Ammutinamento nella Casa di Pena di San Michele in Bosco
Scoppia un ammutinamento tra i forzati di San Michele in Bosco: sopraffatti i guardiani, i galeotti sarebbero pronti a fuggire, se non intervenissero i militi della Guardia Nazionale, che “con archibugiate” uccidono due dei sediziosi e ne feriscono altri.
Il “magnifico” convento, situato sulle colline a sud della città, soppresso nel 1798 e abbandonato dai monaci Olivetani che lo abitavano da quattro secoli, dopo un breve periodo come ospedale militare, è stato trasformato in carcere e ospita circa mille detenuti di ambo i sessi.
Essi vengono condotti in città, incatenati ai piedi a due a due, a pulire le strade o a trasportare varie cose con i “birocci” (carretti).
All’interno della Galera è inoltre installato uno stabilimento di lavanderia, che offre un servizio al pubblico a prezzi vantaggiosi.
Nel 1810 i detenuti verranno trasferiti al Forte Urbano di Castelfranco e il convento rimarrà a lungo deserto e incustodito, con i segni di una profonda devastazione.
Chi più avanti lo visitierà, noterà grandi “sbraghi” nei muri, pareti “luride sporche”, le inferriate e le anelle strappate, le porte divelte. Saranno i legati pontifici, negli anni Quaranta, a ripristinarlo come villeggiatura suburbana.
- Umberto Beseghi, Introduzione alle chiese di Bologna, 2. ed., Bologna, Tamari, 1955, pp. 281-290
- Tommaso de' Buoi, Diario delle cose principali accadute nella città di Bologna dall'anno 1796 fino all'anno 1821, a cura di Silvia Benati, Mirtide Gavelli e Fiorenza Tarozzi, Bologna, Bononia University Press, 2005, p. 145, 175
- Renzo Giacomelli, Il cuore di Bologna, Bologna, Tamari, 1968, p. 12
- Francesco Majani, Cose accadute nel tempo di mia vita, a cura di Angelo Varni, Venezia, Marsilio, 2003, p. 363
- Angelo Rambaldi, San Michele in Bosco. Un monastero nella storia d'Italia. Dagli Olivetani all'Istituto Ortopedico Rizzoli, Bologna, IOR, p2000, pp. 137-138