Cronologia di Bologna dal 1796 a oggi
Archivio di notizie sulla storia della città e del suo territorio dal 1796 ad oggi. Con riferimenti bibliografici, link, immagini.
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1798Allargate alcune piazzeVengono allargate le piazzette davanti alle chiese e ai conventi di San Giovanni in Monte e di S. Gregorio e Siro.dettagli
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1798Edizione non autorizzata delle "Ultime lettere di Jacopo Ortis"Alla fine del 1798 il libraio Jacopo Marsigli, stampatore del “Quotidiano”, proprietario di una tipografia in via Barbaziana presso San Salvatore e di una libreria ai Celestini, comincia a pubblicare un romanzo epistolare di Ugo Foscolo (1778-1827), ancora senza titolo definitivo (nel suo Piano di studi è indicato come Laura, lettere), mentre lo scrittore si trova in città. Si tratta di un insieme di lettere inviate da Jacopo Ortis all'amico Lorenzo F. La partenza del poeta nell'aprile 1799, arruolato nella Guardia Nazionale, interrompe la stampa alla lettera XLV e lascia l'opera senza conclusione. Non volendo rinunciare al progetto, Marsili affida il completamento del romanzo al bolognese Angelo Sassoli, il quale, pur ispirandosi ai temi e allo stile di Foscolo, scrive un testo molto diverso dal suo. L'editore lo pubblica comunque, all'insaputa di Foscolo, in due volumetti, con il titolo Vera storia di due amanti infelici, ossia Ultime lettere di Jacopo Ortis e vi aggiunge alcune Annotazioni, che mirano ad eludere la censura austriaca. Foscolo sconfesserà l'operazione del Marsili, pubblicando il suo netto rifiuto il 3 gennaio 1801 sulla "Gazzetta di Firenze" e il 17 marzo sul "Monitore di Bologna", parlando della revisione del Sassoli come di un "centone di follie romanzesche, di frasi adulterate e di annotazioni vigliacche". La prima edizione completa di suo pugno, contenente alcune sostanziali modifiche, vedrà la luce a Milano nell'ottobre 1802 presso la stamperia del "Genio Tipografico".dettagli
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1798La Cappella del Legato trasformata in archivioLa Cappella del Legato - o Cappella Farnese - nel palazzo comunale viene sconsacrata e trasformata nell’archivio del governo dipartimentale. La collocazione degli scaffali danneggerà i preziosi affreschi con le Storie di vita della Vergine di Prospero Fontana (XVI secolo).dettagli
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6 gennaio 1798L'apoteosi di Zamboni e De RolandisDopo la rimozione dello stemma di papa Clemente XI, sulla sommità della colonna del Mercato è collocata un'urna con i resti mortali dei martiri Luigi Zamboni (1772-1795) e Giambattista De Rolandis (1774-1796), artefici nel 1794 di una congiura contro il governo pontificio. A mezzogiorno del 6 gennaio nella piazza davanti alla Montagnola arriva la Guardia Nazionale preceduta dalla banda e seguita dal suo stato maggiore, assieme al comandante francese generale Lavallette. La cassetta dei resti, tolta dal sagrato dei giustiziati presso San Giovanni Decollato, è portata come in trionfo, avvolta in un velo bianco e preceduta da Giuseppe Valeriani, moderatore del Circolo Costituzionale. E' condotta dapprima all'albero della Libertà innalzato nella via Imperiale, dove Valeriani e Gavasetti tengono un'orazione per i giovani defunti, poi viene issata sulla colonna nel Mercato grazie a una impalcatura in legno. Durante la cerimonia vengono cantati inni repubblicani, uno dei quali composto appositamente per la funzione. Una delle due iscrizioni apposte recita così: T'arresta o Cittadin. L'urna qui serraLe ceneri famose, e l'ossa ignudeDi lor, che invendicati andar sotterraVittime di romane anime crude,Come lo spirito lor s'agita, ed erraIntorno al sasso a risvegliar virtude!Tremate o RE: che da quei teschi mutiSorgon già contro di voi Felsinei Bruti. La colonna sarà atterrata il 4 luglio 1799 dopo il rientro degli Austriaci.dettagli
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21 gennaio 1798Giovanni Bassani e la Festa della RiconoscenzaSi celebra il 21 gennaio (2 piovoso del nuovo calendario repubblicano) la Festa nazionale della Riconoscenza della Repubblica Cisalpina verso la Francia. L'architetto Bassani realizza un Tempio della Libertà ornato di trofei disegnati da Mauro Gandolfi, “pittore, patriota e municipalista dell'Amministrazione di S. Giacomo”. Verso mezzogiorno accorrono nella piazza Maggiore vari battaglioni della Guardia Civica e truppe francesi e cisalpine, che compiono varie evoluzioni militari. Dopo uno sparo di moschetti iniziano a suonare a stormo le campane della città. Si tengono varie rappresentazioni teatrali e vengono assegnate doti. Alla sera nel teatro comunale è offerto un veglione. Giovanni Bassani è uno degli architetti di punta in questo periodo, impegnato, oltre che in apparati effimeri per eventi patriottici, in varie opere pubbliche e perito degli edifici appartenenti all'Agenzia dei Beni Nazionali. Assieme a Martinetti e a Giovanni Antonio Antolini (1753-1841) parteciperà nel 1801 al progetto per il Foro Bonaparte.dettagli
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22 gennaio 1798Il Circolo Costituzionale accoglie le donneIl Circolo Costituzionale di Bologna riconosce anche alle donne il diritto di partecipare e intervenire alle adunanze. Di quattro che parleranno si ricorda il cognome: Galli, Negri, Sgargi, Stella (Samaja). La prima a tenere un discorso pubblico è Teresa Negri Rasinelli di Imola, che interviene sull'educazione e l'istruzione delle donne e sui loro diritti nella società democratica. Anche Gertrude Sgargi rivendica per le donne il diritto all’istruzione e la partecipazione alla vita politica. Il discorso di Negri è "proclamato a stampa" il 22 gennaio. Nell'occasione è pubblicato anche quello tenuto da Francesco Tognetti (1765-1847), titolare della cattedra universitaria di Eloquenza, sempre sul tema dell'educazione e del ruolo delle donne. Secondo il professore la donna, pur avendo gli stessi diritti dell’uomo, non è “atta a sostenere le parti della Magistratura nella Repubblica”.dettagli
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10 febbraio 1798I Francesi a Roma. A Bologna una festa poco spontaneaIl generale Berthier, comandante del contingente franco-cisalpino, entra a Roma il 10 febbraio ed è portato in trionfo in Campidoglio. In Campo Vaccino, davanti a un notaio, è proclamata la Repubblica Romana. A Bologna l'ingresso dei Francesi nella capitale è celebrato in Piazza Maggiore con una grande festa popolare. Essa appare però solo in parte spontanea, poiché le truppe francesi, di passaggio in città, hanno lasciato uno strascico di furti e violenze. Turba inoltre profondamente le coscienze dei bolognesi l'esilio al quale è costretto il vecchio papa Pio VI.dettagli
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15 febbraio 1798Il discorso sulla povertà di don Luigi MorandiIl cittadino don Luigi Morandi, parroco della chiesa dei SS. Fabiano e Sebastiano, pronuncia il 15 febbraio al Circolo Costituzionale un discorso Sopra la povertà e sopra la maniera di ripararla, sostenendo che i mali di una società democratica sono sia l'eccessiva ricchezza che la povertà. Il governo deve aiutare i poveri, generalizzando la carità, curandone la sussistenza e anche la morale, attraverso un buon catechismo che illustri i doveri dell'uomo e del cittadino. Raccomanda inoltre la creazione di istituti come l'Albergo dei Poveri, destinato a raccogliere anche i vagabondi, i Monti di Pietà, l'Opera dei Vergognosi, ma anche l'incremento delle industrie. Dopo la caduta di Napoleone don Luigi si batterà per l'abolizione del divorzio e delle norme sulle unioni civili, dando alle stampe l'opuscolo Della censura del Codice Napoleone quanto al matrimonio (1818).dettagli
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16 febbraio 1798Un caso di censura: la commedia "I tempi dei Legati e dei Pistrucci"La commedia I tempi dei Legati e dei Pistrucci dell'avvocato bolognese Luigi Giorgi - attivista radicale, funzionario di Prefettura e oratore del Circolo Costituzionale - è uno dei testi drammatici più efficaci del triennio giacobino, tra quelli che meglio corrispondono agli intenti didascalici del teatro patriottico. Viene messo in scena un episodio di corruzione, che coinvolge alcuni protagonisti del recente passato a Bologna, il Legato Vincenti e l'Auditore Pistrucci, e chiama in causa anche l'arcivescovo Gioannetti. La rappresentazione viene bloccata proprio su pressioni della famiglia del prelato, i cui nipoti sono tra i principali agitatori giacobini. L'autore tenterà di aggirare la censura cambiando il titolo e facendo ricorso al Ministero di Polizia a Milano. I suoi sforzi saranno però inutili: la Municipalità di S. Giacomo taglierà intere pagine della commedia, riducendola a un “freddo mostro allegorico”. L'opera non andrà mai in scena.dettagli
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4 marzo 1798Grande festa al Circolo CostituzionaleNella Sala delle Arti delle Scuole Pubbliche all'Archiginnasio, splendidamente illuminata e gremita di gente, si riunisce il 4 marzo il Circolo Costituzionale. Dopo i consueti discorsi patriottici, “dialoghi, e istruzioni”, si tiene una festa danzante che dura fino al mattino seguente.dettagli
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10 marzo 1798"La morte di Mitridate" al Teatro ZagnoniIl 10 marzo al Teatro Zagnoni va in scena il dramma serio La morte di Mitridate di Sebastiano Nasolini (1768-1799). Si tratta di un fuori programma con lo scopo di riabilitare un poco la reputazione di questa sala, alquanto compromessa, negli ultimi tempi, dalla messa in scena di commedie scadenti. L'impresario vuole inoltre approffittare della disponibilità del grande tenore bolognese Matteo Antonio Babini (1754-1816), la cui fama di sincero democratico vale a compensare il libretto, criticabile, di Simeone Antonio Sografi. Lui stesso mette le mani avanti: So che avrei dovuto scegliere un fatto tutto Democratico, ma la ristrettezza del tempo non me l'ha permesso. Il presente però non può sicuramente offendervi perché si tratta non solo dell'Invasione delle armate Repubblicane e di un Re vinto ma ancora della Rigenerazione di un Popolo dalla tirannide oppresso. L'opera ha un certo successo di pubblico, con diciotto repliche e il commento favorevole de "Il Democratico Imparziale", giornale d'opinione dei locali giacobini, che loda la musica eccellente del compositore piacentino, l'impeccabile esecuzione dell'orchestra, la bravura del tenore Babini. Ma è anche un mezzo fiasco dal punto di vista economico, con molti palchi non pagati. Si tornerà quindi di corsa ai drammi giocosi, per i quali il Teatro Zagnoni è conosciuto.dettagli
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4 aprile 1798La comunità israelitica gode di maggiore libertàCon l'arrivo di Napoleone la comunità ebraica bolognese vive un periodo di riconoscimento dei propri diritti. Sull'Albero della Libertà sono messe le Tavole della Legge come simbolo di giustizia. La Costituzione francese, estesa all'Italia, garantisce l'uguaglianza giuridica di tutti i cittadini e stabilisce che nessuno può essere perseguitato per motivi religiosi. Sono aboliti l'obbligo della segregazione nel ghetto e quello del contrassegno giudaico sulle vesti. Il 4 aprile il generale Saliceti emette un proclama in cui sancisce a Bologna la libertà di culto per gli ebrei. E' dato ordine di non usare nelle chiese l'espressione “Judaicam perfidiam”, né altri termini che suonano offensivi per la Nazione Ebraica, divenuta Sorella nel nuovo regime repubblicano.dettagli
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22 aprile 1798Il Pranzo PatriotticoIn piazza Maggiore si tiene un Pranzo Patriottico, al quale partecipano 524 cittadini e altrettanti poveri. Le tavole sono sistemate intorno alla piazza, coperte “con guarnizioni di velo per difesa del sole”. Nel centro una grande tenda ospita la Guardia Civica e la banda. I Cittadini escono in processione dal Palazzo delle Scuole con al fianco ognuno il loro povero. Li accompagnano duecento ufficiali della Guardia Nazionale, addetti al servizio della mensa. Il pranzo si compone di sei portate oltre al pane e il vino nero offerto dal cardinale arcivescovo. Fra i contribuenti vi sono anche monaci e preti. Molte famiglie nobili mettono a disposizione pentole e piatti e generosamente condoneranno “l'importo di tutti i piatti rotti e smarriti”. Le suore si impegnano a cucire 600 “banderiole” per ornare le tavole con lustrini a tre colori, offerti dai mercanti di sete. Alla sera si tiene in piazza un veglione gratuito e Maria Brizzi Giorgi dirige la banda della Guardia Nazionale nell'esecuzione di un inno di Giuseppe Vincenti. Nel Teatro Comunale viene eseguita una Cantata Patriottica scritta per incarico del Circolo Costituzionale con musica di Giovanni Battista De Dominicis, allievo di Paisiello. Il ritornello recita: “Libertà cara sei troppo amabile, è troppo orribile la schiavitù”. Per il “Quotidiano Bolognese”, i tanti cittadini “consociati senza distinzione di grado, di nascita e di fortuna” in questo evento festoso, hanno dato l'idea “di un Popolo energicamente libero e saggiamente dotto”.dettagli
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5 maggio 1798Decisa la soppressione delle corporazioni ecclesiasticheCon la legge del 16 fiorile a. VI (5 maggio 1798) il Direttorio è autorizzato a sopprimere, concentrare e traslocare le corporazioni ecclesiastiche regolari e secolari, le confraternite, le mense vescovili e le abbazie, avocando alla nazione i loro beni. Deve al contempo provvedere al mantenimento dei membri delle corporazioni soppresse. Da queste disposizioni sono esclusi i beni delle parrocchie e le istituzioni laicali. Il 15 maggio viene emanata un'ordinanza che vieta ai religiosi l'alienazione degli “effetti di ragione dei rispettivi conventi e benefici”, considerata un furto e punita di conseguenza. Nel corso del 1798 verranno chiusi alcuni dei principali conventi della città. Lo scioglimento delle corporazioni è dettato, oltre che da esigenze economico-finanziarie, anche dalla necessità di ridurre l'influenza della Chiesa nella società. Il 13 pratile a. VI (1 giugno 1798) saranno avocati alla Nazione i beni delle congregazioni religiose maschili. Con la legge 24 pratile (12 giugno) saranno soppressi i conventi femminili. Con la legge del 15 messidoro (3 luglio 1798) saranno definite le modalità di riconversione dei beni ecclesiastici. I conventi e i monasteri verranno considerati potenziali sedi di uffici e servizi pubblici: tribunali, scuole, caserme, prigioni e così via.dettagli
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11 maggio 1798La Commissione di SanitàCon la Legge 22 fiorile anno VI (11 maggio 1798) il Direttorio della Cisalpina dispone che la gestione della sanità sia affidata a una Commissione eletta in ogni capoluogo dipartimentale. Essa sostituisce le tre strutture preposte nell'Ancien Régime: il Collegio Medico con il Protomedicato, l'Assunteria di Sanità e il Legato. Riattivata dopo la parentesi della Reggenza austriaca, la Commissione di Sanità sarà composta di cinque membri: a tre di essi saranno assegnati compiti di prevenzione delle epidemie e di controllo dell'igiene ambientale, gli altri due eserciteranno la vigilanza sulle professioni sanitarie e sulla vendita dei medicinali. Il Decreto imperiale del 5 settembre 1806 unificherà la legislazione sanitaria dei vari territori posti sotto l'influenza francese. Bologna sarà sede di una delle tre Direzioni di Polizia sanitaria (assieme a Pavia e Padova), formate dai professori delle Facoltà mediche e adibite al controllo delle abilitazioni professionali e alla repressione di eventuali abusi. Le competenze delle Commissioni sanitarie passeranno nel 1809 al Prefetto, nell'ottica della politica accentratrice e autoritaria del Regno italico.dettagli
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12 maggio 1798La Madonna di San Luca cambia percorsoSoppressa l'arciconfraternita di S. Maria della Morte, si impongono variazioni ai viaggi in città della sacra immagine della Madonna di San Luca. Sabato 12 maggio è portata nella chiesa di S. Mattia, in via S. Isaia, da quaranta sacerdoti in cotta e stola, in sostituzione dei canonici di S. Giovanni in Monte, anch'essi soppressi. Essa rimarrà in S. Mattia anche la domenica e il lunedì mattina sarà condotta nella cattedrale di S. Pietro, dove sosterà fino al giovedì successivo. Nel 1799 la storica chiesa di S. Mattia e l'annesso monastero delle domenicane saranno demanializzati e la Madonna, una volta scesa in città nel vespro del sabato, raggiungerà direttamente la cattedrale. Dal 1832 a compiere il trasporto dell'immagine sarà la Congregazione dei 24 Sacerdoti, coadiuvata dai membri della confraternita Domenichini.dettagli
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28 maggio 1798Pranzo Patriottico delle CittadineOltre mille commensali prendono parte a un Pranzo Patriottico riservato alle donne. La piazza è ornata di alberi e le tavole formano un ottagono iscritto in un quadrato. Ai quattro angoli quattro tende ospitano i militi della Guardia Nazionale. Le tavole sono coperte da tovaglie con i tre colori nazionali. Al centro della piazza un tendone ripara la bottiglieria, mentre due cori e l'orchestra sono sistemati accanto ad essa sotto “boschetti con alberi e festoni”. Entrambe i cori, uno di cantanti professionisti, uno “di dilettanti delle scuole nazionali”, intonano inni patriottici: "Oggi tutte siamo uguali, siam compagne e siam sorelle; oggi tutte siamo ancelle di giuliva povertà...". Dopo la prima portata un violento nubifragio costringe i partecipanti a rifugiarsi sotto i portici e nel palazzo pubblico, dove il resto del pranzo è dispensato “confusamente” alle indigenti che lo richiedono. Cessata la pioggia la Guardia Nazionale compie evoluzioni militari nella Piazza del Mercato, mentre alla sera si tiene un veglione gratuito nel teatro comunale “riccamente illuminato”. Per rendere lo spettacolo più degno, nel fondo del palcoscenico è ricavata una grande apertura e un ponte collega il teatro col terrapieno del Guasto, in cui è costruito “un ameno giardino con alberi” e innalzata in mezzo una grande statua della Libertà.dettagli
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6 giugno 1798Soppressione dei capitoli e dei grandi conventiPer ordine del Direttorio sono soppressi i Capitoli di San Pietro, San Petronio e Santa Maria Maggiore, oltre a quelli di San Giovanni in Persiceto, di Cento e della Pieve. I canonici non possono più portare alcun distintivo. Entro dieci giorni devono lasciare la loro sede. E' stabilito che ricevano una pensione di 600 lire l'anno. Dalla cattedra arcivescovile di San Pietro viene tolto il baldacchino. Sono inoltre soppressi i conventi di San Michele in Bosco, San Francesco, San Giacomo, San Domenico e San Salvatore. I monaci possono portare via con sé i mobili della propria cella. Il 17 giugno il grande monastero di San Salvatore, già sede della Giunta per le Contribuzioni e “luogo destinato al disfacimento e colamento degli Argenti”, diventa sede dell'Agenzia dei Beni Nazionali. Nel tempo ospiterà anche un forno e servirà da caserma di fanteria. La grande chiesa costruita nel Seicento dal Magenta sarà affidata ad un parroco secolare. Il 27 maggio 1824, giorno dell'Ascensione, i Padri di San Salvatore rivestiranno l'abito e torneranno ad abitare il loro vasto locale uniti ai Canonici regolari. Dal convento di San Michele in Bosco, destinato dapprima a caserma e poi a carcere, vengono asportati un gran numero di mobili e suppellettili, tra cui 200 piatti, 244 piatti mezzani, pentole di ogni tipo, 40 credenze e altrettanti "canterani tutti o di noce o di pioppa" e ancora "una gran quantità di crocefissi" e quadri. L'arredo in molte parti del convento è di grande qualità: vi sono tavoli, cassapanche, mobili vari, numerose opere d'arte, tra le quali tre grandi quadri di Giorgio Vasari. Nella stalla vi sono due carrozze e due carri. Il tutto sarà portato via e rivenduto sulla piazza di Bologna a prezzi stracciati (Rambaldi), oppure prenderà la via della Francia come contribuzione di guerra. Un testimone che vedrà il convento dopo le spoliazioni scriverà che "la civilisation ne fai moins de ruines que la barbarie". Nel convento di San Michele in Bosco erano concentrati dal 22 maggio 1797 anche i monaci Olivetani di San Bernardo, soppressi l'8 giugno. I Domenicani abbandonano il loro grande convento il 16 giugno, dopo aver ottenuto alcuni giorni di tolleranza. Con un carrettone trasportano al luogo di raccolta in San Salvatore candelieri d'argento, "angeli ceroferari", vasi, lampade e il prezioso frontale della Madonna del Rosario. Il 4 luglio sono consegnati altri oggetti di oreficeria, compresi gli ex voto donati dai fedeli per la cessazione della peste del 1630. I beni immobili saranno messi all'asta, mentre il convento, affidato all'Amministrazione dei Beni Nazionali, sarà ridotto in parte a caserma, in parte a scuole pubbliche e biblioteca comunale, in parte infine ad abitazioni private. La chiesa sarà assegnata al clero secolare e vi si trasferirà la parrocchia di S. Andrea degli Ansaldi, che sarà soppressa il 6 agosto 1798 (la chiesa di S. Andrea sarà trasformata in deposito di nitro e venduta nel 1808). I Domenicani si disperderanno, tranne padre Luigi Becchetti, che rimarrà a vivere in una piccola sacrestia della chiesa e continuerà a custodire l'arca del santo fondatore. Il convento di San Giacomo sarà adattato a caserma. Nel 1800 la libreria e il dormitorio saranno assegnati all'Accademia Filarmonica come scuola di musica "per la gioventù d'ambo i sessi". In questi locali sarà ospitata la biblioteca di padre G.B. Martini e il 3 dicembre 1804 aprirà il Liceo musicale, diviso dall'Accademia.dettagli
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17 giugno 1798Conventi assegnati all'Opera dei MendicantiL'Agenzia Nazionale assegna i conventi soppressi di San Leonardo ed Orsola in via San Vitale e di Santa Caterina in Strada Maggiore all'Opera dei Mendicanti. Nel primo vengono sistemati gli orfani e i giovani "condannati a correzione", nel secondo le putte di San Gregorio. Gli orfani maschi vengono mandati presso artigiani a imparare un mestiere. Portano sul petto una M sormontata da una croce. Il loro guadagno è conservato fino all'uscita dal collegio. Nel 1563 l'Opera ha fondato il primo reclusorio in Italia, riunendo nel convento di San Gregorio fuori porta San Vitale circa ottocento accattoni bolognesi. Nel periodo giacobino esso diviene Casa di correzione per i condannati e Ospizio per le prostitute, i malati celtici e i lebbrosi. Nei secoli precedenti la Congregazione dei Mendicanti è diventata la più importante istituzione assistenziale della città, allargando la sua attività agli orfani in stato di mendicità, alle donne a rischio di onore o di malaffare, agli ammalati incurabili e ai malati mentali (ospedale di Sant'Orsola). A metà del '600 manteneva circa 1.500 poveri divisi in tre case. Per servire alle case dell'Opera il 30 giugno 1601 è cominciata in via San Vitale - con l'impegno finanziario del Senato e di alcune compagnie d'arti - la costruzione della chiesa di S. Maria della Pietà. Nel 1732 presso la vicina Casa della Pietà è stata aperta anche una casa di correzione per “birichini”, cioè per ragazzi delinquenti, che venivano obbligati a filare cotone. Con l'arrivo di Napoleone, le opere d'arte di maggior prestigio presenti nella chiesa di Santa Maria della Pietà sono state requisite e spedite in Francia. Altre sono state trasferite nella nuova Pinacoteca cittadina, quali La Madonna della Pietà di Guido Reni e La vocazione di San Matteo di Ludovico Carracci. Nel 1807 gli orfani di San Leonardo, in numero di 50, passeranno al vicino Conservatorio di Santa Marta, che sarà ampliato con i locali ad esso attigui della soppressa compagnia di SS. Sebastiano e Rocco. L'anno seguente all'Opera Mendicanti, passata alle dipendenze della Congregazione di Carità, saranno accorpati gli ospedali di San Giobbe e di San Lazzaro della Buona Morte, assieme agli orfanotrofi di Sant'Onofrio, San Bartolomeo e dei Raminghi.dettagli
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22 giugno 1798I beni delle confraternite passano alla NazioneCon la legge del 4 messidoro a. VI i beni delle Confraternite “di qualunque genere e denominazione” sono avocati allo Stato. E' previsto che le rendite di quelle che si occupano di pubblica istruzione e assistenza siano amministrate da una Deputazione municipale, con l'obbligo di rendere conto al Ministero dell'Interno della Cisalpina. All'arrivo di Napoleone erano attive a Bologna una sessantina di confraternite, oltre a “una notevole quantità di congregazioni e pie unioni che non avevano sede propria ed abito particolare”, come le compagnie del SS. Sacramento, presenti in molte parrocchie della città e del contado. La maggior parte di esse erano nate nel XVI secolo dopo il Concilio di Trento. Molte erano divise in due categorie, la "larga" e la "stretta", quest'ultima dedita a un'intensa vita spirituale, la prima soprattutto alle opere di carità. Il loro patrimonio dalla fondazione è aumentato notevolmente, grazie al continuo apporto di lasciti e a una amministrazione in genere "avveduta ed oculata" (Fanti). Tra le principali istituzioni caritative vi sono gli ospedali della Vita e della Morte, i conservatori del Baraccano e di S. Bartolomeo di Reno, le opere pie dei Poveri Vergognosi e dei Mendicanti. Ad attuare la legge del 4 messidoro è chiamato l'ex conte Carlo Caprara, uomo attivissimo, che procederà con grande decisione, completando tra luglio e agosto la confisca dei beni di gran parte delle confraternite cittadine. Benché i confratelli siano autorizzati ad "occuparsi delle loro cerimonie nel recinto delle chiese parrocchiali più vicine", sia quindi salvaguardato dalla legge il diritto di culto, è chiaro che la soppressione degli oratori e la confisca dei beni mobili e immobili toglie alle confraternite "ogni rilevanza sociale e ogni funzione" se non quelle legate alle pratiche religiose.dettagli
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24 giugno 1798Festa dell'alleanza tra le due repubblicheL'8 giugno è solennizzata la ratifica del trattato d'alleanza e di commercio tra la Repubblica francese e quella Cisalpina, con scariche d'artiglieria e evoluzioni della guardia nazionale nella piazza del Mercato. Il 24 giugno si festeggia la ricorrenza dell'arrivo dei Francesi e ancora l'alleanza tra le due repubbliche. Sulla Montagnola sono erette circa cento tende, una sorta di campo di battaglia della guardia nazionale. Al mattino si svolge la parata e nel pomeriggio "evoluzioni militari a fuoco", alle quali partecipano quattro cannoni portati dagli artiglieri cisalpini di Forlì. Alla sera il campo della Montagnola è tutto illuminato e nella tenda principale si tiene una grande festa da ballo "con suoni, canti e cene".dettagli
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25 giugno 1798Soppressione di vari monasteri femminiliSulla base della legge del 24 pratile a. VI (12 giugno 1798) vengono soppresse le congregazioni religiose femminili e i loro beni consegnati alla nazione. A Bologna sono chiusi i monasteri di S. Margherita, S. Pietro Martire, SS. Lodovico e Alessio, SS. Gervasio e Protasio, S. Maria Maddalena, Gesù e Maria, S. Caterina di Strada Maggiore. Le monache sono trasferite in altri conventi della città. Possono portare con sé gli arredi delle loro celle o stanze. Se lasciano il velo ricevono una pensione di 800 lire a carico dei loro conventi e pagano una tassa per la secolarizzazione. E' loro consentito di abitare in uno dei conventi soppressi, senza però uso di chiesa, clausura, parlatorio e altri segni che distinguono una corporazione religiosa. Le monache secolarizzate di Gesù e Maria continueranno a vivere unite e dopo 23 anni riprenderanno l'abito degli Agostiniani, andando ad abitare l'antico monastero dei Camaldolesi di S. Cristina della Fondazza, soppresso il 1° febbraio 1799.. Il loro convento sarà completamente demolito e i materiali serviranno alla costruzione del Teatro del Corso e del terrapieno a nord del giardino della Montagnola. Le monache della Maddalena andranno in S. Guglielmo e in altri conventi domenicani. Lo spazio delle loro chiese - esterna e interna - verrà unificato e destinato a magazzino per il fieno degli occupanti francesi. Il convento, frazionato, sarà venduto a privati. Il 3 settembre 1802 gran parte del chiostro e del convento con il prato antistante saranno acquistati da Pietro Bonini, coramaro, con l'idea di costruirvi un teatro (la futura Arena del Sole). Le benedettine di SS. Gervasio e Protasio saranno distribuite in altri conventi dell'ordine e il loro convento verrà destinato a caserma. Le monache di San Pietro Martire lascieranno il loro convento in Borgo Orfeo il 19 giugno 1798 e verranno ripartite in altri conventi domenicani: S. Maria Nuova, S. Agnese, S. Mattia, S. Giovanni Battista. Dopo la vendita a privati del convento non rimarrà quasi più nulla, della chiesa solo la cappella maggiore, chiusa nel 1806, mentre il campanile sarà notevolmente ribassato nel 1819.dettagli
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3 luglio 1798Speculazioni e corruzione nella vendita dei Beni NazionaliLa legge del 15 messidoro a. VI (3 luglio 1798) sospende la vendita dei Beni Nazionali. Subito dopo la soppressione delle prime congregazioni religiose e la confisca dei loro beni si sono verificati estesi fenomeni speculativi e casi di corruzione dovuti al malcostume dei funzionari pubblici. I beni in vendita sono stati sottostimati per favorire alcuni acquirenti privati. Le nuove norme prevedono che gli immobili debbano essere adibiti in via prioritaria a pubblici uffici e servizi “per il cittadino”: carceri, caserme, scuole, ospedali. Un'altra legge del 17 luglio prevederà, tra le norme per la vendita dei Beni Nazionali, la necessità di una stima corretta e il sistema delle aste pubbliche. Una svolta nella privatizzazione del vasto patrimonio ecclesiastico si avrà con la legge 8 vendemmiale a. VI (23 settembre 1798), che comporterà la vendita di oltre un terzo degli edifici conventuali presenti in città. Essi saranno riutilizzati per usi residenziali, come botteghe e magazzini, oppure saranno semplicemente demoliti per liberare i terreni e vendere all'ingrosso i materiali da costruzione. Queste drastiche operazioni di ristrutturazione o distruzione avverranno quasi sempre senza tener conto del valore artistico e architettonico dei beni interessati (Ceccarelli). Nonostante le limitazioni previste, tra il 23 novembre 1798 e il 30 giugno 1799 in provincia di Bologna 696 persone acquisteranno Beni Nazionali per oltre 6 milioni e 800mila scudi. Le vendite a basso prezzo saranno ancora occasione di grandi speculazioni, con numerose rivendite, in cui avranno parte grandi compagnie di fornitori e acquirenti Francesi. Molti borghesi estenderanno le loro proprietà accaparrandosi i terreni confinanti di proprietà ecclesiastica.dettagli
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6 luglio 1798Destituite le Congregazioni degli ospedaliPer disposizione della legge del 9 messidoro è assegnata alle municipalità la gestione delle rendite delle opere pie. Vengono quindi sospese e destituite le congregazioni che amministrano gli ospedali, i collegi, i conservatori. E' dimessa anche l'antica congregazione dell'Opera dei Poveri Vergognosi, risalente al 1490. I molti beni e fondi di questa istituzione benefica sono assegnati alla municipalità di San Giacomo. Tra le Compagnie soppresse c'è quella di Santa Maria delle Vergini, che nel 1581 ha fondato, vicino a Porta Lame, l'ospedale della SS. Trinità per i convalescenti. I suoi beni vengono trasferiti agli Ospedali della Vita e della Morte. Tra la fine del 1797 e l'inizio del 1798 i civici Ospedali della Vita e della Morte sono stati intensamente utilizzati per la cura di migliaia di soldati cisalpini e frencesi. Dal 30 agosto 1799 l'Ospedale della Vita assumerà le funzioni dell'ospedale militare stabilito nel convento di S. Maria della Carità.dettagli
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15 luglio 1798Albero della Libertà in via CastiglioneGli abitanti di via Castiglione innalzano l'Albero della Libertà. Nei pressi è formato un campo militare della Guardia Nazionale. Attorno alla “felice pianta” si fanno grandi festeggiamenti, con suoni della banda, inni patriottici, fuochi d'artificio, illuminazione della strada fino alla Croce dei Casali. Sotto l'albero vari cittadini tengono discorsi sulla “rigenerazione” dell'Italia.dettagli
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21 luglio 1798Soppressione delle confraternite e delle compagnie religiosePer far fronte alle contribuzioni imposte dai Francesi, la Repubblica Cisalpina, in forza della legge 19 fiorile anno VII (8 maggio 1798), sopprime tutte le confraternite e le compagnie religiose "sì regolari, che secolari". I loro beni diventano di competenza del Demanio. A Bologna le soppressioni vengono attuate per la maggior parte nei mesi di luglio e agosto. Il 21 luglio è soppressa la Compagnia dello Spirito Santo, che si riunisce in S. Maria dei Celestini. Il 25 luglio scompaiono le Compagnie di S. Rocco, di S. Maria della Grada, dei SS. Gioacchino e Anna, di S. Maria della Consolazione - detta dei Centurati - e della Madonna delle Febbri o di S. Giorgio. Assieme ad esse è soppressa la Congregazione dell'Angelo Custode, che si riuniva nella Chiesa di S. Colombano. Nell'oratorio dei Centurati saranno ricoverati gli organi delle altre corporazioni. Il 26 luglio sono chiuse la chiesa, la compagnia e l'ospedale di Santa Maria delle Laudi. Scompaiono anche la Compagnia di S. Bernardino da Siena in S. Francesco, la Congregazione di S. Gabriele, la Compagnia degli anni della B.V., quella di S. Maria del Ponte delle Lame e quella dei SS. Pietro e Marcellino. I due oratori della Compagnia di S. Domenico saranno venduti a privati nel 1801 e rivenduti nel 1809 assieme a una porzione del convento dei Predicatori. Il 27 sono soppresse le Compagnie degli Innocenti, di S. Sigismondo e del Cestello, della Resurrezione di N.S. Gesù Cristo, la Confraternita del Baraccano e quella di S. Maria delle Vergini, che gestiva un ospedale per convalescenti nei pressi di Porta Lame. I suoi beni andranno all'Ospedale della Vita. Il giorno seguente sono sciolte la Compagnia della Natività di Maria Vergine, titolare di una cappella sulle mura, e quella dei Servi, con l'annesso ospedale intitolato a S. Biagio. Inoltre la Confraternita di S. Maria delle Rondini posta in Frassinago e la Compagnia e la chiesa di S. Pellegrino, situata a Porta S. Isaia. Il 30 luglio sono abolite la Congregazione della B.V. delle Asse, quella detta del Pellegrino Greco e quella di S.Maria del Gaudio, la Compagnia di Messer Gesù Cristo e la Congregazione del sussidio sacerdotale. La chiesa di S.M. della Presentazione, di pertinenza di quest'ultima, sarà chiusa il 16 agosto 1808 senza essere destinata ad altro uso. Sempre il 30 luglio è soppressa la Congregazione dei Sabbadini, che si riuniva nella cappella si S. Maria dell'Ispirazione vicino a Porta Saragozza. Il nome deriva dall'usanza dei confratelli di salire al Santuario di S. Luca ogni sabato mattina all'alba, recitando il rosario. Il 31 luglio la Congregazione di suffraganti di S. Maria degli Uccelletti, posta nel Mercato di Mezzo, sospende le sue funzioni, così come quella dello Spirito Santo e quella di S. Maria delle sette Allegrezze, che stava nella chiesa delle Moline (detta anche degli Annegati). Il 1° agosto è soppressa Compagnia dell'Aurora, così chiamata per le celebrazioni mattutine. La sua chiesa sarà venduta a privati nel 1799. E' soppressa anche la Compagnia di San Giovanni Decollato, che officiava la chiesa di S. Maria Rotonda detta dei Galluzzi. Lo stesso giorno è abolita la Compagnia di S. Giobbe. L'ospedale omonimo sarà unito a quello di Sant'Orsola. Il 10 agosto è soppressa la Società dei Devoti. Nel 1808 l'oratorio verrà chiuso e la porta sulla strada sarà murata. Il 16 agosto 1798 terminano la loro attività la Compagnia del Buon Gesù o di S.M. di Mezzaratta e quella di S. Maria della Pietà, detta anche del Piombo, i cui locali saranno venduti nel 1801 ai proprietari del negozio della Coroncina nel Mercato di Mezzo.dettagli
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24 luglio 1798Piano generale d'istruzione pubblicaIl 24 luglio una commissione, di cui fanno parte Lorenzo Mascheroni, Gregorio Fontana, Giuseppe Compagnoni, Luigi Valeriani, presenta al Gran Consiglio della Cisalpina il Piano generale d'istruzione pubblica, che dedica ampio spazio alle università, chiamate "scuole di approvazione" - vale a dire che abilitano all'esercizio delle professioni - e all'Istituto nazionale bolognese. Il documento è frutto dello scontro in atto tra riformatori radicali e moderati: i primi vorrebbero l'abolizione dell'insegnamento universitario e la diffusione capillare delle scuole elementari e dei licei, giudicando l'idea di creare due sole università, a Bologna e Pavia, contraria a ogni principio di democrazia e uguaglianza. I moderati sono invece per il mantenimento delle strutture esistenti, ma trasformate in veicoli della cultura illuministica, senza latino e teologia. Il Piano documenta la vittoria delle tesi di questi ultimi: è prevista l'articolazione dell'istruzione universitaria in tre facoltà, Matematica, Medicina e Legislazione e un'ampia riduzione delle cattedre, compensata dalla selezione dei "più celebri scienziati e letterati" della repubblica per l'insegnamento delle scienze e delle arti. In seno alla commissione redattrice l'economista Luigi Valeriani, promotore del Circolo Costituzionale bolognese, si batte per la riduzione delle scuole intermedie e l'introduzione dell'insegnamento di conoscenze scientifiche e tecniche nelle scuole inferiori. Gli intralci burocratici e il ritorno degli austro-russi vanificheranno in gran parte l'applicazione del provvedimento di riforma.dettagli
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28 luglio 1798Fucilato il parroco di VarignanaDon Pietro Maria Zanarini, parroco di Varignana, reo di avere abbattuto due alberi della Libertà piantati sul sagrato della sua chiesa, è condannato a morte dalla Commissione criminale militare di alta polizia di Ferrara e fucilato il 28 luglio. Il religioso si avvia al patibolo tra due ali di folla piangente, intonando il Dies irae. La sua serenità provoca l'ammirazione del principale accusatore, il dott. Luigi Giorgi, soprannominato “il Dottor Zuccherino”, commediografo e oratore del Circolo Costituzionale bolognese. Davanti ai parrocchiani in lacrime, il prete pronuncia parole di consolazione: "Perchè questi pianti? Non vi abbandono, ma vi precedo". La Commissione criminale è stata istituita con la legge del 9 Ventoso anno VI repubblicano (27 febbraio 1798) per stroncare sul nascere ogni forma di "allarmismo". In questo periodo a Bologna e nel contado è montata la protesta popolare e dei parroci contro i divieti delle cerimonie religiose. A Minerbio, Porretta e in altri paesi la popolazione ha sfidato l'autorità, partecipando alla processione del Corpus Domini. Dall'altra parte i giacobini hanno più volte profanato i simboli della Chiesa. Tra il marzo e l'agosto 1798 la Commissione istruisce processi senza appello soprattutto contro membri del clero. Don Zanarini è l'unico condannato alla pena capitale.dettagli
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4 agosto 1798La ghigliottina, esecuzione capitale "democratica"Tra le novità dell'esercizio della giustizia in epoca giacobina c'è la ghigliottina, considerata uno strumento più democratico e indolore per le condanne a morte. Il 4 agosto una lama è traslata dal prato di San Francesco al convento dei Lateranensi di San Giovanni in Monte, mentre il 15 agosto è collocata per la prima volta in piazza Maggiore. Altri luoghi per i supplizi capitali sono il piazzale di San Domenico, il prato del Baraccano e quello di S. Antonio. Più avanti verrà utilizzata la piazza del Mercato. Il boia e i suoi aiutanti vanno anche in trasferta nelle città vicine, sfoggiando il dialetto bolognese e doti di macabro umorismo (R. Bacchelli). Le frequenti esecuzioni di briganti e “insorgenti” prevedono anche l'esposizione delle teste innalzate bene in alto in punta di picca. Dal 15 maggio 1797 è stata invece tolta la carrucola sotto il voltone del Palazzo del Podestà, utilizzata per il supplizio della corda. Il condannato era appeso con le mani legate dietro la schiena. I tratti di corda provocavano grandi lesioni e sofferenze.dettagli
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12 agosto 1798Sancita la demolizione di alcuni edifici sacriE' dato l'appalto per la demolizione di edifici sacri che impediscono la circolazione in alcune delle strade principali. Sono le cappelle delle quattro croci di San Paolo, dei Casali, di Porta e di San Sebastiano, le chiese di Santa Tecla e Valle di Josaphat, la parrocchiale di San Sebastiano e la colonna in Saragozza conosciuta come la Croce degli Albergati. Le Quattro Croci, che nell'alto medioevo segnavano un percorso processionale attorno alla cosiddetta "città retratta", saranno trasferite all'interno della Basilica di San Petronio.dettagli
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19 agosto 1798Il convento di S. Gervasio diventa una sartoriaIl 19 giugno 1798 le monache benedettine di SS. Gervasio e Protasio vengono trasferite in San Leonardo. Il 19 agosto successivo il loro convento, risalente all'XI secolo e ricostruito nel Trecento, è destinato a sartoria militare. La parrocchia sarà soppressa il 23 maggio 1806, ma intanto il parroco avrà trasferito le funzioni parrocchiali nella vicina chiesa di Santo Spirito. Tranne una piccola porzione venduta a privati, il resto del convento diventerà una caserma, in funzione fino al 1901, quando i locali saranno acquistati dal Comune. Nel 1910 nell'area sarà inaugurato il Mercato delle Erbe, edificio coperto progettato da Filippo Buriani e Arturo Carpi.dettagli
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settembre 1798Riuso del convento dei CelestiniDal settembre 1798 l'ex convento dei Celestini, soppresso il 7 marzo 1797 e in un primo tempo destinato ad ospitare il Consiglio dei Trenta della Repubblica Cispadana, diventa sede dell'Amministrazione del Lotto. Negli anni successivi ospiterà anche l'Ufficio del Registro, il bureau dei coscritti e l'archivio delle corporazioni soppresse. La chiesa rimarrà parrocchiale come succursale di San Salvatore.dettagli
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23 settembre 1798Ugo Foscolo collabora al "Genio Democratico"Dal 23 settembre al 13 ottobre esce il giornale “Genio Democratico”, erede del “Giornale dé Patrioti del Dipartimento del Reno e della Repubblica Cisalpina”. E' pubblicato due volte alla settimana dallo stampatore Canetoli. In grande formato a colonne, è diviso in quattro parti: notizie estere, notizie nazionali e leggi della Repubblica, istruzioni politico-morali, notizie bibliografiche. Le istruzioni politico-morali, scritti finalizzati all'educazione del popolo, sono redatte dal poeta Ugo Foscolo (1778-1827), riparato a Bologna da Venezia dopo il trattato di Campoformio. Assieme a lui collabora il fratello Gian Dioniso (Giovanni). Ugo comincia a scrivere la sua rubrica dal terzo numero, con un articolo sul tema dell'indipendenza nazionale. L'impegnativo saggio continuerà nei numeri successivi del “Genio” e in alcuni del “Monitore”, rivelando l'evoluzione del suo pensiero verso un'idea italiana unitaria. In novembre il poeta otterrà un impiego alla Sezione criminale del Dipartimento del Reno e sarà nominato aiutante del Cancelliere del Tribunale di Bologna.dettagli
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25 settembre 1798Le Quattro Croci messe in San PetronioIl 25 settembre le quattro croci che da centinaia di anni identificano un simbolico confine spirituale della città vengono collocate nelle navate piccole della basilica di San Petronio, appoggiate ai contropilastri delle cappelle laterali. Quelle di Porta Castellana e di Porta Procula sono sistemate sul lato destro della chiesa, quelle di Porta Ravegnana e di via Castiglione sul lato sinistro. Ognuna delle croci era collocata in un tempietto, giudicato un ingombro alla viabilità dai nuovi governanti e destinato alla demolizione. Le reliquie trovate sotto di esse verranno portate a Tizzano.dettagli
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20 ottobre 1798Una biblioteca musicale nel convento di San GiacomoUn decreto del Direttorio della Repubblica Cisalpina del 24 vendemmiale (20 ottobre) dispone il trasporto nel soppresso convento agostiniano di San Giacomo di materiali provenienti dall'Accademia Filarmonica, dalla Cappella dei Cantori di San Petronio e dalla biblioteca personale di Padre Martini, che fino al 1816 sarà in parte conservata da padre Stanislao Mattei (1750-1825) nella sua casa di via Nosadella. Sono tre raccolte molto importanti di spartiti musicali, peraltro già private dei pezzi più preziosi dai commissari francesi. La loro custodia verrà affidata a una Deputazione, comprendente padre Stanislao Mattei e altri Filarmonici. Assieme a una cospicua quantità di libri, corali e strumenti musicali provenienti dai conventi delle corporazioni soppresse - e inoltre alla “magnifica collezione di ritratti dei più famosi Filarmonici” - il corpus dei manoscritti costituisce il nucleo della futura biblioteca del Liceo Filarmonico e quindi del Conservatorio musicale di Bologna. Grande compositore e insegnante di musica, ma anche erudito enciclopedico e appassionato collezionista, padre Giovanni Battista Martini (1706-1784), che fu in contatto con i grandi musicisti e studiosi europei, ha lasciato un copioso epistolario e una “immensa collezione di libri stampati che gli costò oltre mille zecchini”. Per speciale concessione del Papa, nel corso dei suoi studi poté copiare i manoscritti musicali più rari e preziosi della Biblioteca Vaticana, di quella Ambrosiana e di molte altre importanti biblioteche italiane.dettagli
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28 ottobre 1798Riapre il Circolo CostituzionaleLa mattina del 28 ottobre il Circolo Costituzionale, sospeso il 29 agosto precedente, riapre “con solennità”. Alla festa interviene, con la sua banda, la Guardia Nazionale, che compie “evoluzioni a fuoco” nella Piazza del Pavaglione. Il Circolo è il maggiore centro di aggregazione dei giacobini bolognesi. E' stato creato per combattere superstizione e ignoranza, “consolidare la libertà e sollevare il Popolo”. Le riunioni si tengono la domenica a mezzogiorno nelle pubbliche scuole, che hanno sede nel palazzo dell'Archiginnasio. Tutti possono parlare, ma molti non intervengono per paura di essere spiati da emissari degli aristocratici. Si tengono anche circoli costituzionali “ambulanti” in periferia: i contadini accorrono numerosi a quella che i repubblicani chiamano la “fonte della verità”. Il Circolo bolognese sarà nuovamente chiuso il 23 dicembre e al locale saranno apposti i sigilli. Sarà anche soppresso il “Monitore”, organo settimanale dei giacobini locali, che da poco aveva preso il posto del “Genio Democratico”.dettagli
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30 ottobre 1798I bolognesi respingono la Costituzione CisalpinaDopo l'aggregazione alla Repubblica Cisalpina, con la perdita del ruolo di capitale che la città aveva nella Cispadana, il malcontento e la protesta monta tra le classi dirigenti bolognesi. Chiamati a votare la nuova costituzione, rispondono solo 576 cittadini e tutti si esprimono contro. Il 1° novembre anche l'assemblea dei soldati nazionali non l'accetta, così come i rappresentanti della campagna. A Castiglione dei Gatti, tradizionale possesso dei Pepoli, tutti gli aventi diritto votano contro l'adesione alla Cisalpina e la cessazione del regime feudale. Lo stesso risultato si ha nella contea di Piano della famiglia de' Bianchi.dettagli
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11 novembre 1798Giovanni Aldini professore di fisica all'UniversitàGiovanni Aldini (1762-1834), nipote di Luigi Galvani ed erudito di levatura europea, è nominato bibliotecario dell'Istituto delle Scienze. Dal 1790 è succeduto al suo maestro Sebastiano Canterzani (1734–1819) sulla cattedra di Fisica sperimentale dell'Università, che terrà fino al 1808. Le ricerche da lui condotte riguardano soprattutto il galvanismo, l'anatomia e le applicazioni mediche dell'elettricità, ma anche la costruzione di fari e la protezione di uomini e cose dall'azione distruttiva del fuoco. Come riconoscimento dei suoi meriti scientifici, l'imperatore d'Austria lo farà membro della Croce di Ferro e Consigliere di Stato. Aldini morirà a Milano nel 1834, destinando al Comune di Bologna la sua cospicua collezione di modelli e strumenti - e notevoli sostanze economiche - per la fondazione di un gabinetto di fisica e chimica applicata alle arti e mestieri. Gli esperimenti sul funzionamento dell'elettricità animale fatti da Aldini a Londra nel gennaio 1803, con cadaveri decapitati e non, raccolte in seguito nel volume An Account of the Late Improvements in Galvanism, sono tra le fonti di ispirazione del romanzo Frankenstein ovvero il Prometeo moderno (1818) di Mary Shelley.dettagli
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4 dicembre 1798Muore lo scienziato Luigi GalvaniMuore Luigi Galvani (1737-1798), medico e scienziato, già professore dell'Università e socio dell'Accademia delle Scienze. Dopo una formazione presso i Padri Filippini secondo gli ideali di cattolicesimo illuminato sostenuti anche da papa Benedetto XIV, dal 1754 ha frequentato la scuola medica dell'Alma Mater, avendo tra i suoi maestri Jacopo Bartolomeo Beccari, Giovanni Antonio Galli e il futuro suocero Gusmano Galeazzi. Come medico ha frequentato l'ospedale di Santa Maria della Morte, per poi dedicarsi, dopo la laurea in Filosofia e Medicina, alla carriera accademica. Dal 1763 ha ricoperto le cariche di Anatomico Ordinario e Lettore di Medicina, tenendo lezioni e dissezioni pubbliche per gli studenti, ma anche per gli scultori e i pittori. Negli anni Ottanta è iniziato il periodo cruciale della sua attività scientifica, con gli studi sull'elettricità animale, fenomeno scoperto nei primi di settembre del 1786, assieme alla moglie Lucia Galeazzi, sua assistente. Nel 1791 pubblica il De viribus electricitatis ... in motu musculari commentarius. La relazione da lui sostenuta tra elettricità e vita ha trovato sostenitori entusiasti, ma anche l'opposizione di colleghi come Alessandro Volta. Negli ultimi anni di vita Galvani, privato degli incarichi pubblici, in seguito al suo rifiuto di giurare per la Repubblica Cisalpina, è sopravvissuto grazie all'elemosina di un fratello. La sua figura di grande scienziato, di "stupendo genio italiano", sarà riscoperta nel corso dell'800 grazie agli studi di Silvestro Gherardi.dettagli
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10 dicembre 1798I libri religiosi vanno in gran parte eliminatiIl governo cisalpino approva una mozione che implica la distruzione di molti libri posseduti dai conventi. Una parte di essi devono essere venduti, mentre altri vanno senz'altro eliminati perché pericolosi. Si afferma che i libri ascetici “hanno guastato le teste e impicciolite le anime” e che quelli di teologia morale e di mistica sono “atti solamente a perpetuare l'ignoranza”. Sono da conservare solo quelli che in qualche modo interessano all'erudizione e all'arte tipografica o che “giovano alle ricerche dei letterati”. Tutti gli altri, definiti “orrendi monumenti dell'ignoranza e dell'imbecillità”, sono da inviare alle cartiere, piuttosto che essere venduti ai “pizzicagnoli”, con il pericolo di vederli ritornare in commercio.dettagli
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17 dicembre 1798Leva militareIl governo della Repubblica Cisalpina ordina una leva militare di 9.000 persone, delle quali oltre mille sono assegnate al territorio bolognese. La scelta avviene con una estrazione a sorte tra i celibi di età compresa tra i 18 e i 26 anni.dettagli
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31 dicembre 1798Soppressi quasi tutti i conventi maschiliSono soppresse quasi tutte le corporazioni religiose maschili. Tra essi i Francescani della Carità, i Serviti, i Carmelitani di San Martino, i Ministri degli Infermi di San Gregorio, i Filippini della Madonna di Galliera. La Commissione dei Beni Nazionali incamera i loro averi.La soppressione definitiva avviene dopo che molti ordini erano già stati concentrati in un solo convento: ad esempio i Serviti di San Giorgio in Poggiale e di San Giuseppe in Val di Pietra erano stati uniti in precedenza a quelli di Santa Maria dei Servi.Il grande convento di Strada Maggiore dopo l'11 dicembre 1798 diventerà dapprima una caserma e in seguito il quartier generale della Guardia Nazionale.Per il momento sono risparmiati i Barnabiti di Santa Lucia, che si occupano di istruzione. Dal 1811 essi saranno costretti a vestire l'abito dei preti secolari.Durante l'anno sono scomparse altre importanti congregazioni, quali i Benedettini neri di San Procolo, i Celestini di San Giovanni Battista e di Santo Stefano, i Lateranesi di San Giovanni in Monte. L'8 giugno sono scomparsi i padri di San Salvatore.Dopo la soppressione del monastero, il santuario di Santo Stefano è affidato per breve tempo ai Minori Osservanti. In seguito sarà guidato da un sacerdote secolare. La parrocchia sarà soppressa nel 1806 e unita a quella di San Giovanni in Monte.Il complesso abbaziale di San Procolo, in gran parte già utilizzato come caserma, nel 1798 verrà adibito ad Ospedale degli Esposti, con il trasferimento della vecchia sede dei Bastardini situata di fronte.dettagli