Napoleone rinuncia al diritto di conquista, ma non alla contribuzione
Il generale Bonaparte, tornato a Bologna il 1° luglio, rinuncia al diritto di conquista della provincia, “donandole l'antica libertà”.
Descrive al Direttorio la città emiliana come piena di opportunità e "senz'altro matura per un governo indipendente". Pensa ad essa come a "una repubblica aristo-democratica di cruciale valore strategico", governata da ceti moderati (Monti).
Per quanto riguarda le requisizioni, il Senato chiede a Bonaparte di consegnare meno buoi e cavalli di quelli richiesti e di ridurre la quantità di tele e panni, limitandosi a "quello che il paese può dare". Il generale concede che "si suplisca con altri articoli, li quali possono essere di uso per la marina francese".
La sera del 2 luglio, sotto gli sguardi perplessi della popolazione bolognese, parte verso Mantova una lunga carovana di carri con tutta la seta e la canapa presenti nel Monte di Pietà, assieme al contante e alle verghe d'oro e d'argento consegnati “per contribuzione”.
- Raffaele Belluzzi, Vittorio Fiorini, Catalogo illustrativo dei libri, documenti ed oggetti esposti dalle provincie dell'Emilia e delle Romagne nel Tempio del Risorgimento italiano : (Esposizione regionale in Bologna 1888), Bologna, Stabilimento tipografico Zamorani e Albertazzi, vol.: Libri e documenti, a cura di Vittorio Fiorini, 1890, p. 545
- Bologna nell'Ottocento, a cura di Giancarlo Roversi, Roma, Editalia, 1992, p. 11
- Tommaso de' Buoi, Diario delle cose principali accadute nella città di Bologna dall'anno 1796 fino all'anno 1821, a cura di Silvia Benati, Mirtide Gavelli e Fiorenza Tarozzi, Bologna, Bononia University Press, 2005, p. 18
- Giuseppe Guidicini, Diario bolognese. Dall'anno 1796 al 1818, Bologna, Forni, 1976, vol. 1., pp. 16-17
- Aldino Monti, Bologna di fine Settecento: il piccolo stato dalla sovranità pontificia alla sovranità napoleonica. Alcune puntualizzazioni, in: Università e formazione dei ceti dirigenti. Per Gian Paolo Brizzi, pellegrino dei saperi, a cura di Giancarlo Angelozzi, Maria Teresa Guerrini, Giuseppe Olmi, Bologna, Bononia University Press, 2015, p. 401