La statua racconta ...
Il 22 aprile 1945, il giorno dopo la Liberazione di Bologna, nello stadio Littoriale si installa il 56° ospedale militare d'evacuazione gestito dall'esercito americano. Un pilota brasiliano, che viene qui ricoverato, riferisce che, al suo arrivo, nello stadio vi era "uma enorme estatua equestre de Mussolini".
Era un simbolo del fascismo, del Ventennio appena concluso tragicamente. Secondo una tenace leggenda metropolitana venne fusa con il bronzo dei cannoni austriaci conquistati dal popolo bolognese l'8 agosto 1848. La statua era stata decapitata il 25 aprile 1943, il giorno della destituzione del Duce. Il pilota brasiliano dice di avere assistito alla sua demolizione totale da parte dei partigiani. Con il bronzo verranno fuse le due statue dei partigiani di porta Lame, opera di Luciano Minguzzi.
L'artista Matteo Matteucci racconta La rinascita del bronzo, il romanzo della statua equestre di Mussolini, percorrendo in modo efficace e sintetico con i suoi colori la vicenda storica dell'impianto polisportivo del Littoriale. Le sue tavole sono in mostra in Piazza coperta di Salaborsa dal 9 al 31 gennaio 2015.
Questa bibliografia intende seguire in parte l'itinerario da lui tracciato, proponendo tre date che introducono con evidenza tre fondamentali periodi della storia recente di Bologna: il Risorgimento, il Fascismo, la Resistenza. Vuole anche essere un omaggio a Luciano Minguzzi, indimenticato protagonista della scena artistica italiana del Novecento.
(La testimonianza del pilota è tratta da: E. Trota, C. Mondani, V. Lenzi, Gli anni di guerra fra Reno e Panaro (1943-1945), Modena, Il fiorino, 2003, pp. 262-264)