5 novembre 1796
Aboliti i titoli nobiliari
Vengono aboliti i titoli nobiliari, distrutte le armi gentilizie e le “livree a trina”, tolta “ogni balza, ogni spalletta, ogni segno” alle livree.
Ai titoli è sostituito il termine “cittadino”. E' obbligatorio mettere la coccarda con i colori della Repubblica francese o con quelli nazionali. Viene contestata l'elezione di 42 senatori aggiunti, provenienti dalle file dell'aristocrazia.
Intanto si usa il teatro per estirpare la tradizionale reverenza. Si mettono in scena commedie nelle quali la nobiltà decaduta è dileggiata dalla servitù. Gli intermezzi sono sempre più spesso interrotti da canti patriottici.
Approfondimenti
- Luigi Aureli, Annali della città di Bologna dall'anno 1797 ai nostri giorni, compilati dal dottor L.A., Bologna, pe' tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1849, p. 15
- Tommaso de' Buoi, Diario delle cose principali accadute nella città di Bologna dall'anno 1796 fino all'anno 1821, a cura di Silvia Benati, Mirtide Gavelli e Fiorenza Tarozzi, Bologna, Bononia University Press, 2005, p. 30
- Marina Calore, Bologna a teatro. Vita di una città attraverso i suoi spettacoli, 1400-1800, Bologna, Guidicini e Rosa, 1981, p. 137
- Coscienza urbana e urbanistica tra due millenni. 1., Fatti bolognesi dal 1796 alla prima guerra mondiale, Bologna, San Giorgio in Poggiale, 11 dicembre 1993-13 febbraio 1994, a cura di Franca Varignana, Bologna, Grafis, 1993, p. 120
- Giuseppe Guidicini, Diario bolognese. Dall'anno 1796 al 1818, Bologna, Forni, 1976, vol. 1., p. 44
- Loris Rabiti, Il tocco di Polimnia. Maria Brizzi Giorgi, musicista, musa e mentore del giovane Rossini, introduzione di Antonio Castronuovo, Bologna, Pendragon, 2021, p. 80
- Nino Samaja, Bologna giacobina, in: "L'Archiginnasio", 52 (1957), p. 114