Via Indipendenza fu realizzata negli anni immediatamente precedenti al Piano Regolatore del 1889. Sulla base di un progetto di Coriolano Monti del 1861, fu tracciata a partire dal 1885, unificando quattro tronchi stradali preesistenti: il Canton dei Fiori, la piazza antistante la cattedrale di San Pietro, la via Malcontenti e la via della Maddalena. In alcuni tratti si fecero sventramenti per ottenere il rettifilo. Nonostante i suoi ampi porticati e i locali di svago, via Indipendenza non fu mai una strada di passeggio pubblico, ma soprattutto una arteria di collegamento tra il centro e la stazione ferroviaria e tra il nucleo storico e i nuovi quartieri popolari a nord della città. Il tracciato è caratterizzato da un perfetto allineamento di edifici in stile eclettico, progettati da alcuni dei protagonisti dell'edilizia bolognese di fine '800, quali Filippo Buriani (palazzi con decorazioni in terracotta della Società Treves e Cavalieri), Antonio Zannoni (palazzo Zappoli), Augusto Barigazzi, Giuseppe Ceri.
> Athos Vianelli, Le strade e i portici di Bologna, Roma, Newton Compton, 2006, p. 84
e ancora ...
All'inizio di via Indipendenza sorge la cattedrale di San Pietro, edificata al centro della Bologna romana. La costruzione primitiva era una basilica a tre navate di età preromanica, di cui rimane il campanile cilindrico, racchiuso nell'attuale torre campanaria. Nel XV secolo i pittori ferraresi Francesco Del Cossa e Ercole De Roberti dipinsero la cappella Garganelli in seguito crollata (ne rimane una meravigliosa testa di Maria piangente alla Pinacoteca), mentre Domenico Tibaldi edificò nel 1575 la cappella maggiore e la cripta. Il rifacimento della chiesa romanica interessò nel XVII secolo diversi architetti, quali il Mazenta e il Maderno, che diedero all'interno della cattedrale la forma del barocco romano. Nel 1776 la facciata fu rifatta dal Torreggiani e quindi ridotta al frontone triangolare attuale da Francesco Tadolini. All'interno ospita monumenti e sepolture di vari personaggi della chiesa bolognese, dal cardinale Prospero Lambertini, divenuto papa Benedetto XIV al cardinale Giacomo Lercaro, protagonista del Concilio Vaticano II.
> Luigi Bortolotti, Bologna dentro le mura. Nella storia e nell'arte, Bologna, La grafica emiliana, 1977, p. 211-212