I tre partiti della Cispadana
In una lettera al Direttorio il generale Bonaparte descrive e formula giudizi sui partiti politici della Repubblica Cispadana. Si dice ostile agli amici dell’antico governo e desideroso di “comprimerli”.
Sostiene invece i partigiani “di una costituzione indipendente, ma un pò aristocratica“: è il partito dei ricchi proprietari e dei preti. Secondo lui essi sono capaci di trascinare con sé il popolo, che è essenziale “raccogliere intorno al partito francese”.
L’ultimo partito è quello di coloro che credono nella pura democrazia. Sono giovani e intellettuali, come in Francia interessati alla libertà solo per fare la rivoluzione. Dovranno essere controllati e contenuti.
- Nino Samaja, Bologna giacobina, in: "L'Archiginnasio", 52 (1957), pp. 123-124