Il conte e l'inglese

Diconsi stelle di XVI grandezza e tanto più lontane sono che luce loro solo dopo XXIV secoli arriva a noi. Visibili furono esse con telescopi Herschell. Ma chi narrerà delle stelle anche più remote, atomi percepibili solo con le più meravigliose lenti che la scienza possegga o trovi? Quale cifra rappresenterà tale distanza che solo correndo per milioni d'anni la luce alata valicherebbe? Uomini udite: oltre quelle spaziano ancora i confini dell'universo!

(Iscrizione sulla tomba di Cesare Mattei)

 

Certe cose le possono mostrare solo i visionari e gli artisti. E cosa accomuna Cesare Mattei, tenente colonnello della Guardia Civica bolognese, fondatore della Cassa di Risparmio, scopritore della Elettromeopatia e costruttore della Rocchetta di Riola, a Bill Homes, artista inglese, professore emerito di architettura e design dell'università di Londra, innamorato (e quasi ossessionato) dal vulcano del Vigese, abitatore di Campolo?

Cosa li accomuna, oltre il luogo, il territorio ai piedi del Montovolo, la valle del Limentra? Li accomuna forse proprio la capacità di vedere (e di far vedere) al limite e oltre l'apparenza delle cose.

Homes è un telescopio Herschell quando guarda gli edifici delle Limentre; è un microscopio elettronico quando illustra così bene i fiori dell'Appennino, che quasi se ne sente il profumo; pare che disegni col bisturi quando ci mostra tutti i particolari della Rocchetta, e la fantasia e bizzarria del conte Mattei si moltiplicano all'esponente.

Homes non fa fumetti, però i suoi acquerelli senza nuvole raccontano più di una storia e i suoi reportage sul terreno la storia la trattengono e la fissano più delle migliori campagne fotografiche.