Proibiti i capelli "alla Brutus"
Un bando del 16 agosto della Reggenza Provvisoria decreta l'abolizione di “ogni avanzo della democratica licenza” negli abiti e nel taglio dei capelli. In particolare è vietata l'acconciatura “alla Brutus”.
La pena prevista per chi viene trovato in condizione sconveniente, segno di residua adesione “alle massime di perfidia e di libertinaggio”, è l'arresto e l'esilio dagli stati austriaci.
Un nuovo editto contro “il vestiario inverecondo” sarà emanato il 21 settembre: verranno proibiti i vestiti “alla patriottica, alla giacobina, alla democratica”, ma anche le anelle grandi alle orecchie - divieto valido solo per gli uomini - e i pantaloni larghi.
Dal 28 marzo 1800 sarà inoltre proibito portare camicie ricamate a tre colori.
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Alessandro Cervellati, Storia dei burattini e burattinai bolognesi (Fagiolino & C.), Bologna, Cappelli, 1964, p. 74, nota 1
- I giacobini a Bologna, a cura di Franco Cristofori e Andrea Emiliani, Bologna, Alfa, 1966, p. 119
- Giuseppe Guidicini, Diario bolognese. Dall'anno 1796 al 1818, Bologna, Forni, 1976, vol. 2., p. 52, 58
- Libertà cara sei troppo amabile. Musica e teatro a Bologna dall'antico al nuovo regime, 1796-1805, a cura di Marina Calore, Bologna, Lo scarabeo, 1996, p. 13
- Nino Samaja, Bologna giacobina, in: "L'Archiginnasio", 52 (1957), p. 139