Legge sulla polizia tipografica
I fogli giacobini si moltiplicano, predicando l'ortodossia repubblicana: "Democratico imparziale", "Quotidiano Bolognese", "Genio Democratico" combattono una battaglia incessante contro i cattivi patrioti, gli aristocratici, il clero, gli speculatori. A volte se la prendono anche contro il governo o i francesi occupanti.
Oltre i giornali fioriscono i libelli, i fogli volanti. La legge sulla polizia tipografica intende porre rimedio a questa "valanga di carta" incontrollata, “onde impedire tutti i mali effetti, che per colpa d‘intemperanti Scrittori derivar potrebbero in pregiudizio della Repubblica“. La stampa deve essere libera, ma non può degenerare in licenza.
Secondo la nuova legge non è permesso "parlare con disprezzo di alcun governo", attaccare la Costituzione, calunniare i cittadini o le autorità, offendere la religione. Su ogni stampato, anche se anonimo, è obbligatorio il nome dello stampatore.
- I giacobini a Bologna, a cura di Franco Cristofori e Andrea Emiliani, Bologna, Alfa, 1966, p. 77, 82, 84
- Raccolta delle leggi, proclami, ordini e avvisi. Pubblicati in Milano nell’anno VI Repubblicano, Milano, Velardini, 1797, tomo IV, p. 6
- Nino Samaja, Bologna giacobina, in: "L'Archiginnasio", 52 (1957), pp. 99-144