Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.
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26 gennaio 1800Continue piogge. Si implora la Beata Vergine del SoccorsoLe piogge continue allagano i terreni bassi della provincia. Per implorare il ritorno del sereno il 26 gennaio si fa un ottavario in San Bartolomeo alla Beata Vergine del Soccorso, qui trasportata dalla chiesa del Borgo di San Pietro. La funzione devota sarà rinnovata il 2 febbraio per altri otto giorni.dettagli
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2 febbraio 1800Una polveriera nella chiesa di MiramonteI militari austriaci trasformano in polveriera la chiesa della Madonna di Miramonte o delle Febbri, santuario sorto nel 1480 a seguito della scoperta di un'immagine della Vergine dipinta sul muro a capo della via omonima. Sul luogo della primitiva cappella, posta in corrispondenza di un “cancello” delle mura, nel 1572 fu costruita una bella chiesa con portico, su progetto di Domenico Tibaldi. Era simile a quella del Baraccano, più larga che profonda, con tre altari. Dopo la soppressione della Confraternita di S. Maria delle Febbri nel 1798, la chiesa fu venduta e la sacra immagine collocata nel vicino oratorio San Girolamo. In seguito sarà trasportata nella basilica di San Domenico. Nel santuario c'era anche un affresco con la Madonna gravida trasferito, assieme alle immagini di tante altre chiese bolognesi, nel chiostro delle Madonne della Certosa.dettagli
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6 febbraio 1800Restituzione dei beni delle compagnie delle ArtiLe compagnie delle Arti ottengono la restituzione dei loro beni dopo una lunga causa, intentata nel luglio 1799 presso il Tribunale di Bologna. Esse erano state dichiarate illegittime dall'articolo 384 della Costituzione della Repubblica Cispadana: "Non vi è privilegio, né matricola, né diritto di corporazioni di arti". Il 7 dicembre 1797 (17 frimaio anno VI) il Ministro degli Interni della Repubblica Cisalpina aveva ordinato all'Amministrazione centrale di Bologna di prender possesso dei loro beni, poi concentrati nell'ammasso dei Beni Nazionali. Il Sindaco della Reggenza ha invano interposto appello alla sentenza del 26 novembre 1799 favorevole alle compagnie. Il 6 febbraio viene fatta la consegna "di tutti gli stabili, mobili, capitali, ecc.", ad eccezione dei beni le cui rendite sono associate a legati o a opere di beneficenza.dettagli
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5 marzo 1800Processioni per la pioggia, il Papa e gli ImperialiIl 5 marzo circa cento preti “con corde al collo” e “con croci sugli omeri” vanno in processione in San Petronio e visitano le Quattro Croci, implorando la cessazione delle piogge, l'elezione del Papa e la benedizione delle truppe imperiali. Le piogge continue inducono il 6 marzo la discesa straordinaria della Madonna di San Luca, portata in processione in San Petronio. Dopo il ritorno del sereno, il 19 marzo, ci saranno pubblici ringraziamenti alla Beata Vergine.dettagli
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6 marzo 1800Ripristinate alcune corporazioni religioseUn decreto della Reggenza, firmato da Francesco Pio Ghisilieri, ripristina per ordine sovrano alcune corporazioni religiose, a patto che siano rimasti invenduti abbastanza beni per la loro sussistenza. Ritornano nei lori conventi gli Agostiniani di San Giacomo, i Domenicani, i Francescani, i padri Serviti, gli Olivetani di San Michele in Bosco e i Canonici Regolari di San Salvatore. Le volontà di restaurazione non arrivano a una vera revisione delle vendite dei beni nazionali. Le alienazioni effettuate nel triennio giacobino sono sostanzialmente confermate.dettagli
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11 marzo 1800Cantata filoimperiale nel Casino dei NobiliAl Casino dei Nobili, il club aristocratico soppresso nel 1796 e da poco riaperto come Casino Civico nelle sale di Palazzo Zagnoni in via Castiglione, si tiene una Cantata a cinque voci, dal titolo Egeria, musicata dal marchese Sebastiano Tanari (1771-1809), “nobil uomo” e membro dell'Accademia Filarmonica, con testo di Pietro Metastasio, “poeta cesareo”. Alla recita è stato aggiunto un coro “allusivo alle presenti circostanze” con un significativo ritornello: Viva per mille secoliViva il valor GermanoCessò del Gallo insanoIl barbaro furordettagli
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14 marzo 1800Elezione di Pio VIIIl 14 marzo Barnaba Luigi Chiaramonti (1742-1823), monaco benedettino e vescovo di Imola, è eletto Papa con il nome di Pio VII. Il conclave si è tenuto a Venezia, sotto la protezione degli Austriaci, interessati all'elezione del cardinale Mattei, firmatario del trattato di Tolentino. Mons. Chiaramonti, noto per una "omelia agli imolesi", in cui tentava di conciliare i principi cristiani con la concezione democratica e liberale, era sostenuto invece da Ercole Consalvi. Il segretario del conclave, abile negoziatore, sperava in questo modo di ottenere un aiuto dalla Francia per la riconsegna delle Legazioni. Il fratello del nuovo Pontefice, Gregorio Chiaramonti, Cavaliere dell'Ordine di Malta, vive da tempo a Bologna.dettagli
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aprile 1800Si diffonde lo scorbutoIn provincia di Bologna sono segnalati diversi casi di “una malattia che intacca le gengive” e procura dimagrimento, anemia, diffusi dolori agli arti. Si tratta dello scorbuto, un morbo dovuto alla carenza nell'organismo di Vitamina C, da imputare all'assenza o quasi di frutta e verdura fresche nella dieta di molte famiglie contadine. In ampie zone della Bassa bolognese vigneti, frutteti e orti vengono distrutti in questo periodo per far posto alle risaie. Gli operai agricoli, impossibilitati ad allontanarsi dagli acquitrini, sono costretti ad una alimentazione povera di contenuti nutritivi. Una conferma del legame tra lo scorbuto e determinate carenze alimentari si avrà però solo nel secolo successivo.dettagli
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8 aprile 1800Muore l'arcivescovo GioannettiAll'età di 78 anni muore l'arcivescovo Andrea Gioannetti (1722-1800), bolognese di nobile famiglia. Nel 1739 divenne monaco benedettino a Classe (RA), dove in seguito fu economo e abate. Qui si distinse nel soccorso alle popolazioni colpite dalla carestia del 1764-66. Nel 1776, appena nominato vescovo, fu inviato alla diocesi di Bologna e poco dopo creato Arcivescovo. Nel corso del tempo si impegnò sempre più nella difesa della religione contro “la mostruosa filosofia e le sue venefiche dottrine” e per il primato del Papa. Dopo l'ingresso dei francesi, la sua posizione iniziale fu di accettazione del nuovo regime, apparentemente ossequioso della religione, ritenuta “fondamento della stabilità politica e dell'ordine sociale”, ma divenne dura opposizione dopo i provvedimenti contro la presenza ecclesiastica e per l'alienazione del suo patrimonio.dettagli
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15 maggio 1800Confermata la tassa sulle finestreIl 15 maggio gli occupanti austriaci confermano la tassa, introdotta dai Francesi, che obbliga i cittadini di Bologna a pagare una lira per ogni finestra affacciata sulla strada pubblica.dettagli
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28 maggio 1800Un affronto ai "nemici di Venere"La contessa Orsola Donà, veneziana, sposa del nobile Luigi Broglio, si presenta al Collegio dei Dottori Teologi, nel corso di una loro funzione, per raccogliere l'offerta per l'Opera dei Mendicanti. Vestita alla moda, in un modo “licenzioso”, che espone la sua bellezza, provoca “ingiuriosi rimproveri” da parte di questi professori, “nemici di Venere e seguaci di Palla”. Per dare l'esempio il Governo mette la donna per alcuni giorni agli arresti domiciliari.dettagli
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12 giugno 1800Ricompaiono le compagnie laicaliIl 12 giugno una ventina di confraternite laicali partecipano alla processione del Corpus Domini con i loro antichi abiti e insegne. Il ritorno dei Francesi dieci giorni dopo impedirà ogni ipotesi di restituzione dei loro beni mobili e immobili, peraltro in gran parte già alienati.dettagli
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14 giugno 1800Vittoria di Napoleone a Marengo. Ghisilieri fugge a FerraraNapoleone riprende l'offensiva in Italia. Attraversa il San Bernardo e il 14 giugno affronta l'esercito del generale von Melas a Marengo, alle porte di Alessandria, in una battaglia "vinta dagli Austriaci quasi tutto il giorno, rivinta dà Francesi nelle ultime ore". Gli Imperiali sono costretti ad un armistizio, che implica la cessione delle fortezze della Lombardia. Per il 24 giugno è prevista anche la consegna del Forte Urbano. La Reggenza bolognese crea una deputazione, di cui fanno parte il marchese Monti, l'avvocato Aldini, il Guastavillani e il dottor Conti, da inviare all'occorrenza a presso i Francesi. Il presidente Ghisilieri, molto compromesso con gli Austriaci, si rifugia a Ferrara.dettagli
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28 giugno 1800Tornano i FrancesiIl comandante di piazza austriaco maggiore Mayr consegna la città nelle mani del generale francese Monnier. Chiede “la quiete e la tranquillità” e minaccia ritorsioni contro chiunque osi offendere i soldati austriaci in ritirata “e tutto ciò che appartiene all'armata austriaca”. Sui muri di Bologna è affisso il testo dell'armistizio. In mattinata entrano le truppe francesi “a Tamburo battente”: una divisione di tremila uomini, che attraversa la città e va ad accamparsi fuori Porta Maggiore. La folla accoglie i vincitori con entusiasmo. Gruppi di poveri, in maggioranza facchini, agitano lunghe aste con in cima un piccolo pane, ad indicare la penuria di cibo. La partenza degli Austriaci non provoca per il momento cambiamenti nella guida della città. La Reggenza si trasforma in Amministrazione provvisoria centrale ed è sempre presieduta dal conte Pietro Bianchetti (il quale, peraltro, era già stato in precedenza membro del Direttorio cispadano). Sotto il segno della continuità è il primo proclama del nuovo governo cittadino, che plaude alla recuperata libertà e indipendenza, ma ammonisce a non insultare i sacerdoti, “i quali esigono tutto il rispetto e tutta la venerazione” del popolo bolognese. Per festeggiare l'arrivo dei Francesi si illumina la città e suonano le campane a stormo. “Persone notissime” accompagnano l'illuminazione con grida di libertà, evviva alla Repubblica e parole ostili contro l'aristocrazia.dettagli
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4 luglio 1800Nuovamente aboliti i titoli nobiliariIl 5 luglio il Governo abolisce nuovamente i titoli nobiliari, vieta l'uso di stemmi, blasoni e livree. E' ripristinato l'obbligo di portare la coccarda tricolore.dettagli
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6 luglio 1800Gran parata e albero della LibertàPer ordine del generale Miollis si svolge una grande parata della Guardia Nazionale con l'uniforme cisalpina. Sulla piazza Maggiore sono allineati i soldati Francesi con banda e bandiere. All'arrivo delle autorità viene innalzato l'Albero della Libertà e, ai piedi di esso, è collocata una “bigoncia”, che fa da podio per i predicatori, che arringano il popolo. Alla sera la città è tutta illuminata e al teatro Zagnoni si rappresenta un'opera buffa. Dalle varie fortezze vengono liberati i detenuti politici. Dal forte di Ancona rientra in città il noto agitatore Giuseppe Gioannetti.dettagli
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7 luglio 1800Sostituita l'Amministrazione provvisoriaLa Commissione centrale di governo della Cisalpina sostituisce l'Amministrazione provvisoria bolognese, troppo compromessa col regime precedente, e nomina una nuova Amministrazione, estesa a tutto il Dipartimento del Reno e avente anche funzioni di polizia. Il commissario governativo Cacciari ricorre a cittadini di provata fede repubblicana, come Giuseppe Gambari (1763-1829), professore di diritto civile e canonico all'Università e già membro della giunta criminale della Cispadana, massone appartenente alla loggia "Amici dell'onore". Vi sono inoltre Vincenzo Patuzzi, già nell'amministrazione giacobina e divenuto in pochi anni uno dei maggiori possidenti, Vincenzo Zambeccari, già Rettore dell'Ateneo, Giovan Battista Guastavillani, già presidente del Direttorio Cispadano nel 1797. In pratica ritorna al potere l'eterogeneo gruppo dirigente della prima Cisalpina. Il collante di questa compagine di governo è, più che la buona gestione della cosa pubblica, l'interesse economico, in particolare la colossale speculazione sui beni nazionali derivati dalla soppressione delle corporazioni religiose.dettagli
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9 luglio 1800Aboliti tutti i provvedimenti degli austriaci, tranne le tasseL'amministrazione dipartimentale bolognese è alle prese con la situazione drammatica dell'erario, tanto che già il 9 luglio è costretta ad invitare i parroci della diocesi a predicare il pagamento delle tasse. Numerose imposte non sono state praticamente riscosse: il prestito del 3 Brumaio (25 ottobre), la tassa di registro, la contribuzione straordinaria del 16 Nevoso (5 gennaio), la tassa per l'illuminazione notturna, l'imposizione del 2 e mezzo percento del valore dei beni nazionali, la tassa di uno scudo sui bovini. Il 22 luglio l'Amministrazione invia a Milano Giovan Battista Guastavillani e Pietro Ungarelli con la richiesta alle autorità centrali della Repubblica di diminuire i carichi fiscali; richiesta che non otterrà alcun risultato. Per far fronte alle necessità più urgenti l'amministrazione dipartimentale farà appello il 19 luglio alla generosità dei cittadini, ma la richiesta di prestito volontario frutterà solo 1.000 scudi.dettagli
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14 luglio 1800Festa solenne per la LibertàIl 14 luglio, ricorrenza della presa della Bastiglia, è destinato a solennizzare la “Libertà avuta dai Francesi”. Il giorno precedente il cortile dell'Istituto delle Scienze è stato apparato di panni tricolori e alla sera vi si è tenuta un'accademia musicale e di belle arti, con una generale illuminazione “a cera” e grande partecipazione popolare. Nella periferia cittadina sono stati abbattuti numerosi pioppi per farne altrettanti alberi della libertà. Il 14 si apre con suoni di tamburi, musiche di banda, scoppi di mortaretti. Alle 10 del mattino l'Istituto è aperto al pubblico. Il conte Nicolò Fava recita nel cortile addobbato una Orazion meravigliosa delle Arti e quindi distribuisce premi agli studenti. L'istituto rimane aperto fin oltre mezzogiorno. Nel dopopranzo si tiene alla Montagnola una grande parata militare, con evoluzioni ed esercizi di fuoco della Guardia Nazionale e delle truppe francesi. La giornata di festa termina con uno spettacolo pirotecnico.dettagli
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15 luglio 1800Obbligo di denuncia del grano. La carestia appare graveIl 15 luglio l'Amministrazione del Dipartimento del Reno ordina ai fornai di tenere sempre a disposizione una certa quantità di “buon pane di tutta farina”, mentre il grano raccolto deve essere denunciato e ne deve essere impedita l'esportazione. Come nell'anno precedente i raccolti sono stati molto scarsi. Le autorità cercano, con varie disposizioni, di affrontare la gravissima carestia che affligge la popolazione, dovuta alle sfavorevoli condizioni meteorologiche e alle continue requisizioni delle truppe straniere di passaggio, in un contesto economico-sociale attraversato da una crisi di lungo periodo. Le industrie un tempo fiorenti della seta e della canapa sono, infatti, oramai ridotte a “misere forme di povero artigianato” e possono sfamare solo una piccola parte dei 64.000 abitanti di Bologna: quasi la metà di essi vivono in uno stato di profonda indigenza. “Le piazze, e le strade sono ripiene di costoro in figura d'accattoni, e di mendici”. Oramai tutti sono consapevoli della penuria, che coinvolge la città e il contado, dove il peso del pane cala a 12 once e manca completamente l'uva, mentre continua ovunque l'epidemia bovina. Il grano introdotto durante l'anno in città sarà la metà di quello ordinario e il prezzo si manterrà sui 6 scudi la corba, mentre la media del passato era di 2 scudi.dettagli
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25 luglio 1800Un tribunale ambulanteIl 25 luglio viene istituito un tribunale ambulante presieduto da un militare, con due assessori civili e un notaio criminale. Ha il compito di perlustrare le zone infestate dai briganti e istruire processi immediati a chi viene colto in flagrante di crimini, aggressioni e ruberie. Per i casi più gravi è prevista la pena capitale senza processo formale. Ma la miseria è troppo diffusa ed è troppo grande l'incertezza nel futuro perché la delinquenza non dilaghi. Girare di notte diventa talmente pericoloso che il 18 settembre le autorità decidono la chiusura delle porte della città dal tramonto all'alba.dettagli
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1 agosto 1800Tumulti per il paneIl 29 luglio appare sul “Monitore bolognese” un invito per i “buoni cittadini” a fare esperimenti con farine di vario tipo, da mescolare al frumento. E' proibita intanto la vendita del grano per fare amido, pasta o dolci. Ormai la popolazione è oltre il limite della sopportazione per la mancanza di pane e il 1° agosto i fornai vengono contestati: il pane da essi venduto è di cattiva qualità e scarso peso, solo 12 once. Alcuni cominciano a lamentarsi pubblicamente del ritorno dei Francesi, “li sfacendati e mall'intenzionati” ne approfittano per andare nei forni a rubacchiare e nelle case a chiedere denaro. Per calmare gli animi l'Amministrazione ordina un controllo più severo sulla qualità del pane: il grano deve essere separato dal lolio, ma anche “lo julone, l'aglietto, la vezza pestifera” devono essere eliminati. La vigilanza è affidata ad ispettori presenti in ogni quartiere.dettagli
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6 agosto 1800Gravi disagi per la presenza delle truppe francesi in città e nel contadoTruppe francesi e cisalpine cominciano a ritirarsi dalla Romagna e dalla Lombardia e vengono ad acquartierarsi in città e nei dintorni, “facendo per istrada molte birbanterie”. Il 10 agosto entrano da Porta San Felice truppe di artiglieria con cannoni e obici, mentre da Porta Maggiore alcune centinaia di militi fanno il loro ingresso montati su carri. L'11 agosto il generale Malher si presenta in San Giovanni in Monte e requisisce tutti gli argenti rimasti. La maggior parte delle truppe impegnate nella campagna contro gli Austriaci nelle Romagne si concentra nel bolognese, con grave danno alle campagne, quotidianamente saccheggiate. Nei casini di villeggiatura i proprietari vengono allontanati e i soldati si appropriano di carrozze e cavalli, rubando quadri e suppellettili. Continue zuffe avvengono tra gruppi di militari francesi e contadini, che cercano di impedire furti di uva e altri generi dagli orti nei dintorni di Bologna. In città, poi, i Francesi sono ancora più “audaci e boriosi”, esigendo alloggi ampi e pretendendo di essere mantenuti “a pranzo e cena, a bottiglie, a gelati, a delizie”.dettagli
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10 agosto 1800Gli "Orazi e Curiazi" di Cimarosa al ComunaleLa tragedia per musica Orazi e Curiazi in scena al Teatro comunale il 10 agosto celebra il mito di Roma repubblicana e segna il ritorno a Bologna delle truppe francesi. Dopo l'esordio a Venezia nel 1798, l'opera di Domenico Cimarosa, interpretata da Domenico Mombelli e Teresa Bertinotti, ha avuto ovunque un'accoglienza trionfale. A Bologna è data in onore del commissario Giuseppe Pellegrini, incaricato di riorganizzare il Dipartimento del Reno. Come ospite di riguardo, egli è accolto, secondo tradizione, con la sontuosa illuminazione esterna e interna del teatro e con il veglione di gala dopo lo spettacolo. Domenico Mombelli (1751-1835) è già stato protagonista a Bologna nel 1796 accanto alla Billington e vi tornerà nel dicembre 1801, recitando nell'ultima opera data al teatro Zagnoni prima dell'incendio. Teresa Bertinotti (1776-1854) è di nuovo a Bologna, dopo alcuni anni di presenza nei più importanti teatri d'Europa. Abbandonerà le scene nel 1826 e aprirà in via Santo Stefano una frequentata scuola di canto, dove continuerà a insegnare, assieme al figlio Carlo, fino al 1850.dettagli
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29 agosto 1800Si dimette l'amministrazione dipartimentaleAppaiono inutili i tentativi di comporre il conflitto che si è creato tra il governo centrale della Cisalpina e l'amministrazione dipartimentale, che in luglio ha inviato a Milano una delegazione, con Guastavillani e Ungarelli, per chiedere una riduzione del carico fiscale e una fornitura di grano per il Dipartimento, “in mille guise lacerato, e posto nella più deplorevole situazione”. Il 27 agosto arriva la risposta negativa della Commissione di governo. Il 29 agosto, di fronte alle proteste e alle accuse di inadempienza fiscale dell'Ispettore francese, l'amministrazione dipartimentale rassegna le dimissioni. Il 9 settembre la Commissione centrale nominerà una nuova giunta, ma il rapporto centro-periferia rimarrà conflittuale.dettagli
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settembre 1800Alle stelle il prezzo dell'uvaA causa del freddo intenso dell'inverno precedente gran parte delle viti si sono disseccate e il raccolto dell'uva in autunno è scarsissimo. Il suo prezzo è in quest'anno di circa 60 scudi la castellata, contro una media di 12-15 negli anni precedenti.dettagli
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16 settembre 1800Lotta contro gli "insorgenti" in Romagna e nel ferrareseGli annunci di una guerra imminente con l'Austria suscitano fenomeni di ribellione nelle campagne tra Bologna e Ferrara. Una banda di “insorgenti” si spinge fin sotto le mura del capoluogo. Il 16 settembre giunge a Bologna dalla Lombardia una divisione di Cisalpini comandata dal generale Domenico Pino. Questi invita i cittadini ad armarsi per difendere la città. L'Amministrazione Centrale ordina la formazione di una colonna mobile di Guardia Nazionale, composta da una compagnia di artiglieri, una di cavalleria e da un battaglione di fanteria leggera. Duemila volontari sono posti sotto il comando del generale francese Vignolle e inviati a sedare la reazione scoppiata a Ferrara. Gli insorti sono soprattutto di contadini armati dagli Austriaci, che combattono a difesa della religione cattolica contro i giacobini e i repubblicani. Spesso hanno l'appoggio del clero locale, tanto che il 20 settembre il vicario capitolare deve esortare i parroci della bassa a non fomentare rivolte. Il 22 settembre nei dintorni di Lugo, i gendarmi bolognesi hanno uno scontro vittorioso contro i ribelli, molti dei quali vengono uccisi o ricacciati oltre Faenza. Il fenomeno dell'insorgenza si è manifestato nel bolognese e in Romagna fin dal 1796. Nei primi mesi del 1799 bande di insorgenti formatesi nel Polesine si sono aggregate agli Austriaci in marcia verso Ferrara. Ovunque questi briganti hanno commesso atrocità. Il loro ingresso a Bologna in giugno, alla testa dei regolari austriaci, ha fatto temere il peggio alla popolazione terrorizzata.dettagli
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1 ottobre 1800Nuovo esproprio delle proprietà ecclesiasticheIl 24 settembre il governo repubblicano stabilisce che tutti i beni restituiti “dall'intruso Governo Austriaco” alle corporazioni religiose debbano ritenersi Beni Nazionali e vadano resi alla Nazione. In base a questa norma a Bologna dal 1° ottobre passano al demanio gli immobili e le rendite dei Capitoli di San Pietro e San Petronio, soppressi il 6 giugno 1798 e ripristinati nel periodo della Reggenza. Ai preti, finora mantenuti da tali istituti, viene assegnata una pensione statale.dettagli
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12 ottobre 1800Bonaparte nominato membro dell'Istituto delle ScienzeNella seduta del 20 Vendemmiale (12 ottobre) l'Amministrazione del Dipartimento del Reno nomina per acclamazione Napoleone Bonaparte, Primo Console della Repubblica francese, membro onorario dell'Istituto Nazionale (o Istituto delle Scienze). Per l'occasione nella gran sala dell'Istituto è murata una lapide di marmo con iscrizione in lingua italiana dettata dal dott. Luigi Pancani. Il giorno seguente la lettera di nomina è inviata a Bonaparte attraverso il Deputato Marescalchi. Il 15 ottobre (XXIII Vendemmiale anno IX) è prodotta una stampa celebrativa a fondo seppia, incisa da Francesco Rosaspina su disegno di Pelagio Palagi, in cui Napoleone è celebrato come "guerriero, letterato, politico sommo incomparabile".dettagli
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15 ottobre 1800Gli "insorgenti" sconfitti in ToscanaIl 17 settembre alcuni patrioti conducono a Bologna due dei capi degli insorgenti aretini. Il 23 un ribelle della lucchesia è fucilato alla Montagnola. Il territorio bolognese rimane per qualche tempo esposto a scorrerie dei briganti del marchese Sommariva, provenienti dalla Toscana. E' questo un pretesto per l'attacco dei Francesi al Granducato: le bande guidate da Francesco Spannocchi sono sconfitte a Barberino dal corpo di spedizione del generale Dupont, che il 15 ottobre fa il suo ingresso a Firenze.dettagli
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28 ottobre 1800Il convento di San Giovanni in Monte diventa carcereUn decreto stabilisce che i condannati “ai pubblici lavori o ai ferri” siano rinchiusi e custoditi nell'ex convento dei Canonici Lateranensi di S. Giovanni in Monte. Ogni giorno, ad ore stabilite, i forzati vengono accompagnati dai poliziotti fuori dal carcere: in inverno puliscono le strade della città, mentre in estate le annaffiano oppure fanno altre mansioni, come inghiaiare le strade di campagna. Le nuove carceri di San Giovanni in Monte sono da alcuni definite "orride": i lavori di adattamento hanno ostruito quasi del tutto le finestre, privando le piccole celle dell'aria necessaria. Il complesso monastico di S. Giovanni ospita anche la sede del Tribunale speciale, che in seguito sarà sostituito da un ufficio di polizia cantonale. I carcerati bisognosi di assistenza medica sono accolti fino al 1801 nell'Ospedale di San Biagio, attivo dal XIV secolo vicino a vicolo Pusterla, con ingresso in via Santo Stefano n. 38.dettagli
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7 novembre 1800L'amministrazione dipartimentale si appropria delle imposte e viene destituitaLa miseria della popolazione in questa annata di carestia giunge al culmine. Appare assolutamente impossibile ospitare e nutrire le truppe francesi d'occupazione. L'amministrazione dipartimentale decide di compiere un gesto estremo: impadronirsi delle somme derivate dalla riscossione delle imposte nei dipartimenti a sud del Po. Un distaccamento della Guardia Nazionale è inviato nottetempo a forzare la cassa degli uffici della Finanza. La sottrazione di 93.000 lire avviene con il consenso del commissario governativo e sotto la protezione del comandante di piazza generale Warrin. I denari così ottenuti sono indispensabili a coprire le necessità più immediate e a impedire sommosse popolari o razzie da parte dei militari. Il governo centrale risponde inviando un commissario straordinario e destituendo, il 7 novembre, l'Amministrazione ribelle.dettagli
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dicembre 1800Centralizzazione delle PosteLa legge del V Nevoso dichiara che i servizi postali - fornitura e cambio di cavalli e spedizione di lettere, plichi e fagotti - “sono di privativo diritto della Nazione”. E' stabilita una Soprintendenza generale, che fa amministrare le poste o ad appaltatori o a commessi stipendiati, ma gli appalti sono esclusi per gli Uffici di Lettere dei capoluoghi. E' adottata una tariffa unica per il trasporto di lettere all'interno dello stato e sono istituiti uffici postali comunali. Un altro segnale del profondo rivolgimento attuato nei servizi postali tradizionali è l'istituzione delle lettere raccomandate con bolletta doppia, di cui è assicurata la “pronta trasmissione e ricapito” nel territorio della repubblica.dettagli
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10 dicembre 1800Fuga vergognosa del commissario PelosiLa situazione a Bologna è disastrosa. “L'intero Dipartimento si trova ora ravvolto in una crisi terribile, e fatale” scrive a Milano il commissario straordinario Pelosi. Preoccupa la crisi alimentare, ma anche i bisogni delle milizie in campo, nell'imminenza di un possibile attacco austriaco: “la Truppa Cisalpina è lacera totalmente”, i soldati “eccitano la generale compassione”. La Guardia Nazionale, alla quale è totalmente affidata la difesa territoriale dopo la partenza della guarnigione francese, è “povera d'armi, e di munizioni”. Terrorizzato dagli “insorgenti”, arrivati a ridosso delle mura cittadine, ma anche dai bolognesi colpiti dalla carestia e dalle tasse - “popolo di persone agitate, torbide, e malcontente” - Pelosi fugge vergognosamente da Bologna, con la scusa di “affari importantissimi”, portandosi dietro una grossa somma di denaro e alcuni ostaggi a garanzia della sua incolumità. Tra gli ostaggi - o forse più semplicemente tra gli accompagnatori - dell'ex commissario straordinario, vi sono Luigi Giorgi e la moglie Maria Brizzi, protagonisti dell'ambiente politico e culturale bolognese nel periodo giacobino.dettagli
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16 dicembre 1800Minestre per i poveriA Bologna la miseria è così grande e diffusa che l'amministrazione provvisoria decide di sfamare direttamente la popolazione. In una camera dell'Ospedale della Morte vengono messe in vendita minestre di riso “ben cotte e condite” a prezzi modici. Intanto si cerca di calmare gli animi mettendo calmieri sui generi alimentari e i combustibili. L'inverno tra il 1800 e il 1801 è il periodo di maggiore carestia di tutta l'epoca napoleonica. A Budrio molte persone sono “trovate morte con l'erba in bocca”.dettagli
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18 dicembre 1800Comportamento valoroso dei giovani della Guardia NazionaleTra il 30 novembre e il 18 dicembre una breve campagna militare vede impegnati, nella zona del Po attorno a Ferrara, un contingente austriaco - accompagnato irregolari anconetani e ferraresi al comando del marchese Sommariva - contro i franco-piemontesi guidati dal generale Petitot. Con questi ultimi si fanno onore i volontari della Guardia Nazionale, meritando l'elogio del generale Oudinot. Egli scrive che i 4.000 giovani bolognesi si sono comportati “comme de vieilles troupes”. In questo periodo le campagne sono di nuovo turbate dalla guerriglia degli “insorgenti”, che costituiscono quasi una "terrorizzante avanguardia" degli Austriaci, impegnati a occupare diversi paesi della Bassa, come Budrio e Castel San Pietro, riuscendo quasi a minacciare Bologna.dettagli