Abbattuta la colonna del Mercato
Per reazione contro il provvedimento della Imperiale, Reale e Pontificia Reggenza, che aveva tolto l'urna e dispersi i resti di Zamboni e De Rolandis, nella notte del 10 agosto la colonna del Mercato viene abbattuta dal popolo, tirata con apposite funi allacciate al capitello.
La colonna si sbriciola in mille pezzi tra evviva e battimani e il furore. Sul basamento verrà murata una lapide a ricordo dell'avvenimento, con le parole dello stesso monumento:
Allor tentai cadendo
squarciar la terra a segno
Di rendermi invisibile
A un popolo sì indegno.
Ma in premio a mia superbia
Fui stesa al suolo in pezzi
Soffrendo doo morta
Altri maggio disprezzi.
La colonna fu collocata nel mercato nel 1656 dal Senato bolognese in onore di papa Alessandro VII Chigi, che concesse a Bologna una fiera settimanale del bestiame esente da dazi e gabelle.
Dopo l'abbattimento, si perderà la memoria della sua collocazione: la credenza popolare la indicherà al centro della piazza, ma nel 1910, durante gli scavi per la sistemazione di via Irnerio, i resti del podio saranno trovati sotto la Montagnola, a circa venti metri dal monumento, che commemora la vittoria popolare dell'VIII agosto.
- Giancarlo Bernabei, La Montagnola di Bologna. Storia di popolo, Bologna, Pàtron, 1986, p. 24
- Giuseppe Guidicini, Cose notabili della città di Bologna, ossia Storia cronologica de' suoi stabili sacri, pubblici e privati, vol. 3., Bologna, Società Tipografica dei compositori, 1870, p. 276
- La Piazzola. 1390-1990. Il mercato, la città, a cura di Simonetta Raimondi, Bologna, Grafis, 1990, pp. 56-57
- Athos Vianelli, Bologna in controluce. Storie e curiosità fra un secolo e l'altro, Bologna, Inchiostri, 2001, pp. 76-77