Il convento di San Giovanni in Monte diventa carcere
Un decreto stabilisce che i condannati “ai pubblici lavori o ai ferri” siano rinchiusi e custoditi nell'ex convento dei Canonici Lateranensi di S. Giovanni in Monte.
Ogni giorno, ad ore stabilite, i forzati vengono accompagnati dai poliziotti fuori dal carcere: in inverno puliscono le strade della città, mentre in estate le annaffiano oppure fanno altre mansioni, come inghiaiare le strade di campagna.
Le nuove carceri di San Giovanni in Monte sono da alcuni definite "orride": i lavori di adattamento hanno ostruito quasi del tutto le finestre, privando le piccole celle dell'aria necessaria.
Il complesso monastico di S. Giovanni ospita anche la sede del Tribunale speciale, che in seguito sarà sostituito da un ufficio di polizia cantonale.
I carcerati bisognosi di assistenza medica sono accolti fino al 1801 nell'Ospedale di San Biagio, attivo dal XIV secolo vicino a vicolo Pusterla, con ingresso in via Santo Stefano n. 38.
- Stefano Arieti, Società e sanità a Bologna nel XIX secolo, in: “Il carrobbio”, 25 (1999), p. 200
- Luigi Bortolotti, Bologna dentro le mura. Nella storia e nell'arte, Bologna, La grafica emiliana, 1977, p. 120 (Carceri giudiziarie)
- Tommaso de' Buoi, Diario delle cose principali accadute nella città di Bologna dall'anno 1796 fino all'anno 1821, a cura di Silvia Benati, Mirtide Gavelli e Fiorenza Tarozzi, Bologna, Bononia University Press, 2005, p. 367, nota 20, 377, nota 89
- Giuseppe Guidicini, Diario bolognese. Dall'anno 1796 al 1818, Bologna, Forni, 1976, vol. 2., p. 99