ospitando nobili, diplomatici, artisti e letterati stranieri. In attesa di una sistemazione più adeguata, i principi risiedono in un ampio edificio con giardino, un "casamento a tre piani con terrestre" affacciato sulla via Maestra, che nel corso dell'Ottocento diventerà l'hotel Roma. In seguito acquisteranno due proprietà in località Bagni alla Villa, dove tra il 1811 e il 1812 l'architetto Giuseppe Marchelli realizzerà una nuova vasta residenza collegata alle antiche terme e dotata di scuderie e rimesse.dettagli
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1806Antolini progetta la trasformazione di Villa Caprara alle BudrieNel 1806 Carlo Caprara, grande scudiero di Napoleone, oberato dai debiti è costretto a cedere al demanio reale il proprio patrimonio immobiliare. Esso comprende il sontuoso palazzo senatorio in città, che più volte ha ospitato l'Imperatore, e la grande villa di campagna alle Budrie di San Giovanni in Persiceto. Il palazzo delle Budrie (o Praterie secondo l'antica etimologia) è un "edificio enorme, con cento e cento stanze, con mobili a migliaia a migliaia, con adiacenze principesche, e con viali arborati di sterminata lunghezza". Fu costruito nel XVI secolo vicino all'argine del fiume Samoggia. Nel XVIII secolo venne ampiamente ristrutturato e abbellito con splendidi stucchi. Giovanni Antonio Antolini (1753-1841), in veste di Architetto ispettore della Corona nei bolognesi palazzi Caprara, presenta un progetto per la trasformazione della grande villa suburbana in residenza napoleonica, al pari di quanto avviene con Antonio Basoli a Zola Predosa per Villa Albergati. A differenza dell’idea di Basoli per “un impianto aperto e diffuso su di un’area molto vasta”, l’architetto di Castelbolognese prevede un’unica struttura in cui gli spazi redsidenziali e i servizi sono collegati tramite gallerie, che delimitano una vasta corte d'onore. Il progetto non andrà in porto e la villa subirà nell’800 vari passaggi di proprietà (Bentivoglio, De Ferrari, Montpensier). Dal 1922 ospiterà il prestigioso allevamento di cavalli da trotto dei conti Orsi-Mangelli.dettagli
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12 gennaio 1806Alloggi militariIl 1° gennaio un corriere straordinario porta a Bologna l'annuncio della pace di Presburgo. Il 12 gennaio si tiene in San Pietro un Te Deum solenne di ringraziamento. Intanto, però, il Prefetto è costretto a formulare un piano per risolvere il problema degli alloggi militari. Circa 20.000 soldati francesi transitano per Bologna e vanno ad ingrossare l'armata di Napoli. Semenzari divide la città in quartieri e in contrade e chiede una “adeguata descrizione” e la pianta di tutte le case, per una più equa distribuzione degli ospiti. In cambio di una doppia razione e di altre regalie, la maggior parte dei soldati accettano, però, di alloggiare nelle caserme.dettagli
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9 febbraio 1806Si festeggiano le nozze dei principi italianiIl 9 febbraio sono festeggiate in città le nozze - avvenute il 14 gennaio - tra il Viceré Eugenio Beauharnais e la principessa Augusta Amalia, figlia di Massimiliano di Baviera. Il lieto evento segue la vittoria di Napoleone contro la coalizione austro-russa e rientra nei progetti di consolidamento del potere imperiale. L'Università di Bologna fa cantare un solenne Te Deum nella basilica di San Giacomo, seguito da un discorso ufficiale del prof. Filippo Re (1763-1817) direttore dell'Orto agrario. Gli scolari, divisi in due compagnie, armati e in divisa, compiono esercizi militari comandati dai professori.dettagli
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16 febbraio 1806Nomine di Marescalchi e Aldini nell'Ordine della Corona di FerroIl 16 febbraio il Ministro degli Esteri Ferdinando Marescalchi è nominato da Napoleone cancelliere dell'Ordine della Corona di Ferro e il Segretario di Stato Antonio Aldini è nominato tesoriere dello stesso. Creato il 5 giugno 1805 da Bonaparte, in qualità di Re d'Italia, l'Ordine prende il nome dall'antica corona ferrea, una preziosa reliquia custodita nel duomo di Monza, che contiene un anello ricavato da un chiodo della vera croce di Cristo.dettagli
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18 febbraio 1806Muore Brigida Giorgi Banti "virtuosa del secolo"Il 18 febbraio muore a Bologna il celebre soprano Brigida Banti nata Giorgi (1757-1806), "lodatissima per la eccellenza nell’arte della musica" e conosciuta come "la virtuosa del secolo". Grande talento naturale, in grado di imparare tutte le parti dopo pochi ascolti, iniziò a cantare esibendosi per le strade assieme al padre. La sua carriera decollò nel 1778 a Parigi all'Opéra Comique, per proseguire poi a Londra, Madrid, nelle principali città europee e nei maggiori teatri italiani. A Bologna divenne membro onorario dell’Accademia Filarmonica e nel 1790 le venne conferita la cittadinanza. Nell’autunno di quell’anno al Teatro comunale fu protagonista nella Zenobia di Palmira di Anfossi. Nel 1792 partecipò all’inaugurazione del Teatro La Fenice di Venezia e nel 1805 cantò a Milano in occasione dell'incoronazione di Napoleone. Nella primavera del 1805 cantò ancora a Bologna al Teatro del Corso nel dramma eroico I riti di Efeso di Giuseppe Farinelli. La figlia e il genero faranno erigere per lei in Certosa un bel monumento funerario, opera del pittore ornatista Giuseppe Fancelli (1763-1840).dettagli
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26 marzo 1806Codice Napoleonico e nuova organizzazione giudiziariaNel corso di una cerimonia solenne, che si svolge il 26 marzo nella Galleria degli Anziani del Palazzo comunale, i regi Procuratori consegnano ai tribunali il Codice Napoleonico. La nuova giudicatura civile e criminale prevede un tribunale di prima istanza, una Corte d'Appello e un tribunale di Revisione. Le relative cariche saranno proclamate a Bologna nel settembre del 1807.dettagli
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4 aprile 1806"La Passione di Cristo" di Stanislao Mattei al Liceo MusicaleLa sera del Venerdì Santo nell'aula del Liceo Musicale si esegue La Passione di Gesù Cristo Signor Nostro, oratorio di padre Stanislao Mattei (1750-1825) su testo di Metastasio. Composto per i disciplinati bolognesi, fu presentato la prima volta nel 1792 presso l‘Arciconfraternita di Santa Maria della Morte. La recita risulta memorabile. Il quattordicenne Gioachino Rossini (1792-1868), allievo di Mattei, sostiene come contralto la parte canora di Maria Maddalena. La festa musicale è realizzata grazie a una sottoscrizione cittadina, che però frutta solo 212 lire. Il marchese Sebastiano Tanari è il maggior offerente, con 30 lire.dettagli
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8 aprile 1806Muore Padre Cesare Calini fondatore del Ritiro dell'AnnunziataDon Cesare Calini (1743-1806), padre filippino di nobile bresciana e noto benefattore, muore a 63 anni “in concetto di esemplare pietà”. Ha cominciato la sua attività caritativa dopo il 1772, cercando dapprima famiglie disposte ad accogliere orfane abbandonate, poi raccogliendole lui stesso in due case private di fronte alla chiesa di Santa Caterina di Saragozza, con la collaborazione del parroco don Eliseo Mattioli. Nel 1795 ha collaborato con il conte Marcantonio Aldo alla fondazione dell'orfanotrofio dei Raminghi, trasferito nel 1797 nel convento della Misericordia. Nel 1800 ha avviato l'Opera della Provvidenza, destinata a fornire "sussidii in generi, o in contanti a povere famiglie". Ha aperto infine un istituto femminile - sempre in via Saragozza, tra le vie Nosadella e Sozzonome (poi Senzanome) - in locali appartenuti alle suore Francescane della SS. Annunziata. Suo scopo è il "mantenimento ed educazione di povere zitelle orfane, e specialmente di quelle che, lasciate in abbandono, sono continuamente esposte alle seduzioni e ai vizi" (Massei). Nel 1809, per disposizione del Governo, ad esso verrà unito il conservatorio di San Francesco di Sales, detto delle Cittadine, risalente al 1715. Il Ritiro della SS. Annunziata sarà in seguito ampliato e trasferito in via Berlina, presso la Piazza del Mercato. Nel 1857 riceverà la visita di papa Pio IX. Rimarrà in funzione fino all'Unità. Il 14 maggio 1861, per delibera del Consiglio comunale, verrà unito al Conservatorio dei SS. Gioacchino e Anna.dettagli
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6 maggio 1806Interventi idraulici nella zona del Po e del PanaroCon il decreto reale del 6 maggio 1806 Napoleone dichiara di interesse pubblico le opere idrauliche riguardanti torrenti e fiumi arginati e incarica il Governo di sostenere la maggior parte delle spese relative. Ai privati restano gli oneri relativi alle bonifiche e alla manutenzione dei terreni paludosi e degli scoli. Vengono create amministrazioni permanenti, chiamate Circondari, che si occupano di specifici comprensori. Nel comprensorio del Burana, tra le provincie di Ferrara, Modena, Mantova e Bologna, è approvato nel 1810 il progetto di una botte per il passaggio del canale Burana sotto al Panaro a Bondeno e la sua confluenza nel Po di Volano. I lavori inizieranno nel 1811, ma saranno interrotti alla caduta di Napoleone e saranno completati solo alla fine del secolo. Lo scolo dei terreni bolognesi nel Panaro sarà regolato da un manufatto a portoni sul Cavamento a Finale Emilia. Con la Restaurazione, il comprensorio idraulico di Burana sarà nuovamente diviso tra Stato Pontificio, Estensi e Lombardo-Veneto austriaco.dettagli
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23 maggio 1806Ridotto il numero delle parrocchieLe parrocchie della città sono ridotte a 18. Esse erano in precedenza 53 ed erano rimaste tali anche nel periodo giacobino, pur con il trasferimento di alcune in chiese più grandi appartenute a congregazioni soppresse. Il decreto del cardinale arcivescovo Oppizzoni recepisce in parte quello napoleonico del 22 giugno 1805. Scompaiono titoli molto popolari, come S. Maria di Betlemme detta del Carrobbio. La chiesa, dapprima trasformata in magazzino di legname e calce, verrà poi demolita. La chiesa di S. Matteo delle Pescherie è chiusa il 16 agosto e alcuni anni dopo verrà venduta a privati, come quella di San Mamante in via Mirasole, da poco restaurata. Insieme alle tante parrocchie soppresse ve ne è invece una completamente nuova, quella di SS. Filippo e Giacomo in via delle Lame. Esisteva un tempo, sempre in via delle Lame, una chiesa con questo nome presso il convento delle Carmelitane, dette le Convertite perchè fondate nel '600 da un gruppo di ex prostitute. Ora la sede parrocchiale di SS. Filippo e Giacomo è trasferita nella chiesa della Natività di Maria Vergine e S. Gioacchino, detta anche di S. Chiara, di pertinenza delle monache del vicino convento delle Cappuccine.dettagli
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giugno 1806Censurata l'orazione di Pietro GiordaniIl presidente dell'Accademia di Belle Arti Carlo F. Aldrovandi censura l'orazione Della più degna e durevole gloria della scultura e della pittura di Pietro Giordani, preparata, su commissione del segretario Giacomo Rossi, per l'annuale distribuzione dei premi accademici. Trova che in essa siano esaltate esclusivamente le virtù repubblicane "quasi che fuori di una Repubblica virtù non si trovino". Nel testo, che anche Rossi rifiuterà - "oggidì non si parla che di Filosofia" - Giordani contrappone ad una visione formalistica dell'arte una concezione didascalica ed epica, con lo scopo di suscitare l'emulazione delle virtù repubblicane. "Vi basta essere artefici? Siete contenti a un pò di guadagno?", provoca il letterato piacentino, "Non vi cape nell'animo di essere maestri di una filosofia non fallace, non oziosa, ma santa ma operosa?". Lo stesso impegno ad affermare valori etici attraverso il linguaggio dell'architettura è di Giovanni Antonio Antolini, professore all'Accademia bolognese, che quest'anno pubblica, con uno scritto di Giordani, l'edizione bodoniana del Foro Bonaparte, uno dei progetti architettonici più innovativi dell'era napoleonica, ormai però definitivamente accantonato. Le idee della "sinistra neoclassica", per un'arte etica, impegnata, nel 1815 saranno oggetto dell'epurazione che farà seguito in Accademia al ritorno del governo pontificio: Giordani e Antolini - assieme al suo collaboratore Carlo Aspari, progettista dell'Arena del Sole - saranno le vittime di quella epurazione.dettagli
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10 giugno 1806Insediamento dei SaviIl vice-prefetto Alessandro Agucchi è finalmente in grado di insediare i Savi di Bologna. Notevoli difficoltà erano sorte per il rifiuto di alcuni di essi di assumere il ruolo di ufficiali dello stato civile. Celebrare matrimoni e sanzionare divorzi è un compito da essi considerato chiaramente contrario alla religione, impossibile da assolvere. Napoleone ha fatto convocare i Savi a Milano e ha minacciato l'invio a Bologna di un commissario militare, facendo subito crollare le loro resistenze.dettagli
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24 giugno 1806Gioachino Rossini è ammesso al Liceo musicaleFiglio di Giuseppe, detto Vivazza, suonatore di banda con idee giacobine, originario di Lugo, e di Anna Guidarini, cantante lirica abbastanza famosa, il giovane Gioachino Rossini (1792-1868) è accolto al Liceo Musicale. A soli 13 anni è comparso in scena al teatro del Corso nell’opera Camilla, ossia Il Sotterraneo di Ferdinando Paer, recitando la parte del piccolo Adolfo. Nell’aprile 1806 nell’Oratorio della Compagnia di S.Maria della Morte, ha cantato come contralto la parte di Maddalena nella Passione di padre Stanislao Mattei, il più noto compositore bolognese dell’epoca, ottenendo un grande successo. Nella commissione esaminatrice, composta da membri dell’Accademia Filarmonica, siede anche l’anziano Antonio Mazzoni, presente già nel 1770, al tempo dell’aggregazione di Mozart. Rossini viene ammesso nella classe dei Cantori. Il 15 aprile 1806 entra nella scuola di violoncello con Vincenzo Cavedagna e il 24 giugno chiede ed ottiene l’aggregazione all’Accademia Filarmonica, in considerazione dei “progressi nella Professione”. L’anno seguente potrà seguire le lezioni di contrappunto di padre Stanislao Mattei e quelle di pianoforte di Callisto Zanotti. Il rapporto con padre Mattei, docente di fama europea ed erede di Giovanni Battista Martini, non sarà facile per il giovane Rossini, amante della musica di Haydn e Mozart e perciò chiamato dal maestro “il tedeschino”. Per l’anziano maestro la musica tedesca sarà sempre “astrusa e oscura”, più adatta agli strumenti che alle voci. E poi noterà nell’allievo troppa libertà e parecchi strappi alle buone regole. Ma nonostante frequenti esortazioni e rimproveri, non riuscirà a far presa nel suo animo ribelle. Di Mattei Rossini apprezzerà la scrittura musicale e le correzioni istruttive, ma non sopporterà la sua ritrosia nelle spiegazioni verbali. La rottura definitiva avverrà nel 1810: il giovane musicista pesarese partirà per Venezia, dove comincerà a comporre le opere che lo renderanno famoso.dettagli
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31 luglio 1806Maria Brizzi Giorgi e l'Accademia PolimniacaL'organista Maria Brizzi-Giorgi (1775-1812) è nominata membro onorario dell'Accademia Filarmonica “per l'arte del suono del pianoforte”. Bimba prodigio a nove anni, “di musica peritissima” (Giordani), suonatrice di cembalo e compositrice musicale apprezzata da Clementi e Haydn, è autrice di cantate patriottiche per Napoleone e per il Viceré Eugenio Beauharnais. A Bologna tiene, assieme al marito Luigi Giorgi, detto "il dottore zuccherino", impiegato del Comune e commediografo giacobino, un apprezzato salotto musicale, l'Accademia Polimniaca - attiva dal 1806 al 1809 - che annovera tra i soci fondatori il conte Carlo Caprara, Consultore di Stato e Gran Scudiere della Corona d'Italia. In una sala accanto alla sua abitazione, Maria propone “frequenti Accademie di musica vocale e instrumentale”, finanziate da una Società di Cittadini, nelle quali emergono le sue virtù di “eccellente Maestra di Musica, ed inimitabile abile suonatrice di Piano-forte”. In queste occasioni può esibirsi in “capricci all'improvviso” davanti ai notabili della città, assieme a virtuosi di vari strumenti e importanti artisti di passaggio, contribuendo a diffondere in loco la conoscenza della musica strumentale tanto in voga in terra tedesca, “quella di Steibelt, e di Beethoven, o di qualunque altro più strano Maestro Alemanno”. Ai concerti musicali, soprattutto nelle consuete riunioni del venerdì sera, segue il ballo, al quale partecipano dame dell'alta società, come la bellissima contessa Cornelia Martinetti, della quale rimane un ricordo in casa Giorgi: “Vidi danzar quella Venere; che Venere veramente sembrava”. Il 31 luglio 1806 Gioachino Rossini compie all'Accademia Polimniaca una delle sue ultime esibizioni come cantante e qui, il 23 dicembre 1808, esordirà come concertista, presentando, assieme alla stessa Giorgi, una sinfonia in re maggiore da lui composta, poi detta "di Bologna". Lodata come “una delle donne più belle e famose del suo tempo”, ammirata per la sua bellezza anche dal Canova, Maria morirà a soli 36 anni di parto e la sua scomparsa sarà sentita come una calamità, un "danno pubblico". I funerali si terranno in pompa solenne il 22 gennaio 1812 nella chiesa delle Muratelle. In seguito si avranno altre celebrazioni in sua memoria: alla Società del Casino, all'Accademia dei Concordi. L'Accademia Filarmonica vorrà onorarla il 23 maggio in San Giovanni in Monte con un concerto eseguito da centocinquanta musicisti d'orchestra. Nell’occasione Pietro Giordani detterà un elogio funebre in suo onore, definendola “bella, ingegnosa amabile“ e ricordando gli elogi a lei rivolti da Clementi e Haydn a Vienna.dettagli
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6 agosto 1806Scontro tra il cardinale Oppizzoni e il prefetto SomenzariLa polizia presta fede ad alcune voci calunniose, che riguardano il cardinale Oppizzoni, e avvia un'indagine. L'Arcivescovo ritiene offensivo il procedimento e va a Milano per chiedere soddisfazione al Viceré. Vengono coinvolti il Segretario di Stato Antonio Aldini - che si occupa scrupolosamente della faccenda - e lo stesso Napoleone, che ordina una soluzione di compromesso. Al prefetto Somenzari, che da tre anni regge con grande abilità le sorti di uno dei più difficili dipartimenti del regno, è addossata la responsabilità dell'accaduto, benchè sia ignaro di tutto. Se ne decide quindi l'allontanamento da Bologna, ma in modo che non appaia una punizione e una sottomissione del governo all'autorità religiosa. Il trasferimento è così rimandato di qualche mese e completato solo il 6 agosto, con l'arrivo in sua vece del pesarese Francesco Mosca. Il 1 gennaio 1807 il tribunale di Appello di Milano emetterà la sentenza che escluderà "le imputazioni calunniose di immoralità" contro il cardinale Carlo Opizzoni, ordinando contemporaneamente la scarcerazione dei funzionari statali inquisiti. Una donna, fonte delle false informazioni, verrà inviata in casa di correzione.dettagli
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26 agosto 1806Il vaiolo si diffonde. La vaccinazione è resa obbligatoriaIl dottor Sacco effettua nei giorni 26 e 27 agosto a Bologna una campagna di vaccinazione gratuita contro il vaiolo. Il contagio, pur non raggiungendo la violenza di altre epidemie, si sta diffondendo nel territorio: tra il 31 luglio e il 31 agosto muoiono 62 bambini. Il Municipio ordina di denunciare le persone affette dalla malattia, che devono essere piantonate dalle guardie e tradotte al lazzaretto di San Gregorio dei Mendicanti, fuori Porta Maggiore, appositamente riattivato. Per sostenere la diffusione delle vaccinazioni di massa tra la popolazione del Dipartimento del Reno, e in particolare dei bambini, viene istituita una direzione sanitaria, affidata a un comitato di tre membri. In sei giornate vengono vaccinati oltre 4.000 abitanti di Bologna e del contado. Le energiche misure adottate valgono a interrompere la diffusione del contagio e il 20 novembre il dottor Sabbatini, delegato dipartimentale, può riferire al Prefetto che il lazzaretto è vuoto. Già allievo di Lazzaro Spallanzani all'Università di Pavia, Luigi Sacco (1769-1836) è considerato “l'apostolo e il propagatore della vaccinazione contro il vaiolo”. Dal 1803 è medico primario dell'Ospedale Maggiore di Milano e direttore generale della vaccinazione nella Repubblica Cisalpina. Le sue circolari sono accompagnate dalle omelie dei vescovi, per infondere nel popolo la necessità della vaccinazione. Già nel 1801 il suo metodo di inoculazione del vaiolo vaccino, sperimentato negli anni precedenti negli orfanotrofi milanesi, è valso a contrastare un'epidemia nel bolognese e per la sua opera ha ricevuto una medaglia d'oro.dettagli
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18 ottobre 1806Trasferimento della Guardia NazionaleIl 18 ottobre il quartiere di riunione della Guardia Nazionale è trasferito provvisoriamente alla Dogana Vecchia, situata in via dei Vetturini, di fronte al carcere e tribunale del Torrone. L'antico convento dei Servi, che si estende con chiostri e loggiati accanto alla basilica, è destinato ad ospitare gli uffici di guarnigione. Rimarrà caserma anche dopo la Restaurazione e l'Unità d'Italia.dettagli
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3 novembre 1806Palazzo Caprara venduto a NapoleoneIl 3 novembre del 1806 Carlo Caprara vende il suo palazzo di via delle Asse all'Imperatore Napoleone. Eretto nel 1603 da Francesco Morandi Terribilia e completato nel '700 da Alfonso Torreggiani, è uno dei più sontuosi della città. Nel 1805 ha ospitato Bonaparte divenuto Re d'Italia e, a ricordo di quel soggiorno, è conosciuto come il "palais du roi" (Stendhal). La somma di 800.000 lire ricavata dalla vendita dell'immobile e dei preziosi arredi in esso contenuti servirà soprattutto per appianare i molti debiti del Grande Scudiero, che per la sua residenza dovrà ripiegare sul palazzo ex senatorio Monti Bianchetti in via Barberia, all'angolo con via Barbaziana. Il 28 maggio 1807 Napoleone regalerà Palazzo Caprara a Giuseppina di Leuchtenberg, primogenita del Viceré Eugenio Beauharnais, nominata Principessa di Bologna e - dopo il dono dei possedimenti agricoli che furono dell'avv. Antonio Aldini - anche Duchessa di Galliera. Essa però non risiederà mai in città, andando in sposa nel 1823 al principe ereditario di Svezia. A Stoccolma sarà trasferita anche una parte della collezione d'arte proveniente dalle dimore dei Caprara, che nel Settecento ammontava a più di mille pezzi. Tra le opere da allora conservate nel palazzo reale di Stoccolma vi sono dipinti di alcuni protagonisti della scuola bolognese: Agostino Carracci, Guercino, Lavinia Fontana, Guido Reni, Giacomo Cavedoni, Giuseppe Maria Crespi.dettagli
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5 novembre 1806Nuovo regolamento sui TeatriIl prefetto Francesco Maria Mosca Barzio fa pubblicare un nuovo regolamento per gli spettacoli teatrali, redatto sulla base di quello di Milano. La misura si rende necessaria a un anno dall'inaugurazione del Teatro del Corso, che, guidato dallo spregiudicato impresario Giuseppe Badini, si è posto in concorrenza con il Teatro comunale, suscitando "sconcerto e disordini". Su richiesta del Ministero degli Interni è redatto un Dettaglio dei Teatri di Bologna, con le notizie essenziali su ciascuno di essi, compresa la segnalazione di chi gode dell'uso gratuito dei palchi, la qualità degli spettacoli e le stagioni di apertura. Vengono stabiliti gli orari di apertura e chiusura dei locali, gli organici della Polizia dei teatri (al Comunale, ad esempio, vengono assegnati 15 soldati, un caporale e un ufficiale), è sancito l'obbligo di illuminazione delle sale. Il regolamento Mosca disciplina in 30 articoli l'attività teatrale. E' stabilita una rotazione, tale da evitare una concorrenza dannosa tra i tre teatri pubblici esistenti: il Comunale, il Corso e il Marsigli. Durante l'anno sono aperti due teatri alla volta, uno solo in Quaresima e tutti e tre a Carnevale. E' stabilita una "privativa" del Comunale per l'opera seria con ballo eroico. Il teatro del Corso godrà fino al 1819 di un trattamento di favore. Il Comunale farà valere la sua privativa solo dopo il 1820, alla riapertura dopo un lungo e costoso restauro. Di fronte a un ricorso dell'impresario Badini del teatro del Corso, nel 1824 il tribunale concederà i veglioni richiesti, ma il provvedimento sarà bloccato.dettagli
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21 novembre 1806Isabella Colbran accolta all'Accademia FilarmonicaLa cantante Isabella Colbran, alunna del celebre castrato Crescentini, è ammessa il 21 novembre all'Accademia Filarmonica. E' figlia di Juan, violoncellista della cappella spagnola, ha 21 anni ed è "in tutto lo splendore dell'arte sua e della sua superba giovinezza". Stendhal la descriverà come “una bellezza del tipo più imponente”, con occhi di fuoco, una foresta di capelli corvini e l'istinto della tragedia. Sulla scena è molto apprezzato il suo talento di interprete tragica. Nel canto è considerata "genio privilegiatissimo superando colla rarità della sua voce e colla profondità dei suoi lumi ogni altra contemporanea". Giungerà a Bologna per la prima volta il 7 aprile 1807, ospite con il padre del barone Cappelletti. Terrà tre concerti, all'Accademia Polimniaca di Maria Brizzi Giorgi, in casa del generale Pully e al Liceo comunale, assieme ai Signori Accademici Filarmonici. In ogni occasione otterrà grande consenso. Il "Redattore del Reno" ne esalterà la voce: "un incanto per soavità, per robustezza, e per prodigiosa estensione di corde". Primadonna indiscussa del San Carlo di Napoli, uno dei teatri lirici più importanti al mondo, la Colbran sarà la prima interprete di tutte le opere serie italiane di Gioachino Rossini: Otello (1816), Armida (1817), Mosè in Egitto (1818), La donna del lago (1819), Zelmira (1822), Semiramide (1823).dettagli