Baracche e burattini
Chissà se a Bologna qualcuno ancora dice: "Finir int al paniran ed Cuccoli" ? Un tempo finire nel cestone di Cuccoli significava essere dimenticati oppure andare in disgrazia. Nella realtà dell'800 voleva dire essere uno dei burattini di Angelo Cuccoli (1834-1905), il più noto burattinaio di Bologna, che alla sera, dopo lo spettacolo, riponeva le sue teste di legno nel famoso paniran.
Nel 1877 il casotto di Cuccoli venne sfrattato dal suo luogo deputato, il voltone del Podestà, dove gli spettatori serali si accalcavano anche sul retro, per potere, se non guardare, almeno sentire le esilaranti commedie di Fagiolino e Sganapino. Si disse per motivi igienici, di urbano decoro. Da allora diverse generazioni di burattini e burattinai - Augusto Galli, Febo Vignoli, Romano Dainelli tra i più noti - hanno calcato i giardini e le piazze della città, ad allietare i bambini (e non solo) in ogni buona occasione. La Sala Borsa ha ospitato in anni recenti addirittura un teatro stabile di burattini, quello di Demetrio Presini (1918-2002), tra gli ultimi grandi interpreti di un'arte popolare ormai in declino. Questa bibliografia è rivolta a chi ama le tradizioni bolognesi e ... a tutti quelli che hanno avuto (e ancora a volte hanno) la fortuna di ridere di gusto sotto alla baracca.