Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.
-
1802L'Albergo del CorsoIn via Santo Stefano n. 93, all'angolo con via Cartolerie, inizia la costruzione, su progetto dell'architetto Francesco Santini (1763-1840), del grande Albergo del Corso, in stile neoclassico. Ha una fronte con paraste ioniche, sormontata da un timpano con orologio. Sarà tra i più frequentati dei primi decenni dell'800, anche per la vicinanza del teatro del Corso, opera dello stesso Santini. Gestito dalla signora Paolina Sartori e arredato alla moda parigina, offrirà agli ospiti stranieri “logemens decens et commodes” e una cucina raffinata a prezzi modici. Secondo la Guida del Bianconi, intorno al 1820 la costruzione deve essere ancora completata, mentre dieci anni più tardi avrà già cambiato destinazione.dettagli
-
1802Nasce la Società Medica di BolognaUn gruppo di medici bolognesi si riunisce regolarmente in casa del dottor Matteo Venturoli (1775-1860), in via Veterinaria (poi via Acri), per confrontarsi sulle conquiste della scienza medica e sulle necessità igienico sanitarie della città. Dalla venuta dei Francesi nel 1796, con l'abolizione dell'Assunteria di Sanità e del Protomedicato, manca un coordinamento dell'azione sanitaria. E' questa la principale motivazione della nascita della Società Medica di Bologna, che nel 1805 riceverà l'approvazione governativa. Primo presidente è Gaetano Termanini (1770-1831) e segretario Gaetano Gandolfi (1776-1819). La Società è composta da dodici soci residenti, da un certo numero di soci onorari - soprattutto docenti illustri delle facoltà mediche italiane - e da soci corrispondenti. Nei primi anni essa non avrà rilevanza istituzionale e cesserà di fatto l'attività con la costituzione, nel 1810, dell'Istituto Nazionale. Sarà poi ricostituita nel 1823, nel periodo della restaurazione pontificia. Nell'ambito della Società Medica Chrurgica si svilupperà un‘interessante produzione di prosa scientifica, che vedrà protagonisti eminenti professori e ricercatori, quali Giacomo Tommasini (1768-1846) e Francesco Orioli (1783-1856).dettagli
-
1802La Biblioteca Centrale dell'Università NazionaleI codici e i manoscritti più preziosi delle biblioteche e degli archivi dei conventi soppressi vengono portati a Palazzo Poggi e confluiscono nella biblioteca dell'Istituto delle Scienze, che dal 1802 diventa la Biblioteca Centrale dell'Università Nazionale. Nata dalla donazione dei volumi e manoscritti del generale Marsili, la biblioteca dell'Istituto fu all'inizio ospitata in un locale molto angusto. Nel 1741, grazie alla liberalità dei pontefici Clemente XII e Benedetto XIV, venne eretta la nuova fabbrica, che nel 1780 fu ulteriormente ampliata "di nuovo braccio con le opportune Scansie" con rendite "sopra la Gabella grossa" assegnate da Pio VI. Nel 1802, oltre ai libri, vengono donate alla nuova Biblioteca Universitaria anche numerose suppellettili e le scansie delle librerie conventuali, che saranno adattate al nuovo uso. Nella sala manoscritti saranno riutilizzati gli elementi della libreria barnabitica di San Paolo, mentre dal 1813 Angelo Venturoli potrà disporre, per l'aula magna dell'Istituto Nazionale, delle scansie dell'antica biblioteca dei francescani. Un Decreto Vicereale del 26 dicembre 1805 ordinerà la compilazione del Catalogo generale, che sarà terminato tre anni più tardi. A spese del Governo saranno erette altre sale, che nel 1835 saranno corredate di scaffali. Nel 1840 la Biblioteca Universitaria conterà circa 150mila volumi.dettagli
-
1 gennaio 1802Dimessa l'amministrazione del Dipartimento del RenoL'amministrazione dipartimentale, costretta più volte a compiere irregolarità, si è alienata la fiducia del Governo della Cisalpina. Perciò il Dipartimento del Reno viene punito con la privazione dell'amministrazione. Ogni potere è concentrato nelle mani del Commissario Banfi ed è formata d'imperio una municipalità composta da alcuni ex nobili, dagli avvocati Angelo Bersani e Filippo Barbiroli e da Pietro Morelli.dettagli
-
26 gennaio 1802La Repubblica ItalianaIl 26 gennaio la Consulta straordinaria della Repubblica Cisalpina, convocata a Lione da Napoleone, approva la costituzione del nuovo stato. Presidente provvisorio è nominato Bonaparte, vice presidente Francesco Melzi d'Eril (1753-1816). Tra i consultori di stato “a vita” ci sono gli ex senatori bolognesi Caprara e Marescalchi. L'avvocato Antonio Aldini (1755-1826) è nominato consigliere di stato. I bolognesi conosceranno il risultato dell'assemblea di Lione il 1° febbraio, assieme all'annuncio della formazione del nuovo governo. Il giorno successivo l'avvenimento sarà celebrato con un solenne Te Deum in San Pietro e con l'illuminazione serale della città. Il 14 febbraio la Repubblica Italiana sarà solennemente proclamata a Milano. La nuova carta costituzionale verrà pubblicata il 20 febbraio, con un testo radicalmente rivisto dal Primo Console rispetto a quello preparato dalla Consulta. Secondo Napoleone, che ha incaricato Pierre-Louis Roederer (1754-1835) di elaborare un progetto di costituzione sul modello di quella francese dell'anno X (1795), la nuova Repubblica Italiana, per il momento, non è ancora una nazione, ma un insieme di regioni difese dalle armi francesi.dettagli
-
22 febbraio 1802Muore lo scienziato Luigi Palcani CaccianemiciMuore il “cittadino dottore” Luigi Palcani Caccianemici (1748-1802), scienziato e letterato. Ingegno straordinario, “versatissimo in tutte le scienze”, nel 1767 si laureò appena diciannovenne e poco dopo ottenne la lettura di Logica all’Università. Nel 1771 divenne professore di Nautica all’Istituto delle Scienze, di cui dal 1797 fu anche direttore. Nel 1782, alla morte dell’insigne astronomo Eustachio Zanotti, fu incaricato della compialzione della Effemeride astronomica, allora chiamata semplicemente “il Taccuino”. Questo consisteva “nella descrizione mensuale dell’aspetto de’ Pianeti, e delle loro fasi, e dei giorni atti a cavar sangue, ed esibire purganti” ad uso dei medici. Nel 1788 gli fu assegnata la cattedra di Fisica all’Università. In epoca giacobina passò a Matematica applicata, insegnamento interrotto dalla morte avvenuta a soli 54 anni. La sua eloquenza era "improvvisa, ordinata, potente, meravigliosa". Nel suo discorso Sugli oscuramenti del Sole, trattò l'argomento con splendido stile, "degno del grande astro". Scrisse anonimo un Commentario De vita Eustachii Zanotti, "di tanto perfetta eleganza - secondo Pietro Giordani - che l'uomo non può bramare di più”.dettagli
-
10 aprile 1802La Manifattura dei TabacchiLa Camerale Fabbrica dei Tabacchi si insedia nei pressi del canale di Reno, nei locali dell'ex convento delle monache domenicane di S. Maria Nuova, fondato nel 1222 e soppresso il 29 gennaio 1799. Il progetto, affidato a Giuseppe Tubertini (1759-1831), architetto capo e ingegnere del Comune, è attuato "con gran spesa e felice riuscita", sfruttando "il comodo di acqua" del canale e la "località" favorevole. Il nuovo opificio, inaugurato il 10 aprile 1802, sfrutta due chiaviche e le condutture di antica pertinenza del convento per azionare cinque grandi turbine collegate alle macine per la triturazione del tabacco. Le macchine vengono collocate nell'antico dormitorio, liberato delle pareti divisorie tra le celle. Nel 1817 la manifattura avrà 76 operai, ma nel 1831 saranno già oltre 400. Con l'Unità d'Italia gli addetti - soprattutto ragazze e donne abilissime nell'arrotolare le foglie di tabacco - raggiungeranno il migliaio. Nel 1906 la fabbrica assumerà una fisionomia propria con la costruzione di una lunga facciata in stile liberty affacciata sul canale di Reno.dettagli
-
6 maggio 1802L'ufficio postale in San FrancescoIl 6 maggio l'ufficio postale, la vendita dei tabacchi e la ricevitoria del lotto sono collocati nei locali demaniali del convento di San Francesco, già sede della Dogana. Le poste lettere e cavalli dei dipartimenti del Reno, Panaro e Crostolo sono date in appalto a Guido Antonio Barbazzi. Con l'insediamento della Posta in San Francesco, l'antica spezieria del convento si trasferisce nella seliciata di fronte (poi Piazza Malpighi), all'angolo con via Porta Nova.dettagli
-
9 maggio 1802Arriva il PrefettoIl 9 maggio giunge a Bologna, divenuta capoluogo del Dipartimento del Reno, il prefetto Alessandro Carlotti, un nobile veronese scelto dal vice-presidente Melzi d'Eril come persona adatta ad attrarre l'aristocrazia bolognese nell'orbita del nuovo governo della Cisalpina, inaugurando un corso politico lontano da tentazioni democratiche, di tipo giacobino. La città fa ora parte di uno stato fortemente centralizzato e strutturato sul modello francese. I rapporti tra Milano e Bologna continueranno, però, ad essere difficili come nella fase del governo provvisorio, prima dei comizi di Lione. Anzi le tensioni sfoceranno in episodi di aperta ribellione, con il Prefetto che sarà costretto a chiedere l'aiuto degli occupanti francesi.dettagli
-
16 maggio 1802Assemblea dei DottiA Palazzo Pepoli Nuovo in via Castiglione, nella grande sala, “magnificamente ornata, dipinta e addobbata”, si apre l'Assemblea dei Dotti. Antonio Aldini è deputato dal governo centrale a dare istruzioni al Collegio, che per tutta la settimana tiene riunioni per la nomina dei posti vacanti. Il 23 maggio, al termine dei lavori dell'assemblea, è offerto ai partecipanti un lauto pranzo nella galleria del palazzo comunale e alla sera si tiene al Casino degli Amici una festa da ballo.dettagli
-
25 maggio 1802Ferdinando Marescalchi nominato Ministro degli Esteri della CisalpinaL'ex senatore bolognese - e attuale membro della Consulta - Ferdinando Marescalchi (1754-1816) è nominato da Bonaparte ministro degli Affari esteri, con l'obbligo di risiedere a Parigi. La sua casa sui Champs Elyseés ospiterà "feste tanto belle". Nella capitale farà da mediatore tra le posizioni di Napoleone e quelle del vice-presidente della Cisalpina Melzi d'Eril. La sua azione sarà inoltre determinante per la stipula del Concordato del 1804 con la Santa Sede. Nel 1805 sarà nominato gran cancelliere del nuovo Ordine della Corona di Ferro e conservatore della Loggia milanese del Grande Oriente d'Italia, presieduta dal Viceré Eugenio Beauharnais. Il 24 giugno 1805 ospiterà Napoleone nella sua villa di Mezzaratta, dove nel 1811 soggiornerà anche Antonio Canova. La “Marescalca” sul colle dell'Osservanza, "luogo deliziosissimo con ameno giardino" e con magnifica veduta sulla città, ricca di pitture del Basoli, accoglierà notabili cittadini e ospiti illustri per sontuosi ricevimenti, anche diurni. Assieme a Villa Aldini sarà il fulcro del “Campidoglio Felsineo", l'acropoli bonapartista sulla collina bolognese (Ceccarelli). Palazzo Marescalchi in città, nei pressi della chiesa di San Salvatore, arredato con mobili fatti venire da Parigi e impreziosito dalle decorazioni di Felice Giani (1811), oltre che da opere di Reni, di Guercino e dei Carracci, offrirà a Stendhal l'occasione di piacevoli conversazioni e di un "galante incontro con una bella dama". La sala da pranzo, fulcro della prestigiosa dimora, sarà trasformata nel 1810 da Giovan Battista Martinetti in un raffinato ambiente a pianta ellittica, con otto colonne corinzie a sostegno della volta ovale. Sulle pareti di tutto l'edificio saranno appesi oltre settecento dipinti, una straordinaria collezione d'arte riunita in meno di dieci anni. Fino al 1807 il conte Marescalchi godrà dei favori di Napoleone. Dopo la nomina di Antonio Aldini a Segretario di Stato la sua carriera politica comincerà a declinare. Per il dispiacere soffrirà di "una pericolosa malattia". Nell'ultima parte della sua vita sarà ministro plenipotenziario d'Austria presso il Duca di Modena. Morirà di tifo il 22 giugno 1816.dettagli
-
22 giugno 1802Una municipalità di possidentiIl commissario Carlotti nomina il 22 giugno una nuova amministrazione municipale composta dai principali possidenti, che si assumono poteri prima distribuiti in varie delegazioni. Il coinvolgimento nel potere della vecchia aristocrazia papalina è una sorta di “pegno politico” (Varni) per la nuova repubblica, ma la svolta in senso moderato scontenta quegli esponenti della piccola e media borghesia che più di altri hanno contribuito alla costruzione del nuovo ordinamento repubblicano e sono desiderosi di estendere le esperienze rivoluzionarie. Proprio a Bologna, città che ospita il maggior numero di rifugiati politici dagli stati italiani ancora monarchici, c'è stato un recente tentativo di ricostituire la Società dei Raggi, una delle sette segrete rivoluzionarie nate nel periodo giacobino sull'esempio delle logge massoniche illuministe e fautrice di un programma di unità e indipendenza per la nazione italiana.dettagli
-
28 giugno 1802Disordini in cittàLa mancanza di cibo, che costringe buona parte del popolo a una cronica malnutrizione, e il permanere di prezzi troppo alti nonostante la fine della carestia dei mesi precedenti, suscita disordini in città. Gruppi di popolani armati percorrono le strade, calzando il berretto frigio della rivoluzione e impugnando bastoni e coltelli. Ispirati da membri di associazioni segrete, quali la Società degli Stilettanti - “gente animata da patriottismo feroce” - e gli Amici del Popolo, assalgono e saccheggiano le case dei presunti accaparratori. Ad essi si uniscono una parte degli impiegati licenziati delle amministrazioni precedenti. Nella notte tra il 28 e il 29 giugno viene assalito e colpito a morte il responsabile dei licenziamenti, il segretario centrale De Sanctis. Da questo momento i funzionari pubblici cominciano a temere della loro sorte. Sui muri della città appaiono manifesti che minacciano la fine di De Sanctis per "gli egoisti e i monopolisti". A capo dei rivoltosi si pongono esponenti della piccola e media borghesia di idee giacobine, affiliati alla Sociatà dei Raggi, fuoriusciti politici portatori di programmi rivoluzionari e indipendentisti. Tra essi si distinguono il sottotenente Filippo De Angelis, reduce di Marengo, il rappresentante della Guardia Nazionale Filippo Del Fiume, l'apostolo giacobino Giuseppe Giovannetti, l'ex console della Repubblica romana Calisti. Costoro esprimono il disgusto della borghesia, che dopo anni di sacrifici vede la nuova Repubblica Italiana affidare il governo locale alla vecchia aristocrazia. Nessuna forza è in grado di opporsi in città ai tumulti popolari: la stessa Guardia Nazionale è in molti casi solidale con i rivoltosi. In giugno e luglio si segnalano numerosi agguati, accoltellamenti, colpi d'arma da fuoco: Bologna sembra un campo di battaglia. Le violenze culminano il 19 luglio in "una vera e propria giornata di sangue" (Varni), in cui sono colpiti soprattutto possidenti rurali. Il giorno seguente vi sono numerosi arresti, ma anche un provvedimento che modera il prezzo del pane. Dietro le pressioni dei disordini e le imposizioni dei capi della rivolta, il 21 luglio il Prefetto Carlotti nomina una nuova Amministrazione municipale, dalla quale viene allontanata la ricca nobiltà. Nello stesso giorno le funzioni di polizia a Bologna vengono delegate al generale francese Verdier, che pochi giorni dopo metterà la città in stato d'assedio.dettagli
-
26 luglio 1802I Francesi impongono lo stato d'assedioLa notte del 26 luglio entra in città un grosso contingente di truppe francesi proveniente da Brescia. Occupa Piazza Maggiore e vi installa due cannoni. Il 28 luglio arriva di rinforzo il terzo reggimento cavalleria. Le truppe di linea stringono Bologna in un cerchio repressivo. Vengono chiuse le porte cittadine, mentre i militari effettuano decine di arresti. A un minaccioso assembramento popolare attorno alla sua residenza di Palazzo Pepoli, il generale Verdier risponde rinforzando la guardia e facendo trasportare davanti all'edificio i cannoni collocati in piazza. Le pattuglie francesi trovano ovunque ostilità e sono oggetto di insulti, soprattutto da parte di membri della Guardia Nazionale. La sera del 27 luglio i Francesi devastano il corpo di guardia del quartiere San Giacomo e arrestano i miliziani civici. Il 29 alcuni degli esponenti più in vista della borghesia bolognese vengono arrestati e trasferiti nella fortezza di Ferrara. Tra essi il dottor Gavasetti, affiliato alla Società dei Raggi, l'avv. Callisti, il giacobino Giuseppe Gioannetti, lo scrittore Luigi Giorgi e inoltre funzionari della prefettura e della polizia. Dopo la prima ondata di violenze ed arresti, la situazione si normalizza. Il terrore frena ogni tentativo di dissenso. Il 31 luglio i cannoni sono ritirati dalle strade e una parte delle truppe lascia la città. Il tribunale militare istituito il 15 ottobre in Palazzo Marescalchi, delegato al giudizio dei capi della rivolta, sarà costretto a mandare assolti quasi tutti gli imputati, per assoluta mancanza di indizi riguardo alla loro partecipazione ai vari attentati accaduti in città. I condannati avranno pene piuttosto miti, dai sei mesi ai 3 anni di carcere.dettagli
-
12 agosto 1802L'acqua del canale di Reno è riservata per il macinatoUn proclama del Prefetto del Dipartimento del Reno stabilisce che, “nella emergenza di somma penuria”, tutta l'acqua del canale di Reno deve essere utilizzata per il macinato. E' quindi proibita ogni derivazione a favore degli opifici a monte dei mulini del pane, situati lungo il canale delle Moline.dettagli
-
12 agosto 1802Muore Carlo Bianconi, artista e letteratoMuore Carlo Bianconi (1732-1802), artista, letterato e collezionista d'arte. Viene sepolto alla Certosa. Di famiglia agiata - e conosciuta all'estero grazie al fratello Gian Lodovico, medico di corte a Dresda - per 25 anni ha ricoperto la carica di segretario perpetuo dell'Accademia di Brera.. Prima del trasferimento a Milano, ha insegnato all'Accademia Clementina. Assieme agli amici Mauro Tesi e Francesco Algarotti è stato tra i protagonisti della svolta neoclassica, favorita anche da un incontro con Johann J. Winckelmann. Oltre che autore di numerose opere d'arte nelle chiese e nei palazzi, a Bologna fu responsabile della progettazione e decorazione di diverse gallerie e sale, con l'aiuto di allievi, quali Filippo Pedrini e Vincenzo Martinelli. Nel 1774 disegnò la facciata di Palazzo Zambeccari. Lavorò inoltre ad alcuni edifici extraurbani, quali il Casino dell'Olmo a Calcara e Villa Hercolani a Belpoggio. Come letterato e intenditore d'arte curò una nuova edizione del Malvasia e una Guida di Milano per gli amanti delle Belle Arti. Le sue collezioni, disperse dopo la sua morte, contavano circa 20.000 pezzi, tra disegni, dipinti e stampe.dettagli
-
13 agosto 1802Introduzione della leva obbligatoriaLa legge del 13 agosto 1802 introduce la leva militare obbligatoria. Il servizio militare dura quattro anni in tempo di pace e per il periodo necessario alla sicurezza del paese in tempo di guerra. In novembre è decretato un particolare reclutamento per la gendarmeria. Nel 1803 18.000 ragazzi tra i 20 e i 25 anni saranno coscritti nel Regno d'Italia e negli anni seguenti il numero non scenderà mai sotto i 6.000. La quota è calcolata per ogni dipartimento in base al numero di abitanti e il Dipartimento del Reno fornisce circa il 10% delle truppe. I coscritti di questa regione vanno ad ingrossare i reggimenti ordinati in Lombardia. L'introduzione della leva obbligatoria e la tassa sul macinato saranno le cause principali della diffusione del brigantaggio nei paesi della provincia bolognese. Quasi sempre la motivazione principale degli assalti ai municipi sarà il saccheggio degli archivi e il rogo delle liste di coscrizione. Nel gennaio 1803 una brigata francese sarà inviata a Bologna, agli ordini del generale Domenico Pino, per proteggere la coscrizione.dettagli
-
17 agosto 1802Dall'Istituto delle Scienze all'Istituto NazionaleLa legge del 19 Brumaio anno VI (18 luglio 1797) ha stabilito che Bologna sia sede dell'Istituto Nazionale della Repubblica Cisalpina, innestato sul ceppo dell'antico Istituto delle Scienze, fondato nel 1711 da Luigi Ferdinando Marsili (1658-1730). I Senatori Assunti perpetui dell'Istituto furono eletti per la prima volta il 2 gennaio 1712. Nel palazzo Poggi in via San Donato (poi via Zamboni) furono collocati musei (Aldrovandi, Cospi, Marsili) e biblioteche (Manfedi, Bosi, Lambertini e altre). L'Istituto diventò nel '700 un rinomato "santuario di arti e scienze", raccogliendo i migliori ingegni in circolazione. Nel palazzo operarono l'Accademia Clementina, dedicata all'istruzione artistica e l'Accademia Banedettina, protetta da papa Lambertini e dedita alla ricerca e alla divulgazione scientifica. Nel 1713 cominciò la costruzione della Specola, terminata nel 1725, mentre nel 1718 il Marsili fece erigere una cappella interna dedicata all'Annunziata. Il 2 novembre 1756 venne aperta la grande biblioteca, da allora sempre più arricchita ed ampliata. Dopo il 1796 le accademie furono soppresse e la cappella abbattuta. Le attività riguardanti le arti verranno trasferite più avanti in Sant'Ignazio. Il 5 luglio 1800 il generale Miollis ha riconosciuto il diritto di Bologna ad essere "sede primaria del sapere". Il 15 ottobre successivo Napoleone è stato proclamato membro dell'Istituto delle Scienze. Con il Decreto del 17 agosto 1802 è messo in attività l'Istituto Nazionale Italiano di Bologna. L'apertura ufficiale avverrà l'8 gennaio 1803 sotto la presidenza del matematico Moscati, venuto da Milano - secondo alcuni maligni - per togliere “l'unico lustro” rimasto alla città emiliana. Intanto l'Università lascerà la sua sede secolare all'Archiginnasio e si trasferirà in Palazzo Poggi. L'apertura ufficiale avverrà il 25 novembre 1803. Tra il 1803 e il 1804 alcune leggi e decreti preciseranno gli scopi e il funzionamento dell'Istituto Nazionale. Esso conterà sessanta membri, dovrà promuovere e incoraggiare scoperte scientifiche, accogliere i dotti e i migliori funzionari del paese. Sarà inoltre organo direttivo delle varie scuole che sorgono in questo periodo dalla trasformazione di antiche istituzioni. Dal 1803 l'Istituto condividerà la sede dell'Università e metterà in comune con essa i musei, i laboratori, la grande biblioteca. Sarà in funzione fino al 25 dicembre 1810, quando verrà trasformato in Regio Istituto Italiano di Scienze, Lettere ed Arti con sede a Milano. A Bologna rimarrà solo una sezione di esso. Solo pochi dei vecchi Pensionati Benedettini saranno prescelti e operaranno nel nuovo Istituto. La maggior parte di essi continuerà a riunirsi privatamente e quindi l'Accademia Benedettina non cesserà di esistere "benché inanimata, negletta e priva di mezzi".dettagli
-
20 agosto 1802Progetto per uno stabilimento di lavoro forzatoLa legge 20 agosto 1802 istituisce gli stabilimenti di lavoro forzato per combattere la piaga dell'accattonaggio. Si apre anche a Bologna un ampio dibattito per la realizzazione di una manifattura per lavori di canapa e lana in cui impiegare lavoratori “condannati, forzati e volontari”. E' previsto che una parte degli ammessi venga impiegato in “mestieri diversi per l'uso della casa”.dettagli
-
29 agosto 1802Napoleone console a vitaIl 2 agosto, dopo tre mesi di scrutini, Napoleone è proclamato dal Senato francese primo console a vita, avendo ottenuto più di tre milioni di voti favorevoli nel plebiscito del giugno precedente. La nomina è festeggiata a Bologna il 29 agosto con un Te Deum in San Pietro e una grande parata militare.dettagli
-
settembre 1802Angelo Venturoli e Giacomo De Maria a Palazzo HercolaniTra la primavera del 1800 e l'autunno del 1802, lo scultore Giacomo De Maria (1762-1838), allievo di Canova, realizza la sua impresa scultorea più impegnativa: il ciclo di Palazzo Hercolani. Si tratta di una ventina di statue in stucco a grandezza naturale di divinità e allegorie, collocate sullo scalone d'ingresso e nei due atri del palazzo, mentre quattro grandi gruppi rappresentanti le fatiche di Ercole sono destinati al piano nobile. La collaborazione tra De Maria e l'architetto Angelo Venturoli (1749-1821), che nel 1793 ha avviato il cantiere del palazzo, diverrà da questo momento sempre più assidua. Dopo la scomparsa di quest'ultimo, lo scultore sarà direttore degli studi del collegio artistico da lui fondato e ad esso lascerà la sua gipsoteca. Palazzo Hercolani è l'ultimo palazzo senatorio bolognese e tra i più belli e ricchi di opere d'arte: oltre al ciclo scultoreo di De Maria è notevole l'affresco sul soffitto dello scalone con la Gloria di Ercole, eroe eponimo della famiglia, opera del 1799 di Filippo Pedrini, coadiuvato da David Zanotti. Sempre di Pedrini, con F. Minozzi, è la decorazione del salone d'onore con l'allegoria Apollo e le Ore, inserita in una finta architettura animata da arpie, geni e busti di poeti. Tra le tante opere d'arte dei migliori pittori dell'epoca, da Frulli a Basoli, spicca la stanza "boschereccia" a pareti curve al pianterreno, dipinta nel 1810 da Rodolfo Fantuzzi. Stendhal, che visiterà il palazzo undici anni dopo la sua inaugurazione, non rimarrà impressionato dalla sua architettura di stampo tradizionale e criticherà la soluzione, adottata da Venturoli, delle colonne con l'arco anzichè con l'architrave. Lo scrittore loderà la grandiosità dello scalone, apprezzerà i tavoli istoriati con pietre dure e i vasi cinesi, ma non mancherà di notare tele di ragno, polvere e sporcizia dappertutto.dettagli
-
4 settembre 1802Piano Generale di Pubblica IstruzioneIl 4 settebre è pubblicata a Milano la Legge relativa alla pubblica istruzione della Repubblica Cisalpina. Essa fonda la scuola elementare (art. 35-40), distinta in maschile e femminile, e il ginnasio comunale. A livello superiore istituisce i licei, di competenza dei dipartimenti, e ancora più in alto l'Istituto Nazionale per il perfezionamento delle scienze e delle arti. A Bologna esso comprende l'Università, l'Accademia Clementina, l'Istituto delle Scienze e alcune scuole speciali, che non saranno però mai attivate. L'Istituto delle Scienze si unisce coi suoi gabinetti all'Università. "Quindi di due stabilimenti se ne formò uno solo, partecipe dei mezzi dell'uno e dell'altro" (Massei). L'Accademia Clementina dei Pittori è sostituita dall'Accademia di Belle Arti, che nel 1803 sarà collocata nell'ex Noviziato dei Gesuiti in Borgo della Paglia. Con la legge 1802 le scuole di S. Lucia mantengono il carattere di ginnasio, articolato in quattro anni, mentre nei locali del Collegio S. Luigi è istituito il Liceo dipartimentale. Un altro liceo-ginnasio è la scuola del Collegio degli Uniti, ex seminario, aperta anche agli esterni. Nel breve periodo la riforma della pubblica istruzione comporta per Bologna un impoverimento dell'offerta scolastica. Scompaiono le scuole parrocchiali, quelle delle corporazioni e quelle dei conventi soppressi. In particolare, l'abolizione dei conventi femminili compromette l'istruzione delle fanciulle. Oltre al collegio S. Luigi dei Barnabiti - riservato ai maschi e con appena trenta convittori - rimangono solo cinque conservatori femminili, in gravi difficoltà economiche. La legge 4 settembre 1802 affronta anche il riordino logistico dei locali per l'Università e l'Accademia, con un progetto di crescita e modernizzazione in armonia con l'altro ateneo di Pavia. Una commissione governativa è incaricata di studiare gli effetti urbanistici del nuovo ordinamento scolastico.dettagli
-
5 settembre 1802Un incendio distrugge il teatro ZagnoniIl 5 settembre un vasto incendio distrugge il teatro situato all'angolo tra via Miola e via Castiglione. Senza che prima fosse neppur premonito dal fumo, si manifestò all'istante un terribile incendio di questo teatro Zagnoni (...) Le fiamme, pel pascolo di tanti legnami e dell'olio che attualmente esisteva per le comiche rappresentazioni, si elevarono ad una prodigiosa altezza. Aperta al pubblico nel 1630, la sala, progettata da Andrea Seghizzi, ha avuto nel tempo varie denominazioni: Teatro Guastavillani, Formagliari e, dal 1770, Zagnoni. E' stato tra i primi teatri ad avere i palchi rialzati e scalati verso il fondo, in modo da dare a tutti la visuale migliore. Nel 1752 ha ospitato Carlo Goldoni con la compagnia Medembach. Nel triennio giacobino ha offerto soprattutto drammi giocosi, opere buffe "dalla vena popolare e sentimentale" e quindi recite di compagnie comiche, seguite con entusiasmo dal pubblico (Calore). Il generale Verdier, ritenendo, senza alcuna prova, che l'incendio sia doloso, fa intervenire un'intera brigata di soldati francesi e fa puntare sul centro di Bologna i cannoni piazzati a San Michele in Bosco. Lungi dal tentare una rivolta, i cittadini, accorsi in massa sul luogo dell'incendio, si danno da fare per circoscrivere le fiamme, che rischiano di propagarsi alle case vicine. Un milite della Guardia Nazionale rimane sepolto dal crollo di un muro. L'opera di spegnimento è resa molto difficile dalla scarsità di acqua, dovuta al periodo di siccità, che ha colpito la provincia bolognese. Un gruppo di soldati francesi, inviati in soccorso, si impossessa di due cantine con trecento bottiglie di rhum e ne scola il contenuto. Oramai ubriachi, i militi rompono le bottiglie, spargono i vetri in via Santo Stefano e terrorizzano i passanti, costringendoli ad andare a spegnere l'incendio al loro posto, mentre i bottegai del centro chiudono in fretta i loro negozi. Secondo alcuni, l'incendio del teatro Zagnoni è doloso: sono sospettati i promotori del nuovo Teatro del Corso, per la costruzione del quale è stata da poco chiesta e ottenuta l'autorizzazione. Molti anni più tardi uno degli autori dell'incendio confesserà in punto di morte, facendo il nome dei complici. Le rovine del teatro rimarranno in totale abbandono per 65 anni, come “una delle maggiori brutture della città”, fino alla edificazione nell'area della nuova residenza della Cassa di Risparmio. I progetti per la ricostruzione del teatro, "distrutto per malvagità dell'uomo o per fatalità del destino", elaborati nel 1803 dagli architetti Ercole Gasparini e Angelo Venturoli e dal prospettivista Mauro Berti per conto del nuovo proprietario del "guasto" Pellegrino Torri, non saranno approvati.dettagli
-
8 settembre 1802Fondazione dell'Accademia di Belle ArtiCon legge di pubblica istruzione vengono fondate le Accademie di Belle Arti di Milano e Bologna. Il milanese Giuseppe Bossi e lo scultore bolognese Giacomo Rossi (1751-1817) ricevono l'incarico di redigere il piano disciplinare. L'esame del piano e la ricerca di locali adeguati sono affidati a Bologna ad una commissione composta dagli artisti Giacomo De Maria, Francesco Rosaspina e Pelagio Palagi, dall'architetto Giambattista Martinetti e da Lodovico Salvioli e Vincenzo Martinelli, delegati della Prefettura. La scelta cade sul Noviziato dei Gesuiti nel Borgo della Paglia, soppresso dal Papa nel 1773 "su pressione dei sovrani borbonici e asburgici" (Emiliani). Il nucleo dei dipinti raccolti dall'Accademia Clementina viene per legge trasferito all'Accademia di Belle Arti e diventa la quadreria di questo istituto. Si aggiungeranno poi i preziosi dipinti di mons. Zambeccari, la collezione di quadri del Senato bolognese, le donazioni del Marsili e del cardinale Ulisse Gozzadini, il lascito del Duca di Curlandia Presso Palazzo Poggi, divenuto sede dell'Università, rimane la grande raccolta di stampe donata da papa Benedetto XIV. Questa sarà trasferita alla sua sede più legittima, cioè la Pinacoteca Nazionale, solo nel 1881.dettagli
-
20 settembre 1802Mons. Carlo Oppizzoni è il nuovo ArcivescovoNel concistorio segreto del 20 settembre papa Pio VII nomina mons. Carlo Oppizzoni (1769-1855), di nobile famiglia milanese, Arcivescovo di Bologna. Arciprete del Duomo di Milano dal 1796, è stato membro della Consulta legislativa della Repubblica Cisalpina. Dalla Consulta di Lione è tornato membro del Collegio dei Dotti. Dopo aver superato alcune perplessità personali, giungerà in città il 21 gennaio 1803. Pio VII lo nominerà cardinale nel concistoro del 26 marzo 1804, su sollecitazione di Napoleone, che lo farà anche senatore del Regno e membro dell'ordine della Corona di Ferro. Perderà la fiducia dell'Imperatore quando rifiuterà, assieme agli altri “cardinali neri”, di presiedere alle sue seconde nozze. Resterà quindi prigioniero di Napoleone fino alla sua caduta.dettagli
-
23 settembre 1802Funerali di Gaetano GandolfiLa mattina del 23 settembre, in San Giovanni in Monte, sono celebrati i funerali solenni di Gaetano Gandolfi (1734-1802), membro di una nota famiglia di pittori (con lui il figlio Mauro e il fratello Ubaldo) e protagonista del panorama artistico bolognese della seconda metà del '700. Per l'occasione è allestito un apparato funebre di grandi dimensioni e di notevole impegno, al quale partecipano i migliori artisti locali. Elemento principale è una macchina con il Tempio dell'Onore, sulla quale campeggia il busto di Gandolfi, opera di Giacomo De Maria, facente funzione di Presidente dell'Accademia Clementina. La ornano opere di Petronio Tadolini, Giacomo Rossi, Giovanni Putti e alcuni finti bassorilievi di Pelagio Palagi, Giambattista Frulli e Giuseppe Ramenghi. Lungo la navata della chiesa sono sospesi medaglioni raffiguranti le Virtù e le Arti e inoltre i ritratti dei pittori più celebri della scuola bolognese, dal Francia ai Carracci, a Reni. Gaetano Gandolfi fu discepolo di Ercole Lelli e allievo all'Accademia Clementina, da poco costituita sotto gli auspici di papa Benedetto XIV. Incisore e pittore di fama, fra le sue prove vi sono importanti affreschi in San Rocco e in Santa Maria della Vita. Considerato da alcuni l' “unico Pittore rimasto all'Italia”, è morto per un colpo apoplettico mentre giocava alle bocce, sua grande passione, in un prato fuori Porta San Vitale.dettagli
-
2 ottobre 1802Parte la guarnigione franceseIl 2 ottobre la popolazione bolognese assiste, con grande soddisfazione, alla partenza della guarnigione francese verso Mantova e Ferrara, sostituita da 2.000 soldati italiani al comando del generale Milossevitz, che stabilisce il suo alloggio in Palazzo Pepoli. Un segnale del ritorno alla normalità dell'ordine pubblico è il permesso del Prefetto di festeggiare il 4 ottobre la festa di San Petronio, con una corsa di cavalli attraverso la città. L'ospitalità alla divisione cisalpina è resa problematica dalla mancanza di biada e fieno per i cavalli. La prolungata siccità ha fatto sì che nei prati vi sia polvere invece che erba.dettagli
-
4 ottobre 1802Il palio di San PetronioIl 4 ottobre si svolge il Palio di San Petronio, corsa di cavalli berberi. Non veniva più effettuato dal 1796. Il tragitto è dal ponte della Carità in Strada San Felice fino alla Magione, in fondo a Strada Maggiore. La gara dedicata al patrono della città risale al XII secolo. Fu istituita dopo il ritrovamento delle ceneri del santo. Un tempo si correva dall'Osteria del Rosso fuori porta San Felice al Palazzo dei Notai nella piazza pubblica. Alla festa partecipavano musici provenienti dalla Toscana. Il premio era una pezza di velluto cremisi e una borsa dello stesso tessuto. Sarà l'unico palio a non essere abolito dopo il periodo napoleonico. Si continuerà a correrlo fino al 1854.dettagli
-
5 ottobre 1802Riaperto il Monte di PietàRiapre, dopo la spoliazione da parte dei Francesi, il Monte di Pietà. Viene attivato un unico sportello presso l'antico Monte di San Petronio. Per il momento l'istituto può concedere prestiti solo su pegni di biancheria, rami, ottoni e arnesi, per un anno al massimo e senza rinnovo dell'ipoteca. La ripresa del Monte ha un successo immediato: dopo un anno saranno concessi oltre 50.000 lire, a fronte di circa 25.000 pegni. Durante la prima metà dell'800 le fortune del Monte saranno alterne, con annate particolarmente sfavorevoli, quali il 1831-32, il 1843-44 e soprattutto il "penurioso" 1847, in cui i pegni affluiranno "in enormi proporzioni". Al contrario il 1854, favorito da abbondanti raccolti, sarà un anno di "speranze di più lieto vivere" e moltissimi pegni verranno ritirati.dettagli
-
13 ottobre 1802Teodoro Somenzari è il nuovo PrefettoUn decreto del 13 ottobre, notificato il 9 novembre successivo, nomina Teodoro Somenzari Prefetto del Dipartimento del Reno, al posto del poco energico Carlotti. Originario di Mantova, già a capo del Basso Po, Somenzari ha fama di funzionario capace, che unisce alle doti di esperto amministratore un passato di acceso giacobino. Lo si ritiene, quindi, in grado di raccordarsi con quella parte borghese e repubblicana della cittadinanza, che ha particolarmente subito la repressione militare e lo stato di assedio dei mesi precedenti. Nella sua lunga permanenza a Bologna, il Prefetto saprà ricoprire la sua carica con dignità (Varni). Terminerà il suo mandato nel 1805: uno scandalo, che vedrà coinvolto anche il cardinale Oppizzoni, provocherà il suo trasferimento.dettagli
-
2 novembre 1802In scena l' "Antigona" di Bianchi con Brigida BantiAl Teatro comunale va in scena l'Antigona, dramma serio composto da Francesco Bianchi. Protagonista femminile è la grande cantante Brigida Banti (1757-1806). Dopo questa rappresentazione la Banti, reduce da grandi trionfi all'estero e in Italia (in particolare a Venezia), si ritirerà dalle scene e si stabilirà a Bologna, dove nel 1792 ha ricevuto la cittadinanza onoraria per la sua memorabile recita nella Zenobia in Palmira di Anfossi. La stagione autunnale del Comunale è particolarmente ricca e singolare per la presenza, oltre all'Antigone, di due drammi giocosi, Le nozze di Lauretta di Francesco Gnecco (1769-1811) e L'inganno per amore di Pietro Carlo Guglielmi, forse trasferiti al Comunale dopo l'incendio del Teatro Zagnoni. Il lavoro del genovese Gnecco ottiene un grande successo e il compositore riceve l'incarico per un'altra opera.dettagli
-
5 novembre 1802Provvedimenti sulle vaccinazioniIl ministro degli Interni Villa emana il 5 novembre un decreto che concede di effettuare la vaccinazione contro il vaiolo in qualunque tempo e luogo. Ne stabilisce la gratuità per i poveri, negli ospedali della Repubblica Cisalpina, ad opera dei medici condotti. Stabilisce, invece, pene severe e limitazioni alla pratica dell'innesto con vaiolo umano, che può essere effettuato solo su licenza scritta del Prefetto e in luoghi lontani dai centri abitati.dettagli
-
17 novembre 1802Piena del RenoDopo un periodo di piogge intense, il 17 novembre una grave piena del Reno provoca danni al ponte di Casalecchio, dove crollano un pilone e due archi. Il 24 novembre il fiume rompe gli argini di Gangaiolo, allagando numerosi terreni. Poderose inondazioni provocheranno danni alla campagna e agli immobili anche nel marzo successivo.dettagli